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(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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L’Italia va rapidamente verso uno scontro politico decisivo!
 
 
Comunicato CC - 12 settembre 2010


Comunicato CC 20/10 - 3 ottobre 2010

 

6° anniversario della fondazione del nuovo Partito Comunista Italiano

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Che le manifestazioni di questo ottobre segnino una tappa decisiva della mobilitazione delle masse popolari per costituire, con uomini di fiducia delle Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari, un governo d’emergenza che metta riparo immediatamente almeno agli effetti più gravi della crisi, inverta la marcia del paese che va verso il disastro e avvii la sua ricostruzione economica, ambientale, morale e intellettuale!

 

La manifestazione del 16 ottobre a Roma indetta dalla FIOM e sostenuta dall’adesione di centinaia di organismi, i presidi indetti dal Coordinamento Immigrati Italia per il 14 ottobre, la manifestazione indetta dalla USB a Torino per il 9 ottobre, le agitazioni nelle scuole indette dai COBAS e dalla Flc-CGIL per i prossimi giorni, sono i momenti principali di innumerevoli mobilitazioni territoriali o di categoria che coinvolgono tanta parte dei lavoratori e delle masse popolari: che combinandosi contribuiscano a portare le singole proteste e rivendicazioni sull’unico terreno su cui possono trovare soddisfazione, sul terreno della lotta politica per costituire il Governo di Blocco Popolare.

 

 

In questi mesi la FIOM, i sindacalisti dell’Area Programmatica “La CGIL che vogliamo”, la USB, i COBAS, la CUB, lo SLAI Cobas, il SLL e a altri sindacati alternativi, le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari d’azienda e territoriali hanno svolto l’importante ruolo di aggregare e incoraggiare operai e altri proletari ed elementi delle masse popolari a non sottomettersi, a non piegare la schiena, a non rassegnarsi. Ma non potranno restare a lungo su questa posizione. Non a torto la destra sindacale dice che “le lotte senza risultati non durano”. E i risultati li possiamo raggiungere solo tramite la costituzione di un governo popolare d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare che prende le misure necessarie per far invertire rotta al nostro paese.

 

Non basta premere sul governo della Repubblica Pontificia. Nessun governo emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia e dei suoi padrini (i gruppi imperialisti USA, i gruppi sionisti, le Organizzazioni Criminali, la Confindustria e le altre grandi organizzazioni padronali) porrà fine alla crisi economica e ambientale in corso. Chi si ostina a sperare che la salvezza possa venire da quel lato, resterà deluso, finirà per pensare che non c’è via di salvezza, si demoralizzerà, si rassegnerà e si abbrutirà. Nei quasi diciassette anni trascorsi dalla prima vittoria elettorale della banda Berlusconi, nel marzo 1994, fino a oggi, per più della metà di questo periodo di degradazione e sfacelo il governo della Repubblica Pontificia è stato composto da uomini del Partito Democratico. Si dice che la malattia del paese in questo periodo è stato il berlusconismo. Ma lo si dice solo per dire che il PD con Prodi, D’Alema, Amato, Bertinotti e i loro complici ha seguito la stessa politica della banda Berlusconi, ha attuato il “programma comune” della borghesia imperialista, è stato una succursale e un aggregato complementare e ausiliario della banda di speculatori, razzisti, fascisti, criminali, prelati e clericali riunita da Berlusconi. La Lega Nord di Umberto Bossi la si è vista alla prova dei fatti. In tutto questo periodo ha governato con la banda Berlusconi a Roma e ha fatto il bello e il cattivo tempo nelle regioni del Nord e nelle loro amministrazioni locali: non per questo le regioni del Nord sono in una situazione economica, ambientale o anche solo idrogeologica migliore delle regioni del Centro e di quelle del Sud. Più che la persecuzione degli immigrati e il rispetto delle “tradizioni locali” la Lega Nord non ha prodotto, mentre lo sfacelo economico, ambientale e sociale è continuato inesorabile anche nelle regioni del Nord.

