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La situazione politica e i nostri compiti
Il nuovo governo Berlusconi è
seduto su un barile di polvere - Anche nel campo della borghesia
imperialista esso è in equilibrio precario
Con
le elezioni del 13 aprile la Corte
Pontificia, gli imperialisti USA e i gruppi sionisti d’Israele hanno
condotto
in porto l’operazione che avevano lanciato in gennaio, quando
sfiduciarono il
governo Prodi-D’Alema-Bertinotti. (1) Oggi Berlusconi a ragione proclama che il
suo governo gode della piena fiducia del Vaticano e Fini si vanta di
essere
dirigente di “una maggioranza filoamericana e filoisraeliana”, anche se
sarebbe
più esatto dire una maggioranza pienamente agli ordini degli
americani e degli
israeliani. “In Italia c’è un nuovo clima politico”, ha esultato
papa Ratzinger
parlando ai suoi alti prelati nella Conferenza episcopale italiana del
29
maggio. E il 6 giugno ricevendo Berlusconi in udienza speciale il papa
ha
ribadito la sua soddisfazione per l’esito delle elezioni e la
costituzione del
nuovo governo. Berlusconi gli ha fatto eco: “L’azione di governo non
può che
compiacere il papa e la sua chiesa”.
Resta da vedere
se godere della fiducia del Vaticano,
degli imperialisti USA e dei gruppi sionisti d’Israele significa anche
condurre
una politica che stia in piedi in Italia. Il Vaticano, gli imperialisti
USA e i
gruppi sionisti d’Israele vogliono ognuno delle cose dall’Italia, cose
che non
riguardano la soluzione dei problemi delle varie classi della
popolazione
italiana, neanche quelli della borghesia italiana. Cose molte delle
quali
peggiorano le condizioni già pessime delle masse popolari
italiane.
La Corte
Pontificia di papa Ratzinger vuole riaffermare
la sua vacillante e declinante influenza morale e intellettuale sulla
popolazione italiana. Vuole spremere dall’Italia più di quanto
già spreme in
termini di ricchezza (scuole ed enti culturali e scientifici vari,
cliniche e
ospedali, strutture di assistenza per anziani, bambini, donne,
immigrati e
altri emarginati, opere di beneficenza, mezzi di informazione e
propaganda,
mercato immobiliare, banche e assicurazioni, investimenti finanziari).
Vuole
avere in Italia una base sicura, in termini di libertà d’azione
e di
reclutamento di clero e altro personale, per la sua azione nel mondo.
Gli imperialisti
USA vogliono dal governo italiano
sostegno logistico, finanziario e di truppe. Vogliono poter usare
liberamente
(basi, infrastrutture e movimenti) l’Italia per la difesa dei loro
interessi e
per le loro aggressioni e manovre in Asia, in Africa e in Europa, in
primo luogo
contro le popolazioni arabe e musulmane la cui resistenza li tiene
impantanati
in Palestina e Libano, in Afghanistan, in Iraq, in Somalia e in Iran.
Vogliono
collaborazione contro la condotta autonoma della borghesia russa e
contro le
tendenze all’autonomia dei gruppi imperialisti europei.
I gruppi
sionisti d’Israele vogliono potersi servire
dell’Italia come retroterra militare e più in generale politico
nella loro
guerra contro i Palestinesi, contro gli Stati arabi limitrofi della
Palestina e
contro gli Stati e i movimenti che appoggiano la resistenza dei
Palestinesi.
Il governo
Berlusconi è pronto a soddisfare le richieste
degli uni e degli altri. Quindi gode della loro piena fiducia: è
il loro
governo per l’Italia. Gli interessi di Vaticano, imperialisti USA e
gruppi
sionisti d’Israele sostanzialmente convergono: Vaticano, imperialisti
USA e
gruppi sionisti d’Israele costituiscono di fatto una triplice alleanza.
Si sono quindi
create condizioni più favorevoli a che la
lotta delle masse popolari contro il governo Berlusconi sia anche lotta
contro
la Corte Pontificia, contro l’imperialismo USA e il suo criminale piano
di
guerra infinita e contro i gruppi sionisti.
