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Facciamo di ogni amministrazione locale un centro di mobilitazione delle masse popolari per costituire un governo popolare d’emergenza!
Comunicato CC - 31 maggio 2011


Comunicato CC 20/11 - 7 giugno 2011

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SÌ ai quattro referendum!

 

Battere il programma comune della borghesia imperialista!

 

Tutti i beni e i servizi utili per una vita dignitosa possono e devono essere a disposizione di ogni essere umano!

 

Da trenta anni a questa parte i governi di centro-sinistra e di centro-destra si sono dati da fare in alternanza e in stretta unità di programma e di intenti al servizio degli stessi padroni e della Corte Pontificia per privatizzare l’istruzione, l’informazione, l’assistenza sanitaria, la ricerca, i servizi pubblici (trasporti ferroviari, marittimi e su strada, acqua, energia elettrica, gas, raccolta e gestione dei rifiuti, ecc.), le autostrade, le case popolari, le banche, le assicurazioni, i musei, il patrimonio artistico e demaniale, le poste e altro ancora. Il sistema delle industrie pubbliche, dall’IRI alle minori, le aziende municipalizzate, le centrali del latte e le altre aziende delle istituzioni locali sono state privatizzate o trasformate in società per azioni da gestire con criteri completamente capitalisti, come monopoli capitalisti in combutta e con la partecipazione dei maggiori esponenti del capitalismo nazionale e internazionale e delle Organizzazioni Criminali. Romano Prodi passerà alla triste storia di questi anni come il distruttore dell’IRI, svenduta ai suoi soci, i maggiori capitalisti e finanzieri italiani ed esteri e alle Organizzazioni Criminali. Il grande patrimonio pubblico è stato svenduto e dato in pasto ai capitalisti, perché lo usassero come strumento per estorcere denaro alla popolazione e arricchirsi. L’Alitalia è stata una delle ultime esibizioni di questa criminale dilapidazione del patrimonio pubblico. Governi di centro-sinistra e di centro-destra in combutta tra loro hanno fatto a gara per vendere e svendere quasi tutto il possibile, in un’orgia di favoritismi, speculazioni, tangenti e corruzione superata forse solo da quanto hanno fatto i loro compari che hanno presieduto alla dilapidazione del patrimonio pubblico dei primi paesi socialisti dell’Europa Orientale e dell’Unione Sovietica. Quello che non hanno venduto e svenduto, lo hanno dato in appalto, in modo che fosse gestito con criteri capitalisti, spennando la popolazione e sfruttando all’osso i lavoratori. Le ricchezze di Berlusconi, di Caltagirone, di Ligresti e di altri profittatori e criminali di regime sono il risultato di questa devastazione del patrimonio pubblico e della eliminazione di fatto dei piani regolatori delle zone urbane. I capitalisti hanno in questo modo avuto la possibilità di allargare la loro sfera d’azione e l’area di investimento dei capitali che avevano accumulato nelle loro mani in misura tale che non riuscivano più a farli fruttare. Parallelamente al peggioramento delle condizioni di vita di una parte importante della popolazione e all’aumento della precarietà e alla dissoluzione delle coesione sociale, sono peggiorate le condizioni di lavoro di molti lavoratori, sono  diminuiti i diritti dei lavoratori sul posto di lavoro ed è stata da più parti e su più terreni gravemente lesa la dignità dei lavoratori.

 

Il risultato di questa orgia di rivincita (“la storia è finita” aveva proclamato dagli USA Fukuyama inneggiando al nuovo Reich millenario!) della borghesia imperialista e del clero (in Italia in prima persona grande proprietario terriero, immobiliare e finanziario), è il marasma in cui si trova oggi il nostro paese, in particolare le aree e zone urbane. Napoli è lo specchio esemplare e concentrato della situazione dell’intero paese. Il saccheggio e la devastazione del territorio, l’incuria della sicurezza e la mancanza di una ricerca adeguata con i corrispondenti interventi di prevenzione e messa in sicurezza non solo hanno lasciato campo libero ai disastri naturali (terremoti, maremoti, inondazioni, siccità, frane, crolli, ecc.) ma li hanno aggravati e su molti terreni accentuati e addirittura provocati. Questo è il risultato del declino della spinta propulsiva del progresso umano sprigionata dalla prima ondata della rivoluzione proletaria iniziata con la Rivoluzione d’Ottobre e la costituzione dell’Unione Sovietica, della sconfitta del movimento comunista che nel nostro paese ha significato il declino e la corruzione del primo partito comunista fino alla sua dissoluzione, della rivincita della borghesia imperialista e del clero nel nostro paese come nel resto del mondo.

