La Voce 78 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXVI - novembre 2024

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Consolidamento e rafforzamento del (nuovo)PCI

Celebriamo il 20° anniversario della fondazione del (nuovo)PCI

Il 20° anniversario della fondazione del (n)PCI (3 ottobre 2024) è l’occasione per fare il punto sul lavoro fin qui compiuto, sulle lezioni che tiriamo dall’esperienza passata e presente del movimento comunista nazionale e internazionale e dalla quarantennale esperienza della Carovana del (n)PCI, sul lavoro che ci resta da fare per arrivare a instaurare il socialismo nel nostro paese e avviare così la transizione dal capitalismo al comunismo.

Nel 2014, celebrando il 10° anniversario del (n)PCI, abbiamo fatto un primo bilancio di questo percorso al quale rimando.(1)


1. Vedi Comunicato CC (n)PCI 30/2014 - 03.10.2014 10° anniversario fondazione del (n)PCI.


A quel comunicato mi riallaccio per trattare alcuni aspetti salienti della vita del Partito negli ultimi dieci anni (tappe principali, risultati raggiunti) e il percorso che ci resta da fare: stato delle nostre forze e problemi vecchi e nuovi che stiamo affrontando per essere adeguati ai compiti della fase, che per noi comunisti della Carovana (ma la questione riguarda tutti gli organismi del movimento comunista cosciente e organizzato) significa comprendere in modo più profondo e pratico che siamo in guerra contro i vertici della Repubblica Pontificia e più in generale contro la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti e che la nostra guerra si scontra con la Terza guerra mondiale che la borghesia imperialista ha già dispiegato su più fronti (e dispiega su un numero crescente di fronti) e di cui possiamo e dobbiamo approfittare ai fini della rivoluzione socialista.


Il corso reale delle cose a grandi linee si è sviluppato e si sviluppa secondo le analisi e le linee indicate dal Partito. E questo sta a ogni lettore constatarlo.(2)


2. Rimando alla pubblicistica (articoli di La Voce, Comunicati CC, Avvisi ai Naviganti) del Partito di questi anni e, per quanto riguarda i cambiamenti del contesto, alla sintesi in 12 aspetti contenuta nell’articolo Analisi di classe della società italiana, in questo numero di La Voce. In essa sono illustrati alcuni tratti del presente sui quali abbiamo modificato la nostra analisi (es. il ruolo che hanno assunto nel corso delle cose a livello mondiale paesi come la Cina e alcuni paesi neocoloniali e antimperialisti) o che non avevamo previsto nelle dimensioni che effettivamente hanno assunto (es. la questione ecologica, il sistema di distrazione dalla mobilitazione rivoluzionaria e di intossicazione delle idee e dei sentimenti delle masse messo in atto dalla borghesia imperialista, le dimensioni e il ruolo del “mondo virtuale”, le difficoltà della Riforma Intellettuale e Morale che i comunisti dei paesi imperialisti devono compiere per assolvere al loro compito o il fatto che la rinascita del movimento comunista è proceduta molto più lentamente di quanto pensavamo e indicavamo).


Scrivevamo nel Comunicato del 2014: “Avanziamo a un passo inferiore ai nostri desideri stante gli errori in una certa misura inevitabili in chi ha una direzione giusta ma si apre la strada in un terreno impervio che nessuno ha mai attraversato e stante i nostri propri limiti che dobbiamo superare. Ma il primo e più importante risultato è che abbiamo fatto nostro il patrimonio del movimento comunista, la concezione comunista del mondo elaborata da Marx e da Engels, sviluppata principalmente da Lenin, da Stalin e da Mao Tse-tung. Forti di quest’arma, abbiamo fatto un giusto bilancio dell’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria, abbiamo ricavato dai suoi grandi successi, dai suoi errori e soprattutto dai suoi limiti e dal suo esaurimento di cui tutta l’umanità oggi sta pagando le conseguenze, grandi lezioni che stiamo applicando alla situazione particolare del nostro paese”.

