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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXIII - marzo 2021

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La forza e il declino dei gruppi imperialisti USA

Dal gennaio 2021 Joe Biden, candidato del Partito Democratico alle elezioni presidenziali USA di novembre 2020, ha preso in mano il governo ufficiale degli USA prevalendo per pochi voti su Donald Trump, già candidato del Partito Repubblicano alle elezioni presidenziali di novembre 2016, che aveva gestito il governo ufficiale degli USA dal gennaio 2017. Da decenni i due partiti si alternano tramite elezioni alla guida del governo federale ambedue sotto l’alta direzione del complesso militare-industriale-finanziario che dalla fine della Seconda Guerra Mondiale è il vero governo del paese e degli interessi dei gruppi imperialisti USA nel mondo. Quanto ad alternanza e combinazione di due partiti, quello USA è un sistema analogo al sistema di due poli (sinistra e destra) che si combinano e alternano al governo, il sistema delle Larghe Intese instaurato in Italia da 30 anni a questa parte sotto l’alta direzione dei vertici della Repubblica Pontificia e dei suoi padrini USA e UE.

Tuttavia il passaggio da Trump a Biden di quest’anno non è un'alternanza tra i due partiti come quelle precedenti. Il governo Trump (gennaio 2017 - gennaio 2021) ha messo in difficoltà il complesso militare-industriale-finanziario USA e l’installazione di Biden apparentemente ha messo fine a un’avventura.

Il ruolo degli USA nel mondo è ancora tale che il cambiamento politico avvenuto negli USA influirà sul corso delle cose in tutto il mondo e, cosa ancora più importante, è sintomo di un corso delle cose che è destinato a riprodursi e acutizzarsi. Gli USA sono al centro della situazione rivoluzionaria che si sviluppa in tutto il mondo. Quindi ogni partito comunista deve tenerne conto, tanto più in Italia dove gli USA dal 1949 gestiscono in regime di sovranità limitata le Forze Armate e le relazioni con l’estero e tengono circa 30 mila soldati in insediamenti NATO e USA.

Come in Italia i due governi M5S, capeggiati da Conte dopo le elezioni del 4 marzo 2018, non hanno posto fine al dominio dei vertici della Repubblica Pontificia e dei suoi padrini, analogamente Trump insediato alla presidenza nel gennaio 2017 non aveva posto fine al dominio del complesso militare-industriale-finanziario. Apparentemente l’avvento di Trump aveva costituito per gli USA addirittura un cambiamento minore dell’avvento in Italia dei governi Conte.

A differenza del M5S in Italia, negli USA Trump non aveva creato un suo partito distinto dai partiti del sistema delle larghe intese USA. Con una serie di operazioni Trump aveva approfittato di un insieme di circostanze ed era andato al governo dopo aver preso in mano uno dei due partiti delle Larghe Intese USA, il Partito Repubblicano.

Ora Trump è estromesso dalla presidenza, ma gli anni Trump non sono passati invano. Non è Trump che ha creato il malessere, il malcontento, l’insofferenza di un’ampia parte della popolazione a fronte del corso delle cose che il complesso militare-industriale-finanziario ha imposto. Trump li ha solo messi in luce e ha dato fiducia e forza ai gruppi sociali e politici che li impersonano. Malessere, malcontento, insofferenza sono il risultato dell’eliminazione di una parte importante dell’apparato industriale del paese e di altri effetti dell’espansione dei gruppi imperialisti USA nel mondo, della loro contemporanea perdita di forza economica nel complesso del sistema imperialista mondiale, dell’uso sempre più dispiegato della loro forza militare.(1)


1. È il corso delle cose illustrato a modo suo da Greg Godels, un esponente del PCUSA (Partito comunista USA, già sezione dell’Internazionale Comunista), nell’articolo che pubblichiamo nelle pagine successive.


