La Voce 78 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXVI - novembre 2024

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Consolidamento e rafforzamento del (nuovo)PCI

Essere all’offensiva anche nella fase della difensiva strategica

Bilancio e insegnamenti dell’operazione Avviso ai Naviganti 145 del 22 agosto 2024


Per quel che ci riguarda, si tratti di un individuo, di un partito, di un esercito o di una scuola, io credo che la mancanza di attacchi da parte del nemico contro di noi sia una cattiva cosa, poiché significa che noi facciamo causa comune col nemico. Se siamo attaccati dal nemico, è una buona cosa, poiché ciò dimostra che abbiamo tracciato una linea di demarcazione nettissima tra noi e il nemico. Se esso ci attacca violentemente, dipingendoci con i colori più cupi e denigrando tutto quello che facciamo, si tratta di una cosa ancora migliore, poiché ciò dimostra non solo che abbiamo stabilito una linea di demarcazione netta tra il nemico e noi, ma anche che abbiamo conseguito notevoli successi nel nostro lavoro (Mao Tse-tung, Essere attaccati dal nemico è un bene, non un male).


L’Avviso ai Naviganti (AaN) 145 del 22 agosto 2024 è un esempio di operazione d’attacco, di operazione offensiva anche in una fase in cui il rapporto di forze è a favore della borghesia imperialista e i comunisti devono accumulare forze rivoluzionarie. La denuncia nominativa che abbiamo fatto di organismi e agenti dell’Entità sionista operanti in Italia e dei suoi collaboratori ha suscitato una rabbiosa e ampia reazione da parte di tali organismi e agenti e dei loro collaboratori delle Larghe Intese. La loro reazione conferma che la nostra iniziativa è efficace e che va estesa.

L’operazione AaN 145 del 22 agosto 2024 (1) è un caso chiaro in cui abbiamo individuato una battaglia della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata (GPR) che stiamo conducendo e abbiamo raggiunto buoni risultati. Bisogna continuare così, con audacia e creatività.

Tratto qui alcuni insegnamenti e deviazioni che essa ha fatto emergere nelle nostre file. Fissare gli insegnamenti e affrontare le deviazioni è utile per ripetere ed estendere operazioni efficaci come questa.


1. Per i lettori che non sono a conoscenza di questa operazione, si rimanda al Comunicato CC 21/2024 del 25 agosto 2024 Approfittare degli attacchi dei nemici. Rafforzare ed estendere l’opera del (n)PCI e alla pubblicistica del Partito del mese di settembre e ottobre 2024.



1. Ci sono operazioni tattiche concepite principalmente come operazioni contro il nemico e ci sono quelle finalizzate principalmente a raccogliere forze. Ma le operazioni tattiche nella fase di difensiva strategica devono essere sempre finalizzate all’obiettivo di fase: l’accumulazione delle forze nel Partito e intorno ad esso. L’AaN 145 del 22 agosto 2024 ha suscitato una vasta e capillare canea mediatica: per diversi giorni tutte le principali testate giornalistiche, programmi televisivi e radio hanno promosso una vasta campagna di linciaggio mediatico. Dal presidente del Senato, Ignazio La Russa, fino all’ultimo giornalista di una qualsiasi testata locale, sono state invocate indagini, perquisizioni, denunce e censura contro di noi. Ma, in conseguenza della canea mediatica, molti sono stati gli organismi oltre al P.CARC che hanno espresso la loro solidarietà: Laboratorio Politico Iskra, Usi Sanità Firenze, Resistenza Popolare, Patria Socialista, Potere al Popolo, Massa Insorge, Cpa Firenze, Si Cobas, Coordinamento Palestina LibeRa, Coordinamento Paradiso di Bologna, Firenze per la Palestina, Cub Firenze, Fondo Comunista Firenze, Comitato Besta di Bologna, Rete dei collettivi e comitati di lotta Roma e Viterbo e del Soccorso rosso Internazionale Milano, Torino e Roma, Sindacato Lavoratori in Lotta e altri. Sulla questione sono intervenuti, come voci fuori dal coro, anche Alessandro Di Battista(2) e Marco Travaglio.(3)

