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(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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che conosce, applica e sviluppa il
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Comunicato CC - 25 aprile 2011


Comunicato CC 15/11 - 28 aprile 2011

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Primo Maggio 2011

 

Appello del CC del (nuovo) Partito comunista italiano

Ai comunisti, agli operai avanzati, agli elementi avanzati delle masse popolari!

 

Compagni!

Questo Primo Maggio cade in un periodo gravido di gravi rischi, ma anche di grandi possibilità. Sta a noi coglierle e realizzarle. Per questo, anzitutto dobbiamo volerlo e capire cosa fare. Lo stato di abbrutimento e miseria in cui la borghesia e il clero hanno ridotto il nostro paese, spinge molti esponenti della sinistra borghese a predicare e praticare il disfattismo. Rifiutano di imparare dall’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria, non hanno fiducia nelle masse e neanche in se stessi, non sanno cosa fare. Anche tra le masse popolari e nelle stesse file dei comunisti ci sono esitazioni e paura del futuro.

 

Compagni!

Il futuro dipende da noi. Il nostro futuro non dipende dalla borghesia e dal clero! Siamo noi che facciamo la nostra storia, se solo osiamo prendere in mano noi il nostro destino, se solo osiamo organizzarci e combattere! Nessuno ci impedirà di lottare e di vincere! Costruiremo un mondo nuovo, luminoso. In tutto il mondo, gli altri popoli hanno problemi affini ai nostri, affrontano difficoltà analoghe alle nostre, hanno le nostre stesse aspirazioni, hanno gli stessi nemici, abbiamo un comune destino. Assieme con i popoli di tutto il mondo costruiremo una nuova superiore fase della storia dell’umanità. Ne abbiamo i mezzi, possiamo imparare e vincere!

 

A cento anni da quando il Regno d’Italia aggredì per la prima volta la Libia, in questi giorni la Repubblica Pontificia si è messa nuovamente sulla stessa strada e ha unito le sue forze a quelle delle altre potenze imperialiste: spera di partecipare alla spartizione del bottino.

L’aggressione imperialista alla Libia ha allargato il numero dei paesi dove le potenze imperialiste conducono già direttamente in prima persona e apertamente la guerra. La Libia si è aggiunta alla Palestina, al Libano, all’Afghanistan, all’Iraq, alla Somalia, al Pakistan. Questi paesi si sono aggiunti alla ben più lunga serie di paesi dove i gruppi, le potenze e le agenzie imperialiste e i loro manutengoli sionisti conducono la guerra per interposta persona: reclutano, finanziano, armano, addestrano e in alcuni casi perfino guidano forze armate reazionarie locali, gruppi e governi criminali dediti al saccheggio e all’oppressione.

Il sistema imperialista mondiale ha già precipitato l’umanità in una crisi economica e in una crisi ambientale che per ampiezza e gravità non hanno precedenti nella storia.

 La crisi economica e la crisi ambientale trapassano in guerra e in mobilitazione reazionaria

Ora la crisi economica e la crisi ambientale trapassano sempre più apertamente e velocemente in guerra condotta dalla “comunità internazionale” presieduta dal Governo di Washington e benedetta dal Papa di Roma contro i paesi oppressi dal sistema imperialista mondiale e nella mobilitazione reazionaria delle masse popolari nei paesi imperialisti. La persecuzione infame a cui sono sottoposti gli immigrati in Europa e nell’America del Nord è solo la manifestazione più aperta della mobilitazione reazionaria che dilaga nei paesi imperialisti. Si aggiunge e aggrava la condizione di abbrutimento, precarietà e miseria in cui il sistema imperialista ha già costretto milioni di proletari, di giovani, di donne, di lavoratori autonomi negli stessi paesi imperialisti. L’arroganza con cui Marchionne tenta di imporre le sue regole stupide e barbariche agli operai della FIAT, è una chiara manifestazione che gli imperialisti, se li lasciamo fare, operano con decisione e brutalmente ad aggravare quella condizione di emarginazione, povertà e abbrutimento.

