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(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Le elezioni dei giorni scorsi confermano
la crisi politica del sistema

imperialista in Italia e in Europa

Comunicato CC - 8 maggio 2012

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Comunicato CC 18/12 - 18 maggio 2012

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Uscire dalla UE, dal sistema monetario dell’euro, dalla NATO? No, grazie!

 

La rivoluzione socialista avanza!

Sono le masse popolari che organizzandosi fanno la loro storia

guidate dalla concezione comunista del mondo!

 

Anche le elezioni dei giorni scorsi hanno confermato

la crisi politica del sistema imperialista in Italia e in Europa

 

Avanti verso l’instaurazione del socialismo!

 

Formare subito un governo ombra!

Viva il Governo di Blocco Popolare!

 

Il governo Monti aggrava la rovina del nostro paese!

Cacciare la Giunta Monti-Napolitano!

Organizzarsi per non pagare l’IMU!

Porre fine a Equitalia, l’organizzazione dello strozzinaggio legalizzato!

 

Formare Organizzazioni Operaie in ogni azienda e Organizzazioni Popolari in ogni zona e quartiere!

 

Formare clandestinamente Comitati di Partito in ogni azienda e in ogni zona d’abitazione!

 

La crisi del capitalismo continua. Nessuna delle misure e dei progetti messi in opera dai governi e dalle altre istituzioni della borghesia imperialista è in grado di porre fine alla crisi del capitalismo. Riguardano i sintomi e non la malattia. Per sua natura la borghesia imperialista non può curare la malattia. Le misure che essa adotta sono solo manovre per perpetuare il sistema di relazioni sociali di cui è espressione e beneficiaria e mantenere in vita il sistema di relazioni internazionali che ha ereditato dalla storia. Esse aggravano la crisi del capitalismo, ma fanno anche precipitare la crisi del sistema di potere, la crisi politica della borghesia imperialista.

Proprio l’Europa sta diventando il centro della crisi politica e istituzionale del sistema imperialista mondiale. È in questa crisi politica che noi comunisti possiamo e dobbiamo costruire la rivoluzione socialista, conducendo la guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata che è la strategia della rivoluzione socialista.

Per adempiere al nostro compito storico noi comunisti dobbiamo mettere a frutto la lezione della prima ondata della rivoluzione proletaria, studiare la situazione alla luce della concezione comunista del mondo, il marxismo-leninismo-maoismo, prendere l’iniziativa in mano e tenerla sempre nelle nostre mani, osare avanzare e vincere. I comunisti si distinguono dagli altri proletari perché hanno elaborato e impersonano una visione più avanzata delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe e grazie a questa più avanzata comprensione la spingono sempre in avanti.

Tutti i comunisti dei paesi europei sono quindi chiamati nei mesi che seguono a dar prova della loro capacità di applicare nella situazione concreta del proprio paese il materialismo dialettico come metodo di conoscenza e di azione. L’azione politica dei comunisti è un’arte e una scienza. È indegno di un comunista muoversi a naso e nello stesso tempo noi comunisti dobbiamo essere duttili nella tattica, portare di fase in fase le masse popolari organizzate a costruire la combinazione di potere più avanzata ai fini del rafforzamento dell’organizzazione delle masse popolari stesse e dell’elevamento della loro coscienza, poi criticarla mettendola alla prova nella lotta contro la borghesia imperialista e il clero e a partire da essa portare le masse popolari organizzate a costruirne una superiore. I comunisti non sono attendisti, la rivoluzione socialista non scoppia, la costruiamo noi costruendo di fase in fase la più avanzata combinazione di potere delle masse popolari organizzate.

Questo è il ruolo che noi comunisti dobbiamo svolgere. Nel secolo scorso la prima ondata della rivoluzione proletaria, iniziata in paesi ai margini del sistema imperialista mondiale, nonostante l’eroismo di tanti combattenti si è esaurita senza instaurare il socialismo in modo definitivo e anzi con la temporanea rivincita della borghesia imperialista, principalmente perché i comunisti dei paesi imperialisti, a causa dei loro limiti nella comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe nei loro paesi, non hanno instaurato il socialismo in nessun paese imperialista.

