Comitato di Partito Babuskin del (nuovo) PCI – Comunicato n. 9 – 27 giugno 2023

Le brigate di cittadinanza lanciate da Grillo e la nostra lotta

Combattere a modo nostro fino a vincere! Osare sognare! Osare lottare per realizzare il nostro sogno! Osare vincere!


Cominciate a fare le brigate di cittadinanza mascheratevi col passamontagna e di nascosto andate a fare i lavoretti, sistemate i marciapiedi, le aiuole, i tombini, senza dare nell'occhio”. Queste le parole lanciate da Grillo nel suo intervento durante la mobilitazione indetta dal Movimento 5 Stelle (M5S) contro il governo Meloni. Parole a cui in alcune zone d’Italia, in particolare a Massa, alcuni attivisti e percettori del Reddito di Cittadinanza stanno già dando seguito. Queste forme di lotta stanno prendendo di mira, in particolare, il governo Meloni e la sua opera di attuazione dell’agenda Draghi attraverso la concretizzazione delle “riforme” che Draghi aveva iniziato o aveva annunciato.

Il governo Meloni mentre aggrava la sottomissione dell’Italia alla Nato trascinandola nella guerra USA-NATO contro la Federazione Russa, aumenta la precarietà del lavoro, prosegue lo smantellamento della sanità pubblica, della scuola e dell’università pubbliche, piccona le misure introdotte dal governo Conte 1 che davano “una boccata d’ossigeno” alla parte più povera, precaria e ricattabile della popolazione. L’abolizione del Reddito di Cittadinanza ne è un esempio.(1)


1 Il Reddito di Cittadinanza (RdC), è stata la prima misura economica a favore delle masse popolari introdotta nel nostro paese dopo un quarantennio di ininterrotta eliminazione delle conquiste politiche, economiche, sociali ottenute con le lotte condotte dal dopoguerra fino alla metà degli anni ‘70. L’abolizione del RdC è un obiettivo a cui Confindustria puntava fin da quando è stato introdotto: i padroni hanno bisogno che le masse popolari siano costrette alla precarietà e, per far fronte all’indigenza, accettare condizioni di lavoro infami. Il RdC era un ostacolo ai salari da fame che i padroni stanno imponendo.


Per contrastare efficacemente l’azione antipopolare e la macelleria sociale del governo Meloni è necessario organizzarsi e mobilitarsi a partire dalle principali emergenze del paese: battaglie per la difesa e conquista dei posti di lavoro e lotta al carovita.

Per questo i percettori del RdC e i disoccupati devono organizzarsi in tutta Italia – come già succede a Napoli e in Sicilia – per contrastare lo smantellamento di un sussidio che ha sostenuto migliaia di famiglie. Organizzarsi e lottare fin da subito per imporre ai sindaci e agli amministratori locali di assumere i percettori del RdC e stabilizzare coloro che già oggi svolgono lavori di pubblica utilità. I sindaci hanno questo potere, facciamoglielo usare!

I percettori di RdC e i disoccupati organizzati devono essere assunti e retribuiti per fare lavori necessari per la collettività (ad esempio la bonifica e la riqualificazione di zone abbandonate o la manutenzione di aree a uso pubblico di cui le istituzioni non si occupano perché i padroni non ne ricavano alcun profitto). Territorio per territorio bisogna organizzare la lotta per veder riconosciuto il diritto al lavoro sancito all’art.1 della Costituzione. Chiamiamole brigate di cittadinanza, brigate volontarie, brigate di solidarietà o in qualsiasi altro modo: quello che serve è che ovunque la mobilitazione contro il governo Meloni avanzi fino a cacciarlo!