L’azione compiuta negli ultimi 10 anni

- nel movimento di resistenza che le masse popolari spontaneamente (ossia sulla base del senso comune, delle relazioni predominanti e delle corrispondenti istituzioni e organizzazioni) oppongono al procedere della crisi generale del capitalismo, per valorizzare sia il movimento rivendicativo sia il movimento politico di massa (e in generale tutte le lotte spontanee delle masse popolari) ai fini della rinascita del MCCO e ai fini della rivoluzione socialista, con l’obiettivo principale di rafforzare ed estendere il movimento delle organizzazioni operaie e popolari (OO e OP) che può costituire e imporre il Governo di Blocco Popolare (GBP),

- nella situazione politica determinata dalla crisi del sistema di potere della borghesia imperialista che ha subito un’accelerazione, a livello nazionale (irruzione del M5S nelle elezioni politiche del 2013 e 2018, formazione del “governo della breccia” del 2018-19, pandemia da Covid-19 del 2020-21, formazione del governo Meloni dal 2022) e a livello internazionale (guerra in Ucraina dal 2022, guerra in Medio Oriente e rafforzamento della lotta contro il genocidio in corso in Palestina dal 2023, ruolo e azione della Federazione Russa e della Repubblica Popolare Cinese), di cui dobbiamo giovarci per la promozione della mobilitazione rivoluzionaria delle masse (distacco dal sistema di potere della borghesia imperialista) e per l’attuazione del nostro piano per la costituzione del GBP e l’instaurazione del socialismo,

- per la rinascita del MCCO e la costruzione del partito comunista adeguato ai compiti della fase (valorizzando il dibattito e le iniziative di organismi ed esponenti del MCCO in corso a livello nazionale e internazionale e promuovendo la politica da fronte: dibattito, unità di azione e solidarietà),

ci ha permesso di comprendere meglio le condizioni e le forme della lotta di classe in corso, i nostri compiti generali e particolari e le forme del nostro lavoro. Abbiamo infatti raggiunto una migliore comprensione che riguarda la Riforma Intellettuale e Morale particolare e specifica dei comunisti dei paesi imperialisti, l’intervento e il legame con la classe operaia e il resto delle masse popolari, l’intervento nei tre serbatoi (esponenti politici, sindacali e intellettuali sinceramente democratici). Abbiamo fatto una giusta analisi del corso delle cose e definito una tattica adeguata alla fase. Forti di queste conquiste, facciamo i conti con gli ostacoli e risolviamo i problemi che incontriamo sul nostro cammino, man mano che ce ne rendiamo conto superiamo i nostri limiti e correggiamo i nostri errori e avanziamo.


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Promemoria dei vent’anni dell’opera del (nuovo)Partito comunista italiano

Il XX Congresso (svoltosi dal 14 al 25 febbraio 1956) segnò la vittoria nel Partito Comunista dell’Unione Sovietica dei revisionisti moderni guidati prima da Kruscev e poi da Breznev.

Essi costituivano l’ala destra del partito. Per far fronte alla Seconda guerra mondiale (l’aggressione che i gruppi imperialisti di tutto il mondo da anni preparavano insieme, ma lanciata il 21 giugno 1941 dal III Reich di Hitler) il PCUS aveva fatto ricorso a una vasta mobilitazione delle masse popolari e anche di classi e ambienti ostili al socialismo. La destra del PCUS ne aveva tratto vantaggio in URSS e a livello internazionale. Dopo il 1945, nel PCUS (che nella sua storia aveva condotto ma mai ufficialmente eretto a principio la lotta tra le due linee nel partito) e nel movimento comunista cosciente e organizzato (MCCO) internazionale (l’opera dei partiti dei paesi imperialisti aveva mostrato che nessuno di essi aveva superato i limiti che lo avevano reso incapace di instaurare il socialismo), la lotta della sinistra (Stalin, Zdanov e altri) contro la destra non era stata all’altezza delle necessità e con il XX Congresso la destra prese il potere in URSS.

Nel Partito Comunista Cinese guidato da Mao Tse-tung iniziò una diffusa e profonda riflessione sulla linea seguita dal MCCO nella costruzione del socialismo. A partire dal volume 13 (testi del periodo 1955-1956) delle Opere di Mao Tse-tung molti testi trattano per esteso del tema.(1)


1. Opere di Mao Tse-tung è la raccolta fatta dalla redazione delle Edizioni Rapporti Sociali (ERS) di scritti attribuiti ufficialmente dal PCC a Mao o che la redazione ERS a ragione ritiene stesi sotto la sua direzione e di resoconti di suoi discorsi nel periodo che va dal 1° aprile 1917 al 1° luglio 1976. Essa è costituita da 25 volumi pubblicati tra maggio 1991 (vol. 1) e ottobre 1994 (vol. 25, Presentazione e Indice Generale).