Siamo certi che la “ricerca attiva” della solidarietà che il nostro partito fratello (il P.CARC) ha svolto sia stata importante: l’azione del P.CARC ha dimostrato che la solidarietà non “si aspetta”. Ma c’è un altro aspetto su cui dobbiamo rafforzarci: la solidarietà deve servire a spingere in avanti ogni gruppo che la promuove, deve servire a rafforzare al suo interno la sinistra, deve servire a promuovere la politica da fronte e la propaganda del socialismo, deve servire a entrare più nel concreto della linea tattica del GBP. È in questo modo che facciamo giocare a nostro favore anche la resistenza o addirittura l’ostilità che c’è da parte della destra del MCCO, quello che abbiamo definito “fuoco amico”.(4) Su questo punto oscilliamo ancora tra un atteggiamento settario e di chiusura (“è inutile intervenire, non comprendono nulla!”) e un atteggiamento bonario, accomodante (“già è tanto che ci danno solidarietà, facciamocela bastare!”). Entrambi questi atteggiamenti poggiano sulla non comprensione della necessità dell’unità e lotta per spingere in avanti il processo di rinascita del MCCO e la non comprensione che, nella pratica, dirige chi ha la posizione più avanzata. È combattendo queste oscillazione al nostro interno che riusciremo a rendere ancora più incisive operazioni d’attacco come quella fatta con l’AaN 145: accumulare forze rivoluzionarie per noi significa anche elevare la qualità di tutte le organizzazioni del rinascente MCCO.


2. Vedasi Sionisti e putiniani, le liste dell’ipocrisia, in Il Millimetro del 26 agosto 2024.


3. Vedasi Libertà vigilata, in il Fatto Quotidiano del 27 agosto 2024.


4. A proposito del “fuoco amico” rimando al Comunicato CC 22/2024 del 10 settembre 2024.



2. Dobbiamo sistematicamente rendere le nostre operazioni tattiche una “scuola di comunismo”. Con l’AaN 145 abbiamo seminato scompiglio nel campo nemico perché “gli abbiamo dato un volto”, l’abbiamo fatto uscire dall’astrattezza e dalla nebbia, l’abbiamo mostrato per quello che è. Ma, anche e soprattutto, abbiamo mostrato al campo amico (alle masse popolari) che si possono conoscere le caratteristiche principali del nemico, quali sono le sue reti di relazioni e interessi, che si può fare, che un partito comunista clandestino come il nostro può sfidare le autorità, può svelare i loro “segreti” senza pagarne immediatamente le conseguenze.

Oggi, molti elementi avanzati delle masse popolari che non ci conoscevano, ci conoscono, altri si sono incuriositi al punto da volerne sapere di più di noi, altri ancora hanno chiesto di entrare nel Partito.

Nelle nostre file però sottovalutiamo il lavoro per rendere le nostre operazioni una “scuola di comunismo” per gli elementi avanzati: una volta sferrato il colpo dobbiamo sfruttarlo per formare le masse, per rafforzare la loro autonomia ideologica, politica e organizzativa dalla borghesia, per unirle ancora di più a noi. Questo non è un lavoro accessorio. Attraverso il bilancio di esperienze come quella dell’AaN 145 dobbiamo passare a impegni superiori, differenti da persona a persona a seconda delle attitudini di ognuna di esse. Non dobbiamo infatti accontentarci di intervenire, di seminare. Dobbiamo lavorare per raccogliere. Il nostro obiettivo è accumulare forze. Il nostro lavoro si misura principalmente in base ai risultati che otteniamo in termini di reclutamento. Non possiamo e non dobbiamo trascurare questo lavoro e alla base della nostra difficoltà c’è l’idea che fondamentalmente gli elementi avanzati delle masse popolari non possono capire l’essenza della GPR perché intrisi di legalitarismo, economicismo o qualche altro “ismo”. Alla base di questa nostra difficoltà c’è la sfiducia in noi stessi, nelle masse popolari, nella causa del comunismo. Non dobbiamo sfuggire o trascurare il confronto con gli elementi avanzati delle masse popolari che ci ruotano intorno, dobbiamo formarli. Dal confronto noi abbiamo solo da guadagnarci perché la verità è rivoluzionaria!

Alcuni nostri compagni sono frenati dal dispiegare l’intervento tra gli elementi avanzati perché pensano che questi “hanno paura” ad avere a che fare con un partito clandestino come il nostro. Ma se anche ci fosse questa paura tra le masse, bisogna affrontarla. Faccio un esempio: effettivamente i vertici della Repubblica Pontificia hanno mostrato intolleranza verso l’operazione AaN 145 e hanno due opzioni: 1. perseguire tutti coloro che hanno sostenuto la nostra iniziativa e quindi un ampio numero di persone sulla base di un reato d’opinione, perseguire magari i dirigenti e i militanti del P.CARC per il legame politico e ideologico che questo ha con il (n)PCI; 2. soprassedere.

Nel primo caso la repressione sarebbe una ulteriore conferma della giustezza della nostra azione, che limitarsi a promuovere la lotta politica rivoluzionaria “nei limiti della legge” non ha alcuna prospettiva; dimostrerebbe ai tanti che sono ancora scettici la necessità della clandestinità del partito comunista. Se le autorità decidessero di soprassedere, dimostrerebbero l’opportunità che offre la clandestinità del (n)PCI e, insieme all’opportunità, dimostrerebbero che la nostra azione rafforza il complesso della mobilitazione dei lavoratori e delle masse popolari nella lotta per rovesciare i vertici della Repubblica Pontificia.


