<<< RITORNA ALL'INDICE DEI COMUNICATI 

(nuovo)PCI (nuovo)Partito comunista italiano


Comitato Centrale

Sito: www.nuovopci.it
e.mail: nuovopci@riseup.net


Delegazione

BP3  4, rue Lénine
93451 L'Île St Denis (Francia)
e.mail: delegazione.npci@riseup.net


Facebook

Nuovo - Partito comunista italiano

Comunicato CC 18/2023
19 settembre 2023

Assimilare la concezione comunista del mondo, svilupparla studiando ogni situazione particolare, applicarla per trasformare il mondo!
Chi vuole cambiare l’attuale corso delle cose deve imboccare la via della rivoluzione socialista, che nel nostro paese è la via del GBP. Oggi in un gran numero di comunisti e di proletari la sfiducia in se stessi prevale ancora di gran lunga sull’aspirazione a cambiare il corso delle cose (...)

Scaricate le istruzioni per utilizzare il sistema di criptazione PGP e TOR

Leggi La Voce 74 del (nuovo)PCI

Comunicato CC 19/2023 - 3 ottobre 2023

[Scaricate il testo del comunicato in Open Office / Word ]

Oltre alla manifestazione del 7 ottobre, sono già previste altre mobilitazioni nazionali: lo sciopero generale del 20 ottobre indetto da SI Cobas, CUB, SGB, AdL Cobas e USI “contro guerra, carovita e precarietà, per aumenti salariali generalizzati e pari all’inflazione”, le mobilitazioni del 21 ottobre a Ghedi (BS), Coltano (PI), Palermo e Taranto contro la guerra e le basi USA-NATO, la manifestazione nazionale del 4 novembre contro la guerra e altre.

Fare della manifestazione del 7 ottobre e delle altre già in programma, di ogni mobilitazione nazionale e locale e di ogni lotta su obiettivi particolari le componenti di un movimento generale per cacciare il governo Meloni e sostituirlo con un governo di emergenza popolare!

 

La CGIL guidata da Maurizio Landini insieme ad ANPI, ARCI, Emergency, Medicina Democratica, Legambiente e altre centinaia di associazioni ha indetto per il 7 ottobre una manifestazione per “cambiare il paese” e “attuare la Costituzione”.

Anche stando alle dichiarazioni dei promotori la manifestazione del 7 ottobre può e deve diventare una dimostrazione di forza della classe operaia e delle masse popolari e dare avvio a un movimento generale

- per condurre con successo la comune battaglia contro il governo Meloni, contro i vertici della Repubblica Pontificia, contro la UE, la NATO e le altre istituzioni della Comunità Internazionale degli imperialisti europei, USA e sionisti,

- per cambiare il corso delle cose attuando le parti progressiste della Costituzione del 1948, a partire dall’attuazione su larga scala della parola d’ordine “un lavoro utile e dignitoso per tutti”.

Il (n)PCI impegna tutti i propri organismi e chiama i compagni e gli organismi che simpatizzano per la rivoluzione socialista che il Partito promuove, a sostenere e valorizzare la manifestazione del 7 ottobre:

- a fare tutto quello di cui sono già oggi capaci perché la manifestazione del 7 ottobre sia partecipata su larga scala dal più ampio numero di lavoratori (indipendentemente dal sindacato a cui sono iscritti) e di organismi popolari,

- a fare di tutto perché la manifestazione, la sua preparazione e i suoi sviluppi servano a mobilitare ovunque e ad ogni livello la sinistra, moltiplicare le organizzazioni operaie e popolari, rafforzarle e sviluppare il coordinamento tra esse,

- a fare di tutto perché la manifestazione dia il via a un movimento di agitazione, di proteste e di lotte che duri e cresca fino alla costituzione di un governo d’emergenza delle organizzazioni operaie e popolari: un governo che prende in mano il paese, dà forma e forza di legge alle loro aspirazioni, stabilisce su questa base un rapporto di solidarietà, di collaborazione e di scambio con tutti i popoli e i movimenti che nel mondo lottano anche loro sottrarsi alla dominazione dei gruppi imperialisti USA e dei loro complici, satelliti e concorrenti,

- a portare sulla scala più ampia di cui già oggi sono capaci nelle mobilitazioni dei prossimi giorni le parole d’ordine di organizzarsi e coordinarsi, rendere il paese ingovernabile a Meloni, Mattarella, soci e complici, costituire un governo di emergenza popolare che mette fine alla partecipazione del nostro paese alla guerra USA-NATO e rimedia da subito con misure d’emergenza almeno agli effetti peggiori della crisi.

