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  La Voce 36 del (nuovo)Partito comunista italiano

Cosa fare dopo la manifestazione di Roma

Le questioni aperte del GBP

 

La manifestazione del 16 ottobre a Roma, indetta dalla FIOM con l’adesione di migliaia di Organizzazioni Operaie e di Organizzazioni Popolari, ha fatto fare un balzo in avanti al movimento perché le OO e le OP si coalizzino e costituiscano un loro governo di emergenza, il GBP. Il grande successo della manifestazione e il significato ideologico e politico che essa ha assunto nell’animo di milioni di lavoratori, di donne, di giovani, di immigrati e di pensionati dipendono dai molti fattori che hanno portato ad essa. Fattori a prima vista eterogenei ma che via via, grazie al legame che in realtà esiste tra loro, hanno finito per convergere (e in questo vi è una profonda e preziosa lezione di materialismo dialettico per noi comunisti) nella manifestazione che, subito dopo il referendum del 22 giugno imposto da Marchionne agli operai della FIAT di Pomigliano, la FIOM aveva indetto a prosecuzione della sua resistenza al Piano Marchionne, sull’onda del successo che la sua resistenza aveva avuto nel referendum, anche grazie all’opera dello SLAI Cobas e di altri sindacati e organismi d’opposizione, tra cui noi. Questa a grandi linee la concatenazione degli eventi e delle azioni dei differenti attori. Da qui il grande successo di partecipazione della manifestazione, ma anche la sua efficacia come strumento di formazione politica e ideologica. 

Compito di noi comunisti è fare in modo che la coscienza e i sentimenti che la manifestazione ha creato o rafforzato nell’animo di quelli che direttamente o indirettamente vi hanno partecipato, continuino a crescere fino a dare i frutti che la situazione rivoluzionaria in sviluppo e le condizioni particolari dei vari partecipanti rendono possibili e necessari. Questi frutti si riassumono nella costituzione del Governo di Blocco Popolare, anche se la maggioranza dei partecipanti diretti o indiretti probabilmente non ne è ancora consapevole. Proprio per questo l’opera di noi comunisti è indispensabile.

 

Di certo per le masse popolari del nostro paese quella del 16 ottobre non è stata una manifestazione principalmente e tanto meno solo sindacale.

La destra della CGIL (in testa Guglielmo Epifani e Susanna Camusso, la banda dei craxiani nella CGIL) e della stessa FIOM (Fausto Durante in testa) hanno cercato fino all’ultimo di ridurla a questo rango. Non ci sono riusciti a causa di due fattori:

1. un primo, il principale: la varietà e quantità delle adesioni,

2. il secondo: la volontà dei dirigenti della FIOM e dell’Area Programmatica “La CGIL che vogliamo”.

Questo ultimo fattore è molto importante e foriero di sviluppi promettenti perché, visti i risultati della manifestazione, rafforza il legame tra il gruppo dirigente della FIOM e dell’AP e il movimento perché le OO e le OP costituiscano il GBP: sarà sempre più difficile per ognuno dei membri di quel gruppo dirigente tirarsi indietro. La stessa accresciuta avversione dei loro nemici (nella CGIL e fuori) e degli avversari di quel movimento renderà loro difficile la ritirata. Particolare non trascurabile: il successo che la FIOM ha ottenuto ha spuntato molte delle armi ideologiche del “buon senso” corrente, della destra sindacale e popolare, della destra per depressione e rassegnazione, per debolezza ideologica: “le lotte senza risultati non stanno in piedi”: vero, se restano lotte puramente rivendicative; “le masse non si mobilitano”: vero, se non c’è un centro di mobilitazione autorevole e, almeno di fatto, ideologicamente radicale: “il berlusconismo di massa”: nei lavoratori è il rancore e la rassegnazione, l’abbrutimento degli esclusi, dei delusi e dei traditi; “per ampliare il consenso bisogna spostarsi a destra”: la FIOM e la manifestazione hanno avuto successo perché si sono collocate a sinistra quanto occorreva per raccogliere e sintetizzare lo stato d’animo della sinistra della parte organizzata e attiva delle masse popolari; ecc.

Il primo fattore invece deve (può) rafforzare quelli che hanno aderito e deve (può) indurre all’autocritica quelli che non hanno aderito alla manifestazione, ma condividono l’esito politico della manifestazione: in primo luogo i vertici dei sindacati alternativi e di base. In nome delle vecchie e giuste ragioni, per il rifiuto di fare l’analisi concreta della situazione attuale e capire in che cosa essa è diversa da quella in cui essi sono nati, quindi per inerzia e ozio mentale, i sindacati alternativi hanno in larga parte finito (e non è la prima volta) per remare contro le loro stesse buone ragioni, assieme alla destra della CGIL. In concreto hanno fatto quello che potevano fare perché la manifestazione di Roma diventasse il più possibile una manifestazione corporativa della FIOM, una manifestazione di categoria, una manifestazione sindacale. Quindi come gruppo particolare di sindacalisti, come gruppi settari sono tra i perdenti della giornata. Quelli di loro che faranno un bilancio serio e politico della situazione, si uniranno invece con noi a raccogliere e coltivare i frutti della giornata.

