<<< RITORNA ALL'INDICE DEI COMUNICATI 

(nuovo)PCI (nuovo)Partito comunista italiano


Comitato Centrale

Sito: www.nuovopci.it
e.mail: nuovopci@riseup.net


Delegazione

BP3  4, rue Lénine
93451 L'Île St Denis (Francia)
e.mail: delegazione.npci@riseup.net


Facebook

Nuovo - Partito comunista italiano

Comunicato CC 21/2023
13 ottobre 2023

Finché vi è oppressione o sfruttamento, ben venga la ribellione!
Non lasciarsi accalappiare a sostegno dei sionisti, componenti della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti: è il primo criterio per orientarsi nel contesto internazionale!

Scaricate le istruzioni per utilizzare il sistema di criptazione PGP e TOR

Leggi La Voce 74 del (nuovo)PCI

Comunicato CC 22/2023 - 16 ottobre 2023

[Scaricate il testo del comunicato in Open Office / Word ]

Cacciare il governo Meloni e farla finita con l’economia di guerra e la sottomissione del nostro paese ai gruppi imperialisti USA!

Promuovere la più ampia partecipazione popolare alle iniziative di lotta del 20 ottobre in occasione dello sciopero generale dei sindacati di base e alle manifestazioni contro le basi militari USA-NATO del 21 ottobre a Ghedi (BS), Pisa, Palermo!

Lo sciopero generale del 20 ottobre indetto da SI Cobas, Adl Varese, Cub, Sgb, Usi e le manifestazioni indette per il 21 ottobre a Ghedi (BS), Pisa, Palermo, sono appuntamenti importanti in cui far convergere la più ampia partecipazione popolare e di lavoratori, con cui alimentare la lotta per cacciare il governo Meloni, per farla finita con l’economia di guerra e il protettorato USA sul nostro paese, per avanzare verso un governo d’emergenza delle masse popolari organizzate.

 

Nell’articolo I numeri della sottomissione del nostro paese agli imperialisti USA-NATO, pubblicato su La Voce 74 - luglio 2023, abbiamo elencato ben 116 basi e installazioni militari in uso agli Stati Uniti d’America (tramite la NATO o altri accordi con lo Stato italiano) diffuse sul territorio nazionale. Da queste basi partono in buon numero le operazioni di spionaggio verso i paesi del Medio Oriente, Europa dell’Est e Africa del Nord e da esse sono coordinate molte delle operazioni militari promosse dalla NATO in queste aree. Questa è la struttura su cui poggia la sottomissione del nostro paese ai gruppi imperialisti USA. Ad essa vanno aggiunti: il finanziamento del Pentagono alla ricerca universitaria italiana; le coperture ai criminali colpevoli della strage del Cermis del 3 febbraio 1998 e le operazioni sporche compiute dagli imperialisti USA nel nostro paese in combutta con i vertici della Repubblica Pontificia; l’utilizzo di alcune basi militari su suolo italiano come deposito di testate atomiche (Ghedi, Aviano (PN)); il sostegno e la partecipazione dello Stato italiano a numerose missioni militari USA-NATO.

Il livello di militarizzazione del nostro paese, se per certi versi dimostra il grado di sottomissione dei vertici della Repubblica Pontificia agli USA, d’altro canto mostra l’importanza che l’Italia ricopre nelle operazioni e manovre sporche che i gruppi imperialisti USA promuovono a livello internazionale. Mostra anche l’importanza che assume la lotta che dobbiamo condurre per porre fine al protettorato USA accettato dal Vaticano e dalla DC di De Gasperi nel 1947.

Tra individui che si definiscono comunisti, avanguardie di lotta e lavoratori avanzati, è molto diffusa l’idea che la forza che gli imperialisti USA hanno nel nostro paese sia il motivo per cui “non è possibile” farla finita con la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti USA, sionisti ed europei. Secondo alcuni, al massimo è possibile opporsi a singole misure nei limiti consentiti dalla legalità borghese (denunce, proteste), ma in definitiva non è possibile vincere instaurando il socialismo, tanto meno instaurare il Governo di Blocco Popolare, obiettivo tattico che il (nuovo)PCI indica per avanzare nella rivoluzione socialista. “Non ce lo lasceranno fare” è il luogo comune più ricorrente.