 

 

 Con la manifestazione del 7 ottobre la CGIL guidata da Maurizio Landini sta assumendo contro il governo Meloni e le sue misure il ruolo di centro di aggregazione degli organismi di lavoratori avanzati delle aziende capitaliste e delle aziende e istituzioni pubbliche, delle organizzazioni studentesche, dei movimenti popolari, delle associazioni e reti promossi da esponenti progressisti della società civile e dagli esponenti della sinistra borghese non ciecamente a rimorchio del polo PD delle Larghe Intese. Prende cioè l’iniziativa in campo politico: su quale deve essere il governo del paese. È il ruolo che la FIOM guidata da Landini aveva incominciato a svolgere quando promosse la manifestazione del 16 ottobre 2010, con cui sviluppò l’opposizione degli operai di Pomigliano al ricatto di Marchionne negli stabilimenti FCA in un movimento generale di lotta contro il sistema Marchionne nell’intero paese. È il ruolo che la FIOM aveva lasciato cadere di fronte alle pressioni della destra sindacale e alle maggiori responsabilità che il successo e la resistenza a Marchionne alla ex Bertone di Grugliasco (TO) la costringevano ad assumersi ma che poi, in qualche modo, aveva nuovamente imboccato con l’iniziativa della Costituzione Via Maestra nel 2013, con la linea degli scioperi al contrario e dell’occupazione delle fabbriche lanciata da Landini nel 2014, con la Coalizione Sociale nel 2015. È la strada su cui anche l’USB si è messa a più riprese: con il No Debito nel 2011, con il Controsemestre popolare nel 2014, con Eurostop nel 2016-2017, poi lanciando l’obiettivo della cacciata del governo Draghi. Il fatto che non solo i sindacati alternativi e di base, ma la stessa CGIL siano ripetutamente spinti ad assumere l’iniziativa sul terreno politico conferma che per la crisi attuale la soluzione è solo politica e che è compito di noi comunisti dare un obiettivo politico alla crescente mobilitazione delle masse popolari: il governo d’emergenza che ha come programma le Sette Misure generali e le realizza dando caso per caso forma e forza di legge ai provvedimenti che le organizzazioni operaie e popolari interessate indicano e della cui realizzazione si rendono garanti.

 

Qualcuno obietterà che, visti i precedenti, l’iniziativa che la CGIL di Landini ha lanciato alimenterà solo illusioni, che farà nuovamente marcia indietro, che i roboanti proclami di Landini a Roma all’assemblea della FIOM “I sentieri della dignità” del 22 settembre in piazza del Popolo a Roma (“è ora di cambiare il paese”, “il 7 ottobre inizia una mobilitazione che non finisce fino a quando non si ottengono dei risultati e fino a quando il governo non si mette a discutere veramente con i sindacati”, “la CGIL non vuole solo difendere la Costituzione, vuole applicarla”, ecc.) sono solo fumo negli occhi.

L’iniziativa che la CGIL ha lanciato e le dichiarazioni di Landini saranno comunque positive ai nostri fini se le faremo valere tra i lavoratori e le masse popolari come strumento di pressione e di verifica dei dirigenti della CGIL: avete annunciato, ora fate! La nostra lotta è anche conquista delle menti e del cuore delle masse popolari e organizzazione delle masse popolari attorno al Partito. Quindi se Landini e altri dirigenti della CGIL terranno fede ai loro proclami, dobbiamo appoggiarli e giovarci delle attività di massa che ne verranno. Se Landini e gli altri dirigenti della CGIL non daranno seguito ai loro proclami, ci gioveremo della loro ennesima dimostrazione di mancanza di coerenza, di politicantismo e di asservimento ai padroni e ai vertici della Repubblica Pontificia per accrescere il prestigio e l’autorità del (nuovo)PCI e degli elementi avanzati delle masse popolari che invece promuoveranno iniziative coerenti con l’iniziativa che la CGIL ha lanciato e contrasteranno l’abbandono degli obiettivi annunciati.