Estromesso Trump, il complesso militare-industriale-finanziario USA deve fare i conti con gli stessi problemi che Trump ha sfruttato e dei quali ha rafforzato l’espressione sul terreno politico. Il governo Biden è più docile ma è costretto a fare i conti con le stesse condizioni e per di più Trump e la sua cricca, anche se hanno perso la presidenza federale, hanno ancora molto peso nel Partito Repubblicano: molti esponenti del partito sono contrari a Trump e alla sua cricca, ma questi li possono ancora ricattare grazie all’influsso che avevano e hanno accresciuto su una larga parte di seguaci ed elettori del Partito Repubblicano.

Dopo la prima ondata della rivoluzione proletaria tutti i paesi imperialisti sono paesi ‘‘democratici’’, nel senso che la mobilitazione periodica della massa della popolazione in elezioni a suffragio universale è una prassi che la prima ondata della rivoluzione proletaria ha consolidato: è il terzo dei cinque pilastri del sistema di controrivoluzione preventiva.(2) Dopo l’esaurimento della prima ondata in tutti i paesi imperialisti i partiti si sono ridotti a combinazioni nazionali di clientele locali e di comitati d’affari nazionali, legali alcuni ed extralegali altri. La borghesia imperialista non ne può fare a meno. Ma essi per natura sono esposti a mille manipolazioni e infiltrazioni da parte di ogni gruppo che ha i soldi e le relazioni necessari. Trump lo ha mostrato.


2. Manifesto Programma cap. 1.3.3 pagg. 47-56.


Finché si è imbevuti del mito della democrazia, ci si divide in credenti nella democrazia borghese e apostati della fede, negatori dello stesso mito. I primi giurano: “siamo un paese democratico: è il popolo che decide liberamente che via il governo e lo Stato seguono”. I secondi proclamano: “la democrazia borghese è una finzione, i padroni fanno quello che vogliono, solo con la forza possiamo far loro cambiare strada (colpirne uno per educarne cento, ecc.)”. Ovviamente a noi comunisti strategicamente non interessa far cambiare strada ai capitalisti, ma eliminarli come classe. E se analizziamo con il materialismo dialettico lo sviluppo reale delle relazioni e delle istituzioni politiche dei paesi imperialisti nel corso della prima crisi generale del capitalismo (dalla fine del secolo XIX alla metà del secolo XX) e della connessa prima ondata della rivoluzione proletaria, scopriamo il ruolo assunto in ogni paese dai sistemi di controrivoluzione preventiva. Le elezioni a suffragio più o meno esteso ne sono una componente essenziale, anche se non la principale.

Nella società borghese le elezioni e le assemblee elettive sono nate come procedura con cui i notabili decidevano dell’attività statale, ma sono poi servite al movimento socialista prima e comunista poi per far valere rivendicazioni presso le autorità politiche borghesi (rivendicazioni politiche) e per mobilitare e organizzare le masse popolari. La prima ondata vi ha imposto il suffragio universale, persino femminile. Dopo l’esaurimento della prima ondata esse sono rimaste come strumento della controrivoluzione preventiva. Ma sono diventate anche un terreno aperto alle imprese di demagoghi (Trump è stato un caso esemplare, Berlusconi a suo modo anche) e in ogni paese imperialista possono diventare un inciampo per i governi reali che tuttavia non ne possono fare a meno, come non possono fare a meno di un certo grado di consenso o almeno di passività delle masse popolari che il sistema produttivo aggrega strettamente. La violenza ha un ruolo importante nel determinare la condotta delle masse popolari anche nella società borghese, ma un ruolo tanto più limitato quanto più le masse popolari sono oggettivamente aggregate dal sistema produttivo. Se non siamo credenti del mito della democrazia o del mito della violenza, anche noi comunisti possiamo giovarci della democrazia borghese, per fare avanzare la guerra popolare rivoluzionaria. Nel 2013 Giorgio Napolitano riuscì con una certa difficoltà a tenere a bada il M5S e a non affidare a Pierluigi Bersani l’incarico di formare il governo; nel 2018 la cosa divenne ancora più difficile, Sergio Mattarella dovette dare l’incarico a Giuseppe Conte e solo per limiti del gruppo dirigente del M5S riuscì a immettere nel governo uomini di fiducia dell’UE, della NATO e dei vertici della Repubblica Pontificia.

