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Comitati di Partito – campagna di organizzazione e di reclutamento

 

 

INDICE DELLA RUBRICA

Comitati di Partito
campagna di organizzazione e di reclutamento

 

Considerazioni della redazione
sui contributi di tre Comitati di Partito

 

In questo numero della rivista pubblichiamo qui di seguito i contributi pervenutici dai CdP A. Cassinera, N. Bethune e A.M. Mantini sulla campagna d’organizzazione e di reclutamento che stanno conducendo. È la prima volta che i CdP producono contributi di questo tipo (di analisi complessiva della loro attività) per la rivista: questo è indice dei passi in avanti che stiamo facendo nel consolidamento e rafforzamento del Partito. Per orientare i lettori nell’analisi di questi documenti e soprattutto gli altri CdP a imparare da essi, illustriamo le nostre principali considerazioni in merito.

1. Un positivo fermento nel lavoro interno. Questo è senza dubbio l’elemento principale che emerge dall’analisi dei tre contributi. Traspare infatti un vivace lavoro di riflessione, analisi, bilancio, Critica-Autocritica-Trasformazione (CAT) da parte dei CdP, finalizzato ad individuare e ad affrontare i limiti ideologici che frenano la loro attività. I tre CdP sono tesi alla trasformazione, la cercano, la vogliono, ne sentono l’esigenza per svolgere un ruolo positivo e di livello nella Guerra Popolare Rivoluzionaria di Lunga Durata. Questo slancio in avanti è condizione necessaria e imprescindibile per costruire. La sua presenza pone dunque le basi per importanti sviluppi.

2. La consapevolezza della trasformazione da compiere. Questo è il secondo elemento comune che emerge dai contributi. I tre CdP sottolineano infatti che l’aspetto principale da trattare per avanzare è la loro concezione del partito clandestino: Stato Maggiore che orienta e dirige la lotta di classe e non organizzazione parallela (e in definitiva ausiliaria) alle organizzazioni modello della carovana del (n)PCI. Questa consapevolezza è centrale per compiere la trasformazione. Fino a qualche mese fa essa non esisteva: la stiamo costruendo con il lavoro di formazione e di direzione condotto dal Centro sui CdP e i passi in avanti fatti in questa direzione sono uno dei primi frutti della campagna di organizzazione e di reclutamento in corso.

L’analisi dei contributi fa emergere anche un altro aspetto legato anch’esso alla consapevolezza della trasformazione da compiere: esistono diversi livelli di maturazione ideologica tra i tre CdP. Essi, ad esempio, analizzano con una diversa profondità e chiarezza di vedute i limiti del lavoro svolto e l’orientamento da seguire per avanzare. Il Centro certamente terrà conto di queste differenze nello svolgere il lavoro di formazione sui tre CdP. Questi, a loro volta, devono impegnarsi a mettere a confronto il loro contributo con quello degli altri due CdP per approfondire l’analisi fatta e le linee di sviluppo tracciate. Chi è più avanti insegna a chi è più indietro, chi è più indietro impara da chi è più avanti: in questo risiede la forza dello scambio dell’esperienza.

3. La sperimentazione. I tre CdP riportano alcuni esempi di lavoro esterno svolto (o che hanno provato a svolgere) nell’ottica di Stato Maggiore. Il campo principale di sperimentazione che emerge è il lavoro di orientamento, con la linea di massa, delle organizzazioni modello (OM): cosa che mostra i passi in avanti che i tre CdP stanno facendo nel superamento della concezione errata che porta a vedere questa azione come un’interferenza nella vita delle OM. A questo primo aspetto positivo, se ne affianca un secondo: l’azione di orientamento dei tre CdP sulle OM che operano nel territorio di loro competenza sta facendo fare (a livelli differenti) dei primi passi in avanti alle OM.

I limiti che invece emergono dai tre contributi in merito all’azione di orientamento delle OM sono:

- tendere a considerare l’azione il fine e non il mezzo, muoversi cioè senza fissare un obiettivo chiaro (movimentismo) e senza porsi in un’ottica di concatenazione (condurre una battaglia in funzione della successiva);

- tendere a sostituirsi alle OM anziché orientarle con la linea di massa e nell’ottica del sistema delle leve;

- impostare il lavoro di orientamento da fare sulle OM senza poi metterlo in atto e seguirne gli sviluppi;

- non impostare il lavoro di orientamento sulle OM.

Questi quattro limiti sono il prodotto della contraddizione vecchio/nuovo (organizzazione parallela/Stato Maggiore). Per superarli è necessario un passo in avanti nell’assimilazione dei compiti che la situazione pone.

4. Migliorare la comprensione dei compiti che la situazione pone, seguire di più gli avvenimenti. Dai tre contributi emerge la necessità di:

- elevare la comprensione della situazione (tre crisi, lotta tra mobilitazione rivoluzionaria e mobilitazione reazionaria) e dei compiti che essa pone (creazione delle tre condizioni per la costruzione del GBP, necessità di radicarci nella classe operaia per sviluppare il secondo stadio della costruzione del Partito);

- imparare a seguire di più gli avvenimenti (la lotta politica in atto nel nostro paese e nel contesto specifico della zona in cui il CdP opera).

Solo attraverso questi due passaggi sarà possibile ad ogni CdP avanzare nella sua attività, individuare meglio gli obiettivi da raggiungere, migliorare nell’elaborazione delle battaglie e delle operazioni tattiche da fare, elevare su questa base l’azione di orientamento sulle OM e sulle altre organizzazioni di massa pubbliche. Uno Stato Maggiore per essere tale deve conoscere bene la guerra che sta combattendo (obiettivi, piano tattico) e il terreno su cui combatte.

Questo numero della rivista fornisce l’orientamento che ci deve guidare per avanzare nella creazione delle tre condizioni per la costruzione del Governo di Blocco Popolare (intervento nelle tre crisi). Ogni CdP lo deve studiare con la massima attenzione e professionalità: gli articoli sono direttive per la guerra e non “notiziole”! Per diventare Stato Maggiore bisogna innanzitutto concepirsi e comportarsi come uno Stato Maggiore in guerra. Lo studio attento della rivista deve portare a individuare (in apposite riunioni dei CdP) come si manifestano nella propria zona di competenza le tre crisi, ragionando come intervenire in ognuna di esse (con interventi diretti e, soprattutto, orientando le OM e le altre organizzazioni di massa pubbliche). Questa è la strada da percorrere per continuare ad avanzare nella GPRdiLD e, all’interno di essa e in funzione di essa, nella trasformazione dei CdP.

La strada percorsa in questi primi mesi della campagna di organizzazione e di reclutamento, i passi in avanti fatti dimostrano che questo è possibile. Dipende da noi!

Al lavoro, compagni!