5 febbraio 2024 - Comunicato numero 51 del Comitato Aurora del (nuovo)Partito comunista italiano

A Massa sgomberi, denunce e repressione… Cosa sta succedendo? Che fare?
I “nipotini” dei fascisti tirano su la testa… La situazione conferma l’esigenza di rafforzare il fronte unitario delle organizzazioni operaie, popolari, delle forze anti Larghe Intese e comuniste,
per cacciare i nostalgici del Ventennio, cacciarli da Massa per cacciarli anche dal governo del paese!

Nel 2013 la sezione di Massa del Partito dei CARC e alcuni attivisti di Massa occuparono uno spazio di proprietà dell’Edilizia Residenziale Pubblica sottraendolo all’incuria, all’abbandono e al degrado. Nacque così lo Spazio Popolare di via San Giuseppe Vecchio sede della locale sezione del Partito dei CARC, della palestra popolare Aldo Salvetti, di Massa Insorge e della Consulta Popolare per la Sanità. Per dieci anni quello spazio è stato attraversato e animato da innumerevoli iniziative e le principali organizzazioni del territorio (da quelle operaie e sindacali a quelle giovanili, associative e quant’altro) per anni si sono riunite lì dentro. Il 17 gennaio 2024 lo Spazio Popolare è stato sgomberato appena dopo una settimana dalla delibera del Consiglio Comunale. Nell’arco dei dieci anni di attività dello Spazio Popolare tante sono state le minacce e i tentativi (da parte della Lega e Fratelli d’Italia - FdI) di sgombero. L’obiettivo è andato in porto adesso sull’onda di evidenti pressioni e manovre da parte del governo nazionale. Del resto, non sarà certamente un caso il fatto che sul sito internet del Ministero degli Interni campeggi in bella vista la notizia dello sgombero! Così come non sono casuali le dichiarazioni di soddisfazione dell’onorevole Amorese di FdI e il fatto che il 22 gennaio 2024, giorno in cui si è tenuto il presidio antifascista promosso da Massa Insorge sotto al Comune di Massa, veniva inaugurata la locale sede di FdI. Dietro a questa operazione c’è evidentemente del marcio! Il marcio è il teatrino della politica borghese, in particolare della guerra tra bande tra FdI e Lega (l’uno all’opposizione dell’altro nel consiglio comunale di Massa) che hanno fatto di questo sgombero il terreno per accreditarsi agli occhi di una parte dell’elettorato cittadino, il che la dice lunga sulle difficoltà di Lega e FdI a dare seguito alle promesse fatte in campagna elettorale.

Detto questo, l’aspetto principale che chiarisce questa situazione è la loro consapevolezza di essere seduti su un barile di polvere in una città provata da numerose emergenze (disoccupazione, tagli alla sanità, inquinamento ambientale e quant’altro) e che negli ultimi mesi ha visto un’intensa e continuativa attività promossa da organismi operai e popolari come Massa Insorge, il sindacato ASIA-USB, organizzazioni come Rivoluzione Allegra, i comitati che si battono contro l’estrattivismo selvaggio del marmo (collettivo Atamantha e Casa Rossa Occupata) e la locale sezione del Partito dei CARC.

Il sindaco Francesco Persiani (Lega) e la banda Guidi (Marco Guidi, consigliere comunale di FdI e promotore della mozione di sgombero) provano a rispondere a suon di provocazioni, vere e proprie operazioni di distrazioni di massa.

Infatti, dopo lo sgombero dello spazio, l’inaugurazione della sede di FdI, dopo aver concesso una sala comunale per la presentazione del libro di Vannacci il 27 gennaio, nell’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale del 6 febbraio FdI torna alla carica con un’interpellanza sul murales dedicato all’eroe della Resistenza Aldo Salvetti.

Ebbene, la situazione conferma l’esigenza di rafforzare il fronte unitario delle organizzazioni operaie, popolari, delle forze anti Larghe Intese e comuniste, per cacciare i nostalgici del Ventennio, cacciarli da Massa per cacciarli anche dal governo del paese!

Il governo Meloni non è forte, tutt’altro, i motivi per cui rimane in piedi sono riconducibili a due: i vertici della Repubblica Pontificia non hanno un’alternativa (al momento) con cui sostituirlo, il movimento delle organizzazioni operaie e popolari non è ancora abbastanza determinato a perseguire l’obiettivo di mandare a casa questa cricca male assortita di fascisti (i capi del movimento delle masse popolari si mettono ancora nell’ottica di essere ascoltati dal governo anziché in quella di cacciarlo). Quello che sta succedendo a Massa offre grandi opportunità per assestare un colpo alla cricca Meloni-Salvini.

Ma quello che accadrà a Massa dipende da chi opera su quel territorio e da nessun altro, dipende dal giusto approccio ideologico e pratico alla situazione.


L’atteggiamento da assumere in questa situazione non è differente da quello assunto durante la pandemia: a fronte di chi diceva a reti unificate di aspettare di tornare alla normalità i comunisti della Carovana del (n)PCI hanno intrapreso la via giusta e cioè rompere con l’attendismo (limitarsi a dipingere a tinte fosche il presente in attesa che passi la tempesta per poi “farla pagare ai padroni”). Siamo in guerra, il corso disastroso delle cose sta lì a dimostrarlo, ogni giorno! Chi vuole cambiare questa situazione deve mettersi in una posizione ideologica coerente con questa situazione e adottare le misure (pratiche) conseguenti. Farlo è quell’adeguamento che è richiesto anzitutto ai comunisti; farlo (cioè adeguare la propria analisi alla situazione concreta e adeguare la propria pratica al livello di coscienza raggiunto) è l’ingrediente per assumere serenità e lungimiranza e spezzare il senso di inadeguatezza e irrequietezza che deriva dal dover affrontare la guerra che siamo chiamati a combattere. I comunisti della Carovana del (n)PCI nella città di Massa hanno fatto cose importanti in questi ultimi 15 anni: si sono resi protagonisti della lotta contro le prove di fascismo, contro le ronde razziste e fasciste promosse nel pacchetto-sicurezza Maroni del 2009, contro lo smantellamento dell’apparato produttivo sviluppando un’esperienza importante come la battaglia Rational nel 2018, contro la presenza di Salvini promuovendo un corteo di caratura nazionale nell’estate del 2019. Detto questo, siamo consapevoli che i comunisti non bastano a se stessi.

Il nostro appello, dunque, è rivolto a tutti coloro che sono determinati a lottare per cacciare la giunta Persiani e la banda Guidi, e costruire le condizioni per imporre un’amministrazione locale di emergenza che sia sorretta, animata e formata dalle organizzazioni operaie e popolari presenti sul territorio che devono definire i programmi che servono a rimettere in piedi la città. Così facendo assestare un colpo al governo Meloni, al governo dei guerrafondai e dei vendi-patria (altro che prima gli italiani, altro che interessi nazionali!): cacciarli e imporre un Governo di Blocco Popolare, un governo animato dalla aspirazioni e dalle pratiche delle masse popolari organizzate che cominciano ad agire da nuova classe dirigente del paese.


Per vincere bisogna combattere! Combattere a modo nostro fino a vincere!

Osare combattere! Osare vincere!

Per un governo di emergenza popolare!

Per fare dell'Italia un nuovo paese socialista!


Comitato Aurora del (nuovo)Partito comunista italiano

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