Solo le masse popolari organizzate, riunite attorno alla classe operaia organizzata e imponendo la costituzione di un loro governo d’emergenza, possono impedire che la crisi in corso si aggravi e far invertire al paese la rotta. Senza questo, la fase terminale della crisi generale del capitalismo procede inarrestabile e la crisi ambientale aggrava le condizioni create dalla crisi economica. L’Italia va contemporaneamente allo sfacelo sociale, economico, ambientale, idrogeologico, morale e intellettuale.

 

Questa crisi finirà solo se la facciamo finire! Ma noi possiamo farla finire!

Non è vero che questa crisi comunque prima o poi finirà da sola!

È quello su cui sbagliano quelli che sono convinti che la crisi attuale è una crisi ciclica, una crisi a V. È quello su cui non osano fermare l’attenzione e riflettere a fondo quelli che in qualche modo percepiscono che la crisi attuale non è una crisi ciclica, ma non concepiscono altro sistema di relazioni sociali al di fuori di quello attuale: come se l’evoluzione della specie umana e la storia dell’umanità fossero davvero finite! 

L’attuale crisi economica è una crisi per sovrapproduzione assoluta di capitale. Essa non ha prima o poi termine di per se stessa, per effetto della sua propria natura, come invece avviene per una crisi ciclica: nella crisi ciclica infatti la contrazione degli affari crea il terreno e il contesto perché prima o poi gli affari riprendano. Questo non vale per la crisi attuale. Per di più oggi la crisi economica è complicata e aggravata dalla crisi ambientale: questa nelle dimensioni attuali si presenta per la prima volta nella storia dell’umanità. L’attuale crisi non avrà termine per nessuna delle misure prese o che le classi dominanti e le loro autorità possono prendere nell’ambito dell’attuale ordinamento politico, economico, monetario, finanziario internazionale e dei singoli paesi.

 

Questo vale per tutto il mondo. In ogni paese le masse popolari hanno problemi analoghi a quelli che abbiamo noi. Nel nostro paese la situazione è aggravata dal criminale disinteresse dei vertici della Repubblica Pontificia per le condizioni delle masse popolari: il Vaticano, la banda Berlusconi e le Organizzazioni Criminali cercano solo di arraffare il più possibile; gli industriali (Marchionne è il loro campione e Marcegaglia la loro portavoce) cercano di stare a galla eliminando i diritti, licenziando e riducendo i salari dei lavoratori e se non ci riescono, quelli che possono delocalizzano. La crisi politica della Repubblica Pontificia aggrava la crisi economica e la crisi ambientale, ma ci facilita anche l’uscita dalle crisi. Infatti l’unica via per invertire la marcia verso il disastro è la costituzione di un governo d’emergenza voluto e sostenuto dalle Organizzazioni Operaie e dalle Organizzazioni Popolari.

 

Finché non lo facciamo, la crisi si aggrava e catastrofi ancora peggiori incombono sul nostro paese.

Chi dice che la crisi è finita, che sta per finire, che basterebbe che l’attuale governo o un normale governo della Repubblica Pontificia (formato magari da Fini, Casini, Bersani) facesse una politica economica diversa, o è un imbroglione o è un ingenuo, prende per oro ogni pietra che luccica.

