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  La Voce 36 del (nuovo)Partito comunista italiano

Sul lavoro operaio del Partito

 

Nel nostro paese la classe motrice del processo rivoluzionario è la classe operaia.(1)

L’esperienza storica mostra chiaramente che solo attraverso la sua mobilitazione è possibile portare le altre classi delle masse popolari (proletari non operai e lavoratori autonomi) a lottare contro i padroni e il loro sistema di relazioni sociali, per l’instaurazione del socialismo. La manifestazione del 16 ottobre a Roma indetta dalla FIOM ha confermato su grande scala il ruolo centrale e strategico della classe operaia nella creazione di un ampio fronte popolare. La battaglia che si è scatenata prima, durante e dopo questa giornata di lotta tra i due schieramenti in grado di dirigere l’attuale società (borghesia imperialista e classe operaia), ha assunto aspetti molto vicini a quelli del confronto e dello scontro tra le due vie concretamente possibili per far fronte alla fase terminale della crisi generale del sistema capitalista e uscire dalla crisi: mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari sotto la direzione della classe operaia o mobilitazione reazionaria delle masse popolari sotto la direzione della borghesia imperialista.

Se nel corso dello sviluppo della fase terminale della crisi imboccheremo la via della mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari, il reale ruolo della classe operaia emergerà sempre più. Sarà la smentita più netta e clamorosa, inappellabile, di quanti negli ultimi decenni da destra e da sinistra hanno approfittato del temporaneo declino del movimento comunista e hanno annunciato e declamato la sua morte e la fine della classe operaia come protagonista della storia e come elemento propulsore e organizzatore del nuovo e superiore sistema economico e sociale. Attraverso lo sviluppo e la trasformazione delle sue organizzazioni (OO) e la loro capacità di aggregazione e di coordinamento delle altre organizzazioni popolari (OP), emergerà che la classe operaia è il centro e il motore della lotta tra le classi, il centro dell’aggregazione delle altre forze popolari e progressiste, il centro del movimento per la costituzione del GBP.(2)

Oggi una delle espressioni principali della debolezza del movimento comunista consiste nel debole legame tra esso e la classe operaia, nell’esiguo numero di operai avanzati che vede nel socialismo l’alternativa all’attuale sistema economico-sociale, che ritiene possibile e necessario instaurare una società diretta e gestita dai lavoratori, il socialismo.

Ovviamente questa debolezza riguarda anche il (n)PCI. Per porvi fine dobbiamo creare nel Partito un ambito particolare e specifico di lavoro che caratterizzerà tutta la fase del rafforzamento e radicamento del Partito aperta un anno fa con la celebrazione del I° Congresso. Infatti per avanzare nella GPRdiLD in corso nel nostro paese dobbiamo superare questo limite. Per instaurare il socialismo nel nostro paese è necessario che il Partito organizzi nelle sue fila dai 70 ai 300 mila operai comunisti.(3) E’ solo con questa salda e capillare rete che il Partito diventerà l’effettivo Stato Maggiore della classe operaia e saremo nelle condizioni di orientare, organizzare e mobilitare milioni di operai e di elementi delle altre classi delle masse popolari nella lotta per l’instaurazione del socialismo.(4)

Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo impostare un lavoro specifico, mirato, scientifico: consapevoli che la situazione “lavora per noi” se noi sapremo sfruttare tutti gli appigli che essa fornisce e se agiremo con spirito d’attacco, “rapace” nel senso di diventare

1. capaci di cogliere e sfruttare ogni occasione e situazione che si presenta per stringere e sviluppare relazioni e rapporti con singoli operai e con OO;

2. capaci di creare noi situazioni e occasioni per stringere relazioni e rapporti con singoli operai e con OO;

3. capaci di utilizzare le nostre forze per sviluppare il coordinamento e il legame tra OO e OP e tra i loro esponenti, ad esempio contrastando settarismi e antagonismi che permangono in particolare tra organismi e sindacati alternativi e la FIOM e la sinistra della CGIL.

