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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXVI - novembre 2024

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Come porre fine alla Terza guerra mondiale?

L’opposizione alla guerra e all’economia di guerra è condivisa da larga parte delle masse popolari nel nostro come negli altri paesi europei aderenti o meno alla NATO e si esprime già su vasta scala nelle mobilitazioni in solidarietà con il popolo palestinese contro il genocidio perpetrato dai sionisti, contro la guerra che gli imperialisti USA-NATO conducono in Ucraina e le nuove guerre che stanno preparando, contro la corsa agli armamenti e le basi USA-NATO disseminate in vari paesi europei (in particolare in Germania e in Italia) e nell’astensione dalle elezioni con annesso calo di voti ai partiti ed esponenti guerrafondai. Questa opposizione si rafforzerà e crescerà fino a mettere fine alla Terza guerra mondiale (3GM) se si trasforma in avanzamento della rivoluzione socialista: dipende quindi dalla capacità e attività di chi la anima, orienta e promuove, in primo luogo dai comunisti.

Tra quanti nel nostro paese si dichiarano comunisti si diffonde la consapevolezza che “la posta in gioco si è alzata drammaticamente. La lotta contro la barbarie capitalistica si può definire, senza fronzoli, una battaglia epocale, perché da questa dipenderanno la salvezza dei popoli del mondo, del pianeta, dell’umanità stessa. Ogni militante comunista deve esserne cosciente e assumersi tutte le responsabilità politiche che ciò comporta, nella convinzione di incarnare le forze più vive del progresso, contro le forze della reazione che stanno portando l’umanità verso il baratro” (La lotta per il Partito, manifesto programmatico del Fronte della Gioventù Comunista e del Fronte Comunista - 29.06.2024). Su come uscire dal baratro della Terza guerra mondiale, tra di essi oggi si scontrano due linee di pensiero.

Contare sul fatto che la 3GM finirà perché, a causa della minaccia nucleare, “l’estensione della guerra non serve a nessuno”. Da qui le iniziative per convincere (con gli appelli al buon senso e la raccolta firme o con le manifestazioni di piazza e le proteste, l’obiettivo resta lo stesso) i caporioni imperialisti a usare la diplomazia e il dialogo anziché le armi, ecc. È la linea su cui dirigenti del PRC vanno a braccetto con Papa Bergoglio. Ma se veramente l’estensione della guerra non servisse a nessuno, perché allora la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti USA, sionisti, UE e associati ha scatenato e alimenta la 3GM? Se non altro la guerra interessa ai capitalisti che producono armi e a quelli che progettano sistemi d’arma: avere merci da vendere e che sono comperate è una spinta vitale per la borghesia imperialista.

In realtà ognuno dei teatri di guerra che la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti ha finora aperto ha ragioni ben precise:

1. estendere la dominazione USA-NATO non solo alle ex Democrazie Popolari dell’Europa orientale, ma anche ai paesi dell’ex URSS, smembrando ulteriormente la Federazione Russa;

2. stroncare le velleità di indipendenza e ribellione dei paesi del Medio Oriente, tenendo conto che qui è da quasi 100 anni che i gruppi imperialisti sionisti cercano di attuare il loro specifico progetto di espulsione degli arabi e delle altre nazioni dalla Palestina (non a caso hanno sempre sistematicamente contrastato la creazione sia dei due Stati sia di un unico Stato multinazionale);

3. quanto alla Repubblica Popolare Cinese, fino al 1989 la Comunità Internazionale degli imperialisti ha puntato su Deng Xiaoping per sottometterla nuovamente così come stava sottomettendo l’URSS. Quando nel 1989 Deng si rese conto di dove portava la linea che aveva imposto nella RPC (e che Gorbaciov e Eltsin stavano completando in URSS) e da buon nazionalista reagì e non lasciò proseguire il corso delle cose che aveva promosso e che la CI imponeva, la CI ha lanciato la lotta contro la RPC;

4. quanto alle ex colonie e semi-colonie e ai paesi dell’Africa e dell’America Latina, la CI deve tenerli sottomessi economicamente e politicamente: servono a fare investimenti e a fornire materie prime, piantagioni e manodopera a basso costo.

Riconoscere che l’instaurazione del socialismo è l’unico modo per uscire dalla 3GM. I fautori di questa linea si dividono in tre correnti.

- Chi fa affidamento sul fatto che la salvezza venga da fuori, in particolare che la Repubblica Popolare Cinese, la Federazione Russa e in generale i BRICS+ mettano fine alla 3GM facendo desistere gli imperialisti USA da guerre e aggressioni… e magari adesso conta su Donald Trump almeno per quanto riguarda nell’immediato l’Ucraina. È la posizione abbracciata dai partiti, organismi ed esponenti del movimento comunista che fanno proprio il multipolarismo come loro linea d’azione. Del multipolarismo dei partiti comunisti dei paesi imperialisti abbiamo trattato in L’imperialismo è l’epoca della rivoluzione socialista e della decadenza della società borghese (Supplemento a VO 72 - dicembre 2022) e nell’articolo Un approfondimento sul multipolarismo (VO 74 - luglio 2023) e ad essi rimando. Non è da escludere in assoluto che i caporioni dell’imperialismo mondiale trovino una qualche composizione in Ucraina o in un altro dei teatri di guerra, ma resta valido oggi come ieri quanto indicato da Lenin nel dicembre 1917: “se non vincerà il socialismo, la pace tra gli Stati capitalisti significherà soltanto un armistizio, una tregua, la preparazione ad un nuovo massacro dei popoli” (Lenin, Per il pane e per la pace).

