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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXIII - marzo 2021

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Tigri di carta e tigri vere!

Mario Draghi, da anni boia in guanti gialli responsabile di migliaia di delitti per conto della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti e la sua schiera di ministri vendipatria sono tigri di carta!

Per la lotta contro il nemico, nel corso di un lungo periodo ci siamo formati il concetto che strategicamente dobbiamo disprezzare tutti i nostri nemici, ma che tatticamente dobbiamo prenderli in considerazione. Questo significa anche che per quanto riguarda il tutto noi dobbiamo disprezzare il nemico, ma per quanto riguarda ciascuna singola questione concreta dobbiamo prenderlo in considerazione. Se per quanto riguarda il tutto, noi non disprezzassimo il nemico, commetteremmo l’errore di opportunismo. Marx ed Engels erano solo due persone. Tuttavia a quei tempi essi dichiararono che il capitalismo sarebbe stato rovesciato in tutto il mondo. Ma trattando problemi concreti e con nemici particolari, commetteremmo l’errore di avventurismo se non li prendessimo in seria considerazione. (…) Come non c’è nessuna cosa al mondo che non abbia duplice natura (questa è la legge dell’unità degli opposti), così l’imperialismo e tutti i reazionari hanno anch’essi duplice natura: essi sono tigri vere e tigri di carta nello stesso tempo. Nel passato, le classi dei proprietari di schiavi, dei signori feudali e la borghesia, prima della loro conquista del potere e per qualche tempo dopo, erano vigorose, rivoluzionarie e progressiste; erano tigri vere. Ma col passare del tempo, dato che i loro antagonisti, la classe degli schiavi, la classe dei contadini e il proletariato, diventarono gradualmente più forti, lottarono contro di essi e diventarono sempre più formidabili, queste classi dominanti si trasformarono gradualmente nel loro opposto, diventarono reazionarie, diventarono arretrate, diventarono tigri di carta. Alla fine sono state o saranno rovesciate dal popolo. Le classi reazionarie, arretrate e decadenti, anche di fronte all’ultima lotta a oltranza con il popolo, conservano questa duplice natura. Da un lato, da vere tigri, divorano gli uomini, li divorano a milioni e a decine di milioni. La causa della lotta popolare attraversa un periodo di difficoltà e di sofferenze, le si presenta una strada piena di tortuosità. Il popolo cinese, nella lotta per eliminare in Cina il dominio dell’imperialismo, del feudalismo e del capitalismo burocratico, ha dovuto spendere più di cento anni e decine di milioni di vite, prima di arrivare alla vittoria del 1949. Guardate, queste non erano forse tigri vive, tigri di ferro, tigri vere? Ma alla fine esse sono diventate tigri di carta, tigri morte, tigri di soia quagliata. Questi sono fatti storici. C’è forse chi non li ha visti né li ha uditi? In verità, ce ne sono migliaia e decine di migliaia. Migliaia e decine di migliaia! Dunque, a esaminare l’imperialismo e tutti i reazionari nella loro sostanza, da un punto di vista a lunga scadenza e strategico, si deve considerarli per quello che sono in realtà: tigri di carta. Su questo, noi costruiamo il nostro pensiero strategico. D’altro canto, essi sono anche tigri vive, tigri di ferro, tigri vere e mangiano gli uomini. Su questo noi costruiamo il nostro pensiero tattico. (…)

La storia ci insegna che tutti i rivoluzionari, inclusi naturalmente quelli borghesi, riescono a diventare rivoluzionari soprattutto perché osano disprezzare il nemico, osano lottare e osano conseguire la vittoria. Coloro che hanno paura del nemico e non osano lottare, non osano conseguire la vittoria, non possono che essere riformisti o capitolazionisti. Essi non possono certamente essere rivoluzionari. Tutti i veri rivoluzionari nella storia hanno osato disprezzare i reazionari, disprezzare le classi reazionarie dominanti e disprezzare il nemico, perché nelle condizioni storiche del momento, il popolo cominciava a essere conscio della necessità di sostituire il vecchio sistema con uno nuovo, si era presentato di fronte ad esso un nuovo compito storico. Quando esiste la necessità di una trasformazione, essa diventa irresistibile e, volere o no, presto o tardi essa avrà luogo. Marx disse: “Non è la coscienza degli uomini che determina la loro esistenza, ma, al contrario, è la loro esistenza sociale che determina la coscienza”. La necessità di trasformazioni sociali risveglia la coscienza rivoluzionaria dell’uomo. Prima che le condizioni storiche generino la necessità di trasformazioni, nessuno può porre per forza il compito della rivoluzione o fare per forza la rivoluzione. Tuttavia, quando le condizioni storiche hanno generato la necessità di trasformazioni, allora possono apparire quei rivoluzionari e quei combattenti d’avanguardia del popolo che osano denunciare le classi reazionarie dominanti e considerarle tigri di carta. In ogni attività, questi rivoluzionari elevano sempre lo spirito combattivo del popolo e rintuzzano l’arroganza del nemico”.

(da Ancora sulle divergenze tra il compagno Togliatti e noi, febbraio 1963 - vol. 19 pagg. 199-300 di Opere di Mao Tse-tung Edizioni Rapporti Sociali).