Delineata a grandi linee la situazione con cui il governo reale degli USA e il loro governo legale devono fare i conti, per noi comunisti è importante capire le ripercussioni che quello che è avvenuto e sta avvenendo negli USA ha sulle condizioni della nostra lotta.

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Gli imperialisti USA e tutti i reazionari sono delle tigri di carta

Disprezzare il nemico strategicamente e considerarlo con serietà tatticamente “Esaminando l’imperialismo e tutti i reazionari nella loro sostanza, da un punto di vista a lunga scadenza e strategico, si deve considerarli per quello che sono in realtà: tigri di carta. Su questo, noi costruiamo il nostro pensiero strategico. D’altro canto, essi sono anche tigri vive, tigri di ferro, tigri vere e mangiano gli uomini. Su questo noi costruiamo il nostro pensiero tattico”

(Ancora sulle divergenze tra il compagno Togliatti e noi, febbraio 1963 - vol. 19 pagg. 199-300 di Opere di Mao Tse-tung Edizioni Rapporti Sociali).

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In realtà in Italia come in altri paesi molti partiti, organismi, gruppi e individui che si dicono comunisti si limitano alcuni a mobilitare le masse in lotte rivendicative, sindacali o politiche, altri a cercare di influire sulla condotta del governo e delle altre autorità del loro paese, altri combinano le due attività. Per loro il cambiamento in corso negli USA vuol dire poco o niente. Ne parlano più o meno dottamente, con maggiore o minore aderenza agli avvenimenti, nelle pagine e nei discorsi di informazione. Ma niente hanno da dire quanto a come modificheranno la loro linea per giovarsi del cambiamento sopravvenuto negli USA a seguito dell’estromissione di Trump dal governo USA e sugli insegnamenti che l’avventura di Trump dà a proposito della lotta di classe nel loro paese. Chi come noi lotta per mobilitare le masse popolari di un paese imperialista a prendere il potere e instaurare il socialismo, deve invece chiedersi quanto e come gli avvenimenti USA influiranno sul corso delle cose nel nostro paese: sulla forza del campo imperialista e su quella del campo delle masse popolari, tanto più perché la Repubblica Pontificia è a sovranità: limitata dagli USA in particolare del campo delle relazioni estere e delle Forze Armate e dall’UE nel campo economico e finanziario.

Stante l’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria (1917 - 1976), la borghesia imperialista USA ed europea ha ripreso in mano a livello mondiale la direzione delle cose, ma in condizioni diverse da quelle in cui le dirigeva prima della vittoria della Rivoluzione d’Ottobre e delle trasformazioni che l’ondata di rivoluzioni socialiste e di nuova democrazia ha prodotto nel mondo. L’ondata si è esaurita ma l’umanità non è ritornata al passato, non è più quella di prima.

La Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti (CI) deve eliminare le conquiste di indipendenza nazionale realizzate nei paesi che prima erano colonie o semicolonie. Nei paesi imperialisti deve eliminare le conquiste di civiltà e di benessere che le masse popolari le hanno strappato. Nello stesso tempo deve mantenere tra le masse popolari un certo livello di consenso o almeno di passività perché l’esperienza della prima ondata ha prodotto in ogni paese trasformazioni più o meno profonde nel senso comune e nella condotta delle masse popolari e nella loro resistenza agli effetti della nuova crisi economica e alla crisi ambientale, sanitaria e culturale che lo sviluppo delle forze produttive in regime capitalista ha prodotto e continuerà ad aggravare. Contemporaneamente deve fare i conti con i contrasti che la nuova crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale provoca in seno ad essa e delle difficoltà che crea nelle condizioni di valorizzazione del capitale di ognuno dei capitalisti.(3)


3. Sulla sovrapproduzione assoluta di capitale vedere Avviso ai naviganti 8.


La dominazione mondiale dei gruppi imperialisti USA si scontra non solo con i suoi complici della CI ma anche con la resistenza di molti popoli e paesi: guerre e ostilità di ogni genere si moltiplicano. Cresce il malcontento e l’insofferenza nelle masse popolari USA.