 

Per decisione dei vertici della Repubblica Pontificia, espressa dal governo della banda Berlusconi con il concorso dissonante ma convergente dei fascisti di La Russa e dei razzisti di Bossi, condivisa da Napolitano (l’autore della vergogna nazionale Turco-Napolitano) e dal Partito Democratico (il centro-sinistra dietro cui si nasconde la destra borghese che si vergogna della sua turpe natura), l’Italia non svolge più solo il ruolo di retrovia delle aggressioni imperialiste con decine di basi militari e di porti da cui partono incursioni aeree, spedizioni marittime e rifornimenti di uomini e armi per i fronti di guerra: l’Italia è diventata direttamente anche un paese belligerante. Ciò conferma che il problema che le masse popolari del nostro paese devono risolvere non consiste solo nel liberarsi del potere personale di Berlusconi.

Certo Gelli non ebbe altro allievo più dotato e di maggiore successo di Berlusconi. Questo milanese, figlio del dirigente di una piccola banca e allievo di preti salesiani, ha saputo issarsi al rango di capofila nazionale della criminalità organizzata, accumulare un patrimonio personale inesauribile, diventare il burattinaio di Craxi e, quando questi ha fallito nel suo compito, prendere in mano direttamente la situazione e convincere la Corte Pontificia, gli altri vertici della Repubblica, gli imperialisti USA e i gruppi sionisti che non avevano capo di governo migliore di lui, che nessuno meglio di lui era capace di combinare vecchi fascisti e nuovi razzisti al servizio della Corte Pontificia, degli imperialisti USA e dei gruppi sionisti e di aprire la strada alla mobilitazione reazionaria delle masse popolari.

Ma ci libereremo di lui solo se combatteremo con decisione anche i suoi complici e mandanti. Bando all’illusione che la salvezza ci possa venire dai complici e mandanti di Berlusconi, che possa nascere dai contrasti furiosi e crescenti che li mettono l’uno contro l’altro. Le masse popolari avanzate si gioveranno dei contrasti che lacerano i vertici della Repubblica Pontificia solo se prenderanno in mano direttamente la situazione e si organizzeranno decise a instaurare un loro governo d’emergenza.

 

Il nuovo Partito comunista italiano chiama alla lotta!

Bando al disfattismo di quelli che proclamano che la partita è già persa, che la mobilitazione reazionaria delle masse popolari ha già preso il sopravvento sulla mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari.

La partita è ancora aperta. Possiamo ancora evitare di dover passare attraverso un periodo di mobilitazione reazionaria delle masse popolari e una nuova guerra mondiale che sarebbe la via più lunga, più dolorosa e più distruttiva per arrivare a instaurare il socialismo.

 Ma questo è quello verso cui ci spingono i gruppi e le potenze imperialiste.

Non lasciamoci ingannare dal fatto che i gruppi imperialisti impongono lo stato di guerra gradualmente. Agiscono gradualmente, due passi avanti e un passo indietro, perché hanno paura, cercano di evitare che la classe operaia e le masse popolari dei paesi imperialisti reagiscano su grande scala, energicamente ed efficacemente alla guerra, alla crisi economica e alla crisi ambientale.

È proprio quello che possiamo e dobbiamo fare: noi nel nostro paese, mentre nel resto del mondo altri nostri compagni stanno facendo la stessa cosa.

I gruppi e le potenze imperialiste ci spingono nuovamente nella tormenta della mobilitazione reazionaria e della guerra perché non riescono più a tenere in pugno la situazione, a mantenere la gerarchia che avevano creato. Gli imperialisti americani con i loro accoliti sionisti avevano coperto gran parte del mondo con basi militari e agenzie di spionaggio, controllo e repressione. Ma solo con le trame, i colpi di mano e l’influenza della loro rete di basi e di agenzie non riescono più a tenere in pugno la situazione. La crisi economica è precipitata negli ultimi tre anni. Le manovre finanziarie non bastano più a frenare e compensare il tracollo dell’attività produttiva. Il sistema finanziario è diventato esso stesso una fonte di instabilità e di crisi. La crisi ambientale si è aggravata e pone sempre più a rischio la salute e la sopravvivenza stessa della specie umana in parti crescenti della Terra. Il disastro del Giappone lo mostra chiaramente. Il sistema di relazioni internazionali e i sistemi di relazioni sociali che abbiamo conosciuto negli ultimi decenni sono giorno dopo giorno sistematicamente sconvolti.