La manifestazione del 16 ottobre è stata una manifestazione principalmente politica. Ha convinto milioni di membri delle masse popolari che è possibile unirsi, che siamo tanti, che forse possiamo vincere. Ha rafforzato in migliaia e migliaia di donne e uomini di svariate categorie e gruppi sociali la convinzione che la soluzione della crisi attuale va costruita sul terreno politico, costituendo un governo del paese estraneo al teatrino della politica borghese e ai vertici della Repubblica Pontificia. In alcuni ha rafforzato la convinzione che è necessario e possibile, in altri ha gettato l’idea che forse quella è la strada.

Compito di noi comunisti è

1. portare gli uni a tradurre la convinzione in azione, in mobilitazione a creare le tre condizioni necessarie per costituire il GBP e a rendere il paese ingovernabile da ogni governo emanazione dei vertici della RP;

2. rafforzare negli altri il seme che la manifestazione ha gettato, trasformarlo in convinzione e tradurlo in attività.

 

La crisi economica e la crisi ambientale continuano e si aggravano. Quindi si aggravano la crisi politica, la crisi intellettuale e la crisi morale. Tutti gli aspetti della crisi attuale si aggravano. Le classi, i settori e i gruppi sociali che hanno aderito alla manifestazione di Roma o che si rammaricano di non avervi aderito perché ne condividono l’esito e il significato ideologico e politico, avranno ragioni sempre più forti per sviluppare il messaggio politico della manifestazione. Lo faranno se noi comunisti e gli altri gruppi avanzati svolgeremo un adeguato ruolo d’avanguardia.

Non è a causa della coscienza dei suoi dirigenti che la FIOM ha assunto il ruolo che di fatto ha assunto nel movimento per la costituzione del GBP. È la situazione e la concatenazione degli eventi che l’hanno sospinta e hanno sospinto i suoi dirigenti sul palcoscenico, in prima fila di quel movimento. Se la FIOM non voleva essere ridotta al ruolo della FIM, della UILM e di affini sindacati complici ha dovuto farlo. Il lato positivo della cosa è che essa sarà tanto più indotta a svolgere quel ruolo e a svolgerlo con tanta più forza, quanto maggiore sarà la spinta degli avvenimenti e degli iscritti, degli operai, dei membri degli altri settori e gruppi che hanno aderito. Sui dirigenti della FIOM noi comunisti abbiamo poco potere e grandi sono invece l’influenza e la pressione della classe dominante e della destra sindacale. Sui lavoratori avanzati invece noi comunisti abbiamo tutta l’influenza che le nostre forze e la nostra energia e capacità d’iniziativa ci rendono capaci di esercitare: insomma dipende da noi!

Tramite i lavoratori avanzati noi possiamo legare la FIOM al suo ruolo, continuare a sospingerla in avanti. I membri dei sindacati alternativi possono fare, per altri motivi, quello e più di quello che facciamo noi comunisti: basta che lo vogliano farlo invece di ostinarsi a fare concorrenza alla FIOM e alla CGIL sul terreno rivendicativo, a organizzare (vedi USB) il sabato 9 ottobre a Torino in contrapposizione al sabato 16 ottobre a Roma (ma visto che Roma ha avuto comunque successo, i due mila o diecimila di Torino contribuiscono a rafforzare il movimento se non diventano pretesto per accrescere il rancore, il settarismo e l’autoisolamento dei dirigenti dalle USB e altri sindacati alternativi).(1) Il trattamento che Marchionne, il governo Berlusconi e il PD riservano già oggi alla FIOM è il segnale ancora pallido della sorte che attende i dirigenti della sinistra sindacale se non imboccano la strada della costituzione del GBP: anche questo li convincerà che per loro non c’è altra via di sopravvivenza che diventare promotori e protagonisti del GBP. D’altra parte è evidente persino a Bonanni che il prestigio e la forza della FIOM presso gli operai crescono ogni volta che la FIOM resiste a Marchionne (invece quanto ai loro affari finanziari tipo fondo Cometa, i capi della FIOM prima o poi dovranno decidersi ad adottare le soluzioni meno onerose e sfuggire alla presa dei nemici)!

 

Fino alla campagna indetta da Marchionne contro gli operai di Pomigliano e la controcampagna culminata nella battaglia del 16 ottobre, la FIOM era uno dei centri possibili del movimento per costituire il GBP. Per una serie di circostanze e una concatenazione di eventi, quelle che hanno portato alla vittoria del 16 ottobre, lo è diventata. Principalmente agendo sui lavoratori avanzati, noi comunisti possiamo fare in modo che lo resti e lo diventi con sempre più forza, con sempre più determinazione, con maggiore coscienza. Fino al successo. Ciò non preclude che nel movimento confluiscano tutte le OO e le OP. Per lanciare a livello di massa un movimento occorreva un centro autorevole: e la FIOM lo è stata. Nel corso del suo sviluppo il movimento si costituirà una sua struttura adeguata e ci sarà posto per tutti quelli che godono della fiducia delle OO e delle OP e hanno gambe per marciare.

