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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXIII - novembre 2021

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Contro l’uso menzognero della storia del Partito Comunista Greco (KKE)

Le celebrazioni del centenario della fondazione del primo PCI confermano che il bilancio delle cause dell’esaurimento della gloriosa lotta che il movimento comunista ha svolto nel passato è uno dei presupposti necessari a tracciare una linea per la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato che non sia né dogmatica né disfattista, ma efficace.

Un bilancio degno di questo nome, non letture menzognere che aprono al disfattismo e al dogmatismo. Uno dei promotori di letture di questo tipo è Marco Rizzo, segretario generale del Partito Comunista. Un fattore ricorrente nei suoi discorsi è l’indicazione di fattori esterni, in particolare la forza del nemico, come motivo principale per cui il primo PCI dopo la vittoriosa Resistenza antifascista non avanzò oltre nella lotta per l’instaurazione del socialismo nel nostro paese. A tal proposito l’argomento più usato da Rizzo è la sconfitta subita dai comunisti greci del KKE nella guerra civile (1946-1949) che i gruppi imperialisti anglo-americani e la parte più reazionaria della borghesia scatenarono dopo la vittoria della Resistenza, promossa e diretta dal KKE, contro l’invasione nazi-fascista (1940-1944).(1)


1. Nella sua seconda “Lezione di formazione” (tenuta in novembre 2020 e diffusa il 18.03.2021 dalla pagina Facebook nazionale del Partito Comunista) Rizzo rimesta le tesi di Togliatti e di quanti nella destra del PCI, dopo la vittoria della Resistenza in Italia, usavano gli eventi della guerra civile in Grecia per dimostrare che se in Italia il PCI avesse provato a sfruttare le posizioni conquistate per avanzare oltre nella lotta per il socialismo, le sue forze sarebbero state ben presto spazzate via dall’intervento militare anglo-americano e dalla restaurazione di un regime fascista. Diamo atto ad Alberto Lombardo (Responsabile della Formazione nel PC di Rizzo) di aver corretto questa tesi che Rizzo diffonde in maniera ricorrente. Nell’articolo I 100 anni del PCI, dalla svolta di Salerno alla via italiana al socialismo, pubblicato il 20 dicembre 2020, definisce infatti questa tesi non scientifica e semplicistica.


Questo cattivo uso della storia del KKE trascura il bilancio che di questa esperienza hanno fatto gli stessi comunisti del KKE, nonché gli autorevoli giudizi espressi da dirigenti del movimento comunista internazionale come Stalin ed Enver Hoxha, nessuno dei quali è mai giunto alla conclusione che il KKE venne sconfitto a causa della superiorità militare del nemico. Chi si è applicato al bilancio di questa esperienza ne ha concluso che la sconfitta dei comunisti greci fu dovuta a fattori interni, cioè a limiti non superati nella comprensione del corso delle cose e a errori compiuti da parte dei comunisti greci nel periodo tra il 1941 e il 1949.

Nella Dichiarazione redatta nel 2016 per il 70° anniversario della fondazione dell’Esercito Democratico Greco (DSE - Dimokratikos Stratos Elladas), il Comitato Centrale del KKE afferma espressamente: “Il KKE non nasconde le debolezze del fattore soggettivo che hanno influito negativamente sull’esito della lotta del DSE. Riteniamo fuori luogo, disorientante e soprattutto non scientifico attribuire a cause oggettive tutti i problemi sorti, l’abbellimento della sua politica e del movimento comunista internazionale”.(2)


2. La Dichiarazione è disponibile in lingua greca sul sito Internet www.dse-kke-gr.org creato dal KKE per la celebrazione del 70° anniversario della fondazione del DSE. Il sito ospita numeroso materiale fotografico celebrativo della lotta del DSE. Valutazioni analoghe sono esposte in dichiarazioni di autorevoli organi dirigenti reperibili in italiano e in inglese nei siti del KKE.


Certamente a un limite nella comprensione del corso delle cose, nonostante gli insegnamenti del precedente italiano (Gramsci) e tedesco (Thaelmann), fu dovuto l’arresto del segretario generale del KKE Nikos Zachariadis nel 1936 ad opera del regime del dittatore Metaxas. Trasferito dai nazisti dalle prigioni greche al campo di concentramento di Dachau (Baviera) nel 1941, Zachariadis tornò libero in Grecia solo dopo il maggio 1945 e, ritornato alla testa del KKE, corresse almeno in parte gli errori che il partito aveva fatto sotto la direzione di Georgos Siantos.

Nel suo libro Con Stalin - Ricordi (Tirana 1979, versione elettronica http://www.enverhoxha.ru), Enver Hoxha, Segretario del Partito del Lavoro d’Albania, indica cinque errori fondamentali compiuti dal KKE nel periodo 1941-1949: 1. errori nella comprensione del ruolo delle masse popolari delle grandi città nella lotta partigiana; 2. errori nella comprensione del ruolo delle masse popolari delle campagna nella lotta partigiana; 3. errori di sottovalutazione del nemico e oscillazioni parlamentariste; 4. errori di sottovalutazione del nemico e oscillazioni avventuriste; 5. errori di tattica militare difensivista nella conduzione della guerra partigiana del 1946-1949.

A conferma di queste considerazioni di bilancio dell’esperienza del KKE avanzate da Enver Hoxha vanno anche le valutazioni fatte da Stalin nel 1945 nell’ambito di un colloquio con i dirigenti del KKE Nikos Zachariadis e Mitsos Partsalidis, che estrapoliamo dal libro Storia del Partito Comunista Greco di Antonio Solaro.(3) “In un incontro della direzione greca con i dirigenti del PCUS, Stalin evocò l’accordo di Varkisa (4) dicendo: “è stato un errore. Non dovevate consegnare le armi”. Quando il compagno Zachariadis osservò che non avevamo consegnato tutte le armi e io (dice Partsalidis) aggiunsi che ci battemmo ad Atene e che eravamo stati consigliati dal compagno Dimitrov di arrivare a un accordo per risparmiare le nostre forze, il compagno Stalin ribatté: “dovevate battervi fuori di Atene. Il compagno Dimitrov non è il Comitato Centrale del vostro Partito”.(5)

Antonio L.


3. Per conoscere la storia del KKE suggeriamo la lettura di Storia del Partito Comunista Greco di Antonio Solaro (1973, Teti Editore). Questo testo, oramai introvabile se non in bancarelle dell’usato o nelle disponibilità di qualche collezionista, espone il corso della storia del KKE dalla costituzione del suo primo nucleo nel 1918 fino al 1973 (periodo in cui volgeva al termine la dittatura fascista dei colonnelli del 1967-1974). Pregio principale del testo sono i due capitoli relativi al ruolo svolto dal KKE nel periodo 1941-1949. Solaro in queste pagine mostra chiaramente che la forza militare del nemico fu soltanto una causa secondaria della sconfitta del KKE e che cause principali furono i limiti e gli errori della direzione del Partito.

4. Uno degli accordi in cui nel 1944 si concretizzò la capitolazione del KKE alla destra greca e agli imperialisti britannici. In sostanza il KKE, dopo aver vinto la Resistenza e liberato la Grecia dalle truppe fasciste e naziste, permise il rientro in Grecia della corte reale con le sue forze armate e lo sbarco dell’esercito britannico.

5. Questo è uno dei tanti elementi che sconfessano la tesi diffusa dalla sinistra borghese e da gruppi di derivazione trotzkista e bordighista secondo cui l’URSS abbandonò a se stesso il KKE e le masse popolari greche in nome della spartizione del mondo conclusa a Yalta nel 1945 con gli USA e la Gran Bretagna.