Certo qualche fatto lo si trova sempre a sostegno delle proprie tesi. Come oramai avviene da più di duecento anni in ogni società capitalista, anche ora, anche nel corso della crisi gli affari procedono tra alti e bassi. I propagandisti della borghesia e del clero e i loro sciocchi succubi un giorno citano un dato e il giorno dopo un altro, oggi in un paese domani in un altro, per alimentare la speranza che prima o poi la crisi avrà comunque fine. Una risorsa largamente praticata è non negare l’evidenza, ammettere che da noi le cose vanno male, ma giurare che invece in qualche altro paese, in Germania, in Cina o in Brasile le cose vanno bene. Perché lì il PIL cresce. Perché i lavoratori di quel paese accettano più sacrifici dei lavoratori italiani, giurano gli esponenti del governo. Perché il governo di quel paese è migliore del nostro, giurano quelli che aspirano a prendere il loro posto. Ovviamente giorno per giorno ci sono paesi dove gli affari vanno meglio che in altri. Non a caso anche Marchionne chiama i lavoratori italiani alla guerra contro i lavoratori di altri paesi, ad accettare di farsi sfruttare di più perché Marchionne e i suoi complici facciano le scarpe ai lavoratori di altri paesi. Mettere una parte delle masse popolari contro il resto, i lavoratori autoctoni contro i lavoratori immigrati, i lavoratori del nord contro quelli del sud, i lavoratori italiani contro quelli di altri paesi è uno sporco gioco criminale con cui i padroni e i loro ministri e preti cercano di salvaguardarsi dalla lotta di classe. Ma lo fanno i padroni di tutto il mondo. In ogni paese incitano alla guerra e preparano le condizioni di un nuovo grande massacro. Se ci mettiamo al loro seguito, la pagheremo cara.

La borghesia imperialista e quanti la spalleggiano non hanno altra via, perché in effetti il sistema capitalista è tale che non ce ne può essere mai abbastanza per tutti. Per sua natura la società capitalista è un autobus di 50 posti mentre i viaggiatori sono 200. Proprio per questo noi comunisti, ogni lavoratore d’avanguardia e ogni sincero democratico dobbiamo invece senza tregua proclamare e insegnare che “ce n’è per tutti!”. L’umanità dispone dei mezzi materiali e delle conoscenze per produrre beni e servizi in quantità sufficiente perché tutte le donne e gli uomini che attualmente popolano il Pianeta e anche un numero maggiore abbiano quanto necessario a una vita dignitosa. È la borghesia imperialista che rende la vita impossibile a una parte crescente delle masse popolari, che di giorno in giorno peggiora la vita di tutte le masse popolari.

 

Nel nostro paese per porre rimedio alla crisi e invertire la marcia occorre un governo animato dalla irriducibile volontà di far valere gli interessi delle masse popolari e garantito dal sostegno delle migliaia di OO e di OP già esistenti nel nostro paese e il cui numero si moltiplicherebbe certamente con la costituzione di un simile governo.

 

Un simile governo è in grado di dare soluzione rapidamente almeno alle più gravi manifestazioni della crisi economica e della crisi ambientale attuando momento per momento e caso per caso provvedimenti particolari e concreti conformi alle seguenti sei misure generali:

1.       Assegnare a ogni azienda compiti produttivi (di beni o servizi) utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere chiusa).

2.       Distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi.

3.       Assegnare ad ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato, ad ogni adulto un lavoro utile e dignitoso, nessun individuo deve essere emarginato).

4.       Eliminare attività e produzioni inutili e dannose per l’uomo o per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti.

5.       Avviare la riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva e al nuovo sistema di distribuzione.

6.       Stabilire relazioni di collaborazione o di scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi.

Un governo deciso ad attuare senza riserve questo programma avrà una forza e una capacità di intervento enormi. Perché esso sarà sostenuto da decine di migliaia di OO e di OP presenti capillarmente in ogni angolo del paese. Per di più in questo modo le masse popolari organizzate impareranno a governare.

Il GBP si insedierà e prenderà i provvedimenti particolari e concreti, cioè darà forma e forza di atti governativi nazionali alle misure che caso per caso e di momento in momento le OO e le OP indicheranno. Saranno provvedimenti semplici e del tutto alla nostra portata.

Nelle aziende che i padroni vogliono chiudere per mancanza di sbocchi commerciali, il GBP darà commesse e ritirerà la produzione che destinerà ad aziende che la usano come materia prima o alle aziende della distribuzione per il consumo.

Nelle aziende che i padroni abbandonano e dove i lavoratori vogliono costituirsi in cooperative e riprendere la produzione, il GBP favorirà la loro iniziativa: fornirà  tecnici, consulenti, commesse, materie prime, energia.