 

La situazione italiana è complicata, ma presenta molti aspetti favorevoli alla costituzione del GBP.

1. Berlusconi non se ne andrà, non può andarsene perché finirebbe peggio di Craxi. Vari elementi della sua banda sono in condizioni analoghe alle sue: criminali più o meno di genio scesi in politica al suo seguito. Questo obbliga Berlusconi a restare e gli consente di tirare in lungo per un altro po’ contro tutto e contro tutti. Ma nello stesso tempo gli rende sempre meno possibile restare e governare, perché l’ostinazione di Berlusconi spinge tutti i politicanti della destra borghese, che sono nella banda Berlusconi o legati ad essa ma aspirano con qualche possibilità a sopravvivere a Berlusconi, a sganciarsi da Berlusconi finché sono in tempo, per non essere trascinati nella sua rovina, non perdere seguito tra le masse e ruolo nei vertici della Repubblica Pontificia. Fini farà scuola e il caos nei vertici della RP aumenterà. L’attacco aperto alla Costituzione del 1947 è un sintomo significativo della trasformazione in corso nella classe dominante e degli effetti che ha sulle forze che noi possiamo mobilitare. Finché la classe dominante è riuscita a comporre i contrasti d’interessi tra i gruppi che la compongono, per tutte le parti che le erano scomode essa ha eluso, aggirato o semplicemente ignorato la Costituzione del 1947 che aveva accettato come male minore (vedansi in proposito le confessione di Kossiga, allora esponente della sinistra DC). Da quando non riesce più a comporre i contrasti d’interessi tra i gruppi che la compongono, quanto più difficile diventa comporre i contrasti di interessi tra i gruppi che la compongono, tanto più la Costituzione del 1947 è diventata un’arma che una parte impugna contro l’altra. Allora l’altra parte inalbera la bandiera dell’abolizione o revisione della Costituzione del 1947.

Proprio il caos purulento che si determina scombina il regime di controrivoluzione preventiva (MP pag. 46-56). Combinato con le condizioni della crisi economica e ambientale, questo costringe o induce la sinistra borghese e tutti gli elementi che sintetizziamo con l’espressione “seconda gamba” a rivolgersi a soluzioni d’emergenza come quella che proponiamo noi, anche se queste soluzioni aprono la strada alla rinascita del movimento comunista da cui aborrono o di cui sono diffidenti: stato di necessità e male minore obbligano.

La crisi finanziaria dello Stato è anch’essa irreversibile. I governi che i vertici della Repubblica Pontificia possono mettere in campo non hanno la forza per prelevare come imposte i soldi dove i soldi ci sono, cioè dai ricchi e dalle loro società.(2) Non possono fare altri debiti perché il sistema finanziario, bancario e monetario europeo e mondiale di cui sono succubi glielo impedisce. I posti di lavoro di variati milioni di dipendenti pubblici sono a rischio. Indirettamente è a rischio tutto il sistema di ammortizzatori sociali e di incentivi alle imprese produttive di merci. In queste condizioni i precari della scuola, i ricercatori, gli studenti e svariate altre categorie anche a breve non hanno altra soluzione che soluzioni d’emergenza: quelle di cui noi siamo fautori determinati e autorevoli.

Il Vaticano con le sue bizzarrie reazionarie (che però sono un aspetto imprescindibile del ruolo che ha assunto e svolto e che svolge nella società borghese, in Italia e nel mondo, dopo la svolta operata poco più di cento anni fa da Leone XIII: gli sviluppi del Concilio Vaticano Secondo hanno mostrato che l’aggiornamento teologico e morale della Chiesa Cattolica porta alla dissoluzione della monarchia assoluta che ha la sua corte nel Vaticano) crea mille buone ragioni di vario genere perché una parte della “seconda gamba” (e perfino del clero) sia sempre più costretta ad abbracciare soluzioni radicali d’emergenza.(3)

L’arretratezza della borghesia imperialista italiana rende vani gli appelli a “fare come la Germania: del resto non ci possono essere dieci, cento, mille Germanie nel mondo! Inoltre in questo caso vale anche il detto “non è oro tutto quello che luccica”! L’appello di Marchionne a fare la guerra contro gli altri paesi ha poche possibilità di successo in Italia viste la posizione internazionale e la natura della borghesia italiana. In realtà Marchionne sta pilotando la FIAT ad andarsene dall’Italia (in Brasile, in Argentina, negli USA, in Serbia, in Polonia, in Cina, in India, insomma in paesi dove in questi anni gente come lui può avere successo: in Germania gli hanno già rifiutato l’ingresso). Ma l’appello a fare come la Germania è patetico anche se a lanciarlo è Cremaschi o Landini: è come incitare una gallina a fare il gallo. A parte che in un pollaio non ci possono stare molti galli, il punto principale è che l’arretratezza della borghesia italiana sta nel patto che dall’unità d’Italia la lega al Vaticano: questa è l’anomalia italiana, quello che non permette che l’Italia sia “un paese normale”, per dirla con D’Alema. Ma d’altra parte il Vaticano da settanta anni è il più solido pilastro, anzi oramai l’unico pilastro portante del sistema politico della borghesia italiana, la Repubblica Pontificia.