L’unità
di interessi dei suoi tre principali mandatari è
un punto di forza per il governo Berlusconi. Ma le cose che loro
vogliono non
hanno a che vedere con la soluzione dei problemi né della
borghesia
imperialista italiana né delle masse popolari del nostro paese.
Il governo
Berlusconi rassomiglia molto a un governo di avventurieri che
esercitano il
potere per conto di un occupante straniero (o a quello che un tempo si
sarebbe
detto un regime bonapartistico).
Riflette bene la
poca autonomia dello Stato italiano. Ma
la sua capacità di durare dipende principalmente dalle soluzioni
che adotterà e
dalle scelte che farà a fronte dei problemi delle varie classi
della
popolazione: dall’adesione della borghesia imperialista italiana da una
parte e
dall’altra parte dall’azione del movimento comunista, cioè
nostra, dalla
resistenza delle masse popolari italiane al procedere della crisi
generale del
sistema, dallo scontro tra mobilitazione rivoluzionaria e mobilitazione
reazionaria nelle masse popolari.
Su un fronte il
governo Berlusconi è assicurato: il nuovo
governo non avrà problemi da parte delle Organizzazioni
Criminali (Mafia,
Camorra, Ndrangheta e minori). Le OC hanno fatto i loro affari nel
periodo del
governo Prodi-D’Alema-Bertinotti (2006-2008) come li avevano fatti con
il
precedente governo Berlusconi-Bossi-Fini (2001-2006) e continueranno a
farli
con il nuovo governo Berlusconi. Ma la banda Berlusconi ha con le OC
una lunga
storia di connivenza e di collaborazione. Quindi esse avranno un
maggiore
sostegno governativo sia per espandere i loro traffici all’interno e
all’estero
sia contro le masse popolari. I vari settori dell’economica criminale
costituiscono oramai una parte importante dell’economia mondiale e con
il nuovo
governo Berlusconi l’Italia è candidata ad avervi un ruolo
crescente. Sarà
probabilmente il settore che darà il contributo più
dinamico all’economia del
paese nei prossimi anni. Il nuovo governo Berlusconi avrà nelle
OC un appoggio
sicuro.
Il governo
Berlusconi è invece destinato ad avere
problemi all’interno, di coesione della aggregazione di fascisti,
razzisti,
clericali e avventurieri su cui si fonda. È destinato pure ad
avere problemi
con il grosso della borghesia imperialista italiana.
Quanto alla
coesione interna, tre sono i principali
fattori che minano la stabilità del governo Berlusconi.
I fascisti di
proprio portano al governo Berlusconi la
mobilitazione di squadre in imprese vigliacche contro immigrati,
omosessuali,
donne e altri gruppi emarginati e deboli. Storace lo si è visto
all’opera come
governatore del Lazio e come Ministro della Sanità prima del
2006. Ma sono lungi
dal costituire una forza armata a presidio del regime come lo furono
nel
ventennio di Mussolini alla conclusione di una accanita guerra di
classe
(1919-1925). Sono squadre di teppisti incoraggiate dalla riabilitazione
del
fascismo, dalla denigrazione della Resistenza e del movimento comunista
condotta oramai da anni dalla destra e dalla sinistra borghesi e dalla
protezione che il nuovo governo assicura. Il nuovo governo potrà
giovarsi delle
loro imprese squadristiche solo limitatamente e queste prima o poi
entreranno
in rotta di collisione col resto dell’attività governativa in
quanto fattore di
disturbo dell’ordine pubblico. Ciò avverrà tanto prima e
tanto più, quanto più
energica sarà la risposta che riceveranno a livello popolare.
Infatti nella
lotta contro lo squadrismo fascista si formeranno e consolideranno
nuove
organizzazioni comuniste e popolari.
La Lega Nord
certo organizza spedizioni contro gli
immigrati e altri emarginati fin quasi a confondersi con i fascisti, ma
questa
vigliacca attività non soddisferà a lungo le sue truppe.