 

La concezione comunista del mondo ci ha permesso di capire che l’umanità può porre fine alla crisi attuale solo instaurando il socialismo almeno nei principali paesi imperialisti. Tra di essi vi è il nostro paese. Per di più tra tutti i paesi imperialisti l’Italia ha anche la caratteristica unica e di importanza internazionale di essere la sede del Papato. È precisamente questo che fa dell’Italia un paese non normale: giustamente chiamiamo Repubblica Pontificia il suo assetto politico e sociale. Il Papato è stato per alcuni secoli il centro del sistema di potere della classi dominanti dell’Europa. Quando la borghesia europea ha imposto il sistema capitalista a tutto il mondo, il Papato è diventato un centro di potere a livello mondiale. Nonostante la sua relativa decadenza nell’ambito del sistema di potere delle classi dominanti, il Papato è oggi uno dei centri del sistema imperialista mondiale. Secondo la felice espressione coniata dal nostro Partito, la Comunità Internazionale della borghesia imperialista è presieduta dal governo di Washington e benedetta dal papa di Roma. Instaurare il socialismo nel nostro paese ha quindi una particolare rilevanza internazionale.

L’instaurazione del socialismo è l’obiettivo che il Partito comunista deve perseguire nell’ambito della crisi generale in corso. Ma una volta stabilito questo, il compito del Partito non consiste solo e neanche principalmente nel proclamare il suo obiettivo, illustrarlo su larga scala e dimostrare che è l’unico obiettivo risolutivo della crisi generale, dimostrare l’inconsistenza delle tesi che pongono altri obiettivi, mostrare al di là di ogni dubbio che i sostenitori di queste tesi si attaccano all’uno o all’altro sintomo o manifestazione particolare della crisi, ma non alla sua sorgente.

La lotta teorica è uno dei compiti essenziali del Partito comunista. Il Partito comunista può formarsi, selezionare e formare i suoi membri e i suoi organismi solo sulla base della teoria rivoluzionaria. Il Partito comunista è in grado di adempiere al suo compito solo se combatte senza oscillazioni e tentennamenti le concezioni reazionarie,  borghesi o clericali del mondo, solo se lotta inflessibilmente per affermare la concezione comunista del mondo e far valere l’analisi della situazione elaborata alla sua luce, cioè solo se lotta anche nel campo della teoria. Ma la nostra teoria non è né un dogma né una fede da professare: quello a cui la riducono i dogmatici. Per noi comunisti la teoria è la guida per la lotta politica e sociale che trasforma il mondo.

Il compito principale del Partito comunista è un compito pratico, di trasformazione del mondo. È un compito internazionale che ogni Partito comunista realizza principalmente nel proprio paese e contribuendo su questa base al compito internazionale comune a tutti i partiti comunisti.

Il compito principale del Partito comunista italiano consiste nel portare nel nostro paese le masse popolari dalla situazione in cui sono oggi a compiere passo dopo passo il percorso che le porterà a rafforzare il Nuovo Potere fino a invertire i rapporti di forza rispetto ai centri di potere della borghesia imperialista e del clero e a instaurare il socialismo. Questa è la guerra popolare rivoluzionaria che dobbiamo condurre e che stiamo conducendo nel nostro paese.

Instaurare il socialismo significa creare l’assetto di potere politico che alla produzione capitalista di beni e servizi sostituisce, nei tempi e nelle forme dettati in ogni paese dalla sua concreta condizione interna e internazionale, la produzione socialista di beni e servizi. Creare l’assetto di potere politico che all’azienda creata e gestita dal capitalista per aumentare il suo capitale facendo produrre ai proletari beni e servizi che egli vende sul mercato, sostituisce l’unità produttiva costruita e gestita dai lavoratori organizzati dal livello dell’azienda su su fino al livello del singolo paese e al livello internazionale, l’unità che produce i beni e i servizi che gli stessi lavoratori organizzati riconoscono come necessari alla vita dignitosa della popolazione, al livello di civiltà che l’umanità ha oggi raggiunto. Creare l’assetto di potere politico che al sistema di relazioni sociali basato sulla produzione capitalista di merci, sostituisce nel nostro paese un sistema di relazioni sociali basato sulla produzione socialista di beni e servizi. Creare l’assetto di potere politico grazie al quale il nostro paese contribuisce a sostituire al sistema di relazioni internazionali basato sulla concorrenza e la competizione tra paesi e gruppi industriali e finanziari, che inevitabilmente prima o poi sfocia nella guerra, un sistema di relazioni internazionali basato sulla solidarietà, sulla collaborazione e sullo scambio tra paesi.