Il (n)PCI e le Organizzazioni Modello dei 4 fronti del nostro PGL devono dedicare particolare energie e risorse a questa attività, definendo e modificando a questo fine priorità e ambiti di intervento.

Man mano che aumenterà la massa di operai avanzati con la quale stabilirà rapporti e relazioni (con caratteristiche e a livelli diversi), il Partito sarà sempre più in grado di determinare uno spostamento a sinistra di tutto l’asse politico e sindacale, creerà un orientamento e una coscienza più avanzati che imprimeranno una svolta alla GPRdiLD.

La politica nella lotta tra le classi consiste

- nel trasformare le contraddizioni antagoniste d’interessi (tra campo della borghesia imperialista e campo delle masse popolari) in forze politiche che si combattono ognuna per prevalere, per far valere il suo programma e per imporre la sua volontà come governo della società;

- nel trasformare le contraddizioni non antagoniste di interessi (tra classi e gruppi del campo delle masse popolari) in forze politiche autonome che si combinano per combattere insieme l’antagonista comune che rende i loro interessi incompatibili tra loro.

Nell’ambito dei regimi di controrivoluzione preventiva (Manifesto Programma cap. 1.3.3. pag. 46-56) solo forze politiche della classe dominante, cioè racchiuse per la loro concezione del mondo e i loro obiettivi nell’orizzonte del modo di produzione capitalista, traducevano le contraddizioni che vi sono e agiscono nella società (tra classi e gruppi sociali) in contrapposizione, in contrasti tra forze politiche: cioè tra organismi atti a prendere nelle loro mani il governo del paese o partecipare alla composizione del governo.

L’accentuarsi della crisi costringe le classi delle masse popolari, in particolare la classe operaia, a riprendere una iniziativa autonoma in campo politico perché la borghesia imperialista e il clero assicurano sempre meno le condizioni socialmente necessarie della loro riproduzione, sia pure intese nel modo primitivo che le stesse classi dominanti hanno imposto nel periodo del capitalismo dal volto umano. La crisi ambientale spinge alla mobilitazione anche classi che ancora non hanno problemi economici. La crisi politica, intellettuale e morale entra in contrasto con il progresso intellettuale, morale e civile a cui la prima ondata della rivoluzione proletaria ha spinto l’umanità.

Tutto questo crea le condizioni per un rivolgimento politico.

L’attacco sferrato dalla banda Berlusconi, da Marchionne, dalla Confindustria, da CISL/UIL contro la FIOM con l’acquiescenza del PD e di una parte della CGIL, crea condizioni favorevoli (oltre a quelle generali appresso indicate, ogni CdP deve scoprire e sfruttare quelle particolari e concrete) per sviluppare un proficuo intervento sulla sinistra presente tra gli operai avanzati. Tra di essi si fa sempre più strada la consapevolezza che bisogna rilanciare lo scontro ad un livello superiore, che è sbagliato, è perdente limitarsi a parare i colpi, che occorre “passare dalla difesa all’attacco” e che, inoltre, non basta più essere “contro” Marchionne, la Fiat, i padroni che licenziano, delocalizzano aziende, ecc.: occorre indicare la strada alternativa e percorrerla, essere “per” le misure di emergenza possibili e necessarie per far fronte al disastro economico e sociale che comporta l’attuale società (questo sono le sei misure del GBP - vedasi ad esempio il Comunicato CC 20/10 - 03.10.10) e per uscire dalla crisi. Per una serie di fortunate e particolari circostanze (5) questa consapevolezza si fa strada anche in altri ambiti sociali (vedere ad esempio intellettuali come Flores D’Arcais, organismi come Emergency, i comitati per la difesa dell’acqua pubblica, i pastori sardi, il Comitato Immigrati Italia, ecc. ecc.). Questi ambiti oggi hanno una notevole influenza sugli operai avanzati, quando le loro convinzioni e le loro espressioni sono in sintonia con le impressioni e l’esperienza degli stessi operai avanzati. Questi vedono bene che “senza risultati le lotte non stanno in piedi”, che “le lotte iniziano con molto slancio ed entusiasmo, ma dopo poco tempo gli operai perdono fiducia e non si riesce a mantener viva la protesta, ci si ritrova in pochi”, perché i padroni si ritirano, le autorità si defilano, le occupazioni e i blocchi si prolungano senza scadenze e con scarse prospettive. Senza controparte la rivendicazione non sta in piedi. In definitiva operai avanzati e ambiti della “seconda gamba” diventano due campi che si rafforzano a vicenda nelle loro convinzioni positive e nei loro propositi, perché e se configurano una soluzione che prescinde dai padroni di oggi e dalle loro autorità e soddisfa le aspirazioni degli uni e degli altri che oggettivamente convergono o comunque non sono per loro natura antagoniste.