Questa tesi è sbagliata e ricalca le tesi con cui, dopo la vittoria della Resistenza contro il nazi-fascismo (1943-1945), i revisionisti moderni, capitanati da Palmiro Togliatti e Luigi Longo, hanno disarmato il movimento partigiano, rabbonito una parte della classe operaia e delle masse popolari italiane che aspiravano al socialismo, illudendole con la “via parlamentare e pacifica al socialismo”. Secondo Togliatti, in sostanza, la presa del potere da parte dei partigiani non era possibile a causa della presenza dell’esercito USA in Italia alla fine della Seconda guerra mondiale e della necessità di “pacificare” il paese. In definitiva la presa del potere sarebbe dovuta passare attraverso la partecipazione alle assemblee elettive della democrazia borghese, sostenuta anche da dure lotte (mobilitazioni, scioperi, proteste) e non in altro modo.

Questa tesi, nelle diverse forme in cui si manifesta, disarma i lavoratori e le masse popolari di fronte alla forza del nemico, condanna all’inazione o al massimo ad attestarsi all’opposizione a singole leggi e misure che la classe dominante adotta ai danni di larga parte della popolazione, ad attestarsi al “contro”. In definitiva, tale tesi sbarra la strada all’instaurazione di un governo che faccia gli interessi delle masse popolari e agisca su mandato degli organismi operai e popolari e all’avanzata verso l’instaurazione del socialismo.

 

I gruppi imperialisti USA-NATO sono tigri di carta!

In realtà la classe dominante è debole, frammentata e in difficoltà, perché incalzata dalla seconda crisi generale del capitalismo e dalle contraddizioni che essa genera:

- tra borghesia imperialista e masse popolari. Cresce senza tregua il distacco tra la maggioranza della popolazione e i vertici della Repubblica Pontificia quanto più i governi da questi installati proseguono sulla strada di attuare misure lacrime e sangue angariando le masse popolari. Lo stesso processo avviene, in forme differenti, in tutti i paesi imperialisti, vedi in proposito l’articolo La guerra civile negli USA pubblicato su La Voce 74 - luglio 2023;

- tra paesi imperialisti e tra settori e fazioni interne ai gruppi imperialisti. Incertezza e instabilità sono alla base dei conflitti tra le varie fazioni che si contendono la direzione di ampi settori dell’economia commerciale, di campi speculativi in ambito finanziario, dell’utilizzo delle risorse pubbliche. Questi scontri alimentano l’ingovernabilità dall’alto: eclatante negli ultimi mesi lo scontro sulla gestione delle centinaia di migliaia di migranti che si riversano in Europa in cerca di luoghi migliori dei propri paesi d’origine, resi invivibili in mille modi dalla ricolonizzazione dei paesi imperialisti;

- tra la Comunità Internazionale (CI) dei gruppi imperialisti USA, sionisti ed europei e i paesi e popoli oppressi che non si sottomettono alle loro imposizioni. Niger, Burkina Faso, Mali sono gli ultimi paesi coinvolti, nei mesi scorsi, in sommovimenti generali, colpi di Stato e cambi di regime su spinta delle mobilitazioni popolari. In altri paesi ancora, invece, le masse popolari tramite il voto esprimono governi almeno a parole intenzionati a mettersi su questa strada (vedi la Slovacchia con le elezioni dello scorso 30 settembre). Il colpo assestato il 7 ottobre da Hamas e altre fazioni della Resistenza palestinese allo Stato sionista d’Israele alimenta nei popoli oppressi di tutto il mondo la fiducia nella ribellione;

- tra la CI dei gruppi imperialisti USA, sionisti ed europei e loro complici e concorrenti da una parte e dall’altra alcuni degli Stati socialisti formatisi durante la prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria (Repubblica Popolare Cinese, Repubblica Socialista del Vietnam, Repubblica Democratica Popolare del Laos, Repubblica Popolare Democratica di Corea, Repubblica di Cuba), più Stati come la Federazione Russa e altri che per vari motivi non si rassegnano a sottostare in tutto e per tutto alla CI. Emerge sempre più il ruolo economico e politico che alcuni paesi assumono a livello internazionale grazie alle strutture in tutto o in parte socialiste presenti nel paese, che li rendono capaci di resistere meglio e con più efficacia agli effetti della seconda crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale e sono quindi, nei fatti, un ostacolo al tentativo degli USA e della CI dei gruppi imperialisti di attutire gli effetti della crisi aggredendo e sottomettendo il resto del pianeta.