 

Il risultato della rivincita della borghesia e del clero sul movimento comunista contrasta però tanto acutamente con le esigenze della convivenza civile, con le necessità di una sia pur minima coesione sociale, con i sentimenti e le idee che l’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria ha fatto crescere e ha radicato tra le masse popolari, che oggi perfino una parte importante della borghesia e del clero con al loro seguito la parte più arretrata delle masse popolari è arrivata alla conclusione che occorre mettere dei limiti al degrado. Da qui i referendum del 12 e 13 giugno.

Nei referendum del 12 e 13 giugno si combinano sia i sintomi della rinascita del movimento comunista con il protagonismo delle masse popolari che è proprio di esso sia la presa d’atto di una parte importante della borghesia imperialista e del clero che procedere sulla strada che hanno imboccato con la loro rivincita sul movimento comunista porta a una situazione per loro insostenibile. La Repubblica Pontificia non solo ha devastato moralmente, intellettualmente e materialmente il paese che aveva ereditato dal Regno Sabaudo naufragato nel fascismo, ma ha finito per coinvolgerlo fino all’osso nella nuova guerra imperialista di cui il nostro paese è divenuto il retroterra più importante tramite la basi militari USA, NATO e sioniste israeliane, ancora più che tramite le sue proprie forze armate.

 

Che i referendum siano un inizio della ripresa, della controffensiva delle masse popolari guidate dal movimento comunista che rinasce! Contro la privatizzazione dei beni e servizi comuni. Contro la commercializzazione di beni e servizi indispensabili alla vita. Contro l’eliminazione della gestione pubblica dei suoli urbani e delle risorse naturali. Contro la devastazione e il saccheggio del territorio. Contro i privilegi anche giudiziari per i ricchi e i potenti. Che i referendum siano l’inizio dell’offensiva delle masse popolari guidate dal movimento comunista contro la borghesia imperialista e il clero, per imporre alla Repubblica Pontificia un governo d’emergenza costituito dalle Organizzazioni Operaie e dalle Organizzazioni Popolari con persone di loro fiducia decise a dare forma e forza di legge ai provvedimenti indicati dalla stesse OO e OP per porre immediatamente  rimedio, anche solo provvisorio, almeno agli effetti più gravi della crisi generale del capitalismo che si aggrava in tutto il mondo.

 

L’acqua è un bene essenziale alla vita, deve essere amministrata come bene pubblico. E all’acqua devono aggiungersi tutti i beni e i servizi necessari o anche solo utili per una vita sicura e dignitosa di ogni essere umano. Tutto quello che è utile per vivere in dignità, eguaglianza sociale e libertà e per favorire lo sviluppo delle doti di ogni individuo, oggi può e quindi deve diventare un bene comune, liberamente disponibile, non deve essere trattato e venduto come una merce, non deve essere a disposizione solo di chi ha i soldi per pagarlo, tanto meno deve essere nuovamente trasformato in proprietà privata o dato in gestione ai capitalisti. Privatizzare i servizi ha voluto dire peggioramento delle prestazioni, degrado della sicurezza, riduzione della ricerca e degli investimenti per garantire il futuro. Quello che prima i dirigenti dei servizi nominati dalla borghesia e dal clero e scelti tra i loro membri e accoliti facevano di nascosto e come abuso illegale, con la privatizzazione è diventato la regola e la legge.

 