 

Il socialismo per sua natura può essere instaurato solo dalle masse popolari organizzate. Costruire la rivoluzione socialista significa promuovere l’organizzazione delle masse popolari e condurle passo dopo passo ad elevare la propria coscienza, cosa che nelle condizioni attuali le masse popolari compiono principalmente sulla base della loro esperienza diretta. Non esiste in nessun paese il capitalismo puro che si trasforma in socialismo puro. In ogni paese esiste la lotta delle masse popolari che contro la borghesia e il clero realizzano le trasformazioni che fanno il socialismo: è la quantità che si trasforma in qualità. Il compito del nostro Partito consiste quindi principalmente nel portare le masse popolari a condurre la lotta contro la borghesia e il clero, concretamente contro la Repubblica Pontificia, facendo di questa lotta una scuola di comunismo, nel senso illustrato dal Manifesto Programma del (nuovo) Partito comunista italiano.

Oggi si tratta di mobilitare, orientare e dirigere, con la linea di massa e col metodo delle leve, le masse popolari già organizzate, le Organizzazioni Operaie, le Organizzazioni Popolari, le associazioni, i gruppi e i sindacati che ereditiamo dalla storia, perché lancino le campagne, combattano le battaglie e compiano le operazioni che rafforzano le forze rivoluzionarie e il Nuovo Potere e disgregano il potere della borghesia imperialista e del clero fino ad eliminarlo completamente e definitivamente.

  

Una delle questioni che si porrà nei prossimi mesi è la linea da adottare di fronte alla crisi dell’Unione Europea e del suo sistema monetario. La crisi in corso mette a dura prova tutto l’assetto istituzionale dell’UE e il sistema monetario dell’euro. La permanenza della Grecia nell’UE e nel sistema monetario dell’euro è il problema più immediato, il più immediato banco di prova, ma problemi analoghi si porranno rapidamente, in forme specifiche di caso in caso, per l’Irlanda, il Portogallo, la Spagna, l’Italia e altri paesi.

Per noi comunisti italiani nell’immediato si tratta dell’indirizzo e del ruolo da dare alla mobilitazione contro il pagamento del Debito Pubblico, ai movimenti (come il movimento No TAV della Val di Susa) contro le grandi opere e le speculazioni finanziarie di cui quelle sono il veicolo e il supporto (TAV, America’s Cup, Esposizione 2015, ecc. La torre Galfa a Milano è solo uno dei cadaveri con cui la speculazione finanziaria ha ingombrato e devastato il nostro paese), al movimento per la costituzione di Amministrazioni Locali d’Emergenza, ai movimenti per la difesa dei diritti sul posto di lavoro (articolo 18, Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, diritto alla rappresentanza nelle aziende e alla libertà sindacale), per il ripristino delle pensioni di anzianità e l’aumento di quelle di vecchiaia, per la difesa e l’ampliamento del sistema di sicurezza sociale, dell’istruzione pubblica e dell’assistenza sanitaria, alla lotta per la realizzazione della parola d’ordine “un lavoro utile e dignitoso per tutti”, per l’integrazione degli immigrati in condizioni dignitose, per la difesa e l’emancipazione delle donne, alla lotta contro le prove di fascismo e la repressione e ad altre mobilitazioni ancora ragion d’essere di Organizzazioni Operaie e di Organizzazioni Popolari.

