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  La Voce 40 del (nuovo)Partito comunista italiano

La trasformazione dei membri del Partito (CAT)

Se noi membri del movimento comunista fossimo a un buon livello, se non ci fosse un problema di formazione e di trasformazione di noi comunisti e del partito comunista, si porrebbe a noi una questione teorica di difficile soluzione: perché neanche nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria il movimento comunista è riuscito a instaurare il socialismo nei paesi imperialisti?

Invece sono evidenti in noi, nei dirigenti che attorno a noi si reclamano al comunismo, i limiti vistosi in alcuni nella comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe, in altri nell’adesione alla causa. Questi difetti danno ragione dei nostri insuccessi nella lotta per instaurare il socialismo.

Facendo con la guida del marxismo-leninismo-maoismo il bilancio dell’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria risaltano chiaramente i limiti di concezione del mondo e gli errori di analisi della situazione che hanno impedito ai partiti della prima Internazionale Comunista di instaurare il socialismo nei paesi imperialisti. Altrettanto si verifica quando facciamo il bilancio del nostro lavoro, di singole parti di esso.

Da questo ricaviamo la coscienza della strada che dobbiamo percorrere per adempiere il nostro compito e raggiungere la vittoria.

 

I sei principali campi di attività del Partito in questo periodo

1. costituzione dei CdP (La Voce n. 36, 39, 40),

2. formazione alla concezione comunista del mondo e alla sua applicazione,

3. lavoro operaio (La Voce n. 36),

4. inchiesta e intervento nelle OO e nelle OP,

5. linea ACE/ALE (La Voce n. 38, 39),

6. operazioni nella seconda gamba (principalmente con l’intervento nelle aggregazioni promosse dagli esponenti più attivi dei tre vivai).

 

La classe operaia è la classe oppressa tipica della società borghese

Gli operai sviluppano la lotta rivendicativa sulla base della concezione borghese del mondo (come venditori di forza-lavoro), delle condizioni in cui sono posti dai capitalisti e degli strumenti che la società borghese fornisce loro (la concezione clericale-feudale del mondo invece scoraggia le rivendicazioni e la lotta, promuove la rassegnazione e il sacrificio). Come venditori di una merce, la forza-lavoro, essi rivendicano dai capitalisti (lotta economica) e dalle loro autorità (lotta politica) salari più elevati, migliori condizioni di lavoro, protezione sociale per i casi di anzianità, non abilità al lavoro, malattia, disoccupazione, ecc. Su queste rivendicazioni e sulle lotte per indurre capitalisti e autorità a soddisfarle è nato e si è sviluppato il movimento operaio.

Oggi con il termine economicismo indichiamo tutte le concezioni secondo le quali gli operai devono limitarsi alle rivendicazioni.

Nel periodo attuale la borghesia elimina una dopo l’altra le grandi conquiste di benessere e di civiltà che la classe operaia ha strappato alla borghesia nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria. Gli economicisti sono contro l’eliminazione delle conquiste. Essi però limitano la lotta delle masse popolari alle proteste contro l’eliminazione delle conquiste e a rivendicare ammortizzatori sociali contro la disoccupazione, per attenuare gli effetti della crisi del capitalismo. “Contro ...” è in questo periodo il termine abituale e ricorrente nelle loro parole d’ordine. Si distinguono fra loro per il carattere più o meno militante delle lotte e per la gradazione delle rivendicazioni. Essi appaiono quindi conservatori rispetto ai borghesi che vogliono eliminare le conquiste e regredire alle condizioni precedenti la prima ondata.

I comunisti hanno trasformato il movimento operaio, hanno educato e organizzato la parte più avanzata, la sua avanguardia, in movimento comunista cosciente e organizzato. Il movimento comunista non si limita a promuovere la lotta per miglioramenti o per difendere i miglioramenti conquistati: promuove la lotta per porre fine all’ordinamento sociale capitalista e instaurare un nuovo ordinamento sociale, il socialismo che è la transizione al comunismo.

 

 

 

La Voce n. 40
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