 

Dieci, cento, mille iniziative di lotta e sabotaggio contro l’economia di guerra, le basi militari e la partecipazione del nostro paese alle operazioni di guerra USA-NATO!

 

A grandi linee, sono di due tipi le iniziative e attività che alimentano da un lato la mobilitazione degli organismi operai e popolari, dall’altro quella che chiamiamo “ingovernabilità dal basso”.

 

Iniziative e azioni in rottura con la legalità borghese.

Sono le iniziative che attuano il principio secondo cui è legittimo tutto ciò che è conforme agli interessi delle masse popolari, anche se ritenuto illegale dalle leggi della borghesia. In sintesi si tratta di quattro tipi di iniziative:

- Azioni militanti contro le basi e installazioni USA-NATO nel nostro paese. Dal 4 al 6 agosto scorso il Movimento No MUOS ha organizzato il proprio campeggio di lotta a Niscemi (CL), a ridosso delle antenne NRTF del sistema radar MUOS della Marina Militare statunitense. Il 6 agosto, uno dei generatori che serve ad illuminare il perimetro della base è stato incendiato. Questa iniziativa ricalca l’esperienza di lotta contro le basi militari NATO di A Foras - Contra a s’ocupatzione militare de sa Sardigna che ha avuto la forza, il 3 novembre 2015, di tagliare le reti ed entrare nel poligono militare di Capo Teulada (SU) e interrompere la Trident Juncture, esercitazione NATO che ha coinvolto più di dieci paesi aderenti al Patto Atlantico. Iniziative come queste devono essere diffuse e alimentate perché danno fiducia a tutti coloro che intendono rendere impossibile la vita ai gruppi imperialisti USA e mostra che è possibile colpire, con azioni di lotta e sabotaggio, le installazioni militari USA-NATO in Italia e che queste strutture sono tutt’altro che intoccabili.

 

Le antenne cadranno giù! - 09.08.2023

Fonte: www.nomuos.info/le-antenne-cadranno-giu/ [nota di rivendicazione del Movimento No Muos]

Accogliamo con gioia e diffondiamo la notizia del generatore di un faro di luce che il giorno 6 agosto nel pomeriggio ha preso fuoco all’interno della base MUOS, nei pressi del cancello 2.

Siamo felici che il campeggio estivo a Niscemi stia sempre più diventando, anno dopo anno, luogo di profonda analisi politica, sentita e condivisa, e al contempo approfondimento e messa in pratica di tecniche di lotta e sabotaggio di una delle basi di guerra più potenti nel mondo. Ringraziamo di cuore chi ha partecipato e ha contribuito, nella bellezza e intensità delle relazioni di quelle giornate, a tirar su il morale e dare questo messaggio importante di speranza, lotta e determinazione! Nei prossimi giorni seguiremo con un report delle attività svolte e delle decisioni prese, nella volontà di allargare politicamente sempre di più il respiro di questa lotta.

No alle guerre, no al MUOS fino alla vittoria!

- Il boicottaggio delle attività delle basi. Tutte le installazioni militari USA-NATO hanno bisogno di rifornimenti costanti. È del tutto possibile individuare per queste strutture il modo in cui ottengono i rifornimenti: spesso si appoggiano a servizi di aziende locali che operano sia all’interno delle basi che all’esterno. Quello che serve è organizzare i lavoratori e le masse popolari che vivono nei pressi dei poligoni e delle installazioni militari ad intraprendere iniziative di sabotaggio: danneggiamento o distruzione delle reti di distribuzione dei servizi di prima necessità (luce, gas, acqua potabile), far saltare e disertare le gare d’appalto (con appelli, azioni di lotta, ecc.) per l’assegnazione dei lavori di rifornimento delle basi (approvvigionamenti, lavanderie, ecc.), rallentare o impedire il corretto svolgimento delle attività correnti. Nella maggior parte dei casi queste installazioni militari rubano acqua e risorse alla comunità circostante (è il caso della base USA di Niscemi) e non portano alcun beneficio, nemmeno in termini di posti di lavoro, come dimostra il dossier di A Foras sul poligono di Teulada;

