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La sorte degli operai della FIAT di Pomigliano è la sorte degli operai e delle masse popolari di tutta Italia!
Comunicato del Comitato Centrale
13 giugno 2010


Comunicato CC 13/10 - 20 giugno 2010

 

[Scaricate il testo del comunicato in Open Office / Word / PDF]

 

Gli operai di Pomigliano devono mettersi alla testa di un movimento che cambi la situazione, del movimento per costituire un Governo di Blocco Popolare!

 

Solo ribellandosi al ricatto di Marchionne e di Berlusconi salveranno anche il loro posto di lavoro!

 

Gli operai di una grande fabbrica come Pomigliano sono parte integrante degli operai FIAT, del nucleo più organizzato della classe operaia che va da Torino a Termini Imerese. Possono diventare il centro promotore del movimento per la costituzione di un governo d’emergenza delle Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari di tutto il paese, di un governo che faccia fronte alla crisi.

 

È anche l’unica via reale per salvare la fabbrica di Pomigliano!

 

Marchionne vuole chiudere sia la fabbrica di Tychy sia la fabbrica di Pomigliano, perché le auto non le vende e nei paesi imperialisti i soldi si fanno meglio speculando in Borsa che facendo lavorare gli operai nelle fabbriche.

Berlusconi, Tremonti, Marcegaglia, Sacconi, Bossi e compagnia si sono messi d’accordo con Marchionne per approfittare dell’occasione e stringere ancora più i panni a tutti i lavoratori e alle masse popolari di tutto il paese.

Questo è l’operazione che Marchionne conduce a Pomigliano. Tutta la gente di Palazzo, da Napolitano al Vaticano, tutti i politicanti conoscono bene il segreto dell’operazione Pomigliano: stanno zitti perché sono complici, perché fanno i loro sporchi interessi.

 

Ecco l’amara esperienza degli operai di Tychy (Polonia) dove oggi si produce la Panda, che Marchionne l’imbroglione fa balenare agli occhi dei lavoratori di Pomigliano, per convincerli a suicidarsi trascinando nella loro rovina gli operai di tutto il paese:

 

La Fiat gioca sporco coi lavoratori. Quando trasferirono la produzione qui in Polonia ci dissero che se avessimo lavorato duro e superato tutte le norme di produzione, avremmo mantenuto il nostro posto di lavoro e ne avrebbero creati degli alti. E a Tychy lo abbiamo fatto. La fabbrica oggi è la più grande e produttiva d'Europa e la direzione non ha niente di cui lamentarsi (fatta eccezione quando i sindacati chiedono qualche bonus per i lavoratori più produttivi o contrattano i turni del fine settimana).

A un certo punto verso la fine dell'anno scorso è iniziata a girare la voce che la Fiat aveva intenzione di spostare la produzione di nuovo in Italia. Da quel momento su Tychy è calata la paura. Fiat Polonia pensa di poter fare di noi quello che vuole. I bonus che ci danno sono solo il 40% dei bonus dell’anno scorso, eppure abbiamo superato ogni record di produzione.

Loro pensano che la gente non lotterà per la paura di perdere il lavoro. Ma noi siamo arrabbiati. Il terzo "Giorno di Protesta" dei lavoratori di Tychy non si svolgerà in guanti gialli come il precedente. Oramai, che cosa abbiamo da perdere?

Adesso i signori della FIAT chiedono ai lavoratori italiani di accettare di peggiorare le loro condizioni. Come hanno già fatto più volte, a chi lavora per loro dicono che se non accettano, perderanno il lavoro. Se non accettano di lavorare come schiavi, qualcun altro è disposto a farlo al posto loro. Capiamo bene che danno per scontato che i nostri colleghi italiani chineranno le spalle, proprio come abbiamo fatto noi.

In questi giorni noi abbiamo sperato che i sindacati in Italia lottassero. Non perché possiamo mantenere noi il lavoro a Tychy, ma per mostrare ai signori della Fiat che ci sono lavoratori disposti a resistere ai loro ricatti. Da noi i sindacati sono stati deboli e noi lavoratori anche. Avevamo la sensazione di non essere in condizione di lottare, di essere troppo poveri. Abbiamo implorato la FIAT per ogni posto di lavoro. Abbiamo lasciato soli i lavoratori italiani e ci siamo i loro posti di lavoro. Adesso è venuto anche il nostro turno.

E' chiaro però che per noi lavoratori non è questa la via per tirarci fuori dai guai. Non possiamo continuare così, a contenderci tra di noi i posti di lavoro. Dobbiamo unirci internazionalmente e internazionalmente lottare per i nostri interessi.

Per noi a Tychy non c'è altro da fare che smettere di inginocchiarci e iniziare a combattere. Noi esortiamo i nostri colleghi a resistere e a sabotare la pretesa della FIAT che ci ha dissanguato per anni e ora ci sputa addosso.

Lavoratori, è ora di cambiare!

(Lettera inviata il 13 giugno da un gruppo clandestino di lavoratori della Fiat di Tychy (Polonia) a quelli di Pomigliano)

 

Cedere oggi al ricatto di Marchionne non salverà i lavoratori di Pomigliano e della Campania!

 

Invece gli operai di Pomigliano e della Campania oggi possono rivoltare contro i signori della FIAT e i loro complici e padrini, dalle Organizzazioni Criminali di Berlusconi al Vaticano di Ratzinger, il loro ricatto!