 Dobbiamo partire dal contesto in cui la CGIL promuove la mobilitazione per “cambiare il paese” e “attuare la Costituzione”. La CGIL di Landini ha lanciato la sua iniziativa in una situazione in cui cresce tra i lavoratori del nostro paese (iscritti alla CGIL o agli altri sindacati di regime così come quelli iscritti ai sindacati alternativi e di base o non iscritti a nessun sindacato) e il resto delle masse popolari l’opposizione o comunque il malcontento e l’indignazione per disastroso corso delle cose in cui il dominio della borghesia imperialista li sprofonda sempre più: la pandemia, la partecipazione del nostro paese alla guerra USA-NATO, il riscaldamento climatico e la crisi ambientale si combinano con lo smantellamento dell’apparato produttivo, con la privatizzazione della sanità, della scuola e degli altri servizi pubblici, con il ricatto della precarietà, con la persecuzione degli immigrati, ecc. I lavoratori e le masse popolari del nostro paese hanno sperimentato per esperienza diretta che Meloni e i suoi compari contro il governo Draghi avevano promesso fuoco e fiamme, ma una volta andati al governo continuano e aggravano le politiche antipopolari del governo Draghi e soffiano sul fuoco della “guerra tra poveri”: cercano di usare la “emergenza immigrati”, però nel frattempo le masse popolari hanno visto che in un solo mese, tra febbraio e marzo 2022, sono arrivate dall’Ucraina 63mila persone senza che questo abbia sconvolto alcunché. Le lotte tenaci delle masse popolari francesi contro la riforma delle pensioni di Macron, gli scioperi a scacchiera di questi giorni negli stabilimenti General Motors, Ford e Stellantis negli USA così come le lotte delle masse popolari greche nel 2015 hanno mostrato e mostrano ai lavoratori del nostro paese che le organizzazioni sindacali, persino quelle di regime, non solo possono mobilitare su larga scala i lavoratori insofferenti e malcontenti (e la CGIL ha 6 milioni di iscritti dichiarati…), ma di fronte alla crisi del capitalismo sono costretti a ricorrere alla mobilitazione di massa altrimenti perdono terreno e lasciano spazio ai banditi promotori della mobilitazione reazionaria. Allo stesso tempo il corso delle cose ha dimostrato e dimostra anche che senza la costituzione di un governo deciso e capace di cambiare le cose la mobilitazione non ottiene risultati e quindi rifluisce oppure raggiunge risultati precari. I governi Conte 1 e Conte 2 hanno confermato la lezione del governo Tsipras del 2015 in Grecia: pensare di porre rimedio agli effetti della crisi cercando di trovare un qualche accordo con le istituzioni della Comunità Internazionale non porta da nessuna parte! La loro debolezza era dovuta al fatto che essi proclamavano e in parte hanno attuato misure che rispondevano alle aspirazioni delle masse popolari, ma non poggiavano sulle masse popolari organizzate. Senza organizzare e mobilitare le masse popolari contro i pescecani della finanza internazionale e i loro complici italiani, anche le migliori intenzioni sono velleitarie e anche se si raccolgono voti sufficienti per andare al governo, ne risulta un governo impotente: perché non c’è una struttura di organismi operai e popolari in grado di imporre l’attuazione delle misure decise dal governo contro il sabotaggio e l’ostruzionismo della borghesia, del clero e delle istituzioni civili e militari del vecchio Stato sulla quale il nuovo governo fa affidamento.

In una situazione come questa il movimento messo in moto dalla CGIL farà il suo corso, tanto più quanto più i comunisti e i lavoratori avanzati saranno capaci di avvalersi dell’iniziativa che la CGIL ha lanciato.

 

Usare tutte le armi a disposizione, sfruttare tutti gli appigli che la situazione offre e avvalersi delle contraddizioni che il campo nemico presenta!

 È significativo che ora la CGIL di Maurizio Landini a braccetto con il polo PD delle Larghe Intese guidato da Elly Schlein si impegna a fare una manifestazione contro Meloni e soci perché il governo Meloni non attua “1. il diritto al lavoro stabile, libero, di qualità, 2. il diritto alla salute e un Servizio Sanitario Nazionale e un sistema socio sanitario pubblico, solidale e universale, a cui garantire le necessarie risorse economiche, umane e organizzative, 3. il diritto all’istruzione, dall’infanzia ai più alti gradi, e alla formazione permanente e continua, perché il diritto all’apprendimento sia garantito a tutti e tutte e per tutto l’arco della vita”, 4. il contrasto a povertà e diseguaglianze e la promozione della giustizia sociale, garantendo il diritto all’abitare e un reddito per una vita dignitosa, 5. il diritto a un ambiente sano e sicuro in cui vengono tutelati acqua, suolo, biodiversità ed ecosistemi, 6. una politica di pace intesa come ripudio della guerra e con la costruzione di un sistema di difesa integrato con la dimensione civile e nonviolenta. Cioè gli obiettivi che nessun governo diretto dal polo PD e sostenuto (o comunque “non disturbato”) dalla CGIL ha attuato!