Anche qui il
chiarimento arriverà tanto prima quanto più energica
sarà la risposta popolare
allo squadrismo leghista. La Lega Nord ha fatto molte promesse a quella
parte
delle masse popolari insofferenti del corso attuale delle cose (quindi
potenzialmente nostre) che ha reclutato, ma né Bossi né
Berlusconi
realizzeranno gli obiettivi che hanno fatto balenare ai loro occhi. Il
problema
della Lega Nord è che i suoi elettori e seguaci si aspettano
anche altro oltre
alle spedizioni squadristiche e la Lega Nord non glielo può
dare. Il partito
delle autonomie locali si è già schierato contro
l’autonomia locale a Vicenza e
in Val di Susa dove difende gli accordi internazionali pattuiti dal
governo di
Roma: che partito delle autonomie locali è un partito che
è favorevole
all’installazione della seconda base USA a Vicenza e vuole sacrificare
la Val
di Susa per farne un corridoio di transito del traffico internazionale?
La
politica fiscale del governo Berlusconi riduce l’autonomia finanziaria
dei
comuni e delle regioni (ICI, addizionale IRPEF, ecc.) e quindi
impedisce il
“buon governo” locale di cui la Lega Nord per anni si è fatta
forte contro la
sinistra borghese: il buon senso terra terra contro le chiacchiere
umanitarie e
gli affari sporchi. (2)
Il governo Berlusconi per far da spalla agli
speculatori del petrolio, delle derrate alimentari, ecc. si
metterà
inevitabilmente in urto con i lavoratori dipendenti e autonomi: anche
questo
metterà in seria difficoltà la Lega Nord, soprattutto se
il movimento comunista
saprà sviluppare la sua attività di mobilitazione e di
unità delle masse
popolari. Dal Ministero degli Interni la Lega Nord ha assunto la
responsabilità
di imporre l’ordine pubblico di Roma in tutto il paese, proprio mentre
la crescente
resistenza popolare trasforma in problema di ordine pubblico le vecchie
e nuove
angherie padronali, governative e delle OC. L’esempio più chiaro
è dato da
Napoli e dalla Campania. Qui la ribellione popolare contro la
pluridecennale
criminale gestione dei rifiuti e contro il conseguente degrado della
salute ha
finalmente creato una emergenza che ha costretto le Autorità a
muoversi:
l’ordine pubblico. (3)
Lega Nord e governo Berlusconi sono in rotta di
collisione, la Lega non può perdere il suo elettorato e a
evitare la collisione
non basterà l’accordo segreto concluso alla fine degli anni ’90
da Bossi con
Berlusconi, accordo che ha mantenuto salda nelle mani di Bossi la
direzione
della Lega Nord nonostante le giravolte dell’individuo.
Infine vi sono
tra i clienti e avventurieri che
Berlusconi ha raggruppato nella sua coalizione, un discreto numero di
personaggi che cercheranno di assicurarsi un avvenire politico oltre
Berlusconi. Questi non si accontenteranno di ratificare le decisioni di
Berlusconi e vorranno via via crearsi una loro base elettorale. Saranno
sempre
più frequenti le questioni nelle quali l’azione governativa li
metterà invece
in urto con i loro elettori e quindi contrasterà i loro
progetti. Il Parlamento
è ridotto a Camera di registrazioni delle decisioni del governo,
ma la
maggioranza diventerà sempre più litigiosa.
Quanto ai
rapporti tra il nuovo governo Berlusconi e il
grosso della borghesia italiana, al momento la Confindustria e le altre
associazioni padronali (Confcommercio, Associazione Bancaria Italiana,
ecc.) si
sono allineate con la scelta del Vaticano, degli imperialisti USA e dei
gruppi
sionisti d’Israele. Cercano di trarre vantaggio dal nuovo governo sia
nei loro
rapporti con gli operai (in primo luogo nel campo dei contratti di
lavoro e
dello smantellamento di quanto ancora resta dei diritti dei lavoratori
sul
posto di lavoro) e con il resto delle masse popolari (i lavoratori
autonomi
dipendono oramai per mille vie dalla borghesia imperialista e dal suo
Stato
(4)),
sia ai fini della concorrenza in cui le aziende capitaliste sono
impegnate in Italia e nel mondo. “In questo nuovo buon clima si
può fare molto
e molto bene ... Ci sono le condizioni per cambiare il paese, ora o mai
più”,
va proclamando Emma Marcegaglia. La nuova presidente di Confindustria
può
assecondare il governo in una misura che sarebbe stata incompatibile
con le
ambizioni personali di Montezemolo. Ma deve pur sempre fare i conti con
le
esigenze di profitto e di concorrenza delle aziende e con i lavoratori.
