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La situazione politica e i nostri compiti

 Combattere il pessimismo!


Sfruttare le nuove favorevoli condizioni per fare passi avanti nella rinascita del movimento comunista.

Combattere il pessimismo diffuso dalla sinistra borghese e dai suoi succubi.

 

Le elezioni del 13 e 14 aprile segnalano e consolidano il crollo dell’egemonia della sinistra borghese su alcuni milioni di operai e di membri di altre classi delle masse popolari. Questi appartengono a quella parte delle masse popolari che più largamente ha raccolto l’eredità di coscienza e di capacità di organizzazione della prima ondata della rivoluzione proletaria. Vanno ad aggiungersi a quella parte delle masse popolari che già aveva più o meno profondamente rotto con l’egemonia della sinistra borghese sul piano ideologico e politico e certamente sul piano organizzativo. Insieme costituiscono una riserva importante per noi comunisti. Approfondendo e allargando la loro rottura ideologica e politica con la sinistra borghese potremo accelerare la rinascita del movimento comunista, ivi compreso la costruzione del Blocco Popolare e costruire il Nuovo Potere.

Il primo passo su questa strada consiste nel respingere dalle nostre file e combattere tra le masse popolari, in particolare tra gli ex attivisti e gli ex elettori della sinistra borghese, tra i “frammenti in libertà della sinistra borghese” e tra le FSRS, il clima di smarrimento e di paura che la borghesia, e in particolare la sinistra borghese, diffondono e alimentano.

 

Le elezioni del 13 e 14 aprile segnalano e sanzionano un passo avanti nella crisi politica della Repubblica Pontificia. I risultati delle elezioni si combinano con l’aggravamento della crisi economica e hanno creato condizioni molto più favorevoli alla rinascita del movimento comunista. Dipende ora dai comunisti, quindi in primo luogo da noi membri del nuovo Partito comunista italiano e da quanti si arruoleranno nel Partito, sfruttare le condizioni favorevoli e fare decisivi passi avanti nel consolidamento e rafforzamento del Partito, nella costruzione di nuove organizzazioni di massa e nel rafforzamento della sinistra nelle organizzazioni di massa già esistenti, nell’allargamento e rafforzamento della nostra influenza nella resistenza che le masse popolari oppongono al progredire della crisi generale: insomma nella creazione del Nuovo Potere.

Sui risultati delle elezioni :

Comunicato CP 15 aprile 2008

Comunicato CP 23 aprile 2008

Comunicato CP 25 aprile 2008

Sito http://lavoce-npci.samizdat.net

 

Dopo le elezioni politiche e amministrative del 13 e 14 aprile e la loro appendice amministrativa del 27 aprile, tutto il campo della borghesia imperialista ha fatto e ancora sta facendo un grande sforzo per mistificare la situazione, per creare e mantenere tra le masse popolari l’impressione di una grande vittoria della destra, di un grande consenso delle masse popolari per Berlusconi e la sua banda di fascisti, razzisti, clericali, mafiosi, delinquenti e avventurieri riuniti nel PdL, per i razzisti della Lega Nord e per i fascisti interni o esterni alla coalizione Berlusconi. La sinistra borghese e tutti quelli che ne sono intellettualmente e moralmente succubi partecipano pienamente a questa campagna di mistificazione con lamenti e piagnistei per il trionfo della destra. La sinistra borghese ha buone ragioni per piangere. Anche in perfetta buona fede. Infatti non vede altra sinistra fuori di sé e la sua fine le sembra la fine del mondo. Il suo crollo è dovuto alla sua natura: siamo in una fase in cui essa non serve più né alla borghesia imperialista né alle masse popolari. Ma è quello che la residua sinistra borghese non può capire: chi lo capisce smette di appartenere alla sinistra borghese e passa o alla destra borghese (come hanno fatto Veltroni, D’Alema, ecc.) o al movimento comunista. Quindi la sinistra borghese indica la causa del suo crollo nella “egemonia sociale e culturale delle destre sulle masse popolari” e partecipa alla campagna mistificatoria della destra. Quelli che sono ideologicamente succubi di essa, accompagnano i suoi lamenti.

Quali basi reali ha questa campagna condotta congiuntamente, anche se con toni diversi, rispettivamente di esultanza e di pianto, dalla destra e dalla sinistra borghesi, dai fascisti di Storace ai giornalisti de il Manifesto?

In realtà, nonostante le provocatorie e insultanti malefatte del governo Prodi-D’Alema-Bertinotti, i voti raccolti dalla vecchia destra nelle elezioni di aprile 2008 sono aumentati di poco rispetto a quelli che aveva raccolto nelle elezioni di aprile 2006. Tutto l’insieme dei gruppi fascisti interni ed esterni alla coalizione Berlusconi, dei gruppi razzisti e la variegata corte dei clienti di Berlusconi, nelle elezioni dello scorso aprile ha raccolto 18 milioni di voti (poco più di 14 milioni il PdL, 3 milioni la Lega Nord e quasi 1 milione i fascisti esterni alla coalizione Berlusconi: La Destra di Storace e Forza Nuova di Fiore). Nell’aprile 2006 tutti i gruppi fascisti erano interni alla coalizione Berlusconi e questa aveva raccolto 19 milioni di voti. Allora però anche l’Unione di Centro (UdC) di Casini faceva parte della coalizione Berlusconi. Quest’anno si è presentata da sola e ha raccolto 2 milioni di voti. Sommandoli ai 18 milioni, fanno 20 milioni.

