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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXIII - novembre 2021

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Da Trieste a tutta l’Italia

La lotta contro il Green Pass è una componente della lotta contro la gestione criminale della pandemia da parte dei gruppi imperialisti e delle loro autorità!

Il Green Pass non è una misura sanitaria…

Lo spiega bene Sandi Volk, storico della Resistenza e dirigente del Comitato Lavoratori Porto di Trieste nella sua critica all’articolo di Dario Barontini “Comprimere il diritto a manifestare” usando cretini e fascisti, pubblicato su Contropiano il 2.11.2021.

Da quando è iniziata la pandemia abbiamo assistito a una sua gestione che sarebbe ridicola se non fosse criminale.

Ricordiamo tutti le autorità passare dall’affermare che “qui da noi non arriverà mai” alla chiusura della gente in casa, al proibire, in nome del “distanziamento”, le passeggiate nei boschi e la pesca sub! Al proibire le cene tra parenti o amici, anche in case private, ma permettere che la gente continuasse ad andare a lavorare (il profitto prima di tutto!), come se il virus nei luoghi di lavoro non ci fosse! I lavoratori tutti ricordano sicuramente come sono state (non) applicate anche le poche disposizioni per la sanificazione dei mezzi e dei posti di lavoro da parte della grandissima maggioranza delle aziende. Con alcune aziende che per questo sono diventate focolai di diffusione del virus. Magari perché chiedevano a dipendenti con febbre anche alta di venire a lavorare “perché se no qui si ferma tutto”.

Di questo è corresponsabile tutta la politica. Come è corresponsabile della totale distruzione della sanità pubblica. Una sanità pubblica che a forza di tagli non aveva le strutture, i mezzi e il personale - passato di colpo da “banda di sfaticati” a “eroi”, “angeli”, … - sufficiente ad affrontare la pandemia. È meglio non pensare a cosa sarebbe accaduto se si fosse trattato di un virus più contagioso e letale, tipo Ebola o simili. Il tutto per far fare profitti sulla salute alla sanità privata. Che dalla pandemia ha tratto ulteriori astronomici guadagni. Perché non ha avuto nessun obbligo per la cura dei malati di COVID 19, tutti scaricati sulla sanità pubblica, ma ha potuto incassare cifre immense per i tamponi, che la sanità pubblica non aveva o non era in grado di fare.

A tutto questo va aggiunta la penosa figura fatta dagli “scienziati”, che un giorno dicevano una cosa e il giorno dopo l’esatto contrario (magari perché qualche grossa casa farmaceutica gli aveva tirato le orecchie). Intanto la gente veniva ricoverata e moriva, e tra la gente si diffondeva la paura, di essere contagiati e/o di finire sul lastrico perché non potevano più lavorare.

Poi è arrivato il “vaccino”, presentato come la soluzione miracolosa che avrebbe risolto tutto. Presentato come la garanzia che non si sarebbe stati contagiati, salvo poi scoprire che anche i vaccinati potevano essere contagiati e ammalarsi. Che non si sapeva per quanto tempo sarebbe durata la protezione e quali fossero gli effetti collaterali e quelli dannosi per l’organismo sul lungo periodo. Con la continua modifica delle categorie di persone a cui i singoli vaccini possono essere somministrati man mano che si scoprivano gli effetti negativi. Perché quello che viene somministrato è qualcosa di diverso da un normale vaccino, non ha avuto il percorso di sperimentazione avuto dai vaccini veri (3 anni di test), motivo per cui le stesse organizzazioni sanitarie mondiali non sostengono l’obbligo vaccinale. Perché questo è il primo caso di un “vaccino” prodotto e utilizzato in massa DURANTE una pandemia. E ciò significa che PRIMA hanno somministrato il “vaccino” e solo DOPO hanno potuto rilevare gli effetti collaterali e i danni.

