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Ecco come si stanno creando
nel paese le condizioni per
la costituzione del Governo
di Blocco Popolare


Comunicato CC 19/10 - 12 settembre 2010

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L’Italia va rapidamente verso uno scontro politico decisivo!

 

Guai ad arrendersi a Berlusconi, a Marchionne o a Montezemolo! Guai mettersi nelle mani di Napolitano, di Fini o di Bersani, loro vecchi complici!

 

Fermiamo il Vaticano! Per bocca del cardinal Poletto da Torino ha già investito Marchionne della direzione del paese!

 

Le masse popolari e gli operai organizzati devono generalizzare l’insubordinazione a questi governi di banditi e di speculatori! Devono rendere il paese ingovernabile da ogni governo emanazione dei padrini della Repubblica Pontificia! Nessuna obbedienza a questi governi che spudoratamente violano persino la Costituzione! Sono governi illegali oltre che illegittimi!

 

Le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari devono costituire il Governo di Blocco Popolare!

 

Il governo d’emergenza costituito dalle Organizzazioni Operaie e dalle Organizzazioni Popolari porrà immediatamente rimedio alle conseguenze più gravi della crisi e aprirà la strada all’instaurazione del socialismo, se noi comunisti applicheremo una linea giusta!

 

La situazione è difficile, ma gli operai hanno in mano la soluzione per risolverla!

 

L’Italia si avvia a grandi passi verso una svolta politica:

o a sinistra con un governo d’emergenza costituito da uomini che godono delle fiducia delle Organizzazioni Operaie e dalle Organizzazioni Popolari: un governo che tramite queste assicura la capillare applicazione di provvedimenti che tengono aperte tutte le aziende, ne aprono di nuove per compiere gli innumerevoli lavori di miglioramento dell’ambiente e delle condizioni di vita della massa della popolazione, assicurano a ognuno un lavoro dignitoso e utile e prende accordi di collaborazione o di scambio con i governi degli altri paesi che sono disponibili a prenderli (e ce ne sono che mal sopportano le costrizioni e le minacce del sistema imperialista mondiale!);

o a destra con un governo d’emergenza investito dal Vaticano e formato da Berlusconi o da altri criminali simili, che impone lo sfruttamento alla Marchionne e il razzismo alla Bossi e spazza via quello che ancora resta dei diritti e delle conquiste che le masse popolari avevano strappato alla borghesia e al clero dopo la vittoria della Resistenza antifascista.

 

Il Vaticano si è pronunciato per bocca del cardinal Poletto di Torino: ha chiamato gli operai a collaborare con Sergio Marchionne, a diventare corresponsabili della sua politica di sopraffazione, a marciare agli ordini di Marchionne e dare la loro vita per sopraffare i lavoratori di altri paesi, per privare i lavoratori di altri paesi del pane nella speranza di riceverne loro dai padroni.

 

Questo è il bivio di fronte a cui si trova l’Italia. Dipende da ognuno di noi quale strada prenderà nei prossimi mesi.

A destra ci sono molti candidati a prendere la direzione di un governo d’emergenza di destra, a cercare l’investitura del Vaticano, del governo di Washington, dei nazisti sionisti di Israele, delle Organizzazioni Criminali e della Confindustria. Tanto meglio che siano tanti, perché si indeboliscono a vicenda! Ma il vero problema di questi reazionari, è se riusciranno a governare l’Italia. È impossibile oggi governare un paese come l’Italia senza una certa sottomissione o collaborazione delle masse popolari e questa è impossibile averla se gli operai vi si oppongono attivamente. Per questo per prevalere, un candidato deve convincere i suoi mandanti che è capace di neutralizzare i possibili centri di mobilitazione e opposizione degli operai: il principale oggi è la FIOM. Per questo oggi la FIOM è sotto tiro e lo resterà finché lo scontro politico non si sarà risolto.

 

I dirigenti della FIOM si rendono ben conto di essere il bersaglio principale dei padrini della Repubblica Pontificia e dei promotori delle prove di fascismo. A volte ne paiono meravigliati, ma in generale resistono. Quanto si rendono conto i dirigenti della FIOM della loro forza e della responsabilità che hanno in questo momento, delle grandi possibilità che sono nelle loro mani?