Tutti questi fattori negativi per la borghesia italiana, noi comunisti grazie alla nostra linea del GBP li trasformiamo in fattori positivi, favorevoli al successo della via di uscita dalla crisi che noi indichiamo alle OO e alle OP, per la costituzione del GBP. Rendono in Italia più facile che negli altri paesi imperialisti uscire dalla crisi. Basta che noi comunisti svolgiamo con forza e determinazione il nostro ruolo.

 

L’iniziativa della FIOM ha confermato a tutti i lavoratori, alle donne, ai giovani, agli immigrati e ai pensionati (e anche alla classe dominante) alcune grandi verità, alcune leggi della trasformazione della nostra società attuale.

1. Gli operai possono essere la classe dirigente del paese: quando si mobilitano e scendono in lotta, attorno a loro si mobilita su grande scala il resto delle masse popolari.

2. I vertici della Repubblica Pontificia non sono in grado di governare il paese se la classe operaia si mobilita contro di loro.

3. Chi gode della fiducia della classe operaia può prendere il governo del paese: al momento attuale nessuno è in grado di opporsi frontalmente a loro.

4. La forza motrice della modificazione della FIOM è la massa dei lavoratori e in particolare la massa dei suoi iscritti: i dirigenti non vanno apertamente e frontalmente contro gli iscritti (la chiamiamo legge Sabattini). Per convincere i dirigenti della FIOM a impegnarsi nella costituzione del GBP, l’anello principale è creare tra gli operai avanzati una forte corrente di opinione favorevole alla costituzione del GBP. La manifestazione del 16 ottobre e la mobilitazione che l’ha prodotta hanno avviato la creazione di una simile corrente su scala di massa.

5. Il (n)PCI può dirigere tutto se tramite la rete dei suoi CdP e tramite la parte più avanzata dei lavoratori (le 4 categorie di lavoratori avanzati), influenza la massa dei lavoratori avanzati. Ciò che equivale a dire: se in tempi relativamente brevi diventa l’organizzazione degli stessi lavoratori avanzati (reclutamento dei lavoratori avanzati).

6. Il reclutamento di operai avanzati al (n)PCI e lo sfruttamento di tutti i 5 livelli di legame politico (indicati nell’articolo Sul lavoro operaio del Partito, pubblicato in questo numero della rivista) è la chiave risolutiva del successo della nostra lotta per la costituzione del GBP, primo tratto del cammino (prima fase della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata) che ci porterà a fare dell’Italia un nuovo paese socialista.

 

La garanzia che il GBP farà un lavoro positivo, che i suoi esponenti “non si faranno comperare, “non cambieranno atteggiamento”, non “tradiranno gli interessi delle masse popolari e dei lavoratori” non sta principalmente nelle convinzioni, nella sincerità e nell’onestà degli individui che lo comporranno. Su questo non possiamo mai giurare e gli uomini cambiano. La borghesia e il clero sicuramente faranno su di loro opera di seduzione e corruzione, non risparmieranno a ognuno di loro, a partire dai più deboli, offerte, pressioni, ricatti e minacce. Le cose non fileranno lisce e contrasti sui provvedimenti da prendere certamente ce ne saranno.

La garanzia principale sta nella natura proletaria e popolare delle OO e delle OP che avranno portato al potere il GBP, che gli indicheranno i provvedimenti particolari e concreti che deve adottare per tradurre in pratica le sei misure programmatiche (le sei misure generali del GBP), che cureranno e assicureranno che i suoi provvedimenti siano attuati. Passo dopo passo, le OO e le OP si moltiplicheranno e rafforzeranno nell’esperienza pratica e diretta di potere locale e nel rapporto con il GBP e i livelli intermedi fino a diventare il nuovo sistema politico e legale del paese. Questa è la via del successo del GBP. Altrimenti sarà travolto dalla mobilitazione reazionaria e dalla guerra civile che i gruppi più criminali della borghesia e del clero certamente cercheranno di scatenare. E certamente avranno nella classe dominante e nei governi reazionari degli altri paesi imperialisti (se ancora saranno in piedi) più seguito per scatenare la guerra civile, quando borghesia, clero e governi reazionari vedranno che il GBP regge, si rafforza e il suo esempio contagia altri paesi.

 

Tra i personaggi che attualmente già godono in qualche misura della fiducia delle OO e delle OP (i Landini, i Bernocchi, i Rinaldini, i Gino Strada, ecc.), la questione del GBP fa la sua strada. Per ora la maggior parte di quelli che si pronunciano dicono che loro “non contano un cazzo”. E forse credono veramente di non contare un cazzo, a causa della loro mentalità borghese, perbenista e parlamentarista (legalitaria) della società (cioè a causa della loro dipendenza ideologica dalla borghesia). Nella loro mentalità borghese, nella loro concezione borghese del mondo contare vuol dire essere tenuti in conto dai padrini della Repubblica Pontificia: nella loro concezione del mondo la fiducia delle masse popolari e degli operai non ha peso politico.