- Bloccare e sabotare l’invio e il trasporto di armi verso l’Ucraina, ogni convoglio ferroviario e stradale e ogni caricamento di navi e aerei. Bisogna generalizzare iniziative come quelle del Comitato Autonomo Lavoratori Portuali (CALP) di Genova contro l’invio di armi dai porti italiani e quelle dei lavoratori aeroportuali di Pisa. Porto Canale di Cagliari, i porti di Livorno e Trieste, gli aeroporti di Trapani e Pisa sono oggi tra le strutture civili più utilizzate per il traffico di armi. A questi si aggiungono gli aeroporti militari di Amendola (FG), Pratica di Mare (Roma), Decimomannu (CA), Ghedi, Aviano (PN) e i porti militari di Augusta (SR), La Spezia, Taranto e altri. Convogli ferroviari con forniture militari partono dalle province con più alto tasso di produzione militare e con i depositi di mezzi e armamenti più grandi, sfruttano le linee dei Treni ad Alta Velocità (TAV) per le spedizioni in Ucraina: dal deposito di carri armati di Lenta (Vercelli), alle caserme dei reggimenti di artiglieria nelle province di Treviso, Udine, Salerno e Foggia, alle fabbriche di armi nella provincia di Novara, Varese, Brescia, Bolzano.

- Espropri proletari, non pagamento delle bollette e degli affitti delle abitazioni proprietà di società immobiliari o edilizia pubblica. Sempre più ampi sono i settori delle masse popolari che soffrono la tenaglia dell’inflazione e della precarietà. Con l’eliminazione del Reddito di Cittadinanza il governo Meloni ha dichiarato guerra alla parte più povera delle masse popolari costringendola ad arrangiarsi in qualche modo peggio di prima. Nel frattempo, Giorgia Meloni si è profusa nell’assicurare piena collaborazione e sostegno a Zelensky e alla NATO. Bisogna condurre espropri e riappropriazioni dei beni di prima necessità (alimentari, abitazioni, indumenti, ecc.) e organizzarne la distribuzione tra i lavoratori, i precari, i disoccupati, ecc. che versano in miseria per le scelte criminali del governo Meloni, che intende proseguire nell’attuazione dell’Agenda Draghi più speditamente del suo predecessore.

 

Iniziative e azioni di lotta tollerate dalla legalità borghese e che sono d’avanguardia per come sono condotte.

A questo campo appartengono le numerose iniziative che possono essere intraprese nell’ottica di alimentare e allargare il fronte unito di lotta contro le operazioni di guerra USA-NATO, oppure alimentare le contraddizioni in campo nemico. Ne indichiamo cinque tipi.

- La denuncia informata del ruolo dei gruppi imperialisti USA in Italia, delle manovre sporche di cui sono autori e mandanti: dagli accordi con le famiglie mafiose in Sicilia per la costruzione delle basi e dei poligoni militari (in continuità con il sodalizio tra USA e mafia siciliana iniziato nel 1943) all’ingerenza USA nella politica interna del nostro paese; dal denaro pubblico italiano destinato alle basi in concessione agli USA all’impunità di cui godono i militari statunitensi nel nostro paese anche se commettono efferatezze e crimini; dal ruolo degli imperialisti USA nelle stragi di Stato alle operazioni di spionaggio e controllo che attuano nei confronti della popolazione italiana. La denuncia informata consente non solo di informare larga parte della popolazione sulle nefandezze commesse dai gruppi imperialisti, ma anche di approfondire l’inchiesta e la conoscenza del campo nemico, dei rapporti e relazioni che intercorrono in esso, ecc. Esempi di denuncia informata sono quella promossa dal giornalista pacifista Antonio Mazzeo, il lavoro svolto dal giornalista Manlio Dinucci e dal Comitato No Guerra No Nato, dalle altre decine di singoli e gruppi impegnati nell’inchiesta e nella denuncia delle operazioni sporche USA-NATO nel nostro paese e nel mondo.

- Iniziative legali (denunce, ricorsi) utili a ingolfare e rallentare le manovre dei gruppi imperialisti USA-NATO: in questo senso riportiamo due esempi di ciò che intendiamo.