Possono appellarsi agli operai di Termini Imerese e della Sicilia e assieme mobilitare gli altri operai FIAT e tutti gli operai e le masse popolari del paese a costituire un Governo di Blocco Popolare che faccia fronte alla crisi e attui le seguenti sei misure generali:

 

1.       Assegnare a ogni azienda compiti produttivi (di beni o servizi) utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere chiusa).

2.       Distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi.

3.       Assegnare ad ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato, nessun individuo deve essere emarginato).

4.       Eliminare attività e produzioni inutili e dannose per l’uomo o per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti.

5.       Avviare la riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva e al nuovo sistema di distribuzione.

6.       Stabilire relazioni di collaborazione o di scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi.

Un simile governo avrà una grande capacità d’azione e una forza irresistibile. Le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari che già esistono e quelle che si formeranno in tutto il paese se gli operai FIAT si mettono alla testa del movimento, assolveranno al compito di

- indicare caso per caso al GBP i provvedimenti particolari e concreti che deve adottare per realizzare nel caso concreto le sei misure generali,

- far attuare i provvedimenti che il GBP adotta e attuarli direttamente quando i funzionari pubblici recalcitrano ad attuarli,

- stroncare le manovre a cui certamente i gruppi più reazionari e criminali della borghesia, del clero e dei loro accoliti, complici e alleati ricorreranno per boicottare e sabotare l’azione del GBP.

In questo modo le masse popolari organizzate impareranno a governare.

Si creeranno così le condizioni per accelerare la rinascita del movimento comunista e deludere le speranze della classe dominante (la borghesia imperialista, il Vaticano, le Organizzazioni Criminali, con i loro padrini esteri: gli imperialisti USA e i gruppi sionisti) di riprendere in mano la situazione e reimporre il loro marcio mondo.

 

È possibile costituire un simile governo?

Sì, se le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari che già esistono e quelle che si formeranno, mobiliteranno le masse popolari in proteste, dimostrazioni, scioperi e incanaleranno tutte le lotte verso l’obiettivo centrale di costituire un proprio governo d’emergenza.

Non dobbiamo lasciarci uccidere uno a uno, lasciare che i padroni e il loro governo eliminino le aziende una a una. La solidarietà è la nostra arma. L’organizzazione serve per metterla in opera.

Se le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari che già esistono e quelle che si formeranno renderanno il paese ingovernabile da ogni governo padronale, se faranno del posto di lavoro per tutti il principale problema politico, la condizione base e indispensabile dell’ordine pubblico, certamente riusciranno a costituire un governo d’emergenza formato da persone che godono della loro fiducia.

 

Questa è l’unica via per salvare il posto di lavoro anche a Pomigliano!

 

Marchionne non farà neanche gli investimenti promessi: di auto nel mondo ne producono già più di quelle che riescono a vendere!

 

Marchionne e i suoi complici e padrini sono sorpassati dagli eventi!

Vogliono regolare la situazione di oggi con i mezzi di un’epoca passata. Il denaro, il capitale e i profitti sono cose che andavano bene in altri tempi!

 

La via del Governo di Blocco Popolare è la via del futuro!

Il GBP metterà subito fine agli effetti più disastrosi della crisi e avvierà la riorganizzazione dell’intersa società!

 

Un tempo bisognava rompersi la schiena per produrre quello che occorreva.

Oggi ogni operaio produce cento, mille volte quello che producevano i suoi nonni. La produzione si getta. Ma i padroni pretendono sempre che alcuni operai si rompano la schiena mentre gettano gli altri sul lastrico! E questi mostri corrotti d’altri tempi vorrebbero pure far la morale!

 

Occorre finirla col capitalismo!

Occorre una società nuova, in Italia e nel mondo!

Ogni lavoratore che non vuole subire i padroni deve contribuire a costruirla! Può contribuire a costruirla!

 

La sorte degli operai della FIAT di Pomigliano è la sorte degli operai e delle masse popolari di tutta Italia!

 

Facciamo del posto di lavoro un problema di ordine pubblico!

 

Nessuna pace sociale senza giustizia sociale!

Senza giustizia sociale, pace sociale significa lasciare sola ogni persona che i padroni mettono nei guai!

 

Un governo d’emergenza deve prendere il potere e rimettere in sesto il paese devastato dalla banda Berlusconi, dai suoi accoliti e dai suoi padrini!

 

 

FIOM, USB, CGIL, SLAI Cobas, ogni organizzazione che per qualsiasi motivo ha voce in capitolo nella questione Pomigliano, se è realmente dalla parte degli operai di Pomigliano deve mettersi alla testa della mobilitazione delle masse popolari di tutto il paese per costituire un governo d’emergenza che faccia fronte alla crisi!

 

Gli operai di Pomigliano e di Termini Imerese devono mettersi alla testa della riscossa di tutti i lavoratori!

Sono così salvano anche se stessi!

 

Che in ogni fabbrica e in ogni azienda si formi un comitato di solidarietà con gli operai di Pomigliano, di Termini Imerese, della Vinyls, di tutte le aziende minacciate di chiusura, ridimensionamento o delocalizzazione!

 

Che da ogni fabbrica e da ogni azienda, da ogni quartiere e da ogni paese parta un movimento di riscossa dei lavoratori e delle masse popolari che costituisca un governo d’emergenza capace di far fronte alla crisi!