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del (nuovo)Partito comunista italiano
anno XXVI - novembre 2024Scaricate il testo in formato PDF - Formato Open Office - Formato Word
Sul Partito Comunista Cinese e la Repubblica Popolare Cinese
Il 29 dicembre 2023, la 7a sessione del Comitato Permanente del Comitato Nazionale della 14° Assemblea Popolare Nazionale (il parlamento cinese) ha adottato alcuni emendamenti alla legge sul funzionamento e sulla gestione della aziende nella RPC e la nuova legge è entrata in vigore il 1° luglio 2024. È la quinta volta in trent’anni che la legge sul funzionamento e la gestione delle aziende, adottata per la prima volta nel 1993 (Jiang Zemin era all’epoca segretario del PCC e presidente della RPC) viene emendata.
I nuovi emendamenti introducono strumenti legali e organizzativi più efficaci per rafforzare la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle aziende e assicurare un controllo più democratico dei processi produttivi nelle aziende pubbliche, private e miste riguardo a salubrità dei luoghi di lavoro, efficienza nei tempi di produzione e nell’uso dei materiali, eco-compatibilità e altri campi. Già il primo articolo della nuova legge mette in risalto la tutela dei diritti e degli interessi dei lavoratori prescrivendo per la prima volta a livello nazionale e per tutte le aziende (pubbliche, private e miste) un maggiore impegno nello sviluppo della democrazia e basandola sulle assemblee dei lavoratori.
Le disposizioni sul sistema di governo democratico delle imprese - emanate congiuntamente da sei dipartimenti (ministeri, commissioni, agenzie di regolamentazione, ecc.) del governo centrale e dal PCC nel 2012 - e alcune normative locali (ad esempio, il Regolamento di Shanghai sull’assemblea dei delegati dei lavoratori adottato nel novembre 2017) avevano già stabilito che l’assemblea dei lavoratori costituisce la base del sistema democratico di gestione delle aziende, ma queste e altre disposizioni riguardavano sostanzialmente il settore pubblico. La nuova legge, invece, estende questo approccio a tutte le aziende: pubbliche, private e miste.
Diamo alcuni esempi delle norme entrate in vigore in base alla nuova legge.
Ogni azienda deve decidere secondo i regolamenti pertinenti e le norme locali se convocare assemblee di tutti i lavoratori o assemblee di delegati dei lavoratori. Generalmente vale la norma che le aziende che hanno meno di 100 lavoratori convocano direttamente l’assemblea di tutti i lavoratori, quelle con più di 100 lavoratori convocano invece assemblee di delegati dei lavoratori.
L’assemblea dei delegati dei lavoratori è l’organo principale attraverso il quale essi esercitano il proprio controllo sulla gestione aziendale. L’assemblea si compone di un numero di delegati dei lavoratori non inferiore alle 30 persone o comunque al 5% del totale dei lavoratori. La durata delle cariche può variare dai tre ai cinque anni.
Il comitato sindacale di base (CSB) dell’azienda è l’organo esecutivo dell’assemblea di tutti i lavoratori. Esso parte da un minimo di 25 lavoratori e per legge deve essere affiliato alla Federazione dei Sindacati della Cina (FSC), organizzazione di massa dipendente dal PCC. Tra i vari compiti del CSB vi sono: 1. la stipula del contratto collettivo di lavoro, 2. l’attuazione delle normative vigenti in materia di retribuzione, orario di lavoro, permessi e ferie, sicurezza e salute, previdenza sociale, 3. lo svolgimento di attività ricreative (culturali, sportive) e formative. I sindacati di categoria, immediatamente superiori ai CSB e facenti capo a livello nazionale alla FSC, forniscono assistenza alle aziende, soprattutto a quelle senza propri CSB, nella creazione e nello sviluppo delle assemblee dei lavoratori. L’assemblea dei lavoratori deve essere convocata almeno una volta all’anno e alla sua sessione plenaria devono essere presenti più di due terzi dei delegati affinché essa sia legalmente valida e possa deliberare. Le votazioni su questioni rilevanti richiedono la presenza della maggioranza di tutti i delegati. Inoltre, a un’azienda che sta valutando la ristrutturazione, la cessazione di attività, la presentazione di domanda di fallimento e le decisioni su altre importanti questioni, la riforma alla legge impone di ascoltare le opinioni dei propri lavoratori tramite il CSB e l’assemblea dei lavoratori.