Ma in realtà Landini stesso già va proclamando (del tutto a ragione) che è impossibile governare le fabbriche senza il consenso dei lavoratori (consenso ottenuto, strappato, imposto in un modo o nell’altro: dall’egemonia al terrore). Noi abbiamo aggiunto

1. che è impossibile governare un paese imperialista senza il consenso delle masse popolari,

2. che elemento determinante del consenso delle masse popolari (della loro acquiescenza) alla borghesia imperialista è che la classe operaia non funga da centro di aggregazione e di mobilitazione delle masse popolari contro la borghesia: quindi che la classe dominante abbia il consenso della stessa classe operaia (cioè che la classe operaia non abbia la sua avanguardia organizzata, il partito comunista, il suo Stato Maggiore). Un paese imperialista non si riesce a governare contro l’opposizione della classe operaia. Ne era consapevole anche Mussolini che vide negli scioperi del marzo 1943 la conferma della fine del suo regime. La DC ebbe il “consenso” della classe operaia tramite l’adesione del PCI alla Repubblica Pontificia che privò la classe operaia del suo Stato Maggiore costruito nella lotta contro il fascismo e nella Resistenza. È una legge che noi comunisti dobbiamo 1. aver ben presente nella ideazione delle nostra attività, 2. propagandare ampiamente per convincere che è possibile costituire il GBP.

Ma man mano che il paese diventerà ingovernabile da governi emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia, diventerà palese che sono le masse popolari che fanno la storia e che chi gode dell’appoggio delle masse popolari ha la forza per governare. Di contro è impossibile governare un paese imperialista senza un certo livello di adesione delle masse popolari, cioè con la classe operaia all’opposizione (quando la classe operaia si oppone al regime, essa egemonizza e trascina il resto delle masse popolari). Quindi sono le masse popolari (e in particolare la classe operaia) che in definitiva decidono.

 

Dobbiamo dare per scontato che i dirigenti sindacali, ivi compresi in particolare i dirigenti della FIOM, sono ancora lungi dall’essere convinti di assumere il ruolo che loro incombe, di promotori del GBP e di candidati a comporre il GBP. Lo diventeranno solo se vi saranno spinti dagli iscritti e dagli operai, dalle OO e dalle OP, dagli altri personaggi che fanno parte della “seconda gamba” del movimento per la costituzione del GBP. Sono gli elementi decisivi, ma con ogni probabilità saranno gli ultimi a decidersi, perché per loro formazione sono cauti e calcolatori. Solo Berlusconi nei suoi incubi e quando deve eccitare la parte più fascista e reazionaria dei suoi seguaci li chiama e considera comunisti. 

Ma la FIOM è uscita dalla fabbriche ed è andata oltre i problemi strettamente di categoria e si rivolge agli organismi di movimento: alle OO e alle OP. Questo vale anche per l’Area Programmatica la CGIL che vogliamo e per quella parte della destra CGIL che sta andando a sinistra, per personaggi alla Mimmo Pantaleo segretario generale della FLC - CGIL (Federazione dei Lavoratori della Conoscenza - CGIL).

È una necessità dettata dalla situazione, se vogliono difendere gli interessi sindacali, economici e normativi (i diritti) della categoria contestati dalla classe dominante e dalle sue autorità (Piano Marchionne, Riforma Gelmini, Riforma Brunetta, ecc.), cioè se non vogliono essere ridotti al ruolo a cui sono avviati i sindacati complici UILM, FIM, ecc.

Anche la CGIL non può più praticare concertazione e compatibilità. Lo ha potuto fare quando l’eredità del capitalismo dal volto umano e della prima ondata della rivoluzione proletaria era ancora ricca: allora la linea dell’ex capo della UIL Giorgio Benven(d)uto (“gli operai devono rendere una parte di quello che hanno strappato ai padroni”) aveva campo per esplicarsi. Oggi una larga parte dei lavoratori è già ridotta all’osso e le aziende capitaliste chiudono e, senza GBP, delocalizzano.

La FIOM ha dovuto mettersi al centro del movimento per costituire il GBP e quanto più si impegna in simile movimento, tanto più difficile e pericoloso le diventa tornare indietro. Una parte cospicua della CGIL dovrà fare la stessa strada, per sopravvivere. Basta che noi comunisti siamo capaci di mantenere in campo sempre più in luce la linea che le OO e le OP devono costituire il GBP. La UIL, la CISL e gli altri sindacati complici perderanno pezzi prima che quanto resterà confluisca nella mobilitazione reazionaria (a partire dagli operai e dai dipendenti pubblici iscritti - verso i quali non abbiamo ancora fatto campagna perché disdicano l’iscrizione - fino a sindacalisti e funzionari): il processo è già incominciato (vedi ad esempio il caso di Letizia Pacifico della FIBA-bancari CISL). La situazione si è trasformata al punto che CISL, UIL, UGL e gli altri sindacati nati e vissuti come sindacati di regime, di collaborazione di classe, di conciliazione, di assoggettamento dei lavoratori ai padroni non riescono più a nascondere, mascherare la loro reale azione e natura di agenzie padronali e clericali per i lavoratori, dietro la facciata dell’unità d’azione con la CGIL, dietro la gestione di rivendicazioni minute e dietro la contrattazione. Il loro tradimento ha dovuto diventare “aperto tradimento”, Bonanni e Sacconi sono diventati un solo uomo. Piazza Statuto (Torino 1962) è dietro l’angolo in ogni città.