In sintesi, si diffonde e si rafforza sempre di più la consapevolezza:

1. che la soluzione di questa crisi può avvenire solo sul terreno politico;

2. che è necessario costruire un ampio fronte delle forze sociali, per fronteggiare gli attacchi di Marchionne, della Confindustria, della banda Berlusconi e del resto della destra e costruire un’alternativa.

La nostra linea, la nostra strategia e la nostra tattica rispondono in maniera efficace e organica a queste esigenze e sono in grado di potenziare le tendenze positive che le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari già esprimono. E’ questa la base materiale su cui si sviluppa il nostro lavoro operaio. E’ questo il presupposto oggettivo per la sua riuscita.

Per rendere effettiva la riuscita, occorre però un secondo passaggio, ossia l’azione soggettiva, la nostra azione.

Nell’articolo Reclutare operai avanzati al Partito pubblicato su La Voce n. 34 abbiamo illustrato l’orientamento da seguire per lo sviluppo del lavoro operaio. Indichiamo ora alcuni criteri che arricchiscono il discorso fatto su VO 34 e sono utili per rendere il nostro lavoro operaio ancora più proficuo.

1. Innanzitutto occorre fare inchiesta rispetto ai legami, sia personali che politici, che abbiamo con operai di fabbriche medio/grandi. Spesso, infatti, abbiamo una rete di contatti, relazioni, ecc. di cui sottovalutiamo la portata e le possibilità di sviluppo. Fare il punto, quindi, è il primo passo per lo sviluppo di questo lavoro. Per individuare operai su cui intervenire può essere utile e proficuo mettersi anche a fare il punto con quei collaboratori che hanno molti legami e relazioni, ragionando con loro su chi, dei loro contatti, è possibile intervenire per sviluppare il lavoro operaio: anche in questo caso, spesso abbiamo collaboratori che sono delle “miniere” di contatti, ma non li valorizziamo. Dipende da noi conoscere e valorizzare le forze che già abbiamo. Se non diventiamo capaci di orientare e sviluppare la coscienza dei nostri compagni, difficilmente potremo farlo sulle centinaia di migliaia di operai attivi che lottano, ma non hanno fiducia nelle loro possibilità e capacità di diventare i gestori di una società socialista (sfiducia nel socialismo).

La nostra linea, la nostra strategia e la nostra tattica rispondono in maniera efficace e organica alle esigenze che oggi crescono tra le masse popolari; sono in grado di potenziare le tendenze positive che già le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari esprimono. È questa la base materiale su cui si sviluppa il nostro lavoro operaio. E’ questo il presupposto oggettivo per il suo successo.

2. Una volta individuato l’operaio su cui intervenire, occorre operare su di lui con sistematicità, continuità e pazienza, partendo dalla sua esperienza e costruendo un legame personale o di organizzazione secondo la situazione concreta (all’inizio la relazione può basarsi su legami personali: sta a noi avanzare e trasformarla in relazione di organizzazione). Per fare questo bisogna costruire una relazione che si sviluppa nel tempo, senza mai “mollare l’osso” nonostante le difficoltà che possono esserci in questo percorso. In questo lavoro “impareremo” (conosceremo dagli operai la loro esperienza politica e sindacale, l’azione della borghesia e dei suoi attivisti in fabbrica, le dinamiche e le contraddizioni tra le masse, ecc.) e “insegneremo” (faremo crescere negli operai la coscienza del contesto e del loro ruolo). Possiamo decidere di abbandonare l’intervento sull’operaio individuato solo a seguito di numerosi tentativi articolati in un certo lasso di tempo che non hanno dato risultati positivi, neanche minimi (vedi il punto 4.).