Ai sensi della legge sui contratti di lavoro (adottata nel 2008 sotto la presidenza di Hu Jintao ed emendata nel 2012 sotto la presidenza di Xi Jinping), dell’attuale diritto societario, delle disposizioni sulla gestione democratica delle aziende e delle normative locali, un’assemblea dei lavoratori esercita normalmente i seguenti poteri:
1. ascoltare le relazioni dei dirigenti sulla pianificazione dello sviluppo aziendale, sulla produzione annuale e sulla gestione operativa, sulle ipotesi di riforma (ristrutturazioni, fusioni, acquisizioni, ecc.), sulla formulazione di regolamenti, sulle questioni occupazionali, sulla discussione e sull’attuazione dei contratti collettivi, sulla sicurezza e salubrità del luogo di lavoro e sul pagamento dei premi della previdenza sociale e formulare commenti e suggerimenti al riguardo;
2. deliberare sulle norme, sui regolamenti e sulle principali proposte formulate dalla direzione dell’azienda relative a retribuzione, orario di lavoro, riposo e ferie, sicurezza e salubrità, previdenza sociale, formazione dei lavoratori, disciplina del lavoro e distribuzione e gestione dei carichi di lavoro;
3. decidere e adottare le proposte di contratti collettivi, il piano per l’utilizzo del fondo di previdenza dei lavoratori, il suggerimento di candidati al premio di “lavoratore modello” - quello che realizza e supera gli obiettivi fissati dall’azienda, migliora la qualità dei prodotti, risparmia risorse economiche e naturali, contribuisce alla ricerca e sviluppo su nuove tecnologie - e la decisione di penalità per dirigenti che hanno violato norme e regolamenti aziendali e nazionali;
4. eleggere o licenziare dirigenti e membri del consiglio di vigilanza, eleggere delegati dei lavoratori nelle apposite commissioni per la liquidazione dell’azienda sottoposta a procedura fallimentare, suggerire o eleggere il personale dirigente;
5. esaminare e monitorare l’attuazione di leggi, regolamenti e norme da parte dell’azienda, valutando la dirigenza aziendale e formulando suggerimenti su premi e penalità.
Secondo i regolamenti sulla gestione democratica delle aziende, per essere valide e in alcuni casi anche vincolanti le questioni sottoposte all’esame dell’assemblea dei lavoratori devono seguire un opportuno processo democratico: si tratta della “democrazia popolare a processo completo”, basata sulla consultazione di tutte le parti interessate e caratterizzata dalla combinazione di elezione, decisione, gestione e supervisione dei processi politici, sociali ed economici nella RPC.
I poteri assegnati alle assemblee dei lavoratori costituiscono un’importante arma: essi possono far valere i propri diritti nei confronti delle aziende, soprattutto straniere, che potrebbero essere intenzionate a diminuire la propria presenza nel paese a causa dell’aumento delle retribuzioni o dell’approfondimento delle misure volte a tutelare la salubrità dei processi produttivi, la salute delle comunità in cui questi avvengono e il benessere ecologico.
Al fine di rafforzare ulteriormente la gestione democratica dell’azienda e salvaguardare i diritti e gli interessi dei lavoratori, i legislatori hanno anche cercato di migliorare le disposizioni relative alla rappresentanza dei lavoratori nel Consiglio d’Amministrazione (CdA) tramite emendamenti che fino ad oggi obbligavano solo le aziende statali ad avere una rappresentanza dei lavoratori nei CdA. Per esempio, in base all’articolo 68 comma 1 il CdA di una società a responsabilità limitata deve avere più di tre membri e uno di essi deve essere un delegato dei lavoratori della società. Una società a responsabilità limitata con più di 300 dipendenti deve avere un consiglio di vigilanza composto da delegati dei lavoratori e tra i membri del CdA devono esserci delegati eletti da tutti i lavoratori attraverso assemblee, conferenze o altre forme di democrazia. Nuove disposizioni saranno probabilmente emanate nel prossimo futuro per le aziende con un ristretto numero di azionisti, ma con un gran numero di lavoratori e prive di un CdA.