Nelle altre aziende che i padroni abbandonano, il GBP nominerà nuovi dirigenti e organizzatori della produzione.

Il GBP promuoverà la creazione di nuove aziende (cooperative, pubbliche, private) che assorbono tutti i disoccupati autoctoni e immigrati in attività di riassesto del territorio, di miglioramento idrogeologico, di utilizzazione di energie rinnovabili, di miglioramento dei servizi pubblici, di miglioramento della sicurezza generale, di elevazione dell’educazione dei bambini, di manutenzione del patrimonio edilizio, di risanamento urbano, di servizi alle persone disabili, anziane e non autosufficienti, di riassetto forestale e agricolo, sportive e turistiche, di prevenzione e repressione di azioni di sabotaggio e di aggressione, di controllo sugli elementi ostili, ecc.

Il GBP potenzierà e creerà istituti che sviluppano in ogni campo la ricerca e l’applicazione dei risultati a fini socialmente utili, favorirà in ogni modo la scolarizzazione e le attività culturali valorizzando tutti i lavoratori della cultura e della conoscenza disponibili nel paese.

Il GBP stabilizzerà il lavoro dei precari, autoctoni e immigrati, a partire da quelli impiegati nella pubblica amministrazione.

Il GBP stabilirà rapporti di collaborazione tipo quelli già in vigore tra Venezuela, Cuba e altri paesi sulla base di quanto ogni paese può produrre e dare; stabilirà rapporti di scambio commerciale (trattati, accordi) con i paesi che vogliono anche loro sottrarsi alle costrizioni del sistema imperialista mondiale, del suo sistema finanziario, bancario e commerciale.

Il GBP sospenderà il pagamento dei mutui bancari, degli affitti alle immobiliari e a tutti i grandi proprietari di immobili, renderà gratuiti i servizi: trasporti, assistenza sanitaria, telefoni, energie, attrezzature ricreative, di riposo, turistiche e sportive, ecc.

Il GBP sottoporrà tutte le agenzie bancarie a controllo pubblico e farà dare dalle banche a ogni lavoratore e famiglia carte di credito con cui ognuno può acquistare beni di consumo personale e familiare fino ad un certo ammontare mensile.

Il GBP favorirà le masse che si vogliono organizzare, sosterrà ogni iniziativa mettendo a disposizione locali, trasporti, permessi, materiale d’uso, istruttori e consulenti, ecc. Darà in ogni campo libero sviluppo alla creatività delle masse e all’iniziativa locale degli individui, dei gruppi e delle comunità.

Il GBP promuoverà l’iniziativa di individui e di gruppi, svilupperà la produttività del lavoro e la produzione dei beni e servizi necessari, fornendo strumenti produttivi avanzati e puntando sulle tecniche migliori e sullo slancio che i lavoratori avanzati metteranno nell’attività e nella lotta al parassitismo, ora che non lavoriamo più per arricchire i ricchi e per soddisfare i loro capricci e i loro vizi, ma lavoriamo tutti per produrre i beni e i servizi con cui soddisfiamo i bisogni della nostra vita individuale o collettiva, per creare condizioni migliori per la nostra vita e per incrementare la partecipazione di massa alle attività propriamente umane: la gestione e progettazione delle relazioni sociali, la conoscenza, la cultura, la ricerca, l’esplorazione del mondo, ecc.

 

Come si vede, si tratta di provvedimenti semplici e del tutto fattibili per un governo non subordinato agli interessi costituiti dei ricchi e ai profitti dei capitalisti.

Le OO e le OP assicureranno capillarmente (con il loro controllo, la loro pressione e il loro intervento diretto) l’attuazione scrupolosa dei provvedimenti del GBP, travolgendo, scavalcando o costringendo i funzionari statali perché i provvedimenti del GBP siano attuati. In questo contesto, la rinascita del movimento comunista si svilupperà rigogliosamente, fioriranno la fiducia delle masse in se stesse e la loro capacità di governare. Si creeranno quindi le condizioni per dissuadere la borghesia e il clero dal ricorrere a manovre oscure, a strategie della tensione e alla guerra civile o per vincerla se vi ricorreranno.