Il pagamento del Debito Pubblico (interessi e rate), il pareggio tra entrate e uscite dello Stato e degli enti locali (Fiscal Compact e Patto di Stabilità), l’imposizione fiscale indiretta che sempre più prevale (IMU, aumento dell’IVA, revisione ISEE, revisione Catasto) sulla imposizione fiscale diretta (in proporzione al reddito) prescritta espressamente dalla Costituzione che ufficialmente è ancora anche quella della Repubblica Pontificia, l’abolizione dell’autonomia locale (riduzione dei trasferimenti finanziari dal governo centrale agli enti locali, creazione della Tesoreria Unica, Patto di Stabilità), la privatizzazione dei servizi pubblici e dei beni comuni (in violazione dell’esito dei referendum di giugno 2011), il carovita e l’aumento di tariffe, bollette e ticket, l’abolizione dei diritti dei lavoratori (riforma del lavoro, art. 18, abolizione delle pensioni d’anzianità e riduzione delle pensioni di vecchiaia, innalzamento dell’età della pensione, abolizione della rappresentanza sindacale e riduzione della libertà di sciopero) sono alcuni dei cavalli di battaglia con cui la Giunta Monti-Napolitano sta eseguendo le istruzioni della Banca Centrale Europea, delle altre istituzioni dell’UE e del FMI. Riforma, revisione, modernizzazione, lotta alla corruzione e alla criminalità, ordine pubblico, lotta all’evasione fiscale, equità, giustizia, ecc. in bocca della Giunta Monti-Napolitano sono solo insegne con cui contrabbanda l’aumento dello sfruttamento dei lavoratori, l’impoverimento delle classi intermedie, la cancellazione dei diritti delle masse popolari e l’aumento della loro oppressione a vantaggio della borghesia imperialista e delle sue istituzioni, del Vaticano e della sua Chiesa.

 

La Grecia è diventata per le autorità della UE il caso esemplare. Esse mirano a imporre a ogni paese l’alternativa o sottostare alle direttive della BCE, dell’UE e del FMI o uscire dall’UE e dal sistema monetario dell’euro.

Noi comunisti dobbiamo orientare il movimento delle masse popolari organizzate a non accettare nessuna delle due soluzioni di questa alternativa. Non sottostare alle direttive e nello stesso tempo non uscire dall’UE e dal sistema monetario dell’euro. Rafforza molto di più l’organizzazione e la coscienza delle masse popolari ed è  molto più destabilizzante per le autorità e le istituzioni del sistema imperialista mondiale e dell’UE, obbligare queste all’alternativa: o adattarsi all’iniziativa delle masse popolari organizzate e ingoiare le trasformazioni che queste adottano o inventare, se ci riescono, un sistema per espellere i paesi che non si attengono alle loro imposizioni. Ogni paese dell’UE che trasgredisce le regole e le direttive delle istituzioni dell’UE mobilita anche gli altri paesi dell’UE. Altri paesi sono in situazione analoga o temono di arrivarci. Ritirarsi dall’UE e dal sistema monetario dell’euro più o meno ordinatamente uno alla volta, significa che ogni paese contratta con le autorità e le istituzioni della UE e del sistema imperialista mondiale un ritiro più o meno consensuale. In una simile contrattazione sarebbero le autorità e le istituzioni della UE e del sistema imperialista mondiale a imporre le loro regole. Una simile contrattazione anziché rafforzare l’organizzazione delle masse popolari ed elevare la loro coscienza, disgregherebbe ancora di più la loro coesione sociale perché comunque la crisi del capitalismo continuerebbe senza tregua a produrre i suoi effetti distruttivi.

 

