Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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Sabato 6 agosto 2021

Saluto del compagno Ulisse segretario generale del CC del (nuovo)PCI alla lezione che la Scuola di Base Anton Makarenko tiene nell’ambito della giornata dedicata alla costruzione del fronte anti-Larghe Intese


Cari compagni,

ringrazio il compagno Marco Pappalardo e in generale i compagni del Partito dei CARC che hanno dato al (nuovo)PCI la possibilità di portarvi il suo saluto.

Anzitutto voglio a nome di tutto il Partito comunista esortare voi e i quadri del P.CARC a proseguire e sviluppare su scala via via più larga la Scuola di Base Makarenko e ad elevare il livello della sua attività. Insegnare a leggere e a scrivere in italiano è insegnare a pensare e a fare propaganda. Conoscere la storia del nostro paese e del suo movimento comunista cosciente e organizzato è indispensabile per una comprensione elevata dell’attuale corso delle cose e quindi per intervenire con una linea giusta a determinarlo. La capacità di pensare e di agire dei comunisti è il fattore determinante del corso delle cose. Noi siamo in una situazione rivoluzionaria in sviluppo ma la mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari e la loro organizzazione si elevano oltre un certo limite e non ripiegano solo se sono alimentate dall’intervento costante e giusto del Partito comunista. E il Partito comunista è capace di intervenire in modo efficace solo se ha una comprensione abbastanza avanzata delle condizioni in cui svolge la sua attività. Non è un caso che il movimento comunista cosciente e organizzato ha sempre e ovunque favorito l’istruzione e spinto lo sviluppo culturale. Non è un caso che il pilastro principale del sistema di controrivoluzione preventiva instaurato e alimentato dalla borghesia imperialista e dal suo clero è volto principalmente a impedire di imparare a pensare. Guardate il livello a cui hanno ridotto la scuole e l’informazione. La controrivoluzione preventiva è principalmente manipolazione e intossicazione delle menti e dei cuori delle masse popolari. Innumerevoli sono le operazioni messe in atto dalla borghesia e dal clero per distogliere dall’imparare a pensare. Anche persone animate da spirito rivoluzionario, piene di amore per le masse popolari e di volontà di fare, tendono più a fare quello che si sta già facendo che a pensare e scoprire cosa bisogna fare per avanzare. I comunisti si distinguono dal resto delle masse popolari proprio principalmente perché hanno una comprensione più avanzata delle condizioni della lotta di classe e grazie a questa intervengono efficacemente a indirizzare e rafforzare la lotta delle masse popolari. Il livello e l’efficacia della lotta delle masse popolari dipende in ultima istanza da noi comunisti. Imparare a pensare e conoscere la storia del nostro paese sono quindi cose indispensabili per noi comunisti. Avanti quindi con la Scuola di Base Makarenko!

Il tema scelto per la lezione di oggi, il percorso del PCI dall’VIII Congresso del 1956 allo scioglimento nel 1991, è ricco di insegnamenti. Ne tratta per esteso, benché in termini generali, anche il nostro Manifesto programma nella prima parte del capitolo 2. La storia del PCI ci insegna che un partito grande e forte, con un grande seguito di masse popolari, senza una linea giusta va in rovina. La lotta di classe è un po’ come il vento che non si ferma neanche se le foglie hanno voglia di riposare. Il PCI era grande e forte: ci ha messo un po’ di anni, quasi quarant’anni, ma con la linea che si era dato ha perso il seguito che aveva e si è dissolto. Per costruire un partito grande e forte bisogna darsi una linea giusta e applicarla. Noi siamo in una situazione rivoluzionaria in sviluppo. La lotta di classe ci alimenta. Dalla dissoluzione del PCI le masse popolari hanno ereditato molta sfiducia e rassegnazione a tirare a campare, ma crescono anche il malcontento e la ribellione. Quindi il terreno è fecondo per noi. Raccogliere le forze, applicare la linea traducendo concretamente la nostra linea generale ognuno nella situazione particolare in cui opera, verificarla, educare le forze che raccogliamo e metterle all’opera, tutto questo richiede tempo. Ma è un lavoro fecondo. Abbiamo una linea generale giusta: questo è l’essenziale anche se solo l’inizio. La lotta di classe imperversa: la GKN è solo un caso tra tanti. Ma può essere la scintilla che dà fuoco alla prateria, perché la prateria è infiammabile. Dobbiamo curarla perché lo sia e imparare dall’esperienza.

Nei suoi quaranta anni di decadenza il PCI è passato tra alti e bassi perché era il reparto italiano di un esercito internazionale e la lotta tra le classi è internazionale. Le conquiste che le masse popolari italiane strapparono alla borghesia fino alla metà degli anni ’70 erano dovute alla combattività delle masse popolari, alla ribellione contro i revisionisti che covava nel PCI, ma anche alla grande ondata di lotte rivoluzionarie da cui la borghesia imperialista e il clero dovevano salvaguardarsi. La disgregazione dell’unità del PCI precedette la sua dissoluzione. Tutto questo è storia viva, che auguro che la lezione di oggi illustri ma che nella Scuola di Base chi la frequenterà imparerà a studiare superando la cortina di rimozione e di denigrazione del sistema di controrivoluzione preventiva che investe le masse popolari. Quello che la borghesia non è in grado di rimuovere è l’esperienza diretta che essa per valorizzare il suo capitale impone alle masse popolari e la nostra volontà di far avanzare la rivoluzione socialista fino alla vittoria.

La nostra lotta è difficile ma la nostra causa è giusta e noi vinceremo. L’augurio che faccio a ognuno di voi è di impegnarsi senza riserve in questa guerra. Questo è il compito a cui ognuno di noi deve dedicare la sua vita, il senso della nostra vita, la cosa migliore che posso augurare a ognuno di voi.

Compagno Ulisse, segretario generale del CC del (n)PCI.