Il nucleare deve essere bandito, perché è di per sé pericoloso. Moltiplica sulla Terra le fonti perenni di radiazioni nocive da cui bisogna proteggersi e le protezioni sono comunque sempre insicure e a rischio, oltre che parziali. Lo sviluppo del nucleare civile è stato dettato dalla volontà della borghesia imperialista USA ed europea di perpetuare e sviluppare, dopo la seconda guerra mondiale, il nucleare militare sul cui monopolio le maggiori potenze imperialiste, a partire dagli USA e dai sionisti d’Israele, poggiano la loro forza e il ricatto che fanno gravare sui paesi che ne sono sprovvisti e su tutta l’umanità. Il nucleare civile è un complemento, un supporto e un settore ausiliario del nucleare militare. La ricerca sul nucleare ha distolto e distoglie risorse dalla ricerca in altri campi. Non è vero che l’alternativa al nucleare è l’energia fossile (carbone, petrolio, gas) o da biocombustibili. Se lo sviluppo dell’umanità negli ultimi cent’anni non fosse stato più guidato dalla borghesia, se avessimo instaurato il socialismo nei paesi imperialisti, l’energia fossile e da biocombustibile sarebbe rimasta un settore complementare delle energie rinnovabili (sole, vento, energia idroelettrica, moti marini, ecc.) su cui si poteva e doveva concentrare le ricerca e l’investimento di risorse. Tale può e deve diventare. Tutto il settore della produzione, della distribuzione e dell’uso dell’energia è profondamente determinato dal carattere borghese della società in cui siamo ancora costretti, è impregnato e marchiato, costruito su misura e a immagine delle relazioni di potere e di oppressione propri della società borghese. Vale anche per il settore idroelettrico dove la costruzione di grandi invasi e di laghi artificiali ha prevalso sulla costruzione di sistemi di canali e condotti, espellendo milioni di persone dalla terra e creando con le dighe di contenimento degli invasi pericoli gravi (per quanto ben minori delle centrali nucleari) per la popolazione.

 

Il “legittimo impedimento” è l’aumento dell’impunità, delle immunità e dei privilegi di cui già godono i potenti. È l’estensione della zona opaca in cui nel nostro paese perpetrano i loro crimini e le loro speculazioni il clero (IOR, pedofilia, ecc.) e il resto della classe dirigente. Il nostro paese è già inquinato, più della maggioranza degli altri paesi, dalla Corte Pontificia con la sua schiera di cardinali, vescovi, monsignori e prelati speculatori e viziosi e dalle Organizzazioni Criminali tradizionali che hanno trovato il terreno per una nuova vita nelle relazioni sociali (il prevalere del capitale finanziario sul capitale industriale, l’emarginazione sociale, ecc.) e nel sistema di relazioni internazionali dell’epoca imperialista del capitalismo. Non del “legittimo impedimento”  abbiamo bisogno ma del controllo delle masse popolari sull’operato dei ricchi, della soppressione del segreto bancario, industriale e commerciale, della soppressione della diplomazia segreta, di una gestione pubblica e trasparente di ogni aspetto della vita sociale, dell’obbligo per ogni persona investita di pubblici poteri e per ogni funzionario pubblico a rendere un accurato resoconto pubblico del suo operato. Il “legittimo impedimento” aumenta la zona soffocante di abusi di potere da parte delle pubbliche autorità, delle loro polizie e dei loro agenti.

 

La vittoria del SÌ nei quattro referendum crea condizioni più favorevoli per valorizzare a fondo la vittorie conseguite nelle elezioni amministrative contro la destra borghese estrema (banda Berlusconi e Lega Nord di Bossi), la destra moderata (PD, Bersani, Prodi, ecc.) e le loro succursali riunite nel Terzo Polo di Fini, Casini, Rutelli. La vittoria conseguita a Napoli con De Magistris e, per quanto in misura minore, la vittoria conseguita a Milano con Pisapia hanno creato terreno per esperienze-pilota di mobilitazione delle Amministrazioni Locali a realizzare la parola d’ordine “un lavoro utile e dignitoso per tutti”. La vittoria del SÌ nei quattro referendum rafforza questa possibilità. Con ciò si rafforza la lotta perché le OO e le OP costituiscano il Governo di Blocco Popolare, la via più diretta, meno distruttiva e meno dolorosa verso l’instaurazione del socialismo.

 

Facciamo di ogni amministrazione locale un centro di mobilitazione delle masse popolari per attuare la parola d’ordine “un lavoro utile e dignitoso per tutti” e per costituire un governo popolare d’emergenza!

 

Con le elezioni amministrative le masse popolari hanno inferto un serio colpo alla banda Berlusconi e alla Corte Pontificia: continuiamo e rafforziamo l’offensiva con la vittoria del SÌ nei quattro referendum!

 

Raccogliere i risultati della campagna elettorale: promuovere la moltiplicazione e il rafforzamento delle Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari, sviluppare il lavoro operaio del Partito, costituire Comitati di Partito clandestini!

 

Le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari possono costituire il Governo di Blocco Popolare!

 

Solo la costituzione di un governo popolare d’emergenza può invertire il corso delle cose, salvare l’Italia e affratellare il nostro paese agli altri popoli e paesi del mondo intero!

 

Con la costituzione del GBP, avanziamo nella Guerra Popolare Rivoluzionaria che instaurerà il socialismo e contribuiamo alla seconda ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo!