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Cacciare il governo Monti
Comunicato CC - 11 dicembre 2011

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Comunicato CC 44/11 - 13 dicembre 2011

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Bravo Monti! Avanti così!

 

Monti sta a Berlusconi come il prete pedofilo e bacchettone sta al prete gaudente che vive con l’amante e va pubblicamente a puttane. Solo in questo senso il governo Monti è un governo tecnico, non un governo politico. Monti è il Marchionne della politica: non si perde in trattative con i sindacati ... scusate, con i partiti e le parti sociali, scrive il suo programma ed è così o ancora così. È già molto che lo scrive e non lo mette semplicemente in opera. È già molto che formalmente si presenta ancora in Parlamento e ordina di ratificare il suo diktat. Dopo il partito azienda, siamo al Parlamento comitato d’azienda: il direttore lo riunisce per illustrare il programma aziendale. Riunione dalle ore 14 alle ore 18, scusate dal 14 dicembre al 18 dicembre ... e se proprio non ci stiamo dentro, siamo magnanimi e spostiamo la scadenza al 23 dicembre!

Quando nel 1993 Berlusconi “scese in politica”, con tutta la sua faccia tosta e i suoi soldi, si sottopose tuttavia ancora ai riti del teatrino della politica borghese che la Repubblica Pontificia aveva messo a punto da anni. Fondò perfino un partito che partecipò alle elezioni. Le vinse con l’appoggio della Chiesa Cattolica Romana, della Criminalità Organizzata (esemplare l’esito del voto gestito dalla Mafia in Sicilia: il cento per cento dei seggi e Alfano e Schifani ne sono il risultato!) e di una parte della Confindustria e delle altre associazioni padronali. Ma non stravinse, tanto vero che da allora si è alternato a capo del governo con Prodi e gli altri esponenti del circo. Fu la commedia dell’arte, la recita a soggetto: il programma era comune. Quando nel 2006 Pisanu, Ministro degli Interni, un residuato del regime DC acquisito al partito azienda per camuffarne le vergogne, all’ultimo momento si rifiutò di avallare il colpo di mano elettorale (in altre parole: la truffa che Pisanu stesso aveva preparato in combutta con Berlusconi), Berlusconi abbozzò: cambiò spartito, si ritirò in buon ordine e preparò la caduta del rivale secondo un altro copione del teatrino politico della Repubblica Pontificia: l’acquisto di parlamentari.

Monti no! Il metodo Berlusconi-Prodi non ha funzionato, la situazione si è fatta più grave, la crisi è peggiorata. Il governo Monti è un governo tecnico, signori! Austero e gelido! Con chierici e suore laiche. Finita la recita del teatro dell’arte, signori! Monti del parere degli elettori se ne frega. “Sono impopolare? Chi se ne frega!”. Il tutto detto pacatamente, senza neanche agitarsi e urlare: il perfetto killer in guanti gialli, senza stati d’animo. Monti non si presenta alle elezioni, fa e basta! Si faranno poi ancora elezioni? Dipende! È come il referendum in Grecia. Fregature come il referendum del 12 e 13 giugno sull’acqua bene comune sono sempre un problema: poi i risultati bisogna farli sparire! C’è il pericolo che la gente creda di poter fare davvero. Le elezioni spaventerebbero i mercati, lo spread volerebbe, l’Italia (cioè i banchieri; i padroni, i finanzieri e i prelati italiani, il dieci per cento che possiede il sessanta per cento e domina su tutto) sarebbe screditata e al collasso: una vera rovina! Meglio che rovinino disoccupati, pensionati, precari, donne, giovani e immigrati.

 Il governo Monti è un governo tecnico. Se Mario Monti fallisse e a capo del governo si ponesse direttamente Angelo Bagnasco o Tarcisio Bertone, anche i loro sarebbero governi tecnici. Non hanno mai fatto parte dei partiti della Repubblica Pontificia. Non è nei partiti che hanno fatto carriera. Niente riunioni di sezione, feste di partito, show paesani; niente finanziamenti occulti e trattative logoranti con signori dei voti recalcitranti e pretenziosi: tutta roba vetero! Loro sono nuovi, vera “società civile”, d’alto bordo e di nobili sentimenti! Negli Stati Uniti i presidenti sono forse uomini di partito?

 

Ma noi abbiamo un’alternativa!

Le masse popolari e i lavoratori italiani hanno un’alternativa!

