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Perché lo Stato da 20 anni si accanisce a perseguitare la carovana del (n)PCI?

Udienza Preliminare dell’Ottavo Procedimento Giudiziario

(13 maggio, 1° luglio)

 

La carovana del (n)PCI è costituita dalle organizzazioni e dai compagni che hanno contribuito a creare le condizioni per la fondazione del Partito e dalle organizzazioni e dai compagni che oggi sono in qualche misura contigui al (n)PCI e ne condividono almeno in una certa misura la concezione e la linea. La carovana è quindi costituita da organismi e compagni che lavorano per portare il nostro paese fuori dal marasma sociale, morale, intellettuale e ambientale in cui l’hanno portato la borghesia imperialista, la Corte Pontificia e le Organizzazioni Criminali, con i loro sostenitori esteri, gli imperialisti USA e i sionisti d’Israele. Lo Stato che ci perseguita esegue la loro volontà, è il loro Stato!

Che questa gente perseguiti i comunisti non deve né meravigliarci né spaventarci. Che ciò avvenga è nell’ordine delle cose. Il loro sistema è in declino e la sua permanenza porta alla rovina il 90% dell’umanità: loro lo difendono ad ogni costo e noi conduciamo una lotta giusta ed efficace per porre fine alla loro azione nefasta. Non attaccano solo noi. La loro repressione si estende nel nostro paese a tutti quelli che non si rassegnano allo stato attuale delle cose. Nel mondo la borghesia italiana, la Corte Pontificia e le Organizzazioni Criminali italiane partecipano alla guerra infinita promossa dagli imperialisti USA e dai sionisti d’Israele contro le forze democratiche e progressiste del mondo intero. Sarebbe strano che gente simile non ci attaccasse. Quanti si credono comunisti, ma sono lasciati tranquilli o addirittura corteggiati da questa gente, dovrebbero preoccuparsi e chiedersi il perché.

Lo Stato ha creato una Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione. Un altro organismo che si dovrebbe occupare addirittura di prevenire i crimini. Evidentemente il Reparto Operazioni Speciali dei Carabinieri non bastava. Un tempo persino gli uomini politici borghesi dicevano che la prevenzione del crimine è il buon governo. In mancanza del buon governo, ora la borghesia e il clero moltiplicano i corpi di polizia, pubblici e privati. Anche questo è un segno dei tempi. Il problema è che oramai non siamo più d’accordo neanche su cosa è criminale e cosa è giusto. Loro chiamano crimine lottare per la giustizia e il benessere delle masse popolari e chiamano giustizia le loro prepotenze e il loro lusso. Anche in questo modo aprono la via a un disordine generale.

In effetti i privilegi della borghesia e del clero oramai significano morte per l’umanità. La bolla speculativa sta facendo crescere il prezzo dei carburanti, del cibo e delle materie prime e sconvolge la vita di tutti i lavoratori dipendenti e autonomi. Il disastro ambientale mina su grande scala la salute e la sicurezza. I diritti elementari dei lavoratori (dal salario decente ai limiti dell’orario di lavoro, alla pensione, all’assistenza sanitaria, all’educazione, all’abitazione) sono calpestati e indicati come causa della rovina attuale. Quando un ordinamento sociale è ingiusto, il disordine è il primo passo per instaurare un nuovo ordine. Non ci sarà Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione, né ROS, né Servizi Segreti che tengano. Possono moltiplicare quanto vogliono le polizie e arruolare a loro piacere nuovi mercenari nelle loro Forze Armate. Ma non riusciranno a indurre le masse a rassegnarsi alla distruzione in corso. Prima o poi noi instaureremo un nuovo ordine, basato sulla giustizia.

Con la repressione, la borghesia e il clero distruggono pezzo dopo pezzo quanto di positivo avevano dovuto fare dopo la sconfitta del fascismo. Violano le loro stesse leggi che stabilivano diritti democratici per tutti i cittadini. Smascherano il loro vero volto. Ma quanto più si riducono al marcio della loro natura, tanto più avvicinano la fine del loro mondo.

La solidarietà con la carovana del (nuovo)Partito comunista italiano è una forma elementare di lotta contro lo stato attuale delle cose. È un contributo a cambiare le cose.

 

Uniamoci per porre fine a questo mondo!

Un altro mondo è possibile!

Facciamo dell’Italia un nuovo paese socialista!