Su
questo terreno la borghesia imperialista italiana avrà problemi
crescenti con
il nuovo governo Berlusconi.
La stretta
sottomissione del nuovo governo agli
imperialisti USA e ai sionisti non porterà alcun vantaggio
economico alla
borghesia italiana. In quest’epoca gli imperialisti USA chiedono molto
ma danno
poco o niente. La loro potenza economica è in calo,
commercialmente non offrono
sbocchi ma sono alla ricerca di sbocchi, sono un focolaio di crisi
finanziaria
e il centro mondiale della speculazione. La speculazione è
diventata il cancro
dell’economia mondiale. La sovrapproduzione assoluta di capitale
è giunta al
punto che si passa da una bolla speculativa a un’altra. Ora la bolla
speculativa ha coinvolto il petrolio e le materie prime in genere,
comprese
molte derrate alimentari. (5)
La speculazione aggrava e accelera la crisi
economica e gli imperialisti USA non offrono né mercati
né occasioni di
investimenti. Al contrario chiedono truppe e finanziamenti per le
proprie
truppe, per le truppe mercenarie (come quelle che reclutano in ogni
paese per
l’Iraq o come le truppe etiopiche che hanno inviato in Somalia) e per
gli Stati
e le autorità fantoccio che mettono in piedi qua e là:
Karzai dell’Afghanistan
ha recentemente raccolto a Parigi promesse di 23 miliardi di dollari
dagli
“Stati donatori”.
Il
coinvolgimento nella guerra infinita USA costringerà
la borghesia italiana a rompere molti rapporti commerciali e
abbandonare
investimenti: tipico è il caso delle sanzioni contro l’Iran, ma
domani sarà
contro il Pakistan, il Sudan, il Venezuela e altri. Certo le sanzioni
sviluppano il contrabbando e l’economia criminale: ma un settore che si
sviluppa non compensa il settore che muore, la fortuna di uno non
compensa il
fallimento o le difficoltà dell’altro.
Quanto alla
competitività, in primo luogo la
competitività nell’epoca moderna, nella società borghese
(e di competitività ha
senso parlarne solo nell’ambito della società borghese e di
relazioni
mercantili), viaggia principalmente sulle ruote della ricerca,
dell’organizzazione
del lavoro, della rete commerciale, dell’innovazione di prodotto e di
processo;
in secondo luogo chi vuole conquistare clienti deve spesso anche
proteggerli
dalle ritorsioni economiche e politiche dei concorrenti scontenti. La
sudditanza agli imperialisti USA limita questo secondo fattore della
competitività a discrezione degli imperialisti USA. Quanto al
primo fattore, la
cronica e storica debolezza della borghesia italiana è
direttamente connessa al
ruolo che il Vaticano (e in secondo piano le OC) hanno nella storia e
nella
vita presente del nostro paese. L’accresciuta (rispetto ai governi
passati)
sudditanza del nuovo governo Berlusconi al Vaticano e i suoi legami con
le OC
continueranno a impedire di migliorare la situazione della borghesia
italiana
in tema di competitività.