Il primo è la recente notizia (2 ottobre 2023) dell’azione legale contro la presenza delle bombe nucleari in Italia, promossa da oltre una ventina di associazioni del movimento pacifista italiano e curata dall’associazione internazionale IALANA (Associazione Internazionale degli Avvocati contro le Armi Nucleari) con la sua sezione italiana. Questa iniziativa ha il pregio di allargare il fronte di lotta contro la guerra e i promotori della Terza guerra mondiale, ossia i gruppi imperialisti USA-NATO, fronte che si estende dall’area cattolica di Pax Christi alla sinistra più radicale, da associazioni ed esponenti della società civile ad alcuni centri sociali.

Il secondo esempio è costituito dalla serie di ricorsi, esposti e denunce portate avanti dal Comitato Stop RWM, organizzazione popolare che denuncia il ruolo della Rheinmentall Waffe Munition (RWM) - azienda tedesca che in Italia ha sedi a Ghedi e a Iglesias (SU) - nella collaborazione con l’Arabia Saudita per lo sterminio del popolo yemenita, il traffico di armi in cui è coinvolta e la corruzione di funzionari pubblici e amministratori locali da essa promossa, per ampliare illegalmente lo stabilimento di Iglesias con la costruzione di campi-prove per testare gli armamenti che vende ai paesi in guerra di tutto il mondo. Con la sua azione e la mobilitazione popolare il Comitato sta col fiato sul collo degli amministratori locali che RWM corrompe per avere concessioni e permessi e rende la vita impossibile alla stessa azienda. Per di più esso conduce questa battaglia unendosi alla più ampia lotta per liberare la Sardegna dalle basi NATO.

- Scioperi, mobilitazioni e vertenze sindacali contro l’economia di guerra e l’attacco alle condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari: iniziative simili devono moltiplicarsi, ogni luogo di lavoro deve agitarsi, in ogni azienda bisogna costituire comitati e gruppi di lavoratori che lottano contro la guerra in cui i gruppi imperialisti USA-NATO trascinano il paese, contro gli effetti della partecipazione a questa guerra da parte dell’Italia fuori e dentro le aziende. Nessuna singola vertenza oggi può avere uno sbocco concreto se non si lega alla più generale lotta contro gli imperialisti USA-NATO e la sottomissione del nostro paese alle loro imposizioni che rendono la vita sempre più difficile a larga parte della popolazione italiana.

- Manifestazioni stradali e iniziative pubbliche di protesta e di lotta: le mobilitazioni contro le basi militari USA-NATO del 21 ottobre a Ghedi, Pisa, Palermo e la mobilitazione nazionale contro la guerra prevista per il 4 novembre sono esempi importanti che vanno nella direzione di alimentare la mobilitazione popolare contro la guerra, alimentare una campagna nazionale di lotta contro gli imperialisti USA-NATO. Queste mobilitazioni devono essere sempre più coordinate e via via convergere su iniziative e obiettivi comuni. Devono dare forza e vitalità agli organismi operai e popolari, fiducia che è possibile lottare con determinazione, unità e continuità per liberare il paese dal protettorato USA. Esemplare in questo senso l’atteggiamento espresso da Giorgio Cremaschi (membro di Potere al Popolo e USB) nell’assemblea di lancio della mobilitazione di Ghedi del prossimo 21 ottobre tenutasi in videoconferenza lo scorso 24 settembre. Cremaschi ha portato l’adesione di Potere al Popolo al corteo e criticato quanti mettono in contrapposizione le diverse mobilitazioni previste per il 21 ottobre. La stessa posizione sostenuta anche dal Fronte della Gioventù Comunista e dal Fronte Comunista [estratto da www.sicobas.org - [ITALIA] “La preparazione di Ghedi è cominciata bene – e nuove adesioni alla manifestazione: “Gli interventi del coordinatore nazionale del SI Cobas Aldo Milani e quello di Luca Scacchi di Controvento sono stati forse il punto di equilibrio tra gli accenti più critici verso l’impostazione politica dell’iniziativa di Pisa-Coltano e quelli che, all’opposto, hanno rischiato di sorvolare sulle diversità di impostazione. Tra questi Giorgio Cremaschi di Potere al popolo, che ha partecipato all’assemblea e ha consegnato ad un messaggio in chat la sua critica a quanti “mettono in contrapposizione” le due piazze – lo stesso Cremaschi, peraltro, è stato tra i primi a dichiarare l’adesione di Potere al popolo alla manifestazione di Ghedi come a quella di Pisa, di cui PaP è tra gli organizzatori. Una posizione espressa anche da FGC e FC, che però non hanno nascosto la loro maggiore vicinanza alla piattaforma di Ghedi.”].