I gruppi e le potenze imperialisti ci spingono nuovamente nella tormenta della mobilitazione reazionaria e della guerra perché noi comunisti e l’umanità intera non abbiamo saputo portare a buon fine l’opera che avevamo iniziato novanta anni fa con la rivoluzione proletaria nel corso della prima delle guerre mondiali che il sistema imperialista ha imposto all’umanità, con la Rivoluzione d’Ottobre, con la vittoria sulle potenze imperialiste che avevano cercato di soffocare sul nascere l’Unione Sovietica, con la fondazione della prima Internazionale Comunista, con la creazione dei primi paesi socialisti, con la vittoria contro il nazifascismo e la vittoria della rivoluzione in Cina. Oggi paghiamo le conseguenze dei limiti che non abbiamo saputo superare a tempo e degli errori che abbiamo fatto.

A causa di questi la prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale ha perso slancio, i primi paesi socialisti hanno smesso di svolgere la loro funzione di basi rosse della rivoluzione proletaria mondiale, si sono disfatti o hanno cambiato colore, la borghesia e il clero hanno ripreso il sopravvento e si sono illusi di riuscire a far girare all’indietro la ruota della storia. Per questo oggi ci troviamo ancora alle prese con la crisi generale del capitalismo, con una grave crisi ambientale e con la minaccia nuovamente incombente della mobilitazione reazionaria e della guerra mondiale.

Ma proprio l’enormità dei mali a cui l’umanità sarebbe condannata se perdurassero il dominio della borghesia e del clero, il loro sistema di relazioni sociali e il loro sistema imperialista mondiale, spingerà sempre più le masse popolari a unirsi a noi, se noi alziamo con energia la bandiera della lotta per il socialismo, la organizziamo e la conduciamo con scienza e coscienza.

Questo è sicuro ed è questo che fa della situazione attuale una situazione rivoluzionaria!

Che il suo esito sia la nostra vittoria non è sicuro, non è scritto da nessuna parte; ma non è scritto da nessuna parte neanche il contrario. Quello che è sicuro è che l’esito dipende da noi, dalla nostra capacità di trovare soluzioni adatte ai singoli problemi, dalla nostra capacità di trovare l’orientamento giusto, dalla nostra dedizione alla lotta per instaurare il socialismo. Quando settanta anni fa le armate nazifasciste dilagarono in Europa e le  armate dei fascisti giapponesi alleate con loro conquistarono gran parte della Cina e dell’Asia, sembravano irresistibili, la Corte Pontificia pregava per il loro successo e benediva le loro bandiere, gli imperialisti angloamericani erano inclini a unirsi a loro, molti disfattisti predicavano la resa. Ma l’Unione Sovietica guidata dal Partito comunista sovietico con alla sua testa Stalin e le Repubbliche sovietiche cinesi guidate dal Partito comunista cinese con alla sua testa Mao Tse-tung, alzarono la bandiera della lotta senza tregua e in tutto il mondo il movimento comunista con alla testa l’Internazionale Comunista e i suoi partiti si diede con eroismo e abnegazione alla guerra contro il nazifascismo. E vincemmo.

Solo i nostri limiti ed errori ci impedirono di cogliere pienamente i frutti della nostra vittoria: il castigo delle nostre esitazioni e arretratezze di allora è che oggi siamo ancora una volta minacciati dalla mobilitazione reazionaria e dalla guerra imperialista e abbiamo perso gran parte di quello che avevamo conquistato e strappato alla borghesia e al clero. Gran parte ma non tutto. Ci resta quello che abbiamo imparato, le lezioni che abbiamo tratto e traiamo dalla prima ondata della rivoluzione proletaria, l’esperienza che abbiamo fatto. Forti di questo, oggi in tutto il mondo i comunisti si riorganizzano, il movimento comunista rinasce, i partiti comunisti esortano le masse popolari e in primo luogo gli operai a non perdersi d’animo e li chiamano a organizzarsi e a lottare.

Non lasciamoci abbattere dagli errori del passato: impariamo da essi. Non lasciamoci scoraggiare dai nostri limiti: superiamoli. Non lasciamoci spaventare dall’arroganza e dalla forza dei capitalisti e dei loro preti e portavoce: la situazione miserabile in cui hanno gettato il mondo che guidano è la misura della loro impotenza reale. Non ascoltiamo i disfattisti, la sinistra borghese, che vuole “buttare il bambino con l’acqua sporca” e proprio per questo è in preda alla disperazione, non sa cosa fare.