Quindi non pagare il Debito Pubblico (smettere di pagare interessi e rate), organizzare il boicottaggio del pagamento dell’IMU mobilitando con adeguate pressioni le Amministrazioni Comunali a non farsi esattori dell’IMU per conto della Giunta Monti-Napolitano, non pagare le tasse imposte dalla Giunta Monti-Napolitano, porre fine all’attività di Equitalia, la moderna organizzazione di strozzinaggio, mobilitare le OO e le OP, i sindacati di base e alternativi e la sinistra dei sindacati di regime a partire dalla FIOM, per realizzare su scala sempre più larga e in forma sempre più organizzata la parola d’ordine “un lavoro utile e dignitoso per tutti” e indurre con adeguate pressioni le Amministrazioni Locali a farsi centri promotori della sua attuazione, difendere i lavoratori autonomi e sostenere movimenti come il Movimento dei Pastori Sardi e il Movimento dei Forconi, impedire la realizzazione delle Grandi Opere e delle relative speculazioni finanziarie con la connessa devastazione del territorio, combattere ogni forma di inquinamento dell’ambiente, di avvelenamento della popolazione e di saccheggio del Pianeta prodotti dal bisogno dei capitalisti di valorizzare il loro capitale e aumentare la loro massa di denaro. Si tratta di dare forza e organizzazione alla protesta e alla rivendicazione, ma di non limitarsi alla protesta e alla rivendicazione come fanno gli economicisti. Perché si tratta sopratutto di dare forza e organizzazione a tutte quelle forme di lotta che vanno oltre la protesta e la rivendicazione, paralizzano le autorità della Repubblica Pontificia e sviluppano l’organizzazione e l’iniziativa delle masse popolari nel costruire proprie unità produttive e propri organismi di potere fino a costituire un proprio governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare. In questo movimento si rafforzano le OO e le OP e il movimento per costituire il loro governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare. La costituzione del governo ombra, anche di più governi ombra e comitati di salvezza nazionale, promuove questo movimento.

Questa è la marcia di avvicinamento all’instaurazione del socialismo. Un processo pratico di lotta che la concezione comunista del mondo illumina, di cui mostra il metodo e indica i passi da compiere uno dopo l’altro.

 

Se la Giunta Monti-Napolitano vuole continuare a versare soldi alle banche e alle istituzioni finanziarie del sistema imperialista mondiale, deve essere costretta ad andare a prendere i soldi dove i soldi ci sono: nei grandi patrimoni del clero e della borghesia imperialista a incominciare da quelli imboscati nei paradisi fiscali, nelle banche svizzere e altrove; a tagliare le pensioni d’oro, i grandi redditi dei dirigenti pubblici e privati e le rendite finanziarie; a tagliare le spese militari e interrompere le contribuzioni al riarmo, alle guerre e alle “spedizioni umanitarie” della NATO, del governo di Washington e dei sionisti; a farla finita con i trasferimenti dell’8 per  mille al Vaticano, con il finanziamento dei viaggi papali, dei lussi e degli sprechi della Corte Pontificia e della sua Chiesa. La lotta all’evasione fiscale, alla criminalità e alla corruzione e la riduzione delle spese pubbliche che non partono da queste misure semplici ed efficaci, sono principalmente una messinscena e una forma di persecuzione e un’angheria contro le masse popolari. Questo sono infatti in realtà il contrasto dell’evasione fiscale, la lotta alla criminalità e alla corruzione e la politica del taglio delle spese della Giunta Monti-Napolitano, dei suoi consulenti d’oro Amato, Bondi e Giavazzi e dei suoi alti moralizzatori criminali tipo Gianni Di Gennaro.

 

Nel movimento per spazzar via la Giunta Monti-Napolitano e costituire il GBP bisogna mobilitare e organizzare in forme particolari gli immigrati e mobilitare i lavoratori e le masse popolari autoctone a loro sostegno, contro le prove di fascismo e le altre forme di mobilitazione reazionaria. Un paese come il nostro di 60 milioni di abitanti, se avesse un sistema di relazioni sociali in cui la massa della popolazione residente vivesse dignitosamente, non avrebbe difficoltà a integrare ogni anno in condizioni dignitose alcune centinaia di migliaia di immigrati. Un immigrato non è solo una bocca da sfamare: è anche una testa e due braccia per lavorare. In paesi con le stesse dimensioni del nostro vivono già oggi e con un livello medio di vita superiore al nostro, popolazioni ben più numerose di quella italiana: quasi 90 milioni in Germania, circa 120 milioni in Giappone; più di 15 milioni di persone vivono in Olanda in un territorio che è poco più di un decimo del nostro. Per la Repubblica Pontificia non sono esuberi solo gli immigrati: sono esuberi milioni di lavoratori, di giovani, di donne e di anziani che sono nati in Italia. Questo è il vero problema. Le difficoltà che si oppongono all’integrazione dignitosa degli immigrati nel nostro paese sorgono non dagli immigrati, ma dall’ordinamento sociale, dal sistema di relazioni sociali imperante del nostro paese. Esso non consente una vita dignitosa neanche per le masse popolari italiane di nascita. Sono la miseria, la disoccupazione, la disgregazione sociale, i vizi e la criminalità che emanano dal sistema di relazioni sociali imposto, difeso e perpetuato dalla Repubblica Pontificia e che già imperversano comunque nel nostro paese contro le masse popolari, che si alimentano anche degli immigrati e li schiacciano. L’integrazione dignitosa degli immigrati è una cosa sola con la creazione nel nostro paese di un sistema di relazioni sociali adeguato per le masse popolari italiane: dobbiamo chiamare anche gli immigrati a contribuire a quest’opera.