La Repubblica Popolare Cinese è una potenza economica e militare mondiale creata dalla prima ondata della rivoluzione proletaria e la CI non è in grado di eliminare. Sia per l’espansione delle aziende capitaliste e statali cinesi nel mondo sia per l’effetto che esercita sul proletariato e le masse popolari, la lotta di classe in corso nella RPC ha influenza in tutto il mondo e il suo esito a sua volta dipenderà dal corso che avrà la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato nel resto del mondo. La CI ha cercato di approfittare dei quasi 40 anni (1956 - 1991) di corrosione e corruzione delle relazioni economiche, politiche e sociali socialiste costruite in URSS tra il 1917 e i primi anni ‘50 (Stalin fu trovato morto la mattina del 5 marzo 1953) per fare dell’Europa Orientale e dell’intera URSS un territorio di libera espansione dei gruppi imperialisti della CI, ma vi è riuscita solo in parte, tanto distruttive erano le condizioni che la borghesia imperialista, già coinvolta in una nuova crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale, doveva imporre a milioni di uomini e donne che avevano nella loro formazione mille tracce del lascito della prima ondata e del suo esaurimento. La Federazione russa in particolare è sopravvissuta come grande potenza economica, politica e militare.

Molti sono anche i paesi che la CI non è riuscita e non riesce a ridurre a libero terreno per la valorizzazione del capitale dei suoi membri. Non solo la Repubblica Popolare Democratica di Corea, la Repubblica Socialista del Vietnam, la Repubblica Popolare Democratica del Laos e la Repubblica di Cuba, ma anche altri paesi, dalla Repubblica Bolivariana del Venezuela alla Repubblica Islamica dell’Iran, difendono con determinazione la loro indipendenza.

Noi comunisti italiani sulla base dell’analisi delle condizioni della lotta di classe abbiamo tracciato la linea che intendiamo seguire per fare dell’Italia un nuovo paese socialista: costringere i vertici della Repubblica Pontificia a ingoiare il Governo di Blocco Popolare e guidare poi le masse popolari a difenderlo con determinazione dalle varie forme di aggressione della CI fino ad affermare la direzione del partito comunista e del movimento comunista cosciente e organizzato e instaurare il socialismo.(4)


4. A proposito del Governo di Blocco Popolare vedere Avviso ai naviganti 7.


Noi siamo quindi altamente interessati allo sviluppo della lotta di classe negli USA che della CI sono il centro. L’esperienza della presidenza Trump ci ha mostrato la fragilità del sistema politico della borghesia imperialista USA e contribuisce a far capire la fragilità della Repubblica Pontificia. Il nemico principale della borghesia imperialista USA è all’interno dei confini USA. Tutta la nostra solidarietà va a quelli che si ribellano alle condizioni che il complesso militare-industriale-finanziario cerca di imporre. Agli USA di oggi e di domani si applicano le parole che Lenin nel 1916 disse per l’Europa e che i partiti comunisti europei gravemente affetti da dogmatismo e opportunismo allora non assunsero a guida della loro attività, con i risultati di cui stiamo pagando lo scotto.

La rivoluzione socialista in Europa non può essere nient’altro che l’esplosione della lotta di massa di tutti gli oppressi e di tutti i malcontenti. Una parte della piccola borghesia e degli operai arretrati vi parteciperanno inevitabilmente (senza tale partecipazione non è possibile nessuna lotta rivoluzionaria); e porteranno nel movimento, non meno inevitabilmente, i loro pregiudizi, le loro fantasie reazionarie, le loro debolezze e i loro errori. Ma oggettivamente essi attaccheranno il capitale e l’avanguardia cosciente della rivoluzione, il proletariato avanzato, esprimendo questa verità oggettiva della lotta di massa varia e disparata, variopinta ed esteriormente frazionata, potrà unificarla e dirigerla, conquistare il potere. Colui che attende una rivoluzione sociale pura non la vedrà mai: egli è un rivoluzionario a parole che non capisce la vera rivoluzione”.

Rosa L.