3. Per sferrare colpi vincenti bisogna studiare la situazione concreta in cui operiamo e non rimanere sul generale. Anche lo studio e la ricerca possono diventare operazioni d’attacco utili e vittoriose. Il criterio d’azione generale in questa fase della GPR, la fase di difensiva strategica, è essere strategicamente sulla difensiva ma tatticamente all’offensiva, avere l’iniziativa in mano. Già in La Voce n. 29 (5) spiegavamo che “(…) per comprendere bene questo criterio bisogna analizzarlo alla luce delle ‘due gambe’ (intervento nelle masse popolari e intervento nelle contraddizioni del nemico). Esso infatti si traduce in:

1. utilizzare tutte le occasioni, tutti gli ambiti per sviluppare un nostro intervento nelle masse popolari per accumulare forze e far crescere il Nuovo Potere;

2. operare per impedire al nemico di concentrare tutte le sue forze contro di noi, evitare lo scontro frontale, sfruttare a nostro vantaggio il ‘tallone d’Achille’ del regime di controrivoluzione preventiva (le masse popolari), sfruttare a nostro vantaggio le contraddizioni presenti nel campo borghese per ostacolare e rallentare l’unificazione delle varie formazioni intorno ad un’unica linea repressiva con cui fronteggiare il Nuovo Potere e, quindi, guadagnare tempo per accumulare forze rivoluzionarie”.


5. Da Difensiva strategica e tattica offensiva: criteri, principi e secondo fronte di lotta, in La Voce n. 29 - luglio 2008.


L’operazione condotta con l’AaN 145 ha avuto il pregio di far emergere con maggiore chiarezza la distinzione e la combinazione tra lo Stato sionista d’Israele e l’Entità sionista che opera anche in Italia. Con il termine Stato sionista d’Israele o semplicemente Stato sionista, indichiamo l’insieme di istituzioni pubbliche (governo, parlamento, forze armate, servizi segreti, ecc.) che occupa la Palestina dal 1948. Con il termine Entità sionista indichiamo l’insieme di gruppi (palesi e occulti) di affaristi, speculatori, banche, fondi di investimento, aziende e loro dirigenti, uomini della cultura, dell’informazione e della politica, professionisti (avvocati, consulenti tecnici, notai, medici, ingegneri, ecc.), organismi militari e paramilitari, associazioni, gruppi di pressione, ecc. che sostengono lo Stato sionista d’Israele nell’opera di colonizzazione della Palestina e di pulizia etnica dei palestinesi, ma che operano anche al di fuori della Palestina a questo fine, in particolare nei paesi imperialisti come USA, Italia, Regno Unito, Francia, Germania, ecc.

Fornendo l’elenco nominativo di organismi e agenti dell’Entità sionista operante in Italia e di loro collaboratori abbiamo fatto toccare con mano che per lottare a fianco del popolo palestinese non occorre essere palestinese e/o andare in Palestina, ma che bisogna farla finita con la Repubblica Pontificia in Italia e con la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti USA, UE e sionisti in tutto il mondo. Abbiamo mostrato che effettivamente la lotta di liberazione del popolo palestinese è anche lotta di liberazione delle masse popolari italiane e del resto del mondo. È un contributo importante, chiarificatore ed educativo rispetto alla tendenza a concepire il nemico in modo astratto e fumoso, quasi impossibile da sconfiggere e persino difficile da combattere. Al contrario, un nemico in carne e ossa, del quale si conoscono caratteristiche, rete di relazioni e interessi, è qualcosa contro cui si può lottare efficacemente. Ed è in questo senso che, in particolare nella fase di difensiva strategica della GPR, non dobbiamo assolutamente sottovalutare operazioni d’attacco che fanno “nomi e cognomi” a cui poi, chiaramente, devono seguire operazioni e battaglie concatenate e superiori che in questo caso sono consistite

1. nel fatto che si è allargato il numero di singoli compagni, di organismi e coordinamenti che segnalano, arricchiscono, precisano e correggono l’elenco degli agenti sionisti,

2. nelle segnalazioni anonime di lavoratori che ci hanno inviato comunicazioni interne ad aziende e società finanziarie indicate nell’AaN 145 le quali hanno disposto l’aumento dei controlli alle loro sedi direzionali per “un rischio di azioni dimostrative collegate alla pubblicazione di una lista, da parte del (nuovo) Partito comunista italiano, di organismi e agenti accusati di sostenere Israele e il suo ruolo nel mondo politico, economico e imprenditoriale italiano”,

3. nella promozione di iniziative pubbliche e di dossier elaborati dal basso che denunciano la presenza di basi NATO, di aziende produttrici di armi, di rapporti tra atenei, aziende e sionisti.(6)


6. È il caso, ad esempio, della presentazione pubblica di Mettere nel mirino i presidi bellici - dossier sulle basi NATO, sull’attività delle aziende produttrici di armi, sui rapporti tra gli atenei, la NATO e i sionisti nel territorio emiliano, organizzata il 7 novembre a Bologna dal coordinamento regionale NO NATO dell’Emilia Romagna con la partecipazione di Andrea Vento (docente di geografia economica) e Antonio Mazzeo (saggista e scrittore).