Non esiste oggi in Italia un’altra organizzazione già presente capillarmente in ogni angolo del paese, egemone in molti dei centri principali di aggregazione degli operai e con legami solidi e provati da lunga esperienza con gli altri centri di aggregazione degli operai che sono decisivi ai fini della mobilitazione e dell’orientamento della classe operaia e del resto del paese, con l’autorevolezza e le relazioni necessarie per mettersi alla testa di tutte le Organizzazioni Operaie e di tutte le Organizzazioni Popolari in un unico movimento per imporre un governo di emergenza che faccia fronte alla crisi e da subito ponga rimedio almeno agli effetti più gravi già in opera o imminenti. Gli attuali dirigenti della FIOM resistono coraggiosamente e con spirito d’iniziativa sul piano sindacale all’offensiva di Marchionne e complici, ma non sono ancora disposti a portare la lotta sul piano politico, quello su cui si risolve lo scontro che apparentemente è sindacale: solo perché ai sindacati oggi la borghesia e il clero chiedono la complicità assoluta (che la FIOM rifiuta) nel cancellare diritti e redditi dei lavoratori ed eliminare persino quelli che ancora restano dei diritti democratici proclamati alla vittoria della Resistenza antifascista e registrati nella Costituzione antifascista del 1947.

 

Qui sta il problema da risolvere. Perché la vittoria di questa fase della guerra di classe, la fase della costituzione del GBP è possibile. Ma per vincere una guerra bisogna che chi sul terreno mobilita e dirige le forze combattenti, voglia vincerla. Ed è inutile oggi che la FIOM vada a cercare altre sponde, se non complementari e ausiliarie, come possono essere i Grillini o l’IdV: gruppi che hanno conquistato rilievo elettorale o addirittura anche parlamentare nella lotta politica borghese e che con questo hanno conquistato un pulpito o una tribuna da cui già nel pantano in cui affonda la Repubblica Pontificia si fanno sentire e ascoltare dalle masse popolari, orientano e promuovono iniziative di massa. Ma che non hanno ancora l’autorevolezza e la diffusione necessarie per capeggiare il movimento per costituire il GBP.

Anche noi comunisti, per vincere oggi questa fase della guerra per instaurare il socialismo, la fase della costituzione del GBP, non abbiamo altra risorsa che la FIOM. La storia che abbiamo alle spalle non ha creato e quindi non ci lascia altro promotore possibile della costituzione di un governo d’emergenza capace di far fronte alla crisi del capitalismo e della Repubblica Pontificia.

Il PD collabora in grande maggioranza con la borghesia imperialista e il clero: è una componente del vertice della Repubblica Pontificia. Il PD è un’aggregazione gelatinosa di gruppi politici, economici, istituzionali o d’affari asserviti alla Repubblica Pontificia. Né l’“Italia di mezzo”, né Chiamparino, né Vendola, né Bersani cambieranno la natura del PD. I pochi personaggi e le poche voci in contrario che si levano da quella melma possono solo dare contributi individuali oggi alla costituzione del GBP e domani all’instaurazione del socialismo: quindi un ruolo solo ausiliario: come ne possono arrivare da ogni ambiente.

Quello che vale per il PD, vale anche per i sindacati complici: la CISL, la UIL e affini.

I gruppi della sinistra borghese, cioè della sinistra che ha ripudiato l’esperienza del movimento comunista ed esclude l’instaurazione del socialismo come soluzione della crisi in corso, non sono assolutamente in grado di mettersi, come gruppi, alla testa del movimento per la costituzione del GBP. Non hanno più né seguito né egemonia adeguati e hanno anche sempre meno mezzi dopo la loro esclusione (nel 2008) dal Parlamento e dai suoi redditi e benefici, esclusione che hanno raggiunto grazie alla loro complicità con il governo Prodi. In sintesi: non hanno una posizione sociale adeguata a mettersi alla testa del movimento per la costituzione del GBP. Oggi il loro ruolo positivo, in particolare il ruolo positivo del PRC, sta nel movimento di Organizzazioni Popolari che direttamente (Partito Sociale PRC) o indirettamente stanno promuovendo e nello sforzo di presenza favorevole alla resistenza nelle fabbriche e nelle aziende in generale e di sostegno ai movimenti rivendicativi che stanno compiendo. Per di più questo loro ruolo positivo è limitato dallo sguardo sempre fisso al rientro nel Parlamento e nelle combinazioni della Repubblica Pontificia che anima i Ferrero & C e li acceca ancora più di quanto il sindacalismo accechi i vertici della FIOM.

I sindacati alternativi (USB, Federazione Cobas, Slai Cobas, ecc.) possono certamente svolgere un ruolo importante e positivo ai fini della costituzione del GBP perché hanno una forza considerevole dovuta al seguito importante che hanno tra i lavoratori, ma non sono egemoni che in pochissime aziende che siano direttamente (cioè salvo che mettano in opera il metodo delle leve) centri di iniziativa degli operai e quindi centri promotori dell’orientamento e dell’iniziativa delle masse popolari.