L’unica arma di
competitività che resta alla borghesia
italiana e su cui il governo Berlusconi darà volonterosamente il
suo appoggio è
aumentare lo sfruttamento dei lavoratori e la devastazione
dell’ambiente. “Il
vostro programma è il mio”, ha già detto Berlusconi ai
caporioni di
Confindustria riuniti e il Ministro del lavoro, Sacconi, ha già
annunciato “una
deregulation chirurgica del mercato del lavoro”. Per ridurre i costi di
produzione, approfittare del carovita, dell’inflazione, del lavoro
precario,
del lavoro nero, della eliminazione o sterilizzazione dei contratti
collettivi
nazionali di lavoro, dell’inosservanza delle misure di sicurezza,
dell’inosservanza delle misure di salvaguardia ambientale, della
riduzione di
norme e controlli pubblici (“nessun incentivo fiscale può
compensare un
disincentivo normativo”: e gli effetti si vedono già in materia
di class action
(6)
e di norme sulla sicurezza del lavoro). Ovviamente tutto questo
ridurrà
anche il mercato interno: i consumi delle famiglie. La mobilitazione
reazionaria delle masse popolari può trovare alimento da un
simile corso delle
cose (sarebbe la gara a: “Chi ci deve rimettere di più?”), ma
può anche
rovesciarsi nel contrario se i comunisti fanno bene la loro parte (“A
stare con
i padroni non ci si guadagna: tutti uniti contro il padrone e il suo
governo!”). (7)
L’aumento dello sfruttamento dei lavoratori (in primo luogo e
direttamente i lavoratori dipendenti, ma in seconda linea anche i
lavoratori
autonomi) è il principale terreno su cui la borghesia italiana e
il nuovo
governo Berlusconi trovano la loro intesa. Ma è anche il terreno
su cui i
lavoratori e le masse popolari sono direttamente in campo e possono
mandare a
monte l’intesa conducendo con accanimento lotte rivendicative.
Sviluppare la
lotta per instaurare il socialismo nelle condizioni attuali è
l’ambito
necessario per sviluppare su larga scala, con continuità e con
possibilità di
successo le lotte rivendicative.
Infine
peserà sulle relazioni tra la borghesia e il nuovo
governo la questione della Unione Europea. Col progredire della crisi
l’UE può
stare in piedi solo se diventa anche una potenza politica: uno Stato
che si
batte contro gli altri nella lotta di tutti contro tutti che è
la legge della
giungla capitalista. Il Vaticano e gli imperialisti USA non vogliono
assolutamente che questo si verifichi. Per motivi diversi, per loro
è meglio
un’Italia isolata che un’Italia parte di una Federazione Europea. Per
la
borghesia italiana (che ovviamente non vede oltre l’orizzonte della
giungla
capitalista) è meglio una Federazione Europea.
È
probabilmente contando sulla contraddizione tra
borghesia imperialista e nuovo governo Berlusconi che Veltroni e i suoi
si
preparano alla successione. Sulla base della fedeltà al
programma della
borghesia imperialista che li accomuna alla vecchia destra, si
preparano a
costituire un governo, beninteso sempre ligio alla Corte Pontificia e
fedele
agli imperialisti USA e ai gruppi sionisti d’Israele, ma che abbia il
suo punto
di forza nella consonanza con il grosso della borghesia italiana,
anziché
nell’asservimento assoluto ai tre mandatari principali. Un’opzione
velleitaria,
ma Veltroni e i suoi non ne hanno altre.
La conclusione
di questa analisi è che la vita del nuovo
governo Berlusconi sarà tormentata anche per le contraddizioni
interne al campo
della borghesia imperialista. Le possibilità di attacco da parte
del movimento
comunista saranno quindi molte. Chi è impastoiato da una
concezione
economicista e vede le lotte rivendicative - sindacali, territoriali,
dei
lavoratori autonomi - come unico o principale terreno di scontro tra la
classe
operaia e la borghesia imperialista, ha ragione di essere spaventato
dalle
prospettive. Chi ha come programma la lotta per instaurare il
socialismo, avrà
invece un vasto e articolato terreno di guerra, con molte
possibilità di
successo.
È utile
precisare che le varie tendenze delineate in
questa analisi sono connesse l’una all’altra e in molti casi sono
contraddittorie: indicano tendenze, sono leggi di sviluppo nel senso in
cui il
Materialismo Dialettico intende le leggi. (8)
Nessuna delle tendenze sopra
indicate traccia percorsi che inevitabilmente gli avvenimenti
seguiranno.