- Estendere la solidarietà di classe a tutti coloro che sono colpiti dalla repressione per l’impegno profuso nell’opposizione alle politiche di lacrime e sangue del governo Meloni, per la lotta contro le basi e installazioni militari USA-NATO nel nostro paese. Decine sono le iniziative persecutorie in corso contro le avanguardie delle masse popolari: dall’Operazione Lince in Sardegna (45 persone indagate per associazione sovversiva e terroristica per le azioni militanti contro i poligoni NATO) alle intimidazioni della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo contro la rivista Antudo.info, fino alle più recenti manganellate contro gli studenti a Torino il 3 ottobre scorso. Fare di ogni atto di repressione uno strumento per rafforzare le battaglie in corso.

Dare un obiettivo politico alla crescente mobilitazione delle masse popolari!

L’analisi del corso delle cose ci conferma che è del tutto possibile farla finita con la sottomissione del nostro paese agli imperialisti USA: bisogna innanzitutto animare e portare fino in fondo iniziative, mobilitazioni, azioni di lotta che rendono difficile ai vertici della Repubblica Pontificia governare il paese, che sono d’esempio e di avanguardia per ampi settori delle masse popolari, che alimentano la nascita, lo sviluppo e il coordinamento degli organismi operai e popolari.

La fiducia che sia la borghesia imperialista, che siano i vertici della Repubblica Pontificia a cambiare il corso delle cose è un’illusione che le classi dominanti fomentano senza successo tra le masse popolari per prolungare l’esistenza del loro sistema sociale: per sua natura la borghesia oramai non può che condurre l’umanità alla guerra, all’abbrutimento delle menti e dei cuori, all’inquinamento del pianeta e alla distruzione della vita. Ma in definitiva per porre fine con efficacia al disastro in cui la borghesia imperialista conduce il paese bisogna dare da subito un obiettivo politico al fermento in corso tra le masse popolari, al disappunto e allo sdegno verso la gestione criminale del paese da parte dei vertici della Repubblica Pontificia, all’insofferenza verso le sempre più difficili condizioni in cui costringono una parte crescente della popolazione. Questo obiettivo deve essere il governo del paese, il potere: quindi organizzare le masse popolari a prendere la direzione di un numero crescente di aspetti della vita sociale ed economica del paese, fino a formare un proprio governo d’emergenza che rompa con la sottomissione al protettorato USA e alla NATO e attui le misure d’emergenza necessarie per far cessare lo smantellamento del tessuto produttivo, il coinvolgimento del nostro paese nelle guerre della NATO e nello sterminio dei popoli migranti, il carovita, gli sfratti e più in generale il degrado in cui la classe dominante sprofonda il paese. Un governo sostenuto dai principali organismi operai e i principali centri di mobilitazione popolare, costituito da persone di loro fiducia: è quello che chiamiamo Governo di Blocco Popolare. Solo in questo modo le decine di mobilitazioni in corso diventano efficaci, non si disperdono dopo i primi risultati raggiunti o a fronte di temporanee sconfitte.

 

Confluire in una più ampia mobilitazione generale per prendere in mano il governo del paese!

In ogni ambito di mobilitazione e lotta contro la guerra deve affermarsi la parola d’ordine di costituire un governo d’emergenza delle masse popolari organizzate,

il Governo di Blocco Popolare!

Cacciare il governo Meloni, succube dei gruppi imperialisti USA-NATO, europei e sionisti!


 

------

Mettersi in contatto nel modo appropriato con il Centro del Partito!

Riprodurre e affiggere ovunque, con le dovute cautele gli adesivi dell’Avviso ai naviganti 103 è un’operazione della guerra delle masse popolari contro i padroni: vedere che il (n)PCI clandestino è presente anche dove non se l’aspettano infonde fiducia nei lavoratori e smorza l’arroganza dei padroni!