Quanto al resto della CGIL, certamente la FIOM (come in generale l’Area Programmatica “la CGIL che vogliamo”) può mobilitare qui grandi forze organizzate, che probabilmente costituiscono gran parte della CGIL e che a loro volta sono capaci di iniziative importanti. Ma la FIOM lo può solo se prende essa stessa la testa della mobilitazione per costituire il GBP, se va essa stessa oltre il terreno sindacale e scende essa per prima sul terreno della lotta politica, l’unico dove la crisi attuale ha soluzione, l’unico dove si vince lo scontro attuale. Solo così infatti la FIOM rimuove l’obiezione più seria che oggi quelle forze sinceramente muovono alla sua linea grettamente sindacalista: “Le lotte senza risultati non stanno in piedi”. Solo prendendo la testa del movimento per la costituzione del GBP, la FIOM travolgerà l’ostilità della destra irriducibile annidata nella CGIL, dei seguaci di Guglielmo Epifani che, nonostante la scadenza del suo mandato di Segretario Generale, sviluppa un grande attivismo reazionario degno del suo infausto predecessore Rinaldo Rigola (1868-1954) passato individualmente da Segretario Generale della CGIL a vegetare sotto l’ala protettrice del fascismo. Epifani addirittura, contro la FIOM e contro la sinistra sindacale e no, si è ridotto ad agitare come uno spauracchio il “rischio di conflitto sociale”, della “lotta di classe” per dirla col vocabolario dei suoi colleghi Sacconi e Marchionne: quando proprio di un rafforzamento vittorioso della propria lotta contro la borghesia e il clero la classe operaia ha bisogno per condurre le masse popolari fuori dalla crisi del capitalismo.

La conclusione è quindi che la possibilità di costituzione del GBP nei prossimi mesi sta nell’orientamento e nella decisione che assumerà nei prossimi mesi la FIOM, che noi comunisti e i lavoratori avanzati riusciremo a far assumere alla FIOM nei prossimi mesi.

Questo è il problema e alla sua soluzione tutti i lavoratori, ogni esponente delle masse popolari può contribuire con la sua iniziativa. Perché ciò che paralizza la FIOM e i suoi esponenti di spicco è la sfiducia nella capacità rivoluzionaria delle masse popolari e della classe operaia del nostro paese e la sfiducia in se stessi. Essi si ostinano ancora oggi a limitarsi al terreno sindacale. Dedicano ancora oggi enormi sforzi a dimostrare ai loro nemici irriducibili (alla borghesia e al clero, ai padrini della Repubblica Pontificia) di essere contraenti ragionevoli (a parlare alla destra), molti di più degli sforzi e delle risorse che dedicano a mobilitare e raccogliere nuove forze, ad accrescere la forza per cui la borghesia, il clero e i padrini della Repubblica Pontificia li temono e li vogliono comunque eliminare (a mobilitare le masse). Non si rendono conto della forza che hanno tra le mani, perché vedono solo o principalmente la forza della borghesia e del clero, del Vaticano e delle Organizzazioni Criminali, dell’Amministrazione USA con le sue cento basi militari e i suoi mille canali di infiltrazione, influenza, manipolazione e intossicazione nella società italiana e dei nazisti sionisti d’Israele con le loro molteplici reti di controllo, neutralizzazione e liquidazione dei loro nemici irriducibili.

Lo sviluppo possente, diffuso e multiforme di iniziative, di Organizzazioni Popolari, di Organizzazioni Operaie è il maggiore tonificante per la FIOM e il suo gruppo dirigente. L’incalzare della mobilitazione reazionaria che punta all’eliminazione della FIOM o alla sua riduzione alle dimensioni degli altri sindacati complici, rafforza la nostra lotta per portare la FIOM a svolgere il ruolo che essa ed essa solo può svolgere nei mesi a venire.

 

I prossimi mesi saranno mesi drammatici. Nel nostro paese e a livello internazionale. Sia per la crisi economica che perdurando si aggrava: una grave crisi alimentare è alle porte, aggraverà la fame, la malnutrizione e la sottoalimentazione che già uccide o indebolisce ed espone a malattie centinaia di milioni di persone nel mondo, in particolare nei paesi oppressi dal sistema imperialista e alimenterà la migrazione di milioni di persone, tanto più quanto minori saranno le prospettive di un rivolgimento efficace, risolutivo e a breve termine della direzione politica sul posto. Sia per la crisi ambientale che perdura e si aggrava, perché i governi imperialisti non adottano rimedi efficaci, ma anzi usano la crisi ambientale come terreno per rivaleggiare e promuovere la mobilitazione reazionaria di massa ognuno nel suo paese, nei suoi protettorati e nei protettorati dei suoi concorrenti.