 

Non la realizzeremo sotto la direzione della Camusso che rincorre Bonanni e Angeletti o di Bersani che rincorre Alfano e forse addirittura alla rincorsa di Bossi. Se i rappresentanti sindacali nelle aziende (RSU o RSA) saranno ancora eletti dai lavoratori, se i deputati saranno ancora eletti dagli elettori, Camusso e Bersani dovranno continuare a rincorrere. Ma non è con loro che potremmo realizzare un’alternativa. Ma possiamo realizzarla. La partita non è ancora chiusa. Il destino del governo Monti è ancora appeso a un filo. È per quello che ha fretta.

Al mercato finanziario, ai signori della UE e alla Corte Pontificia serve un paese pacificato, rassegnato, sottomesso. Altrimenti Monti vale quanto Berlusconi o Prodi. Monti vale più di Berlusconi e di Prodi solo se con lo stile Monti riesce a far ingoiare alle masse popolari e ai lavoratori italiani più di quello che Berlusconi e Prodi sono riusciti a farci ingoiare. Perché in definitiva la borghesia ha bisogno dei lavoratori, i creditori hanno bisogno che i debitori paghino, i capitalisti hanno bisogno che i lavoratori obbediscano, che quelli che tengono al lavoro lavorino, che i disoccupati non protestino oltre certi limiti e non invadano i supermercati a fare man bassa. Come Marchionne ha bisogno di fabbriche senza sindacati conflittuali. Come anche i sindacalisti venduti hanno bisogno di seguito tra i lavoratori. Non solo e non tanto per le quote. Per questo ci sono gli enti bilaterali, le partecipazioni, i CAF e i patronati, i fondi pensione, i finanziamenti occulti (i costi della politica!). Hanno bisogno di seguito tra i lavoratori perché sindacati senza seguito e prestigio, a cosa servono ai padroni e alle autorità della Repubblica Pontificia? Nelle aziende ci vuole l’ordine e la pace sociale, perché non si può delocalizzare tutto e subito. Anche quello che si può delocalizzare, non lo si può delocalizzare di colpo. E il Vaticano si può forse delocalizzare?

 

Rendere il paese ingovernabile da ogni governo emanazione dei vertici
della Repubblica Pontificia!

Costituire un governo d’emergenza delle masse popolari organizzate!

Creare ovunque organizzazioni operaie e organizzazioni popolari!

 

Gli scioperi, le manifestazioni e le proteste di questa settimana, devono mirare a far naufragare il governo Monti e a creare le condizioni per costituire un Governo di Blocco Popolare, promosso e sorretto dalla Organizzazioni Operaie e dalle Organizzazioni Popolari.

Le organizzazioni in grado di mobilitare larghe masse, in particolare i sindacati di base e le organizzazioni della sinistra sindacale, in primo luogo la FIOM e l’USB, devono mettersi alla testa del movimento per costituire un governo d’emergenza delle masse popolari organizzate. Queste organizzazioni sono tutto quello che resta alle  masse popolari italiane delle organizzazioni di massa costruite nell’ambito del vecchio movimento comunista, durante la prima ondata della rivoluzione proletaria. Oggi giocano il loro destino.

Marchionne, Monti e i loro complici vogliono eliminare dalle aziende i sindacati rappresentativi dei lavoratori. I sindacati rappresentativi dei lavoratori anche solo per sopravvivere devono mettersi alla testa del movimento per eliminare il governo Monti e sottrarre a Marchionne e ai suoi simili le aziende che loro vogliono liquidare!

I personaggi che oggi godono di prestigio tra le masse popolari organizzate e che riscuotono la loro fiducia, sono quello che resta dei dirigenti che si erano formati nell’ambito del vecchio movimento comunista, nella lotta prima contro il fascismo e poi contro il regime DC. Nella situazione attuale, di fronte al marasma attuale hanno il dovere di assumere le loro responsabilità, di mettersi in prima fila, di chiamare alla costituzione di un governo d’emergenza popolare, di promuovere la costituzione del GBP e farne parte. Questo è, ad esempio, il ruolo che devono assumere i promotori del convegno “Dobbiamo fermarli” che si riunirà a Roma il prossimo sabato 17 dicembre.

Se i personaggi che oggi hanno seguito e prestigio e godono della fiducia delle masse popolari, non avranno il coraggio di mettersi alla testa del movimento per costituire un governo d’emergenza popolare, allora non avremo subito un’alternativa. L’orda di speculatori e guerrafondai, di avventurieri alla Marchionne distruggerà ancora più a fondo il nostro paese e le nostre vite. Seminerà ancora più largamente distruzioni, rovine e grandi opere, inquinamento e festini.