D’altra parte i provvedimenti d’emergenza presi dal GBP, moltiplicandosi spingeranno per la forza stessa delle cose a ordinare l’insieme delle relazioni sociali che essi producono in un sistema di relazioni sempre meglio combinate e congruenti. La trasformazione dell’emergenza in “ordinaria amministrazione”, la stabilizzazione dei provvedimenti d’emergenza e la correzione degli scompensi e inconvenienti cui ognuno di essi darà luogo, l’adattamento di una situazione all’altra, l’adozione universale delle procedure che si dimostreranno più efficaci e fruttuose, la repressione sempre più efficace di ogni attività di boicottaggio e di sabotaggio, di ogni percorso di elusione ed evasione, l’eliminazione crescente di ogni ostacolo all’universalizzazione delle relazioni sociali che la pratica dimostrerà più adatte e superiori, la moltiplicazione e il rafforzamento qualitativo delle OO e delle OP, comporteranno l’instaurazione del socialismo: cioè l’instaurazione di una nuova legalità, di un nuovo sistema politico (costituito dalle stesse organizzazioni territoriali e aziendali degli operai (OO) e delle masse popolari (OP) e dagli organismi superiori formati dai loro delegati) e di un nuovo sistema di relazioni sociali. Questo sarà il socialismo: l’uscita definitiva dalla crisi attuale. 

 

Il GBP, se riusciremo a farlo costituire, sarà insomma una fase della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata che noi comunisti conduciamo in Italia per instaurare il socialismo. Esso non sarà formato dalla sinistra riformista e tanto meno nascerà per la vittoria elettorale dell’ala sinistra della borghesia. Sarà un governo d’emergenza formato indipendentemente dal processo elettorale previsto dalle leggi e dalle usanze della Repubblica Pontificia: al massimo il Parlamento della Repubblica Pontificia in carica lo avallerà con il suo voto, come hanno già fatto altri Parlamenti in situazioni d’emergenza. L’essenziale è che esso sarà formato da uomini che godranno della fiducia della parte organizzata della classe operaia (OO) e del resto delle masse popolari (OP), perché le masse popolari non accettano le vessazioni e le privazioni che le autorità della Repubblica Pontificia, gli industriali e i ricchi vogliono imporre.

 

Quindi il GBP si costituirà quando le OO e le OP avranno reso il paese non governabile da alcun governo emanazione della Repubblica Pontificia e dei suoi padrini. E il paese diventerà rapidamente ingovernabile da simili governi, se le masse popolari con alla testa gli operai non si rassegneranno alle imposizioni dei Berlusconi e dei Marchionne, l’insubordinazione e la disobbedienza si diffonderanno e le masse popolari si organizzeranno per appropriarsi comunque dei beni e dei servizi di cui hanno bisogno per vivere civilmente. Nessuna forza potrà arrestarle. Le relazioni tra le forze politiche della Repubblica Pontificia, tra i vari gruppi della classe dominante, tra queste e le masse popolari arriveranno presto a essere tali che nessun governo emanazione del vertice della Repubblica Pontificia riuscirà a tenere in pugno la situazione. Allora anche la borghesia imperialista e il clero, nonostante le forze armate di cui dispongono, cederanno alle OO e alle OP che reclameranno la formazione di un governo d’emergenza di loro fiducia, di un governo formato da uomini che godono della loro fiducia e che assume come suo programma quello configurato dalle sei misure generali sopra indicate. Certo, cederanno in attesa di creare le condizioni per riprendere in mano la situazione. Ma quella sarà una nuova fase della lotta di classe.