Anche se il PCC contro i revisionisti moderni condusse un polemica pubblica solo dopo che alla polemica pubblica dette inizio il PCUS con la sua lettera aperta del 14 luglio 1964, esso (come d’altra parte il Partito del Lavoro d’Albania guidato da Enver Hoxha, che invece contro i revisionisti sovietici condusse una polemica pubblica già a partire dal 1960) suscitò anche nel MCCO italiano un dibattito crescente e la formazione di gruppi che si opponevano alla linea capitolarda promossa dalla direzione nazionale del primo PCI guidato, dopo l’arresto con detenzione fino alla morte di Antonio Gramsci, prima da Palmiro Togliatti e, dopo la sua morte nel 1964, da Luigi Longo e poi da Enrico Berlinguer che fu all’origine della dissoluzione del PCI conclusa nel 1991 in concomitanza con la dissoluzione dell’Unione Sovietica e con il tentativo, fallito, della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti USA, sionisti e UE di stabilire il proprio dominio su tutti gli Stati che ne derivarono.

Negli ultimi anni ’50 del secolo inizia, nel nostro come negli altri paesi imperialisti, una crescente, vasta ma molto eterogenea mobilitazione di fautori della rivoluzione socialista. Tra le correnti e gli organismi ricordiamo Nuova Unità e il Partito Comunista d'Italia (marxista-leninista) capeggiato da Fosco Dinucci, Servire il popolo e il Partito comunista (m-l) capeggiato da Aldo Brandirali, Lotta Continua (capeggiata da Adriano Sofri), i gruppi della lotta armata tra cui le Brigate Rosse capeggiate da Renato Curcio, i Consigli di Fabbrica. È in questo movimento che si forma il gruppo che il 3 ottobre 2004 fonderà il (nuovo)PCI.


Scadenze e pubblicazioni


Bollettino del Coordinamento nazionale dei Comitati contro la Repressione, a sostegno dei prigionieri politici, pubblicato dal 1980 al 1994. Dal 1994 al 1999, il Bollettino sarà pubblicato come organo dell’Associazione Solidarietà Proletaria.

Rapporti Sociali, rivista di propaganda pubblicata da settembre 1985 (n. 0) a novembre 2004 (n. 35).

Convegno di Viareggio 21 e 22 novembre 1992: definizione della strategia per la ricostruzione del partito comunista: appoggiare e trasformare in lotta per l’instaurazione del socialismo la resistenza che spontaneamente, cioè anche senza la direzione del partito, le masse popolari oppongono alla borghesia imperialista. Gli atti furono pubblicati dalle Edizioni Rapporti Sociali nel gennaio 1993.

Resistenza, periodico di agitazione e propaganda tutt’ora pubblicato dal Partito dei CARC: il primo numero uscì nel 1996.

Progetto di Manifesto Programma: pubblicato nel 1998.

Commissione Preparatoria (CP) del congresso di fondazione del (nuovo) Partito comunista italiano: gennaio 1999.

La Voce 1 (marzo 1999): rivista quadrimestrale della CP del (n)PCI.

Fondazione del (n)PCI da parte della riunione allargata della CP: 3 ottobre 2004. Viene costituita la Commissione Provvisoria del CC del (n)PCI a sostituzione della CP.

La Voce 18 (novembre 2004) pubblica il resoconto della fondazione del (n)PCI.

Pubblicazione del Manifesto Programma del (nuovo)Partito comunista italiano (2008) e costituzione del CC.

Primo Congresso del (n)PCI: inverno 2009.

La Voce 34 (marzo 2010) pubblica il resoconto del Primo Congresso del (n)PCI.

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I tratti che distinguono il (n)PCI dalle altre forze (partiti, organismi ed esponenti) del MCCO, sono quattro.

1. La concezione comunista del mondo (la scienza della rivoluzione socialista) come guida per conoscere e trasformare il mondo: siamo portatori di una ben precisa concezione del mondo che ognuno dei membri del Partito deve assimilare e usare, nell’attività politica e nella vita personale.