Per mobilitarsi e combattere le masse popolari hanno bisogno di un centro di raccolta e di una direzione. Cosa sarebbe successo quando nel 1941 le orde naziste benedette dal papa si riversarono in Unione Sovietica, se allora il governo sovietico si fosse dissolto come aveva fatto il governo francese un anno prima o come fecero i Savoia in Italia due anni dopo?

Se i personaggi che oggi hanno seguito e prestigio e godono della fiducia delle masse popolari, non avranno il coraggio di mettersi alla testa del movimento per costituire un governo d’emergenza popolare, succederà da noi quello che successe in Unione Sovietica nel 1991, non per colpa delle masse popolari ma per colpa di quelli di cui le masse si fidavano, che a causa la storia del recente passato si trovavano alla testa delle masse e che vergognosamente lasciarono via libera alla distruzione di quello che le masse popolari avevano fino allora costruito. Se le cose andranno così anche da noi, dovremo fare un percorso più lungo e costruire una classe dirigente moralmente e intellettualmente all’altezza dei compiti e dei ruoli che i dirigenti delle masse popolari devono svolgere perché le masse popolari costruiscano un nuovo mondo senza classi dirigenti. I comunisti hanno già dimostrato in altri tempi di saperlo fare. La prima ondata della rivoluzione proletaria ha portato in tutto il mondo uno slancio di progresso quale l’umanità non aveva mai conosciuto prima e ha mostrato che il socialismo è possibile. Per motivi oggi chiari e del tutto superabili, la prima ondata della rivoluzione proletaria si esaurita senza aver completato il suo compito, i revisionisti sono subentrati ai comunisti e poi la sinistra borghese ai revisionisti. Ma di fronte allo sfacelo prodotto dalla nuova crisi generale del capitalismo, noi comunisti non ci sottrarremo ai nostri compiti, forti della lezione del passato. Il marxismo è una guida per l’azione. Non esiste da nessuna parte del mondo un capitalismo puro che lascia il posto a un socialismo puro. Il socialismo lo costruiremo prendendo i provvedimenti necessari a porre fine agli effetti della crisi generale del capitalismo, iniziando con l’assicurare a ogni adulto un lavoro utile e dignitoso e a ogni essere umano i beni e servizi necessari per una vita dignitosa e un ruolo dignitoso nella vita sociale.

 

 Ma oggi la partita è ancora aperta. Una via di salvezza per le masse popolari c’è, molto meno dolorosa e distruttiva di quella che dovremmo percorrere se il governo Monti o un governo Bagnasco si consolidassero. Consiste anzitutto nell’organizzarsi a ogni livello per costituire un proprio governo d’emergenza. Un governo formato da persone che oggi già godono della fiducia delle Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari. Un governo deciso a dare forza e forma di legge ai provvedimenti indicati caso per caso dalle OO e OP direttamente interessate, per eliminare subito gli effetti più gravi della crisi, anche se sono provvedimenti che ledono gli interessi, le abitudini e i privilegi della borghesia e del clero. Un governo che ha la sua forza principale nelle OO e OP perché lo appoggiano e assicurano capillarmente l’esecuzione dei suoi provvedimenti. Un governo che quindi rompe con l’UE e abolisce il Debito Pubblico perché ha la forza di far fronte al sabotaggio e al boicottaggio del sistema imperialista mondiale e stabilisce relazioni di scambio, collaborazione e solidarietà con i paesi che vogliono anch’essi sottrarsi alla morsa del sistema imperialista.

 

Moltiplicare e consolidare ovunque, a ogni livello e su ogni terreno l’organizzazione delle masse popolari e in particolare degli operai!

 

Sviluppare il coordinamento delle Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari in reti a livello locale, regionale e nazionale!

 

Indirizzare i loro sforzi verso la costituzione di un governo d’emergenza costituito da persone di loro fiducia: il Governo di Blocco Popolare!

 

Rendere il paese ingovernabile da ogni governo emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia, da ogni governo che gode della fiducia della comunità internazionale degli speculatori e dei guerrafondai!

 

Queste sono le direttive di marcia da seguire per uscire dal marasma in cui la borghesia e il clero ci hanno affondato!

 

Questa è la linea da contrapporre al governo Monti e ai suoi mandanti, ai vertici della Repubblica pontificia e al mercato finanziario, alla comunità internazionale degli speculatori e dei guerrafondai!

 

Possiamo porre fine alla crisi! Possiamo vincere! Ognuno di noi può contribuire!

 

Costituire Comitati clandestini del nuovo Partito comunista in ogni azienda e in ogni località! Fare di ogni lotta una scuola di comunismo!

 


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