L’ingovernabilità del paese è il culmine e lo sbocco della crisi politica. Già oggi la crisi politica in Italia è in stato avanzato. E lo anche in altri paesi imperialisti e nello stesso sistema delle relazioni internazionali dominato finora dagli USA. I singoli paesi e il sistema mondo (il sistema delle relazioni internazionali) diventano sempre più difficilmente governabili, mentre la crisi economico-finanziaria e la crisi ambientale richiedono un intervento più diffuso e più profondo di governo, di una autorità nelle relazioni sociali.

Proprio per questo non è difficile capire che se riusciamo a far valere un simile corso delle cose in un paese come l’Italia (che è un paese profondamente legato da rapporti culturali, politici, finanziari, bancari, monetari ed economici con il resto dell’Europa), esso contagerà gli altri paesi d’Europa e, attraverso di essi, il mondo intero, per la forza di quegli stessi legami che ora le autorità della Repubblica Pontificia fanno invece valere contro le masse popolari e per il fatto che le masse popolari degli altri paesi devono far fronte a problemi analoghi a quelli per far fronte ai quali le masse popolari prendono in Italia quel corso. 

 

La condizione decisiva per costituire nel nostro paese il GBP è che le masse popolari non si rassegnino a perdere i diritti che hanno conquistato, a cedere quel poco di benessere che hanno strappato, quelle conquiste di civiltà che ora i Marchionne, i Marcegaglia vogliono eliminare e che i Berlusconi stanno calpestando. Il pericolo peggiore per la nostra società è la pace sociale che il Vaticano, i ricchi e i sindacalisti venduti vogliono imporre.

Senza giustizia sociale, senza una vita dignitosa per tutti, finché non abbiamo creato le condizioni per cui ognuno può partecipare dignitosamente, al massimo delle sue capacità, alla vita sociale, la pace sociale è sottomissione ai padroni e ai ricchi, servilismo, rassegnazione. È per i singoli individui abbrutimento morale e ottundimento intellettuale. Riduce ogni individuo a cercare di arrangiarsi a spese di altri. È disgregazione sociale, cancellazione di ogni solidarietà e di ogni sicurezza. In realtà prima o poi sfocia nella guerra più selvaggia.  

 

Questa è la situazione a cui dobbiamo far fronte. Queste le scelte che ci stanno davanti. È su questo che oggi si decide il nostro futuro prossimo. A questo devono contribuire le manifestazione di questo ottobre.

 

I comunisti devono avere il coraggio di affrontare la situazione, forti delle lezioni del movimento comunista!

 

Il nuovo Partito comunista italiano

chiama ogni lavoratore e ogni elemento cosciente delle masse popolari a partecipare e far partecipare alle mobilitazioni d’ottobre!

chiama gli operai avanzati a costituire comitati contro la crisi in ogni azienda!

chiama ogni elemento avanzato delle masse popolari a costituire organismi popolari in ogni quartiere e in ogni paese!

 

Il nuovo Partito comunista italiano chiama gli operai e gli elementi delle masse popolari più avanzati e più generosi a costituire clandestinamente Comitati di Partito in ogni reparto e azienda, in ogni quartiere e paese, in ogni organizzazione di massa, a ogni livello per aggregare gli elementi più avanzati, imparare a funzionare clandestinamente, imparare assieme a svolgere una efficace opera di orientamento sui propri compagni, sulle OO e sulle OP della zona, sulle masse popolari!

 

I lavoratori organizzati possono rimettere in moto il paese, assicurare a tutti le condizioni di una vita dignitosa, stabilire relazioni feconde con gli altri paesi perché essi hanno gli stessi nostri problemi!

 

Non ci salverà la lotta contro i lavoratori degli altri paesi, come proposto da Marchionne!

Non ci salverà la lotta razzista contro gli immigrati, lanciata dalla Lega Nord e dai fascisti, sotto la protezione di Berlusconi, il capo delle Organizzazioni Criminali a cui il Vaticano ha confidato il governo del paese!

 

Le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari devono coalizzarsi e costituire un loro governo d’emergenza che ponga rimedio subito agli effetti più gravi della crisi e avvii la ricostruzione del paese su basi più avanzate, il Governo di Blocco Popolare!