2. La concezione della rivoluzione socialista: la rivoluzione socialista è una guerra popolare rivoluzionaria (GPR) di lunga durata, una guerra promossa, organizzata e diretta dal Partito comunista. Il primo passo della rivoluzione socialista è quindi la creazione di un Partito capace di promuovere e dirigere la GPR. Per quanto riguarda la costruzione del Partito siamo nel secondo stadio dei tre indicati nel nostro Manifesto Programma.(3)


3. “Il partito comunista si costruisce per stadi. Il primo stadio è la costituzione dei comunisti in partito sulla base della loro unità ideologica e della riunione delle condizioni organizzative minime indispensabili. Il secondo stadio è il consolidamento e rafforzamento del partito comunista tramite la conquista degli operai avanzati al partito comunista: il partito diventa così l’avanguardia organizzata della classe operaia. Il terzo stadio è la trasformazione del partito comunista in Stato Maggiore effettivo della classe operaia, capace di guidare la classe operaia a realizzare la linea per la conquista del potere che il partito comunista ha elaborato dall’esperienza della classe operaia stessa. Ogni stadio si sviluppa nel successivo” Manifesto Programma del (n)PCI, pagg. 184-185.


3. La Riforma Morale e Intellettuale (RIM). Dopo la scoperta della strategia della GPR viene la scoperta della RIM, che è dialetticamente connessa con la prima: avanzare nella RIM dei comunisti è necessario per far avanzare la GPR. Nell’applicazione della linea tracciata ci siamo resi conto che dobbiamo sviluppare la cura e la formazione di quanti aspirano a diventare comunisti e dei membri stessi del Partito fino a determinare la loro trasformazione (intellettuale e morale). Nei paesi imperialisti per essere all’altezza del suo compito, per essere capace di dirigere la GPR, il Partito deve promuovere nelle sue file una riforma intellettuale e morale, che consta di studio (della concezione comunista del mondo, della storia del nostro paese, della sua composizione di classe e delle sue relazioni internazionali, del corso delle cose e della nostra linea) e di processi di critica-autocritica-trasformazione (per trasformare la concezione del mondo, la mentalità e in una certa misura anche la personalità dei singoli compagni). Abbiamo capito che bisogna distinguere nettamente e sistematicamente la riforma morale e intellettuale che i comunisti devono fare oggi (qui e ora) grazie allo sforzo particolare e alla volontà che porta ognuno di loro a voler essere comunista, dalla riforma morale e intellettuale (in larga misura analoga per contenuto) che le masse popolari oggi non possono fare a causa delle condizioni in cui la borghesia imperialista e il clero le confinano e che faranno via via nel corso della GPR ma soprattutto nella fase socialista (cioè dopo l’instaurazione del socialismo). Ogni comunista deve lottare per avanzare nella propria RIM come processo continuo e nessuno può tergiversare o fermarsi a metà strada (pena retrocedere).

Questo è il campo in cui negli ultimi dieci anni abbiamo elaborato tanto in termine di principi, criteri e metodi e fatto diverse esperienze, ma che ancora fatichiamo a tradurre in una pratica di effettiva trasformazione del modo di pensare e di agire a partire dalla testa (quadri del Partito).(4)


4. “Dobbiamo quindi migliorare il metodo di studio e di azione dei quadri del Partito, in modo che essi lavorino con sempre maggiore cura e agiscano sempre meno alla cieca, non si accontentino di avere frammenti di conoscenze mal assimilati e adottino uno stile di lavoro conforme allo spirito fondamentale che il M-L-M ci insegna: è necessario studiare coscienziosamente la situazione e partire dalla realtà oggettiva e non dai nostri desideri soggettivi. Spesso le analisi e le azioni di diversi nostri quadri sono poco efficaci perché sono condotte in violazione di questo criterio. Tra di noi c’è ancora poco entusiasmo per uno studio serio della situazione attuale (condizioni oggettive e soggettive della lotta in corso), della storia del nostro paese e internazionale. Diversi compagni studiano non per le esigenze della pratica rivoluzionaria, ma come studio “accademico” o burocratico (svolgere un compito affidato dal dirigente) avulso dalla pratica. Di conseguenza, non riescono ad assimilare e quindi usare (applicare) ciò che hanno letto (appreso). Essi in diverse occasioni non sanno adottare la posizione, il punto di vista e il metodo definiti dal Partito per studiare concretamente la situazione attuale e analizzare (fare analisi concreta della situazione concreta - ACSC) i problemi della rivoluzione e risolverli.