4. La tattica e le operazioni tattiche ricoprono un ruolo centrale se inserite nella strategia della GPR. Nel suo scritto La questione della strategia e della tattica dei comunisti russi (7) Stalin sintetizza il ruolo centrale che ricopre la strategia nella lotta per il socialismo confermando il principio leninista che la rivoluzione si organizza: “Il compito più importante della strategia consiste nel determinare qual è la direzione principale che il movimento della classe operaia deve seguire, quale offre maggiori vantaggi al proletariato per vibrare all’avversario il colpo principale al fine di conseguire gli obiettivi posti dal programma. Il piano strategico è il piano di organizzazione del colpo decisivo”. Ma nello stesso scritto Stalin specifica che “la tattica è una parte della strategia, alla quale è subordinata e alla quale serve. La tattica non si occupa della guerra in generale, ma dei suoi episodi, delle battaglie, dei combattimenti. Se la strategia mira a vincere la guerra o a condurre a termine, per esempio, la lotta contro lo zarismo, la tattica, viceversa, mira a vincere determinate campagne, determinate azioni più o meno corrispondenti alla situazione concreta della lotta in ogni momento specifico. Il compito più importante della tattica è quello di determinare le vie e i mezzi, le forme e i metodi di lotta che corrispondono nel modo migliore alla situazione concreta esistente in un determinato momento e che preparano nel modo più sicuro i successi strategici”.


7. Lo scritto è reperibile nel vol. 5 delle Opere di Stalin, Edizioni Rapporti Sociali - 2001.


Con l’operazione AaN 145 abbiamo avuto la possibilità di comprendere in modo più profondo e pratico che siamo in guerra (GPR) e che la nostra guerra si combina con la Terza guerra mondiale che la borghesia imperialista ha già dispiegato su più fronti e di cui possiamo e dobbiamo approfittare. La guerra che noi conduciamo è anzitutto l’accumulazione quantitativa di battaglie tattiche. La sua vittoria è il salto qualitativo, in termini strategici, prodotto dell’accumulazione quantitativa di vittorie in numerose battaglie tattiche. Allo stesso tempo, ogni singola battaglia tattica è composta da diverse operazioni. La sua vittoria è il salto qualitativo prodotto dalla riuscita di queste diverse operazioni (accumulazione quantitativa). La vittoria strategica è quindi legata alla riuscita della singola operazione che compone la battaglia tattica. La vittoria della singola battaglia tattica è a sua volta “il passaggio intermedio” di questa dialettica tra il generale (la vittoria strategica) e il particolare (riuscita della singola operazione che compone la battaglia tattica). Tutto questo ragionamento è giusto solo a condizione che teniamo conto che per vincere la guerra non basta accumulare vittorie tattiche. Bisogna inquadrare questa accumulazione in una giusta strategia per la presa del potere: senza una giusta strategia l’accumulazione quantitativa di vittorie tattiche non porta alla presa del potere. L’operazione AaN 145 ci insegna, o meglio, conferma che per avere l’iniziativa in mano ed essere tatticamente all’offensiva in questa fase di difensiva strategica, per riuscire a intervenire con scienza nelle varie situazioni, è necessario imparare a studiare la realtà e scomporla nelle sue varie parti, studiarle nella loro specificità, individuare i legami che le uniscono e su questa base tracciare la linea di intervento. Ma soprattutto l’operazione AaN 145 conferma che per vincere la guerra l’aspetto principale è la strategia.


È possibile vincere! È possibile applicare con efficacia il principio “fermezza strategica e flessibilità tattica” solo se eleviamo la nostra autonomia ideologica dalla borghesia. Siamo il soggetto che promuove la trasformazione, ma siamo anche oggetto della trasformazione e dobbiamo conoscere e superare i nostri limiti individuali e collettivi. Ci riusciremo adottando il materialismo dialettico anche per studiare noi stessi e i nostri collettivi, la loro origine, il loro percorso e su questa base avanzare nel sentiero tracciato.

Avanti compagni, l’autonomia ideologica dal nemico è condizione necessaria per combatterlo con successo!

Armando R.