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  Comitati di Partito - campagna di organizzazione e di reclutamento

CdP Norman Bethune - Il nostro CdP dalla 3° Lotta Ideologica Attiva ad oggi 22 febbraio 2010

 

INDICE DELLA RUBRICA

Comitati di Partito
campagna di organizzazione e di reclutamento

  

 In questo stesso periodo di un anno fa gli effetti della 3° Lotta Ideologica Attiva scoppiata all’interno della carovana del (n)PCI si sono manifestati al nostro CdP sotto forma di una interruzione improvvisa dei contatti con il Centro: non a caso il commissario del Centro ai CdP era un esponente della destra. Essi sono stati ripresi con il nuovo commissario.

A un anno di distanza vogliamo fare alcune riflessioni per contribuire alla realizzazione di un bilancio complessivo e più approfondito da parte del Partito e dei compagni tutti della carovana.

Il Partito è già ampiamente intervenuto in merito alla questione smascherando l’attacco della destra all’unità del Partito, definendo e denunciando la reale natura delle pretese dei frazionisti che, con l’imposizione del loro pretestuoso dibattito portato avanti all’infinito, volevano frenare e fermare lo sviluppo del Partito e della carovana.

Il rafforzamento ideologico ottenuto attraverso questa ultima LIA consiste nell’aver fatto affrontare con una lotta adeguata (prendere il toro per le corna) alcune deviazioni in seno alle nostre file.

La principale consisteva nella mancata comprensione della reale natura del rapporto di direzione ideologica e politica che deve intercorrere tra il Partito e le organizzazioni modello, in particolare l’errata concezione che vorrebbe il nostro Partito relegato ad una entità parallela a queste, una concezione fuorviante che non riconosce di fatto il ruolo di Stato Maggiore della classe operaia che il (n)PCI deve già svolgere nel modo oggi possibile.

La campagna di rettifica e di riorganizzazione messa in campo dal Partito ha permesso inoltre di rimuovere limiti che frenavano lo sviluppo dei CdP come il concetto della “disciplina dogmatica” con la quale l’allora commissario del Centro dirigeva i CdP.

La 3° LIA ci ha permesso di comprendere meglio la vera natura di una giusta adesione alla causa, ridefinendo il concetto di disciplina come strumento necessario e indispensabile per la lotta politica del Partito, ma secondario rispetto alla linea e alla comprensione di questa da parte dei quadri dirigenti.

La dedizione alla causa si misura principalmente attraverso il livello di applicazione nel mettere a frutto nella pratica la nostra teoria, il vero collo di bottiglia che noi dobbiamo superare.

Questa ridefinizione del concetto di adesione alla causa, migliora e rende più preciso e affidabile il nostro metro di valutazione dei compagni e ci permette di avanzare più speditamente verso i nostri obbiettivi.

Questo era uno dei principali limiti della vecchia direzione: pretendere la crescita politica e lo sviluppo dei CdP principalmente attraverso la disciplina. Un tipo di adesione al partito “adeptica”, slegata dalla realtà, in cui i limiti della direzione venivano nascosti dietro i limiti dei compagni diretti.

Questa concezione porta alla sfiducia, alla corrosione dell’unità del Partito, al settarismo, al frazionismo e all’opportunismo.

Oggi possiamo affermare senza paura di smentita che il Partito ha saputo uscire da questa 3° LIA rafforzato. È riuscito a trasformare un attacco e un colpo subito, in un conseguente rafforzamento ideologico e quantitativo che la nostra esperienza a livello territoriale conferma, sia per le nuove adesioni al partito e alla carovana, sia per il livello politico superiore che abbiamo raggiunto nel metodo di lavoro.

Il rafforzamento del nostro CdP e dei CdP da noi diretti si è articolato principalmente attraverso la formazione e l’applicazione del nuovo metodo di lavoro.

Il Partito è intervenuto energicamente per sviluppare un innalzamento del livello di formazione dei compagni mettendo in campo una campagna di “formazione dei formatori”, riorganizzando le file del partito, assegnando responsabilità precise di direzione sui comitati di base e su quelli intermedi, procedendo allo stesso tempo scientificamente alla formazione dei compagni, seguendo tutto questo processo con una direzione di dettaglio che ha lasciato veramente poco all’improvvisazione.

Questo rafforzamento è avvenuto attraverso un’opera capillare di scuola di comunismo in cui il Partito ha insegnato ai suoi quadri migliori come si stendono piani, bilanci, profili, come si organizzano campagne di lotta, ecc. Altro che dibattito sterile portato avanti all’infinito!

I compagni dei CdP che prima avevano difficoltà a fare il “lavoro a tavolino” hanno recepito con slancio il nuovo metodo di lavoro e sono riusciti a fare passi avanti significativi e in alcuni casi sbalorditivi che stanno avendo riflessi positivi su tutta la carovana oltre che per il Partito.