Sia per la crisi politica che, sulla base della due crisi precedenti, si aggrava nei singoli paesi e nelle relazioni tra paesi. A livello mondiale si aggrava da parte dei governi e dei gruppi imperialisti la preparazione di aggressioni: in particolare da parte della amministrazione USA e del suo tentacolo nazista sionista d’Israele.

Ogni paese ha responsabilità proprie nella crisi delle relazioni internazionali, proprio perché al contrario può svolgere un suo ruolo positivo nelle relazioni internazionali. La rinascita del movimento comunista in un paese rafforza la rinascita del movimento comunista negli altri paesi. Ed è nella rinascita del movimento comunista negli USA perché i comunisti orientino il già oggi vasto movimento di rivolta contro lo stato presente delle cose e lo mobiliti a rovesciare la borghesia imperialista USA e a instaurare il socialismo nel più potente paese imperialista, che sta oggi la più realistica via per porre fine alle minacce di guerra atomica che l’amministrazione federale USA e il suo tentacolo sionista d’Israele fanno gravare su tutto il mondo e anche al ruolo di baluardo della reazione che essi svolgono in ogni angolo del mondo.

Noi comunisti italiani possiamo e dobbiamo svolgere il nostro ruolo nazionale e internazionalista, promuovendo la costituzione del GBP. Su questo dobbiamo concentrare le nostre forze. L’umanità è del tutto in grado di risolvere i gravi problemi che ha di fronte. L’umanità è anzi alla vigilia di un grande passo in avanti, che aprirà un’epoca nuova e di grandi progressi. La gravità stessa della crisi a cui la borghesia, il clero e le altre forze reazionarie, approfittando dei limiti del movimento comunista, hanno portato l’umanità, rende indispensabile una grande trasformazione delle relazioni sociali e quindi degli uomini stessi. Certamente possiamo compierla: la specie umana ha già dimostrato di essere capace di grandi trasformazioni. Certamente la compiremo, perché l’umanità non ha altra via di sopravvivenza. Noi faremo la nostra parte!

 

Forte di questa certezza e contemporaneamente dei successi ottenuti nel promuovere la rinascita del movimento comunista in Italia, il nuovo Partito comunista italiano chiama tutti quelli che vogliono essere comunisti, tutti quelli che si dichiarano comunisti, ad assumere il loro posto nella guerra che i comunisti stanno conducendo per creare le condizioni per la costituzione del GBP e, per questa via, arrivare a instaurare il socialismo.

 

Forti delle lezioni tratte dall’esperienza del movimento comunista, anche dai suoi limiti ed errori, noi comunisti siamo oggi in grado di valorizzare al fine dell’instaurazione del socialismo anche le mille lotte rivendicative dei riformisti e le migliaia e migliaia di iniziative di economia e cultura alternative che senza la nostra opera diventerebbero diversioni dalla lotta di classe che decide del nostro avvenire.

 

I comunisti devono avere il coraggio di affrontare la situazione, forti delle lezioni del movimento comunista!

 

Il nuovo Partito comunista italiano

chiama gli operai avanzati a costituire comitati contro la crisi in ogni azienda!

chiama ogni elemento avanzato delle masse popolari a costituire organismi popolari in ogni quartiere e in ogni paese!

 

Il nuovo Partito comunista italiano chiama gli operai e gli elementi delle masse popolari più avanzati e più generosi a costituire clandestinamente Comitati di Partito in ogni reparto e azienda, in ogni quartiere e paese, in ogni organizzazione di massa, a ogni livello!

 

I lavoratori organizzati possono rimettere in moto il paese, assicurare a tutti le condizioni di una vita dignitosa, stabilire relazioni feconde con gli altri paesi che hanno gli stessi nostri problemi!

 

Non ci salverà la lotta contro i lavoratori degli altri paesi, come proposto da Marchionne!

Non ci salverà la lotta razzista contro gli immigrati, lanciata dalla Lega Nord e dai fascisti, sotto la protezione di Berlusconi, il capo delle Organizzazioni Criminali a cui il Vaticano ha confidato il governo del paese!

 

Le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari devono coalizzarsi e costituire un loro governo d’emergenza che ponga rimedio subito agli effetti più gravi della crisi e avvii la ricostruzione del paese su basi più avanzate, il Governo di Blocco Popolare!