È altrettanto significativo che Meloni con i suoi compari (l’altro polo delle Larghe Intese) oggi rifiuta di fare quello che Meloni accusava prima il governo M5S-PD e poi il governo Draghi sostenuto da PD & C. di non fare: le rivendicazioni proclamando le quali Meloni ha “vinto” le elezioni del 25 settembre 2022 (FdI ha ottenuto il voto solo del 14.4% degli elettori: 7.3 milioni di voti su 50.7 milioni di elettori).

Cosa significa?

1. Che tutti i governi italiani, chiunque ne sia a capo, in realtà attuano il programma comune della borghesia imperialista e obbediscono alla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti USA, sionisti e UE.

2. Che i partiti d’opposizione proclamano ad uso delle masse popolari quello che non hanno attuato quando erano al governo e che non attuano quando sono al governo.

Ma lo devono tutti proclamare quando sono all’opposizione, perché è sempre più “senso comune” delle masse popolari.

Noi dobbiamo far leva su questo contrasto tra i due poli delle Larghe Intese e valorizzare il fatto che ora la CGIL a braccetto con il PD di Schlein rafforza il “senso comune” delle masse popolari per mantenersi in vita (e, spera, per rinascere) contro il polo Meloni e complici.

Noi comunisti siamo i reali attuatori di quello che è sempre più “senso comune” delle masse popolari e che costituisce il programma del Governo di Blocco Popolare. Con questa linea dobbiamo partecipare e promuovere la partecipazione alla manifestazione del 7 ottobre.

Ci accodiamo alla CGIL concertativa? Sì, ci accodiamo come il partito bolscevico di Lenin si accodò al governo provvisorio di Kerenski di fronte a Kornilov: qualche mese dopo costituì il governo sovietico! Noi ci “accodiamo” al sindacato concertativo CGIL in modo che gli attuatori del programma comune della borghesia imperialista affoghino nelle acque (il “senso comune” di insofferenza e ribellione delle masse popolari) in cui sono costretti a gettarsi per non essere sommersi. Preferite che i milioni di iscritti alla CGIL concertativa (masse popolari insofferenti, non votanti, ribelli, ecc.) non vengano con noi? Noi andiamo a cercarli dove sono, perché ci proponiamo di diventare la loro autorevole direzione, interpreti riconosciuti delle loro aspirazioni migliori, risposta pratica ai loro bisogni.

Nella guerra popolare bisogna giovarsi delle difficoltà del nemico e anche delle mosse del nemico, per stroncarlo! Giovarsi della CGIL, non accodarsi!

 

Nel sostenere l’iniziativa della CGIL di Landini dobbiamo far fronte a due deviazioni nel nostro campo.

 La prima deviazione è quella di quanti opporranno all’iniziativa lanciata dalla CGIL di Landini le malefatte e i tradimenti suoi personali, della CGIL e della FIOM. Chi non ha un proprio piano d’azione politica e addirittura non ha neanche una strategia per fare la rivoluzione e instaurare il socialismo, chi è abituato a considerare l’individuo, la sua coerenza, la sua morale, le sue idee invece dei grandi movimenti di massa e del ruolo che gli individui hanno in essi, chi è chiuso nell’orizzonte dell’attività sindacale (sia pure conflittuale, combattiva, alternativa), facilmente tenderà a deviare in questa direzione.

La seconda deviazione è quella di quanti crederanno a Landini & C. e li prenderanno come dirigenti della lotta di cui le masse popolari hanno bisogno. Contro questa deviazione non basta richiamare le posizioni e le concezioni che Landini & C. hanno espresso fino a ieri, bisogna denunciare anche le posizioni attuali che quindi caratterizzeranno, anche nella migliore delle ipotesi, la loro azione futura: porre fine alla crisi facendo pressioni sul governo Meloni dei vertici della Repubblica Pontificia, come se essi, le istituzioni della UE e della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti fossero davvero in grado di porre fine alla crisi generale del capitalismo. In realtà con le loro manovre essi possono solo aggravare la miseria, l’abbrutimento, la devastazione ambientale e la corsa alla guerra.

Il migliore futuro che Landini può avere è di far parte dei personaggi che comporranno il governo di emergenza che le organizzazioni operaie e popolari faranno ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia come rimedio provvisorio all’ingovernabilità del paese, ma che in realtà aprirà una nuova superiore fase della guerra popolare rivoluzionaria con cui instaureremo il socialismo nel nostro paese e daremo il nostro contributo alla seconda ondata della rivoluzione proletaria che monta in tutto il mondo.