 

Come costituire il GBP senza passare tramite un processo di assimilazione al teatrino della politica borghese e senza sottostare alle forche caudine e alla selezione da parte del vertici della Repubblica Pontificia, alla scuola di corruzione e assimilazione, di selezione a rovescio, di seduzione e messa sotto controllo?

In una certa misura la stessa classe dominante ci aiuta. Il suo governo è sempre più un colabrodo, incapace di far fronte alla situazione con le buone e nell’impossibilità di usare su grande scala le cattive. Gli interventi militari all’estero vanno male, Afghanistan in testa. Il governo non può contare sull’indebitamento a causa dei vincoli finanziari posti dalla UE e dal sistema finanziario mondiale, né può aumentare le imposte oltre certi limiti alle classi popolari ed è ridotto a scaricare le spese su comuni, province e regioni: i loro portavoce sono sempre più in difficoltà. La classe dominante stessa è divisa al suo interno. Le divisioni aumentano anche in seno al Vaticano. Una parte degli industriali non vede via d’uscita. L’egemonia degli USA e dei gruppi sionisti è in ribasso e il loro prestigio ridotto.

Sfruttare le contraddizioni in campo nemico non vuol dire individuarle e denunciarle, parlarne. Vuol dire essere in condizioni (essersi messi in condizioni, mettersi in condizioni) tali da trarne vantaggio. Non è una questione essenzialmente di propaganda, è un’operazione organizzativa, pratica.

Una legge analoga vale anche nelle relazioni interne al campo delle masse popolari, di fronte all’attività dei riformisti (dei fautori di rivendicazioni, dei promotori di lotte puramente rivendicative) e all’attività dei promotori e fautori di attività produttive e di distribuzione alternative (alla Guido Viale); bisogna che ci mettiamo in condizioni di poter valorizzare le loro attività al fine 1. oggi di rafforzare il movimento per costituire il GBP, 2. domani di individuare a quali provvedimenti particolari e concreti il GBP deve dare forma e autorità di leggi nazionali e di far valere i suoi provvedimenti.

Questo vuol dire perseguire una linea politica, indicare una prospettiva (propaganda) e promuovere una combinazione di gruppi sociali e di forze politiche (organizzazione) che si rafforza in quantità e in prestigio grazie alle contraddizioni dei primi (i nemici) e grazie all’attività dei secondi (riformisti, ecc.). Se il movimento che noi promuoviamo conquista via via la forza, l’autorità e il seguito per costituire un governo autorevole (cioè capace di farsi obbedire una volta definiti i provvedimenti, che proprio a questo fine devono essere giusti), ci gioveremo dei contrasti in seno alla classe dominante e dei vincoli (politici, finanziari, monetari, commerciali, ecc.) che per sua natura essa non può rompere, condizioni che fanno sì che nessun gruppo e nessun partito del vertice della Repubblica Pontificia abbia la forza e l’autorità per imporsi agli altri. Alle stesse condizioni approfitteremo dell’attività dei riformisti e dell’attività dei promotori dell’economia alternativa. Se noi comunisti non saremo all’altezza di quel ruolo, subiremo le conseguenze della rovina di questi ultimi (senza GBP non possono che fallire) e della mobilitazione reazionaria promossa dai gruppi più criminali della borghesia e del clero che infine riusciranno ad aggregare a sé la maggioranza della classe dominante e avranno trovato (a questo servono le prove di fascismo) quale di essi fa “il gallo nel pollaio”.

Bisogna rendere il paese ingovernabile da ogni governo che sia emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia e quindi non adatto a prendere i provvedimenti necessari per eliminare subito gli effetti più disastrosi della crisi e avviare la rinascita del paese. Contemporaneamente bisogna che il movimento per costituire il GBP divenga un movimento organizzato nazionale a cui fanno capo OO e OP e loro reti e coordinamenti, con propri organismi e relazioni strutturate, che si strutturano sempre più.

Nel Biennio Rosso (1919-1920) si arrivò al punto che i bottegai portavano alla Camera del Lavoro le chiavi dei loro negozi e chiedevano cosa fare. Oggi la situazione è ancora più favorevole. Migliaia e centinaia di migliaia di direttori e di dirigenti industriali non possono delocalizzarsi con i capitalisti, ma sono quelli che gestiscono le aziende sul terreno. Messi di fronte alle aziende che chiudono e delocalizzano e ai lavoratori che si organizzano per procurarsi da vivere, si rivolgeranno a chi ha l’autorità per rimettere in moto o mantenere in moto l’azienda. L’autorità appartiene a chi è obbedito. “Il potere è anzitutto capacità di progettare le azioni delle masse popolari, di indicare alle masse popolari cosa fare e avere con esse una relazione tale che esse effettivamente fanno quello che noi indichiamo” (La Voce n. 35 pag. 13). In definitiva il potere appartiene agli organismi e agli individui di cui le masse popolari seguono le direttive.