La cacciata del governo Meloni non avverrà per il susseguirsi di dichiarazioni “di fuoco” contro il governo (per giunta sistematicamente ritrattate poco dopo) ma per un’iniziativa pratica e un sommovimento sociale che dia gambe e prospettive alla larga parte della popolazione che si oppone all’agenda Draghi. Fino ad ora l’unica vera opposizione al

governo Meloni è stata messa in campo dagli organismi operai e popolari che hanno promosso la mobilitazione contro la guerra e il traffico di armi nei porti italiani (come il CALP di Genova), quella contro l’abolizione del Reddito di Cittadinanza e per il lavoro (come il movimento dei disoccupati di Napoli), quella contro le delocalizzazioni delle aziende (come il Collettivo di Fabbrica della GKN di Firenze), quella contro la devastazione ambientale (come “i ragazzi” di Extinction Rebellion e Ultima Generazione), quella contro l’abbandono di intere popolazioni colpite dalle emergenze che si susseguono (i volontari che hanno soccorso le popolazioni della Romagna).

Cosa significa? Significa che è questa la spinta e la forza su cui contare per mandare a casa il governo Meloni e per costruire – per imporre con la mobilitazione – il governo che serve. Al di là delle intenzioni di Grillo, che ha subito ritrattato derubricando il suo intervento a battuta, questa forma di organizzazione e di mobilitazione è quindi giusta, va perseguita ed estesa il più possibile. L’illuminato, come si autodefinisce, si dissoci pure dalle azioni di manutenzione popolare dei territori che i suoi attivisti e i percettori del Reddito di Cittadinanza organizzeranno! Li critichi pure per la decisione di fare quello che lui e il gruppo di testa del suo partito alla prova di governo non sono stati in grado di fare: far seguire alle parole i fatti! Non farà altro che dare un altro colpo di pala alla buca che si sta scavando da quando lui e Conte hanno fatto sedere il M5S al tavolo delle Larghe Intese e alla corte del PD.

Dal canto suo, chi si organizzerà in gruppi e brigate in difesa del Reddito di Cittadinanza, per pretendere un lavoro utile e dignitoso e lottare contro il degrado e l’abbandono dei quartieri e dei territori, farà una scuola pratica di organizzazione, di coordinamento con la fitta rete di organismi operi e popolari, ma anche di azioni di lotta e mobilitazioni che apriranno la strada ad altri e contribuiranno ad avanzare nella lotta per la cacciata del governo Meloni.

Imbocchino questa strada i percettori del Reddito di Cittadinanza di Napoli che il 17 giugno sono scesi in piazza a Roma rispondendo alla chiamata di Grillo. Si uniscano ai disoccupati organizzati del Cantiere 167 Scampia e dei Disoccupati 7 novembre e al resto delle organizzazioni operaie e popolari in lotta a Napoli, in Campania e nel sud Italia contro il governo Meloni.

Noi chiediamo a ogni membro avanzato delle masse popolari e a ogni individuo consapevole del corso catastrofico delle cose imposto dai gruppi imperialisti, di arruolarsi nel nuovo Partito Comunista Italiano, dando in questo modo anche un senso alla propria vita . Il (n)PCI ha assunto il compito di orientare organismi e individui del movimento comunista cosciente e organizzato (MCCO) e della sinistra borghese (SB) a far fronte uniti a ognuna delle manifestazioni dell’opera catastrofica della borghesia imperialista: il governo di Giorgia Meloni, servo dei gruppi imperialisti USA, continua l’opera distruttiva del governo di Mario Draghi e dei governi dei partiti delle Larghe Intese tra il polo Berlusconi e il polo del PD e dei suoi associati contro la quale in definitiva a poco o nulla è valsa la breccia aperta da Beppe Grillo e dal suo M5S nel 2018. Seguiamo una linea ben definita che si basa sulla creazione delle condizioni per la costituzione del Governo di Blocco Popolare e miriamo a fare di ogni mobilitazione particolare una scuola di comunismo, un passo per elevare la resistenza spontanea delle masse popolari e far avanzare la rivoluzione socialista. Un progetto che non ha esuberi, ma un paese da liberare e un nuovo mondo da conquistare!


La nostra impresa è difficile, ma la vittoria è possibile.

Combattere a modo nostro fino a vincere! Osare sognare! Osare lottare per realizzare il nostro sogno! Osare vincere!

Fare di ogni lotta una scuola di comunismo!

Costituire clandestinamente Comitati di Partito in ogni azienda e in ogni centro abitato!

Per iniziare, formare gruppi di studio del Manifesto Programma del (nuovo)PCI