 

Bisogna avere il coraggio di portare la rivoluzione socialista alla vittoria!

Le situazioni d’emergenza si sviluppano in forme e per vie diverse da quelle dei “tempi normali” che hanno portato all’emergenza. Proprio per questo non si tratta principalmente di opporre al governo Meloni uno sciopero generale o di presentare una lista con un programma più di sinistra alle elezioni. Si tratta di impostare una campagna

- di proteste e di disobbedienza,

- di azioni che soddisfano direttamente i bisogni della parte più povera delle masse popolari,

- di mantenere in attività le aziende che i padroni vogliono smantellare o delocalizzare organizzando i rifornimenti e l’utilizzo dei prodotti,

- di valorizzare tutte le potenzialità del terzo settore,

- di mobilitare alla lotta politica disoccupati, cassaintegrati e lavoratori in mobilità,

- di trasformare le aziende, le scuole, le Camere del Lavoro, le sedi associative e le Amministrazioni Locali in centri di mobilitazione e di organizzazione: il tutto nella forma più organizzata di cui siamo capaci e, soprattutto, mirato a rendere il paese ingovernabile da qualsiasi governo emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia e a costituire un governo d’emergenza.

 

 Nel nostro paese la costituzione del Governo di Blocco Popolare è il primo passo del percorso verso l’instaurazione del socialismo che il (n)PCI promuove inserendosi in ogni episodio e contesto della lotta di classe per mobilitare i lavoratori e il resto delle masse popolari, portarle a rafforzarsi in termini di organizzazione e coscienza e creare così le condizioni per uno scontro di livello superiore e avanzare fino all’instaurazione del socialismo. La crisi del regime politico della borghesia è inevitabilmente destinata ad aggravarsi. La mobilitazione reazionaria delle masse popolari (“la guerra dei poveri contro i poveri”) è la risorsa a cui la borghesia e il clero devono per forza fare ricorso, perché non hanno altra via. La mobilitazione reazionaria ha fatto passi avanti: la persecuzione degli immigrati, la spinta alla competizione globale come via per sopravvivere, la partecipazione alla guerra USA-NATO contro la Federazione Russa e alle “missioni di pace” contro i paesi oppressi ne sono manifestazione. Ma l’aspetto principale è che il regime politico della borghesia è debole: dipende dalle masse popolari e gli interessi di queste sono oramai irrimediabilmente antagonisti a quelli della borghesia anche in base al comune buon senso. E la mobilitazione reazionaria non risolve i problemi delle masse popolari: il fascismo non ha risolto i problemi delle masse, le ha portate alla guerra e alla sconfitta. Parimenti la persecuzione degli immigrati non elimina i mali che affliggono le masse popolari: le vicende della Marelli di Crevalcore insieme a quelle della GKN, Whirlpool, Bekaert, Electrolux, ex Ilva, ex Lucchini, ecc. mostrano bene che i confini del nostro paese vanno difesi non dagli immigrati, ma prima di tutto dalle multinazionali e dai fondi d’investimento!

La mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari dipende da noi comunisti: le masse sono campo aperto per l’attività di noi comunisti, per mobilitarle a partecipare alla rivoluzione socialista. La combattività delle masse popolari cresce man mano che per propria esperienza vedono che il partito comunista le dirige in modo giusto, mentre invece si attenua ed estingue se il pc insiste a lungo a dirigerle su una strada sbagliata: in Italia lo abbiamo visto con il PCI nei decenni dopo la vittoria della Resistenza. Il (nuovo)Partito comunista italiano impara ed è scuola di rivoluzione socialista per tutti quelli che vogliono imparare.

Apprendere, assimilare, applicare la concezione comunista del mondo!
Costituire clandestinamente Comitati di Partito in ogni azienda, scuola e centro abitato!
Fare di ogni lotta una scuola di comunismo!
Sta a noi comunisti diventare promotori della guerra popolare rivoluzionaria, contrapporla alla guerra di sterminio non dichiarata che la borghesia e il clero conducono contro le masse popolari e avanzare fino a instaurare il socialismo!

 

------

Mettersi in contatto nel modo appropriato con il Centro del Partito!

Riprodurre e affiggere ovunque, con le dovute cautele gli adesivi dell’Avviso ai naviganti 103 è un’operazione della guerra delle masse popolari contro i padroni: vedere che il (n)PCI clandestino è presente anche dove non se l’aspettano infonde fiducia nei lavoratori e smorza l’arroganza dei padroni!