In queste condizioni non sarà difficile indurre il governo in carica a cedere il posto e portare il Parlamento e gli altri organismi della Repubblica Pontificia, quali che essi siano, ad approvare il passaggio di poteri. La loro sorte verrà decisa in seguito. Nel 1940 in Francia lo stesso Parlamento che aveva nel 1936 votato il governo Blum del Fronte Popolare, votò i pieni poteri al maresciallo Petain che fondò lo stato fantoccio di Vichy! Lo stesso Gran Consiglio del Fascio di cui Mussolini aveva designato i membri, nel 1943 votò la sfiducia a Mussolini. Lo stesso Parlamento che aveva dato la fiducia al governo DC-MSI (Tambroni) nel 1960 votò la fiducia al governo DC-PSI (Fanfani). Il Parlamento eletto contro l’entrata in guerra, nel 1915 votò la fiducia al governo Salandra per l’ingresso dell’Italia nella prima Guerra Mondiale. Se i parlamenti non possono più stare in piedi, i parlamentari vanno a casa. Se le Autorità non hanno più autorità, se ne vanno.

Una volta costituito il GBP, da quel momento in avanti starà al movimento delle OO e delle OP e al GBP che esse hanno espresso e che vivrà e opererà grazie a loro, essere capaci di prendere i provvedimenti (o avallare, dare forma di legge ai provvedimenti) che eliminano subito gli effetti più gravi della crisi e fanno ripartire il paese mettendo tutti al lavoro. Si aprirà una nuova fase della lotta di classe.

 

Il GBP si troverà da subito a fare i conti con le ricchezze e le proprietà del Vaticano e del clero, con i Tronchetti Provera e le loro bande di spioni e provocatori (Telecom), con le Organizzazioni Criminali che sotto il governo della banda Berlusconi si sono rinnovate e rafforzate, con i gruppi sionisti e le loro agenzie fortemente radicate nei gangli militari e finanziari del paese, con gli imperialisti USA, le loro basi e la loro rete di contatti, con gli imperialisti europei e il loro sistema finanziario, bancario e monetario.

Ognuno di questi problemi può essere risolto dal GBP e la chiave della sua soluzione è duplice ed è la stessa.

1. Lato importante: il GBP deve essere composto da persone che godono della fiducia delle OO e delle OP e che sono decise a dare forma di legge ai provvedimenti necessari ad eliminare subito gli effetti più gravi della crisi anche a costo di ledere gli interessi e i privilegi, di contrariare le abitudini e la volontà della borghesia, del clero e degli altri ricchi.

2. Lato decisivo, principale: il GBP deve godere dell’appoggio e avvalersi dell’opera delle OO e delle OP. Nessuno dei poteri che abbiamo indicato è in grado oggi, immediatamente, di contrapporsi apertamente alle masse popolari. Ognuno di essi per potersi opporre apertamente al GBP deve avvalersi dell’appoggio attivo, della mobilitazione combattente almeno di una parte delle masse popolari. Oggi nessuno di essi ne gode ancora. Ognuno dei poteri che hanno le loro basi di forza all’estero (imperialisti USA, imperialisti europei, gruppi sionisti) oggi è alle prese con problemi gravi di stabilità nel paese in cui ha le sue basi di forza ed è già alle prese con seri problemi a livello internazionale. Nessuno di loro è in grado, immediatamente, di opporsi apertamente al GBP. Manovreranno subdolamente e per vie traverse (corruzione, minacce, strategia della tensione, boicottaggio, sabotaggio, intossicazione dell’opinione pubblica). Su questo terreno le OO e le OP dovranno batterli, dovremo dirigere le OO e le OP a batterli, dovremo batterli. È possibile. Battendoli su questo terreno ci rafforzeremo. Sarà una fase nuova della lotta di classe.

 

La costituzione del GBP in Italia avrà enormi ripercussioni in Europa e quindi in tutto il mondo.

Da una parte il processo che porterà alla sua costituzione avrà profonde ripercussioni nel movimento comunista internazionale. Oggi anche nei paesi imperialisti vi sono centinaia di migliaia, milioni di comunisti. Sono demoralizzati e dispersi. Quelli non demoralizzati, sono ancora profondamente intrisi

- dall’economicismo: riducono la loro azione sulle masse al promuovere lotte rivendicative che, per di più, “senza risultati non stanno in piedi”, stanno sempre meno in piedi,(4) e concepiscono l’attività politica solo o principalmente come partecipazione alla lotta nelle istituzioni politiche del regime assieme e in concorrenza con gli altri partiti del regime: cosa che ha avuto un ruolo pratico significativo solo finché a livello internazionale vi è stato un movimento comunista all’offensiva);(5)

- dal dogmatismo, che li fa oziosamente riposare nella ripetizione come formule delle teorie di Marx, oppure di quelle di Marx e di Lenin, i più audaci di quelle di Marx, di Lenin e di Mao.