Dobbiamo vincere. Possiamo vincere. Dobbiamo organizzarci e combattere!

 

Compagni!

Il nuovo Partito comunista italiano vi chiama a organizzarvi e a lottare.

Che il Primo Maggio, lo sciopero generale del 6 maggio, le decine di mobilitazioni e proteste locali e nazionali già decise per i prossimi giorni, siano altrettante tappe, momenti e occasioni per organizzarsi e iniziare una lotta di livello superiore a quelle condotte nel passato, animata dalla volontà di vincere. Non basta rivendicare, chiedere, esigere dai padroni e dalle loro autorità! Bisogna costruire un’altra società! Ogni rivendicazione sarà tanto più efficace quanto più saremo decisi a liberarci dai padroni e dalle loro autorità, dal loro sistema di vita e di lavoro.

 

1. Bisogna costituire organismi clandestini!

Bisogna che i comunisti, gli operai più avanzati, gli esponenti più avanzati delle masse popolari costituiscano organismi clandestini a ogni livello, che imparino a funzionare clandestinamente, imparino a riunirsi clandestinamente e tracciare chiaramente la linea da seguire, imparino a svolgere clandestinamente una efficace opera di orientamento e di direzione sui propri compagni di lavoro, nelle organizzazioni pubbliche, nelle organizzazioni sindacali, tra le masse popolari!

Chi è fermamente convinto che nell’ambito del sistema imperialista mondiale non c’è soluzione della crisi economica e della crisi ambientale e che attanagliato da queste due crisi il sistema imperialista mondiale porta l’umanità a una nuova guerra mondiale, deve darsi i mezzi della propria azione.

 Dire che siamo già in un regime di “moderno fascismo” - come proclamano i compagni di Proletari Comunisti che pur si dichiarano maoisti - o che siamo alle soglie di un regime fascista - come dichiarano Asor Rosa ed altri esponenti della sinistra borghese - e non costituire e non promuovere la costituzione di organizzazioni clandestine, è una dimostrazione della più sciocca incoerenza in chi è convinto di quello che dichiara o di verboso opportunismo in chi parla tanto per parlare, sperando di fare effetto sul pubblico e di conquistare appoggio e seguito.

 

2. Bisogna fare propaganda rivoluzionaria, affermare e dimostrare su scala più larga possibile, in particolare rivolgendosi agli operai e agli altri proletari, che solo con l’instaurazione del socialismo porremo fine all’attuale corso disastroso delle cose nel nostro paese e contribuiremo a porvi fine in tutto il mondo. Il futuro non è nella guerra o nella concorrenza con altri lavoratori, come dicono Marchionne e gli altri trogloditi suoi pari. Il futuro sta nella collaborazione tra i lavoratori di tutto il mondo. Sulla Terra c’è posto in abbondanza per tutti. È il sistema di produzione mercantile e capitalista che Marchionne & C difendono e impongono, che rende la vita impossibile e ci mette gli uni contro gli altri a ogni livello.

 

3. Bisogna creare le tre condizioni per la costituzione di un governo popolare d’emergenza: bisogna moltiplicare il numero delle Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari in modo che cresca la parte organizzata delle masse popolari, capace di darsi un orientamento unitario e di svolgere una attività comune; bisogna rafforzare in ogni Organizzazione la coscienza che non basta protestare, denunciare e rivendicare: bisogna essere decisi a costituire un governo nazionale d’emergenza, formato da uomini e donne che godono della propria fiducia e sottoposti al proprio controllo; bisogna che le OO e le OP si colleghino tra loro ad ogni livello e costituiscano un movimento teso a costituire e imporre un proprio governo d’emergenza che prenda in mano le sorti dell’intero paese.

Costituire il Governo di Blocco Popolare è la condizione indispensabile per prevenire il successo della mobilitazione reazionaria delle masse popolari.