In questo clima di paura la gente ha fatto scelte diverse. C’è chi si è “vaccinato” per paura di essere contagiato e/o di contagiare figli o genitori. O magari anche solo per poter vivere una vita più o meno normale. È assolutamente comprensibile, legittimo e umano. E c’è chi non si è vaccinato anche lui per paura, in questo caso perché non sa bene cosa gli viene iniettato e quali potrebbero essere gli effetti collaterali ovvero le conseguenze a lunga scadenza. Anche questo è comprensibile, legittimo e umano. E ora hanno imposto il Green Pass per lavorare. Che non è una misura sanitaria, perché una persona con il Green Pass - che sia stata vaccinata o abbia avuto il COVID 19, o anche che abbia un tampone negativo da meno di 48 ore - può essere egualmente contagiosa e anche ammalarsi. E che non riguarda tutti - nei tribunali sono obbligati ad avere il Green Pass i giudici e tutti i dipendenti del Tribunale, ma non gli avvocati, gli imputati, i testimoni. Se fosse una misura sanitaria vera dovrebbe applicarsi a tutti in tutte le occasioni, il Green Pass dovrebbe essere obbligatorio per andare a fare la spesa, salire sui mezzi pubblici, andare al bar (dove è obbligatorio se ci si siede, mentre non lo è se si sta al banco… potevano dirlo prima che bastava avere un bancone da bar per essere protetti dal virus!).

Il Green Pass è in realtà solo uno strumento utilizzato da chi governa per cercare di scaricare la responsabilità del diffondersi e del protrarsi della pandemia sui non vaccinati. Cercando di mettere “vaccinati” contro non “vaccinati”. Creando il capro espiatorio, che viene punito obbligandolo a spendere 15 o più euro ogni 48 ore per poter andare a lavorare e se non ci sta (o non può permetterselo) lo si riduce letteralmente alla fame lasciandolo a casa dal lavoro senza paga. È uno strumento per far risparmiare alle aziende anche quel poco che spendevano, se lo facevano, per garantire la sicurezza sul posto di lavoro. Ora le spese - pagandosi i tamponi oppure accettando il rischio di possibili conseguenze del “vaccino” - per poter lavorare (e produrre profitti per i padroni delle aziende) dovrebbero sostenerle i lavoratori”.


ma una componente della gestione criminale della pandemia che comprende

a) prima che la pandemia da Covid-19 scoppiasse

- riduzione e privatizzazione del sistema sanitario nazionale conquistato con le lotte delle masse popolari durante la prima ondata della rivoluzione proletaria (la Legge 883 che ha istituito il Servizio Sanitario Nazionale è del 23 dicembre 1978),

- privatizzazione del settore farmaceutico (messa a punto, produzione e distribuzione dei farmaci),

- privatizzazione della ricerca scientifica e suo asservimento ai capitalisti ognuno a caccia del proprio profitto,

- indifferenza per la manutenzione del territorio e per la cura del rapporto uomo-insediamenti umani-infrastrutture con il resto della natura (animali, vegetazione, foreste, ecc.);

b) quando la pandemia da Covid-19 è scoppiata

- preminenza della continuità nella produzione di merci (il profitto dei capitalisti prima di tutto) rispetto alle misure di prevenzione del contagio (chiusure mirate, contenimento, adozione dei DPI, ecc.),

- indicazioni contraddittorie legate a interessi di gruppi imperialisti in contrasto tra loro e sfiducia (indifferenza, rassegnazione, fatalismo, ignoranza e comportamenti irrazionali) che esse hanno generato nelle masse,

- rispetto dei brevetti e del mercato dei vaccini,

- obbligo di Green Pass per costringere la popolazione a vaccinarsi senza però assumersi la responsabilità di eventuali effetti avversi del vaccino da parte delle autorità che lo somministrano e delle case farmaceutiche che lo producono.


Il Green Pass

- serve a rafforzare il controllo, l’oppressione e l’arbitrio padronale contro i lavoratori, al pari di altre misure come i vincoli di fedeltà aziendale e l’abolizione del blocco dei licenziamenti,

- serve a nascondere (o meglio, a tentare di nascondere) la gestione criminale della pandemia da COVID 19 da parte dei gruppi imperialisti e delle loro autorità e a mettere masse contro masse,

- è una misura con cui il governo Draghi cerca di far passare sotto silenzio lo smantellamento dell’apparato produttivo, l’ulteriore privatizzazione dei servizi pubblici, la riforma delle pensioni, il salvataggio delle banche, l’aumento delle bollette e del carburante, gli sfratti, l’attacco al Reddito di Cittadinanza.

Maria P.