Nessuno può garantire che le cose andranno in un modo piuttosto
che nell’altro,
perché il percorso che effettivamente gli avvenimenti seguiranno
sarà
determinato dall’azione che i comunisti svilupperanno, dalle forze che
essi
riusciranno a mobilitare e ad organizzare in primo luogo tra gli operai
e in
secondo luogo tra le altre classi delle masse popolari, da quanto essi
svilupperanno con creatività e concretezza la guerra popolare
rivoluzionaria
che è la sola via per instaurare il socialismo, dallo sviluppo
della resistenza
delle masse popolari dei paesi oppressi e dalla rinascita del movimento
comunista nel mondo, dall’atteggiamento del governo e delle varie
componenti
della borghesia, del Vaticano, degli imperialisti USA e dei vari altri
attori
del campo della borghesia imperialista. Ognuna delle tendenze sopra
indicate
mostra una forza in campo di cui deve tener conto e di cui può
avvalersi chi
vuole condurre con successo la guerra popolare di lunga durata che
instaurerà
il socialismo nel nostro paese.
Nicola P.
Note
1.
Sulle origini della crisi del governo Prodi-D’Alema-Bertinotti,
vedere Comunicato CP 25.01.08, reperibile sul sito Internet del (n)PCI.
2.
Quanto alla realtà del “buon governo” della Lega Nord,
bisogna mettere in conto l’intreccio di affari loschi e manovre
finanziarie a
cui la Lega Nord si è data fino al 1999. Poi Bossi fece il suo
patto con
Berlusconi. Questi assicurò disponibilità finanziarie
illimitate a Bossi, che
da allora tiene in pugno la Lega contro tutti gli oppositori e si
può
permettere tutte le piroette che occorrono per tenere assieme il suo
elettorato
e nello stesso tempo soddisfare il suo padrone.
3.
Le condizioni sanitarie a cui la gestione criminale
dei rifiuti perpetrata per anni dagli industriali, dalle
Autorità, dalla
Camorra e dal clero ha ridotto la popolazione della Campania sono ben
riassunte
nel Comunicato Pulizia, non polizia! Fatti, non ecoballe né
ecopromesse!
emesso dalla DN del P-CARC il 17 gennaio 2008, reperibile sul sito
www.carc.it.
La vera emergenza esplosa in questi mesi non è la gestione
criminale dei
rifiuti che dura da anni, ma l’ordine pubblico. È su questo
terreno, contro le
masse popolari che protestano, che finora il governo ha preso misure
nuove, non
per porre fine alla gestione criminale dei rifiuti.
4.
Dal Manifesto Programma, pag. 141: “La
massa dei lavoratori autonomi è in realtà composta da
individui sempre meno
autonomi. Molti lavoratori autonomi dipendono strettamente dai monopoli
industriali e dei servizi e dalle banche per le forniture, per le
vendite, per
le tecnologie, per il credito e dallo Stato per i regolamenti che
inquadrano le
loro attività, per il regime fiscale e per i contributi pubblici
al loro
bilancio. Ciò apre grandi orizzonti di egemonia per il movimento
comunista, una
volta superate le tendenze corporative e affermato il suo ruolo di
promotore
della lotta di tutte le masse popolari contro la borghesia
imperialista.”
Dal Manifesto
Programma, pag. 293: “La rivoluzione
in Europa non può essere altro che l’esplosione della lotta di
massa di tutti
gli oppressi e di tutti i malcontenti. Una parte della piccola
borghesia e
degli operai arretrati vi parteciperanno inevitabilmente – senza una
tale
partecipazione non è possibile una lotta
di massa, non è possibile nessuna rivoluzione – e porteranno nel
movimento, non
meno inevitabilmente, i loro pregiudizi, le loro fantasticherie
reazionarie, le
loro debolezze e i loro errori. Ma oggettivamente essi attaccheranno il
capitale. L’avanguardia cosciente della rivoluzione, il proletariato
avanzato,
esprimendo questa verità oggettiva della lotta di massa varia e
disparata,
variopinta ed esteriormente frazionata, potrà unificarla e
dirigerla,
conquistare il potere, prendere le banche, espropriare i trust odiati
da tutti
(benché per ragioni diverse!) e attuare altre misure
dittatoriali che
condurranno in fin dei conti all’abbattimento della borghesia e alla
vittoria
del socialismo, il quale si ‘epurerà’ dalle scorie
piccolo-borghesi tutt’altro
che di colpo”. V. I. Lenin, Risultati della discussione
sull’autodecisione
(1916), in Opere vol. 22.