Le negligenze dei quadri del Partito nell’ACSC e nell’applicazione di analisi, linea, criteri e metodi che abbiamo elaborato, costituiscono un pessimo stile di lavoro che esercita un’influenza negativa sugli altri compagni. Questo atteggiamento è estremamente nocivo perché viola il principio fondamentale del marxismo: l’unità di teoria e pratica” (Avanziamo nella comprensione e nella pratica del materialismo dialettico, in La Voce 76 - marzo 2024).


Nella RIM che ogni membro del Partito deve fare per trasformarsi moralmente e intellettualmente in modo da essere capace di fare la rivoluzione socialista in un paese imperialista come il nostro, incontriamo ancora diverse difficoltà e sbandamenti, che rallentano il consolidamento e rafforzamento del Partito.

Nel processo di RIM dobbiamo considerare il degrado morale e intellettuale prodotto dalla borghesia. “Ogni membro delle classi sfruttate e dei popoli oppressi si trova a condurre una vita senza senso, a non sentire una ragione di vivere perché la vecchia ragione di vivere è venuta meno e la nuova (la lotta di classe) non è interiorizzata e per lo più neanche praticata.

Gli effetti psicologici, intellettuali e morali di questo nuovo stato delle cose sono particolarmente visibili nei paesi imperialisti, già osservabili a livello di massa. Qui, da quando si è esaurita la prima ondata della rivoluzione proletaria, sono cresciuti masochismo e sadismo, suicidi e azioni distruttive senza motivo apparente se non il disagio mentale e psicologico degli autori e il malessere dell’ambiente che li circonda.

Noi comunisti dobbiamo tener conto di questa condizione. Nei paesi imperialisti ha già oggi una grande importanza politica. Lo vediamo anche nelle nostre fila, nelle difficoltà che presentano i compagni che si arruolano, in particolare i giovani. Se paragoniamo le condizioni della nostra lotta con quelle dei comunisti dell’Impero Russo, della Cina, del Vietnam e di altri paesi, vediamo che il loro compito era più facile del nostro. Alle masse che mobilitavano e a loro stessi si imponeva evidente e spontaneo il compito di portare le masse popolari del proprio paese al livello dei paesi più avanzati nel ricavare dal resto della natura quanto necessario all’esistenza. Nei paesi imperialisti, e ancora più dopo l’ulteriore grande sviluppo delle forze produttive e l’illimitato sviluppo di esse oggi già a portata di mano, il compito di noi comunisti è condurre le masse popolari a darsi un ordinamento sociale che le porti non solo a padroneggiare anche di fatto il ricambio organico tra gli uomini e il resto della natura, ma anche a superare l’alienazione per cui il sistema dei loro rapporti sociali si impone agli uomini come un dio misterioso e onnipotente e a far esprimere a ogni individuo il meglio che può fare nelle attività specificamente umane, quelle che distinguono la nostra specie da tutte le altre specie animali”.(5)


5. Note sul senso della vita e la “ragione di vivere”, in La Voce n. 52 - marzo 2016.


4. Il ruolo dei comunisti dei paesi imperialisti nella nuova ondata della rivoluzione proletaria (rivoluzioni socialiste e di nuova democrazia): abbiamo condotto e stiamo conducendo una battaglia tra le forze del MCCO a livello nazionale e internazionale sul fatto che il passaggio decisivo affinché una nuova ondata della rivoluzione proletaria divampi su larga scala e vinca è che nei paesi imperialisti si costruiscono partiti comunisti adeguati a promuovere e dirigere la rivoluzione socialista. Tra i due fattori che rivoluzionano la società attuale (l’attività del Partito e la mobilitazione spontanea delle masse popolari) è l’attività del Partito il fattore decisivo, quello che determina il progresso di entrambi e quindi la velocità alla quale avanza la rivoluzione socialista. La costruzione di un partito comunista all’altezza del suo compito storico (l’instaurazione del socialismo, fase di transizione al comunismo) è quindi attualmente la sintesi di tutta la nostra opera.


Il nostro modo di agire è coerente con la concezione che la storia la fanno gli uomini, che grazie alla scienza comunista (la concezione comunista del mondo) gli uomini possono fare la storia con scienza e coscienza, che il futuro sarà quello che gli uomini costruiranno, quindi “dipende da noi”, non dal destino, dalle classi dominanti, da forze oscure.