Questa opera di formazione durata mesi ha portato fin da subito a dei miglioramenti tangibili e molto consistenti della nostra attività:

1. Le riunioni di CdP da sporadiche e disorganizzate fatte in luoghi poco sicuri sono diventate sistematiche, frequenti, organizzate e vengono svolte a un livello di sicurezza molto buono e avanzato.

2. Le riunioni di studio di La Voce e dei comunicati del Partito da rare e disorganizzate sono passate a essere frequenti, organizzate e in sicurezza.

3. Le comunicazioni con il Centro del Partito e con il nuovo commissario ai CdP sono regolari e più frequenti.

4. I nostri contributi scritti al Partito (piani, profili, schede di autovalutazione, rapporti, ecc.) aumentano di numero e di qualità.

5. La direzione che il nostro CdP esercita sui comitati intermedi che prima non esisteva o comunque rimaneva ad un livello di un gruppo di amici, è diventata organizzata, pianificata e di livello e migliora sempre di più con il tempo e l’esperienza.

6. Il miglioramento della qualità del nostro CdP ha fatto sì che i suoi membri e i membri dei CdP da esso diretti hanno migliorato in modo sensibile l’attività con cui orientano attraverso la linea di massa le organizzazioni pubbliche della carovana, CGIL, ANPI, PRC, FIOM, ARCI, Coordinamenti e comitati vari di lotta.

7. I compagni hanno fatto passi avanti consistenti nell’uso della tecnologia moderna necessaria all’attività del Partito, si sono resi sempre più indipendenti, sono arrivati anche a diffondere tra le masse la conoscenza e l’uso di sistemi informatici come TOR combattendo nella pratica il legalitarismo tra le masse popolari.

8. L’innalzamento della qualità della formazione dei compagni ha avuto un effetto positivo nei contesti e negli ambiti di lotta in cui il CdP ha svolto la sua attività. La nostra attività dalla 3° LIA in poi è stata costellata da tanti sacrifici e anche da tante difficoltà, ma principalmente da una serie costante di tante piccole e grandi vittorie importanti che ci hanno permesso di portare avanti con slancio, dedizione e fiducia la lotta sui quattro fronti del PGL.

9. Il nostro CdP ha incominciato a contribuire in maniera efficace al miglioramento e alla crescita della sinergia tra le organizzazioni modello, contribuendo nella pratica al rafforzamento della carovana.

Queste riflessioni ci rendono fiduciosi per il nostro avvenire. Siamo consapevoli di avere fatto passi consistenti in avanti in un tempo relativamente breve: in pochi mesi siamo cresciuti più di quanto avevamo fatto nel corso degli anni precedenti.

Nella pratica il nostro CdP ha cominciato a funzionare e a crescere in modo significativo proprio in seguito all’ultima Lotta Ideologica Attiva. Questo ci fa apprezzare l’importanza e la portata della lotta condotta contro i frazionisti.

Con queste riflessioni positive di bilancio non intendiamo nascondere a noi stessi i nostri limiti e le “incrostazioni” del vecchio metodo di lavoro che ci portiamo ancora dietro.

Al nostro interno stiamo combattendo in particolare contro lo spontaneismo che limita ancora la nostra azione e la nostra raccolta di forze. Oltre a questo dobbiamo sviluppare di più e meglio il nostro orientamento verso l’esterno impostando il lavoro interno in funzione di questo.

Gli stessi limiti emersi e affrontati con la 3° LIA (“disciplina dogmatica” e “oscillazione tra Stato Maggiore e organizzazione parallela) hanno lasciato al nostro interno incrostazioni che soltanto con il tempo e la pratica potranno essere spazzate via del tutto.

Ad esempio il nostro CdP ha elaborato un piano locale di intervento per sostenere le organizzazioni pubbliche nella lotta all’interno del teatrino della politica borghese (regionali 2010) che poi non è stato portato avanti nella pratica attraverso la direzione di dettaglio.

Questo limite evidenzia quanto ancora dobbiamo mettere in pratica gli insegnamenti della 3° LIA. In questo caso abbiamo lasciato idealisticamente alle organizzazioni modello un ruolo che invece compete al (n)PCI, “abdicando” ideologicamente al nostro ruolo di avanguardia, di Stato Maggiore della classe operaia. 

Lo slancio derivato dal miglioramento evidente del livello della nostra azione politica comunque ci dà fiducia, forza e determinazione nell’andare oltre e più a fondo nella lotta e nella nostra crescita. I passi avanti scaturiti dalla 3° LIA ci consentono di affrontare i nostri limiti con più coscienza e determinazione.

W il (n)PCI che avanza!

W il compagno Giuseppe Maj!

Faremo dell’Italia un nuovo paese socialista!