5.
Nell’ultimo anno la speculazione ha investito il campo
del petrolio, delle derrate alimentari e di altre materie prime e sta
portando
il relativo prezzo al consumo a livelli crescenti di cui è
impossibile
prevedere la fine. Gran parte delle bolle speculative precedenti,
riguardavano
titoli di proprietà di aziende: le perdite e le vincite degli
speculatori
colpivano direttamente soltanto i proprietari di denaro che lo
scommettevano.
Solo indirettamente colpivano le aziende e quindi l’economia reale
(quella che
produce beni e servizi, che impiega proletari, che alimenta
l’attività dei
lavoratori autonomi). La bolla attuale invece riguarda materie prime,
derrate
alimentari e semilavorati. Essa si ripercuote direttamente sui prezzi
al
consumo e all’investimento. Causa fame, miseria, dissesto economico,
disordini
e delitti di ogni specie.
Come si è
creata l’attuale bolla speculativa?
I mercati delle
merci oggetto della speculazione erano
già monopolistici, quindi predisposti per la speculazione. La
sovrapproduzione
assoluta di capitale e lo scoppio della bolla precedente, quella dei
mutui
ipotecari USA, hanno resa attuale la bolla speculativa.
Il meccanismo
della speculazione in corso a grandi linee
è il seguente. Ogni derrata, materia prima o semilavorato
è accaparrato per una
somma h (di dollari, euro o altra moneta) in largo anticipo sulla
produzione e
la consegna. Nasce quindi un titolo di proprietà: un certificato
che dà diritto
a ritirare alla data x un quantitativo y. Il proprietario di questo
titolo lo
mette in vendita a un prezzo H. Il nuovo proprietario lo rivende a un
prezzo
H’. I passaggi possono proseguire senza limiti, alla velocità
che
l’organizzazione delle borse e la rete mondiale dei loro collegamenti
consentono. Esistono borse specializzate per le operazioni di
compravendite di
questi titoli, ognuna specializzata per alcuni tipi di merci. Le
principali a
livello mondiale sono a New York, Chicago e Londra.
H, H’, ecc. (il
corso del titolo) sono determinati dalla
speculazione. Uno speculatore che è convinto che tra qualche
ora, giorno o mese
potrà rivendere il titolo al prezzo H”, è disposto a
pagare cifre che si
rapportano non al prezzo h segnato nel contratto iniziale (quello che
il
produttore ha percepito o percepirà) né al prezzo che la
merce ha in quel momento
sul mercato dei consumatori e degli investitori (capitalisti
industriali,
lavoratori autonomi, ecc.), ma a quello che prima o poi potrà
ricavare dalla
vendita del titolo.
Il prezzo del
titolo (il corso del titolo) può salire al
di là di ogni limite
- se gli
speculatori (cioè i proprietari di somme di
denaro non impiegato altrimenti: né come capitale nel ciclo
produttivo di beni
o servizi, né come capitale finanziario, né come tesoro,
né per consumi) sono
numerosi;
- se la fiducia
nella crescita del prezzo è alimentata
con opportune iniziative (voci su guerre in arrivo, minacce di guerre o
disordini che turberebbero la produzione, previsioni di brusche
variazioni
della produzione o del consumo futuri, voci su determinate politiche di
scorte
da parte di Autorità, ecc. ecc.);
- se gli
speculatori ricevono in abbondanza denaro a
basso tasso di interesse dal sistema bancario (che fa capo a banche
centrali e
nel quale ogni banca si muove con tanta maggiore autonomia quanto
maggiore è la
liquidità di cui dispone e più liberali le leggi e le
norme che regolano la sua
attività);
- se le leggi e
le norme che regolano l’attività delle
borse lasciano agire ogni speculatore con molta libertà (bassi
anticipi sugli
acquisti a termine, scarse garanzie, possibilità di emettere
titoli derivati
sul corso dei titoli primari, ecc.).