Ispirati dalla linea che il PCC sta seguendo in Cina, alcuni sostenitori del multipolarismo tirano la conclusione, e accarezzano il sogno, che sia possibile conciliare capitalismo e socialismo, quindi che non occorre la rivoluzione socialista né un partito comunista clandestino che la promuove e dirige. Per avvalorare la loro conclusione tirano in ballo la NEP, da loro interpretata come antesignana del “socialismo di mercato” (e nientepopodimeno che Lenin… ) e guardano al periodo del capitalismo dal volto umano nel nostro paese. Il loro non è un sogno che precorre il futuro, ma un’illusione destinata a infrangersi: non è basata né sull’analisi concreta della situazione né sul bilancio dell’esperienza della prima ondata rivoluzionaria (ma al massimo sulle “narrazioni” di essa). Non tiene infatti conto delle differenze tra paesi imperialisti e paesi arretrati, coloniali e semi-coloniali. Trascura, come se fosse irrilevante, che quando i bolscevichi applicarono la NEP avevano già in mano il potere e che dalla NEP passarono ai piani quinquennali. Dimentica che le conquiste del capitalismo dal volto umano sono state il frutto della combinazione tra la forza del movimento comunista in Italia e nel mondo, il periodo di ripresa e sviluppo del capitalismo dopo le distruzioni e gli sconvolgimenti delle due guerre mondiali e la linea promossa dai revisionisti moderni alla Togliatti alternativa all’instaurazione del socialismo: i padroni e le loro autorità ci si sono adattati anche se per loro erano contro natura, non per benevolenza ma pur di non perdere tutto.

- Chi conta sul fatto che “la guerra generi la rivoluzione” nel senso che le masse popolari esasperate si rivolteranno contro la borghesia imperialista fautrice della guerra. Quindi in sostanza aspetta che la rivoluzione scoppi o è addirittura disfattista: rimanda l’instaurazione del socialismo a un lontano futuro di cui ancora non esisterebbero le condizioni.

- Chi promuove e dirige la rivoluzione socialista con cui le masse popolari instaureranno il socialismo nel nostro paese. Quindi fa leva sul fatto che la partecipazione alla guerra è contraria agli interessi immediati del grosso delle masse e che mettervi fine significa allo stesso tempo liberare l’Italia dal protettorato USA instaurato dal 1948, mobilita ogni settore della popolazione (ognuno con operazioni specifiche) per mettere fine alla partecipazione dell’Italia alle guerre degli imperialisti USA-NATO e sionisti, promuove la moltiplicazione, il rafforzamento e il coordinamento di organismi popolari contro la guerra e l’economia di guerra e li orienta verso un obiettivo di potere, verso la costituzione di un loro governo. È la linea per far avanzare la rivoluzione socialista e allo stesso tempo far rinascere il movimento comunista, anziché desiderare un partito comunista che sia “grande e forte” fin da subito, senza cioè aver dato prova di avere una linea giusta proprio realizzando gli obiettivi sopra indicati e di essere strutturato in maniera tale da attuarla ad ogni costo (autonomo dalla borghesia e dalla sua legalità). Vi sono e si rafforzano le condizioni favorevoli per far crescere un simile partito comunista. È quello a cui noi promotori e costruttori del (n)PCI lavoriamo da vent’anni. È quello a cui chiediamo agli elementi avanzati del movimento comunista e delle masse popolari di contribuire.

L’estensione della 3GM, la devastazione del pianeta e la lotta contro la rivoluzione socialista sono indispensabili per la Comunità Internazionale e per la borghesia imperialista in generale, come ultimo estremo rimedio alla sovrapproduzione assoluta di capitale ed espressione di quella reazione nera che Stalin ha indicato nel 1927 come alternativa alla costruzione del socialismo in URSS e all’avanzamento della rivoluzione proletaria nel mondo.

Per le masse popolari è indispensabile porre fine alla 3GM e contrastare l’eliminazione delle conquiste, la devastazione e l’inquinamento della terra, la crisi climatica. Oggi siamo in grado di produrre in quantità tale che ogni persona abbia quanto necessario a una vita dignitosa; sappiamo pianificare, fare previsioni a lungo termine e con adeguati piani di ricerca possiamo risolvere ogni problema di qualche rilevanza pratica; nella concezione corrente è scontato che ogni persona che fa la sua parte di lavoro abbia diritto a quanto le occorre per una vita dignitosa. Ci sono quindi le condizioni materiali, intellettuali e morali necessarie per stabilire nei singoli paesi e a livello internazionale un sistema pianificato di produzione e distribuzione dei beni e dei servizi necessari a una vita dignitosa e moderna per tutti, all’altezza per tutti delle conoscenze e delle aspirazioni più avanzate che l’umanità ha concepito. Su questa base le masse popolari possono aprire una fase nuova della storia dell’umanità, in cui ogni persona darà il contributo di cui è capace alla produzione dei beni e servizi necessari perché ogni individuo conduca una vita dignitosa e tutti gli individui svilupperanno il meglio di sé nella conoscenza, nelle relazioni, nella scoperta dell’universo e di se stessi. Il socialismo è la fase in cui l’umanità forgerà su scala grande e crescente questa nuova vita. Ma il passaggio dal capitalismo al comunismo non è una trasformazione spontanea. La rivoluzione socialista e la costruzione del socialismo vanno prima pensate: si realizzano solo se i comunisti formano un partito comunista che le pensa e che mobilita le masse popolari a farle.

Rosa L.