Questa situazione è già in movimento. La rinascita del movimento comunista è in corso. Il nostro successo sulla linea della costituzione del GBP le darà il colpo finale. Mostrerà in un movimento pratico che la lotta politica rivoluzionaria che i comunisti devono condurre consiste nel dirigere i processi reali di trasformazione in corso e che il marxismo-leninismo-maoismo fornisce nei termini universali (cioè universalmente validi) la concezione del mondo necessaria per farlo, concezione che ogni partito comunista deve tradurre nel particolare del proprio paese.

Per questo il (n)PCI a partire dal suo I Congresso dedica molta cura e molte risorse all’azione nel movimento comunista internazionale.

Dall’altra parte i provvedimenti particolari e concreti (conformi alle sei misure generali del GBP) a cui il GBP darà forma di legge, proprio per eliminare da subito gli effetti più gravi della crisi e avviare la rinascita del paese (rimettere in moto il paese) sconvolgeranno il sistema monetario, bancario e finanziario europeo e quindi, a catena, il sistema monetario, bancario e finanziario mondiale. Le masse popolari dei paesi imperialisti (non entro qui in merito alle masse popolari dei paesi oppressi) sono alle prese con problemi analoghi a quelli che il GBP deve risolvere. I gruppi imperialisti in ogni paese cercheranno di mobilitarle contro di noi additando i provvedimenti presi dal GBP come la causa dei loro mali. Ma noi avremo i nostri alleati in ogni paese e la lotta di classe divamperà in ogni paese, ivi compresi gli USA. Questo sarà per noi il primo scudo di protezione e una via di attacco.

Il GBP stabilirà relazioni di solidarietà, di collaborazione e di scambio con ogni paese disposto a stabilirle con noi. Questo sarà per noi il secondo scudo di protezione. In ogni paese imperialista oggi la borghesia ha difficoltà a mobilitare la massa della popolazione per la guerra. Nel paese in cui la borghesia in proposito è meglio collocata, gli USA, la destra che riesce a mobilitare le masse popolari su grande scala è isolazionista: fa leva sulla convinzione che le risorse del vasto e spopolato territorio degli USA sono più che sufficienti per permettere una vita agiata ai 300 milioni di americani.

 

Quindi il GBP ha margini di manovra anche a livello internazionale. Fare in modo che li sfrutti con successo è il compito che spetta a noi comunisti.

Tuttavia è certo che la rivoluzione socialista non avanzerà in Italia senza combinarsi con la rivoluzione socialista negli altri paesi a comporre, insieme, la seconda ondata della rivoluzione proletaria mondiale. La rivoluzione socialista è nazionale per la forma, ma internazionale per il contenuto.

Umberto C.

 

Note

 

1. I sindacati alternativi e di base sono sorti nell’epoca in cui concertazione e compatibilità (dalla Svolta EUR del ’78 con Luciano Lama al Patto del ’93 con Bruno Trentin) erano legge per i sindacati di regime, compresa la FIOM. Per svariati motivi, su cui qui non mi soffermo, i sindacati alternativi e di base sono giunti all’appuntamento con la storia (la fase terminale della crisi generale del capitalismo) con forze ridotte (di due ordini di grandezza inferiori a quello dei sindacati di regime), ma con forze (1. di adesioni e influenza, 2. di strumenti organizzativi) non trascurabili nella situazione del momento. Le loro forze effettive, non quelle declamate dai Bernocchi nel fervore dei loro slanci retorici, non li mettono in condizioni di rimpiazzare i sindacati di regime come organizzatori di lotte rivendicative che effettivamente “senza risultati non durano” (ma i loro promotori e capi più ostinatamente e ciecamente legati all’economicismo insistono proprio su questo terreno e si deprimono sempre di più e sempre più scoraggiano chi ha fiducia in loro), ma li mettono in condizioni di agire come leve (il metodo delle leve!) per mobilitare la sinistra dei lavoratori. Sono questi che costringeranno la sinistra dei sindacati di regime (e non solo della CGIL: abbiamo riserve anche nella CISL, nella UIL e in altri sindacati di regime) a confluire, di fronte allo sfacelo sociale e politico prodotto dalla crisi, nel movimento per la costituzione del GBP e che impediranno che la destra dei sindacati di regime trascini il centro dei lavoratori a confluire nella mobilitazione reazionaria (dove una parte dei capi della CISL e della UIL hanno già il loro ruolo).

 

2. Mentre la crisi imperversa, i ricchi sguazzano in un mare di denaro: Veronica Lario chiede a Silvio Berlusconi 3 milioni e mezzo di euro al mese (sic!) di vitalizio!

 

3. In proposito consiglio la lettura di Il futuro del Vaticano di Plinio M., 2006 (Edizioni Rapporti Sociali) o in La Voce n. 23 (luglio 2006).

 

4. In proposito consiglio la lettura dell’articolo Spostamenti nel mondo sindacale di Riccardo A., in La Voce n. 32 (luglio 2009).

 

5. In proposito consiglio la lettura dell’articolo Un libro e alcune lezioni di Umberto C., in La Voce n. 24 (novembre 2006).