Ovvi sono i vantaggi che trarrebbe dall’immigrazione un paese con un sistema di relazioni sociali adeguato a integrare dignitosamente gli immigrati perché adeguato alla vita dignitosa della popolazione che già vi abita. Centinaia di migliaia di persone che provengono da ogni angolo del mondo imparano la nostra lingua, diventano canali di comunicazione tra il nostro paese e il resto del mondo, esportano nei loro paesi gli usi e costumi più avanzati se ne trovano nel nostro e consentono a noi di imparare quanto di più avanzato vi è nel loro paese. Vantaggi tali insomma da portarci a sollecitare in ogni modo l’immigrazione nel nostro paese da ogni altro paese.

 

La nostra lotta è una lotta internazionale. Ma non nel senso ridicolo e infantile secondo cui dovrebbe procedere nella stessa forma simultaneamente in tutti i paesi, tutti i paesi ben allineati su un unico fronte di battaglia come i soldati degli eserciti del tempo antico. Questa è una concezione sciocca che gli estremisti infantilmente condividono con gli opportunisti e in cui estremisti e opportunisti si combinano per paralizzare la lotta in ogni singolo paese in attesa che tutti i paesi siano pronti a muoversi insieme. La nostra lotta è internazionale perché i paesi e i popoli sono già legati da un rapporto di interdipendenza, per cui chi si muove apre la strada e trascina anche gli altri. La crisi del capitalismo, anche se certamente in modo e in misura diversi, colpisce e sconvolge tutti i paesi. Il paese che procede più rapidamente nella costruzione della rivoluzione socialista apre la strada e  mostra la via anche agli altri. È principalmente in questo senso che la nostra lotta è internazionale, non principalmente perché facciamo informazione tra le masse popolari italiane sulle lotte rivoluzionarie condotte in altri paesi, organizziamo manifestazioni di simpatia e appoggio per queste lotte, cerchiamo di imparare da esse. La nostra lotta è internazionale principalmente nel senso che con le misure pratiche e le proteste con cui un paese sovverte l’UE e il sistema imperialista mondiale, esso contribuisce anche a far crescere la lotta negli altri paesi, facendo leva sui legami materiali, economici e culturali che già uniscono i paesi e sulla comune necessità di porre fine al capitalismo e al saccheggio del Pianeta che il capitalismo provoca.

In questa seconda crisi generale del capitalismo vi è infatti un elemento nuovo, che non vi era o almeno non era ancora evidente (la quantità fa qualità) nella prima crisi generale e che unisce le masse popolari di tutti i paesi: la crescita come l’ha impostata la società capitalista e stante l’aumento illimitato delle forze produttive indotto dai meravigliosi e illimitatamente crescenti risultati della ricerca, porta al saccheggio del Pianeta e alla distruzione dell’ambiente della vita umana. Quindi chi oggi parla semplicemente e indiscriminatamente di crescita, non tiene conto di un elemento essenziale della situazione. Oggi l’umanità può e deve porsi non solo il compito di produrre tutto quanto è necessario a una vita dignitosa di tutti i suoi membri, ma può e deve porsi anche l’obiettivo di produrlo in modo compatibile con la conservazione e il miglioramento delle condizioni del Pianeta in cui viviamo e può e deve decidere cosa produrre, cioè definire standard di vita adeguati a quello che vogliamo diventare. Anche per questo bisogna superare il capitalismo. Infatti nel modo di produzione capitalista la produzione di valori d’uso è principalmente il mezzo, il veicolo per produrre valori di scambio. Il capitale per sua natura deve crescere senza limiti, quindi senza limiti deve accrescere anche la quantità di beni e di servizi che fa produrre.