 

4. Bisogna rendere il paese ingovernabile alle attuali classi dominanti e a ogni governo e autorità loro emanazione. Bisogna promuovere nella maniera più organizzata di cui si è capaci la disobbedienza alle autorità, le spese proletarie e il non pagamento dei servizi in modo da sopperire ai normali canali della vita economica che la crisi mette fuori uso, azioni dirette per assicurare a tutti i servizi (case, trasporti, istruzione, assistenza sanitaria, ecc.) che le autorità non assicurano più. Con una simile campagna di disobbedienza e di azione diretta potremo sfruttare a nostro vantaggio anche i contrasti che lacerano i vertici della Repubblica Pontificia. Oggi la classe dominante non è pronta per lanciare una guerra civile. I borghesi e i preti disposti già oggi a lanciare una guerra civile per soffocare le masse popolari, sono ancora pochi elementi criminali, isolati anche tra la borghesia e il clero. Messi di fronte all’azione decisa delle masse popolari organizzate per costituire un proprio governo d’emergenza, la borghesia e il clero ingoieranno il rospo in attesa di creare una condizione favorevole per ristabilire la loro autorità e i loro privilegi. Conteranno sulla nostra incapacità di trovare soluzioni adeguate ai problemi. Starà a noi deludere le loro speranze e stroncare ogni azione di sabotaggio e boicottaggio.

 

 5. Bisogna fare ogni tipo di pressioni sugli esponenti delle sinistra borghese e della società civile in genere, sui dirigenti sindacali (come gli attuali capi della FIOM e dei sindacati alternativi), sui portavoce delle associazioni e delle reti, su tutte le persone e gli organismi già oggi autorevoli e che già oggi godono di qualche fiducia, autorità e prestigio tra le masse popolari perché si dichiarano favorevoli a rimettere in moto l’economia e la vita sociale. Bisogna spingerli a superare le loro esitazioni e la loro paura, la loro sfiducia nelle masse popolari. Bisogna indurli ad assecondare attivamente le masse popolari organizzate, a svolgere il ruolo che il prestigio e l’autorità che hanno presso le masse popolari consentono loro di svolgere. Bisogna indurli a non rispettare e anzi violare le regole e le limitazioni imposte dalla Repubblica Pontificia, ad assumere le responsabilità corrispondenti al loro stato, al ruolo che hanno nella società e a mettersi alla testa del movimento per costituire il GBP. Ai candidati sindaci delle prossime elezioni amministrative, come ad esempio De Magistris a Napoli e Pisapia a Milano, che riconoscono il diritto di ogni uomo e donna a un lavoro dignitoso, bisogna chiedere di impegnarsi ad adoperare tutte le risorse e gli strumenti della carica per mobilitare e organizzare uomini e donne a procurarsi il lavoro, anche se per questo bisognerà violare gli interessi, i privilegi, le abitudini e regole della Repubblica Pontificia e del sistema imperialista mondiale, contravvenire alle loro istituzioni. Bisognerà poi controllare che una volta eletti si attengano agli impegni che hanno preso, assisterli, tutelarli e difenderli perché lo possano fare, criticarli e sanzionarli se vengono meno ai loro impegni. Anche le migliori di queste persone sono titubanti. Sono legate da mille fili e abitudini alla classe dominante. Ma possono svolgere una funzione utile, bisogna dare loro il modo di svolgerla, metterle onestamente alla prova, aiutarle in ogni modo perché adempiano la loro funzione, sostituirle se rinunciano ai loro impegni.

 

Compagni!

Noi possiamo certamente porre fine all’attuale disastroso corso delle cose. Non è facile, non è quello che siamo abituati a fare, non è quello che i padroni e i loro preti e portavoce cercano di farci fare. Bisogna fare cose che non siamo abituati a fare. Ma possiamo farle. Solo noi possiamo farle! Solo noi possiamo tirarci dai guai in cui i padroni, i loro politicanti, i loro preti e le loro teste d’uovo ci hanno messo!

 

Questo è l’appello che il nuovo Partito comunista italiano vi rivolge e l’auspicio che formula per il Primo Maggio!

 

Questo è anche l’impegno che il nuovo Partito comunista italiano assume per il Primo Maggio!

 

Sulla base di questo impegno il nuovo Partito comunista italiano saluta i comunisti, gli operai avanzati, i giovani, le donne, gli immigrati, i pensionati e i lavoratori autonomi che si organizzano e scendono in lotta contro la Repubblica Pontificia e contro il sistema imperialista mondiale!

 

Anche a loro nome il nuovo Partito comunista italiano in occasione del Primo Maggio invia un caloroso fraterno saluto ai comunisti e ai rivoluzionari che in ogni angolo del mondo combattono per porre fine al sistema imperialista mondiale e per eliminare i danni e le costrizioni che esso infligge all’umanità!