Gli ultimi emendamenti alla legge societaria sono solo il più recente passo della legislazione cinese per rafforzare il potere dei lavoratori e impedire che lo spazio concesso all’iniziativa privata possa trasformarsi da elemento complementare all’interno del sistema economico socialista in una fonte di sfruttamento e di dominio della borghesia nazionale cinese e di multinazionali dei paesi imperialisti.
Da quanto scritto finora è evidente la dialettica tra la mobilitazione e organizzazione dei lavoratori e l’attività dei dirigenti (professionisti nella gestione aziendale, quadri politici e amministrativi del PCC, ecc.). Se in un’azienda pubblica, privata o mista sussistono dei problemi - orari estenuanti, livello d’impatto ambientale superiore ai parametri previsti dalle autorità competenti, corruzione, discriminazione sessista nei confronti delle lavoratrici e altri - la combinazione alto-basso, quindi dirigenti-lavoratori che si pongono tutti nell’ottica di dirigere collettivamente, permette di adottare soluzioni nuove per problemi nuovi, tramite discussione aperta e paritaria tra le parti.
Il rafforzamento del potere decisionale dei lavoratori è andato avanti di pari passo con la costruzione di uno Stato di diritto socialista moderno. Tramite uno sforzo pluridecennale, nel governo del paese le autorità pubbliche stanno cercando di combinare sempre meglio l’esigenza di servirsi unicamente della legge con quella di mantenere la dittatura democratico-popolare (quindi il Partito e le organizzazioni annesse decidono su quello che non è ancor stabilito per legge), ovvero la base del sistema di potere della RPC. Tale sforzo è notevole, stanti le difficoltà di costruire da zero l’insieme di norme atte a regolare le relazioni aziendali, il mercato del lavoro e i diritti dei lavoratori dopo l’avvio nel 1978 del processo di “riforma e apertura”. Grazie alla legge sui contratti di lavoro del 2008, l’Assemblea Popolare Nazionale impose una svolta storica a favore dei lavoratori segnando il passaggio da una fase di sviluppo economico caratterizzata dal ricorso al “vantaggio comparativo” (dato dal basso costo del lavoro) a una caratterizzata dalla ricerca scientifica e dall’innovazione tecnologica, come elementi necessari per competere allo stesso livello delle (e in alcuni casi superare le) aziende e dei sistemi produttivi dei paesi imperialisti. Sotto la direzione del presidente Xi Jinping, la RPC è riuscita a raggiungere risultati ancora più grandi.
La riforma della legge sulla gestione delle aziende è da inquadrare nel contesto generale caratterizzato da alcuni fattori quali:
- la rinnovata crescita dell’economia cooperativa, soprattutto agricola. Nel 2024 sono più di 2 milioni le cooperative agricole operanti in tutta la RPC, che coinvolgono circa 100 milioni di nuclei familiari. A quelle agricole si aggiunge poi un centinaio di migliaia di cooperative industriali, creditizie e di altri servizi;
- la lotta contro la speculazione immobiliare, l’erogazione di sussidi statali per l’acquisto di appartamenti e la facilitazione burocratica da parte delle banche nella concessione di mutui;
- lo sviluppo di “nuove forze produttive di qualità” (energie rinnovabili, computer quantistici, robot industriali, tecnologie aerospaziali, ecc.).
Lo sviluppo di questi tre fattori è il risultato degli sforzi del Comitato Centrale con alla testa il segretario Xi Jinping e di tutto il PCC per attuare riforme mirate a creare un modello di sviluppo basato su conoscenze scientifiche e nuove tecnologie.
In questo modo la Repubblica Popolare Cinese avanza verso l’obiettivo del “secondo centenario” (1) da realizzare entro il 2049 (centenario della fondazione della RPC): quello della creazione di un paese socialista forte, democratico, civile, armonioso, moderno e culturalmente avanzato.
Simone B.
1. L’obiettivo del “primo centenario”, celebrato nel 2021 in occasione del centenario della fondazione del PCC, consisteva nella costruzione di una società moderatamente prospera sotto tutti gli aspetti, il cui presupposto fondamentale era l’eliminazione della povertà assoluta.