3. Nel condurre l’intervento dicevamo che dobbiamo combinare la creazione del legame politico con l’instaurazione di rapporti personali (uscire insieme per mangiare una pizza, andare a fare sport insieme, ecc.). In questo momento storico in cui le “ideologie sono morte”, il legame personale, d’amicizia svolge un ruolo estremamente importante. Spesso dobbiamo partire proprio dal legame personale (instaurare un legame personale) per poi via via sviluppare il rapporto anche sul piano politico.

4. Ci sono diversi livelli di sviluppo del legame politico di un operaio avanzato con noi. Indichiamo i principali:

- essere un compagno che ci informa di quello che avviene in fabbrica, dell’aria che tira, delle mobilitazioni in corso, ecc. e ci aiuta a rendere più mirati la nostra propaganda e ogni altro nostro intervento sulla fabbrica;

- essere un compagno che fa un’azione di orientamento in fabbrica portando la nostra linea (o parte della nostra linea), affiggendo nostri volantini o estratti di nostri volantini e comunicati nella bacheca sindacale, portando la nostra linea nelle assemblee, ecc.;

- essere un compagno che contribuisce attivamente allo sviluppo del nostro lavoro organizzativo mettendoci in contatto con altri operai avanzati della sua fabbrica e con esponenti sindacali, ci aiuta a stabilire relazioni con OO;

- diventare membro di un’Organizzazione Modello dei quattro fronti del PGL;

- diventare membro del Partito e lavorare per creare un CdP nella sua azienda.

Sono cinque diversi livelli di legame e di mobilitazione. In alcuni casi l’uno aprirà le porte al successivo, in altri casi il rapporto si assesterà al primo o al secondo livello. Situazione per situazione occorre saper valorizzare al meglio il contributo che l’operaio in questione può dare e operare per elevare il suo orientamento. E’ operando su questi cinque livelli che creeremo la rete di relazioni con operai avanzati di cui abbiamo bisogno per avanzare nella GPRdiLD.

5. Per comprendere l’importanza dei cinque livelli appena indicati e non considerare importante (avere in mente) solo il quarto o quinto (il reclutamento) occorre comprendere che l’accumulazione delle forze rivoluzionarie si sviluppa su quattro piani, distinti ma connessi tra di loro:

- reclutamento nel Partito;

- rafforzamento delle Organizzazioni Modello della “carovana” del (n)PCI;

- rafforzamento della rete di contatti e relazioni che ci circonda (simpatizzanti, collaboratori, organizzazioni a noi vicine);

- rafforzamento dell’influenza che esercitiamo indirettamente su singoli e organismi.

La costruzione del Nuovo Potere avviene attraverso lo sviluppo di questi quattro piani strettamente legati e connessi tra loro che dobbiamo sviluppare in modo armonico (“suonare il piano con dieci dita”). Sarebbe un errore strategico vedere solo il reclutamento nel Partito: non permetterebbe di dispiegare tutte le nostre potenzialità e di attingere da tutto quello a cui è possibile attingere e scadrebbe in una visione sbagliata del Partito: il Partito che fa la rivoluzione invece del Partito che dirige, organizza e mobilita la classe operaia (e il resto delle masse popolari) a fare la rivoluzione. Solo se nel campo dell’accumulazione delle forze vediamo tutti questi quattro piani, riusciamo a comprendere l’importanza dei cinque livelli (punto 4) dello sviluppo del legame con un operaio avanzato.

Il ruolo che le OO e le OP dovranno svolgere con il GBP:

 

1. indicare i provvedimenti concreti che caso per caso e momento per momento il GBP deve adottare,

2. farli applicare o applicarli direttamente,

3. stroncare ogni tentativo di sabotare e boicottare il GBP.

Questo mostra più chiaramente che la costituzione del GBP è una via possibile e del tutto realistica all’instaurazione del socialismo, che apre la strada alla rinascita del movimento comunista e all’instaurazione del socialismo. Le OO e le OP diventeranno i veri organi di governo locale.