Come si vede le
4 condizioni indicate sono tutte
condizioni che non cadono dal cielo né sono fatali: le leggi e
le regole sono
stabilite da Autorità politiche o di categoria. La speculazione
non potrebbe
aver luogo se le Autorità volessero impedirla, anche solo con un
centesimo
della determinazione con cui si impegnano e collaborano a stroncare i
finanziamenti delle organizzazioni da esse proscritte come terroriste.
La speculazione
in corso e il carovita conseguente sono
possibili perché i finanzieri dispongono di cifre enormi di
denaro da giocare
nelle speculazioni. Le fonti di questa disponibilità sono
- la
privatizzazione delle pensioni, delle assicurazioni,
della sanità: essa ha posto e pone cifre enormi a disposizione
di finanzieri
che devono farle fruttare;
- la
sovrapproduzione di capitale e la crescente
disuguaglianza dei redditi: chi percepisce alti redditi, per quanto
viva nel
lusso e scialacqui, non li consuma interamente in acquisto di beni e
servizi e
affida denaro a istituzioni finanziarie perché lo facciano
fruttare - il
lavoratore a basso reddito consuma tutto il denaro che riceve in spese
per
acquistare beni e servizi;
- la
possibilità per le banche centrali e le altre di
creare denaro concedendo prestiti.
Quindi, ancora
una volta, se le Autorità non seguissero
le linee politiche che seguono, la speculazione non sarebbe possibile.
L’impotenza che le Autorità proclamano di fronte alla
speculazione è un
imbroglio.
Quando arriva la
scadenza di un dato titolo, il signor A
che lo ha in mano ritira la derrata che ha pagato H e la mette in
vendita (a
consumatori o investitori) alla somma P.
Perché
nonostante i prezzi crescenti i consumi non
diminuiscono e la derrata viene pagata P?
- Perché
alcune domande sono incomprimibili (qualunque
sacrificio o delitto piuttosto di farne a meno).
- Perché
le aziende possono alzare i prezzi di vendita
dei loro prodotti e quindi sono disposte a pagare a qualsiasi prezzo le
merci
di cui hanno bisogno.
- Perché
i ricchi possono pagare qualsiasi cifra.
- Perché
in alcuni paesi (Cina, India e altri) aumenta il
numero dei ricchi.
- Perché
i sussidi pubblici coprono una parte del prezzo
e così mantengono alta la domanda.
- Perché
il sistema bancario mette a disposizione dei
consumatori e degli investitori nuovo denaro (acquisto a credito).
- Perché
vi sono ancora vecchi risparmi da prosciugare.
Per una
più vasta informazione sulla relazione tra
capitale speculativo, capitale finanziario e capitale industriale,
vedere Manifesto
Programma, nota 42 pag. 270.
6.
Class action è il dispositivo di legge che permette
azioni giudiziarie collettive contro aziende ed enti che hanno
danneggiato i
loro clienti.
7.
Dal Manifesto Programma, pag. 54: “A fronte del
fallimento o dell’insufficienza della controrivoluzione preventiva, la
borghesia imperialista dispone del ricorso alla mobilitazione
reazionaria delle
masse popolari. Già essa trasforma normalmente ogni
contraddizione tra sé e le
masse, in contraddizioni tra parti delle masse: se chiude un’azienda,
mette i
lavoratori di una zona contro quelli di un’altra, ogni gruppo a difesa
della
sua azienda; analogamente fa quando licenzia, quando produce
emarginati, quando
produce delinquenti, ecc. Quando il suo Stato non è in grado di
provvedere al
benessere delle masse popolari, la borghesia deve mobilitare le masse a
provvedervi o a spese di un’altra parte delle masse o aggredendo,
opprimendo,
rapinando e saccheggiando altri paesi, popoli e nazioni: la
mobilitazione
reazionaria delle masse popolari.”
8.
Il senso che hanno le leggi naturali e sociali secondo
il Materialismo Dialettico è illustrato nel Manifesto
Programma, nota 37
pag. 266.