Certo noi facciamo ancora diversi errori anche se avanziamo nella direzione giusta, perché il terreno lo conosciamo man mano che avanziamo. Certo abbiamo ancora molti limiti: molte cose dobbiamo impararle e siamo grati a chi ce le insegna, come siamo grati a chi ci fa critiche più o meno argomentate.

Alcuni ci rimproverano di credere di “avere la verità in tasca”. Certamente noi cerchiamo di farci idee precise e giuste e di praticarle (verificarle nella pratica e alla luce dell’esperienza nostra e degli altri). Usiamo quello che sappiamo e mettiamo alla prova quello che capiamo: chi esita e si culla nei dubbi, non agisce e non verifica. Correggiamo le nostre idee quando ci rendiamo conto che sono sbagliate o superate. Siamo grati a chi ci fa capire un errore, non a chi semina dubbi, anche perché è sempre possibile trovare una qualche buona ragione anche a sostegno della tesi più sballata. Combattiamo anche al nostro interno ogni segno di cedimento e ogni tendenza all’attendismo, alla dispersione e alla disperazione. Se sbagliamo, ci correggeremo. Se necessario, ricominceremo dieci volte da capo. Ogni volta che troveremo che abbiamo imboccato un vicolo cieco, ritorneremo indietro e ricominceremo. Ma alla fine vinceremo perché la nostra causa è la causa di tutte le classi sfruttate e dei popoli oppressi di tutto il mondo, è l’unico futuro dell’umanità dati i progressi che ha compiuto finora, dato il punto a cui la società borghese l’ha portata.


Festeggiamo con fiducia il ventesimo anniversario della fondazione del (n)PCI, perché con la sua fondazione ha avuto inizio una nuova fase della rivoluzione socialista del nostro Paese: i comunisti italiani si sono proposti di far superare in Italia al movimento comunista cosciente e organizzato i limiti che, nonostante gli insegnamenti di Lenin e di Stalin e quelli di Antonio Gramsci, il primo PCI non ha superato e che gli hanno impedito di instaurare il socialismo nel nostro paese. La creazione di una struttura clandestina è uno di quei limiti. Benché l’Internazionale Comunista l’avesse raccomandata già dal 1920 a tutti i partiti comunisti dei paesi imperialisti, nessuno di essi la creò o perché imbrogliati dalla borghesia imperialista che spacciava per regime democratico il suo regime di controrivoluzione preventiva o perché suoi complici. Questa fu la causa per cui, nonostante le azioni eroiche di milioni di lavoratori e anche di molti dirigenti, non realizzarono l’obiettivo dichiarato di instaurare il socialismo e anni dopo terminarono la loro esistenza sconfitti. Questo sintetizza i loro limiti.

Ma la rivoluzione proletaria (socialista e di nuova democrazia) è avanzata e avanza in gran parte del mondo, forte anche degli insegnamenti di Mao Tse-tung, benché il dominio della borghesia imperialista sia ancora forte.

La nostra opera avanza, ma avanza ancora lentamente. Abbiamo fatto diversi passi avanti, ma i compiti che abbiamo di fronte sono estremamente ardui. Con i cinque pilastri del suo regime di controrivoluzione preventiva (6) la borghesia imperialista fa quanto più le è ancora possibile per contenere lo sviluppo della GPR con cui la rivoluzione socialista avanza, mentre per sua natura impone un catastrofico corso delle cose alle masse popolari: l’eliminazione delle conquiste che queste le hanno strappato, la devastazione della terra, del mare e del cielo e la crisi climatica di cui constatiamo sistematicamente le manifestazioni, la Terza guerra mondiale.


6. Vedasi Manifesto Programma del (n)PCI, cap. 1.3.3, pagg. 46 - 56.


Le masse popolari possono vincere, ma occorre che i suoi elementi più audaci, dotati e generosi superino la sfiducia diffusa tra le masse popolari e si arruolino nella Carovana del (nuovo)Partito comunista italiano.

Noi comunisti siamo degli ottimisti rivoluzionari. Per quanta tortuosità e ostacoli si incontrino sul cammino dell’avanzata, continuiamo a guardare al luminoso futuro. Fiduciosi nella vittoria” (Mao Tse-tung).

Il mondo del futuro non può che essere comunista!


Ulisse, Segretario Generale

del CC del (nuovo)PCI