Questo è un lavoro per molti versi nuovo per la “carovana” del (n)PCI. Il “nuovo” è strettamente connesso con la fase eccezionale in cui siamo entrati, con gli avvenimenti legati alle lotte e al ruolo degli operai e delle OO (basta guardare al ruolo assunto dalla FIOM, nonostante le resistenze dei suoi dirigenti) nella vita politica della Repubblica Pontificia e nella lotta di classe nel nostro paese e con l’approccio diverso, rispetto al passato, con il quale occorre guardare le organizzazioni sindacali di regime e alternative (ognuna di queste è destinata a posizionarsi e dividersi in due: o dalla parte della borghesia imperialista e della Repubblica Pontificia o con le masse popolari e il socialismo). L’attività con cui leghiamo gli operai al Partito e alla lotta per instaurare il socialismo presenta quindi un carattere in buona parte sperimentale. Non bisogna aver paura di osare e di imparare dall’esperienza. La situazione “lavora per noi” se sappiamo sfruttarne tutte le potenzialità. Seguendo i criteri qui indicati, certamente faremo importanti passi in questa direzione.

Al lavoro, compagni!

Antonio G.

 

 

Note

 

1. “La classe operaia è costituita dai lavoratori assunti dai capitalisti per valorizzare il loro capitale producendo merci (beni o servizi)” - dal Manifesto Programma cap. 2.2. (Analisi di classe della società italiana), pag. 169. Gli operai così intesi in Italia sono circa 7 milioni (di cui circa 1 milione lavora in aziende con più di 500 dipendenti). Comprendendo anche i familiari e i pensionati, si arriva a 17 milioni di persone, il 30% della popolazione. I proletari non operai sono circa 8 milioni, 19 milioni con i familiari e i pensionati. I lavoratori autonomi sono circa 6 milioni, 15 con i familiari e i pensionati. Questo è il campo delle masse popolari. 

 

2. “Con la manifestazione di sabato a Roma la linea della costituzione del GBP non è più solo la linea indicata dal Partito comunista. Per la prima volta l’hanno presa in mano le masse popolari, in una grande iniziativa di massa. La linea della costituzione del GBP sabato è scesa in campo sulle gambe, con i sentimenti e la volontà di centinaia di migliaia di operai, lavoratori dei più diversi settori, donne, giovani, immigrati, intellettuali. È stata l’anima reale di una grande manifestazione indetta dalla FIOM con l’adesione di migliaia di OO e di OP. Una manifestazione che non avrebbe futuro e prospettiva senza quella linea, perché le centinaia di migliaia di dimostranti possono realizzare le loro aspirazioni solo costituendo il GBP.” (Comunicato CC 24/10 - 17.10.10)

 

3. In proposito vedasi La Voce n. 20 (luglio 2005), pag. 4.

 

4. Nei paesi imperialisti i corpi armati sono lo strumento di ultima istanza del potere. “Alcuni di noi quando pensano al potere, pensano ai fucili, a corpi armati e ad altri mezzi di intimidazione e di costrizione. Ma il potere è anzitutto capacità di progettare le azioni delle masse popolari, di indicare alle masse popolari cosa fare e avere con esse una relazione tale che esse effettivamente fanno quello che noi indichiamo.” (La Voce n. 35, pag. 13)

 

5. Le principali di queste circostanze sono: la crisi ambientale, le prove di fascismo (l’antifascismo ha eretto una barriera morale, intellettuale e psicologica che anni di manovre di riabilitazione del fascismo, di denigrazione del movimento comunista e di revisionismo storico non hanno ancora demolito né sono riuscite completamente ad aggirarla altre manovre, come il razzismo, il sionismo e il fondamentalismo religioso), l’attaccamento alla democrazia politica e sindacale tra i pubblici dipendenti in particolare gli insegnanti e i magistrati, il ruolo antiquato del Vaticano e della sua Chiesa cui ogni movimento reazionario in Italia si appoggia, l’eredità di idee e di sentimenti suscitati dalla prima ondata della rivoluzione proletaria.