L’umanità non ha bisogno di accrescere indiscriminatamente e illimitatamente la produzione di beni e servizi, ma di selezionare quali beni e servizi produrre, di decidere quanti sono necessari per una vita dignitosa di tutti i suoi membri al più alto livello di civiltà oggi raggiunto, di decidere come produrli nel modo più rispettoso dell’ambiente e delle risorse e anzi migliorando l’ambiente del Pianeta, di decidere come ripartire tra i suoi membri il lavoro necessario per la produzione, col risultato che lavorando tutti, tutti avranno tempo ed energia da dedicare anche all’organizzazione, alla progettazione e alla gestione della vita sociale e delle operazioni produttive e no, al controllo sulle attività dei dirigenti e degli organismi (trasparenza), all’istruzione, alla cultura, al turismo, alla ricerca, al divertimento, alle relazioni sociali e al riposo. Questo sarà il mondo abitato da un’associazione di lavoratori in cui il libero dispiegamento di ogni individuo sarà la condizione per il libero dispiegamento di tutti. Oggi nel nostro paese vi sono più di 20 milioni di persone in età di lavoro che non lavorano, senza contare quelli che, tra i 23 milioni che lavorano, svolgono attività inutili o nocive o che comunque esistono solo perché abbiamo un modo di produzione capitalista e classi parassitarie che vivono nello sfarzo, nel lusso, nel vizio e nello spreco. Una simile situazione si ripete in misura analoga negli altri paesi e blocca le possibilità di progresso dell’umanità. Uscire dalla crisi attuale significa porre fine anche a tutto questo.

 

È un futuro che le masse popolari possono realizzare, crescendo nell’organizzazione e nella coscienza, imponendo alla borghesia e al clero le trasformazioni necessarie alle masse popolari, che renderanno infine superfluo il ruolo e l’esistenza della borghesia e del clero. Già oggi la borghesia e il clero svolgono un ruolo principalmente nocivo per le masse popolari: per questo non riescono più a governare, a regolare i rapporti tra di loro e a tenere sottomesse le masse popolari, con i mezzi e tramite le istituzioni del passato. Questo è un segno della situazione rivoluzionaria.

 L’Unione Europea è la catena con cui la borghesia imperialista ha cercato di mettere al passo le masse popolari e completare l’eliminazione delle conquiste che queste le avevano strappato durante la prima ondata della rivoluzione proletaria, nella prima parte del secolo scorso. Ora che siamo entrati nella fase terminale della seconda crisi generale del capitalismo, l’Unione Europea scricchiola e fa acqua da tutte le parti. La lotta delle masse popolari organizzate guidate dalla concezione comunista del mondo la eliminerà e stabilirà un nuovo superiore sistema di relazioni tra le masse popolari in Europa e nel mondo, fino a realizzare un’associazione senza divisione tra nazioni e tra generi, nella quale il libero sviluppo di ciascuno è la condizione del libero sviluppo di tutti.

 

 

Con la mobilitazione, con le proteste, con le nostre iniziative impediamo alla
destra moderata (PD) e alla destra sindacale (Camusso, Bonanni, Angeletti)
di collaborare con la Giunta Monti-Napolitano!


Abolire il Debito Pubblico! Organizzarsi per non pagare né l’IMU né le
altre tasse a questo governo! Rimettere in moto l’economia nazionale!

È legittimo solo quello che è conforme agli interessi delle masse popolari!

La Giunta Monti-Napolitano è costituita e opera violando la Costituzione!


Ribellarsi è giusto! Sostenere quelli che si ribellano al disordine attuale!

Quando un ordine sociale è ingiusto, il disordine è il primo passo per
stabilire un ordine sociale giusto!


Dalla Valle di Susa, alla Sicilia, alla Sardegna; da Napoli, a Roma, a Milano;

da un capo all’altro del paese un solo grido:

Governo di Blocco Popolare!

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Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste nell’usare TOR [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html].