Quindi la vecchia destra ha raccolto al massimo 1 milione di voti in più rispetto al 2006, su un corpo di elettori di circa 47 milioni.

Se si tiene conto, oltre che delle malefatte del governo Prodi-D’Alema-Bertinotti, che la vecchia destra ha avuto a suo favore la grancassa del Vaticano e della sua Chiesa che controllano moralmente il 20% della popolazione, se si considera la forza che la vecchia destra ha nel sistema di intossicazione e confusione dell’opinione pubblica e che il nuovo governo Berlusconi era la soluzione patrocinata anche dagli imperialisti USA e dai gruppi sionisti, se si tiene conto che la vecchia e la nuova destra avevano lo stesso programma su cui la vecchia destra gode di un diritto di primogenitura (l’originale e la fotocopia), 1 milione di voti in più non è granché. Bisogna in più considerare anche che l’UdC di Casini ha cercato di distinguersi dalla coalizione Berlusconi. Quindi il “grande consenso popolare” alla vecchia destra, alla banda Berlusconi e ai gruppi fascisti e razzisti, la sua “strepitosa avanzata” nel cuore e nella testa delle masse popolari, la sua “egemonia sociale e culturale” sono un’invenzione propagandistica, un’arma di guerra della stessa vecchia destra per galvanizzare le sue truppe e impressionare e intimidire i suoi avversari e i suoi nemici deboli di nervi. Chi lo pone come premessa dei suoi ragionamenti, o è un imbroglione o è succube di questo inganno e, se ha una qualche influenza sociale, collabora a perpetuarlo e rafforzarlo. Le sue conclusioni sono senza basi reali come le sue premesse. È il caso di molti esponenti della residua sinistra borghese e di non poche FSRS.

Di reale c’è che la vecchia sinistra borghese si è spaccata. Gran parte di essa è passata alla destra e ha mantenuto numericamente lo stesso seguito elettorale del 2006. Quello che è rimasto della vecchia sinistra borghese è in piena disgregazione e ha già perso gran parte del suo seguito elettorale. Il circo Prodi nell’aprile 2006 aveva raccolto 19 milioni di voti. La nuova destra (il PD) ha raccolto 12 milioni di voti, l’Italia dei Valori di Di Pietro 1.6 milioni, la Sinistra l’Arcobaleno (SA) 1.1 milioni. L’aprile scorso le liste minori di orientamento vario (escluse quelle che si sono dichiarate comuniste e antigovernative) hanno raccolto 1.1 milioni di voti, circa 1 milione più che nel 2006. In tutto fanno 15.7 milioni di voti sui 19 del 2006.

Il circo Prodi ha quindi perso 3.3 milioni dei suoi elettori.

Di essi il 12% (circa 380.000) sono andati alle liste che si sono dichiarate comuniste e antigovernative (Partito Comunista dei Lavoratori, Sinistra Critica e Partito di Alternativa Comunista). Il resto è andato per il 30% (circa 1 milione) alla vecchia destra e per il 58% (circa 1.9 milioni) è rifluito nell’astensione, nel voto nullo e in schede in bianco (il corpo degli elettori, degli aventi diritto è variato in misura insignificante tra il 2006 e il 2008).

Due sono quindi le conclusioni basate sui risultati reali delle elezioni del 2008 e relative alle trasformazioni intervenute nel sistema politico borghese tra il 2006 e il 2008.

1. In alto tra le forze politiche borghesi vi sono state notevoli variazioni. Combinazioni di gruppi, spostamenti di personaggi, divisioni di partiti sono all’ordine del giorno. Vi è un forte spostamento a destra: gruppi fascisti esterni alla coalizione Berlusconi, Lega Nord rafforzata, il PdL sempre meno formazione di uomini politici, ognuno con un proprio rapporto con gli elettori e sempre più coacervo di avventurieri e di clienti di Berlusconi, nuova destra raggruppata nel PD, sfascio della sinistra borghese. Tutti i partiti e raggruppamenti sono in crisi: dal PdL, all’UDC, al PD, alla residua sinistra borghese. Tutti annunciano congressi o ristrutturazioni a breve scadenza.

2. In basso, tra gli elettori dei partiti borghesi, la vecchia destra ha guadagnato 1 milione di voti. La vecchia sinistra borghese (in sostanza il circo Prodi) ha perso circa 3.3 milioni di voti. Non è possibile sapere quanti fossero gli elettori di SD nel 2006, ma i suoi parlamentari costituivano circa il 12% dei parlamentari dell’Ulivo ed è ragionevole assumere che significassero almeno altrettanto degli elettori, quindi circa 1.5 milioni. Aggiunti ai 3.9 milioni di voti raccolti nel 2006 da PRC, PdCI e Verdi, fanno 5.4 milioni. Di essi nel 2008 SA ne ha raccolti poco più di 1.1 milioni. Dei 4.3 milioni di elettori persi, 1 milione probabilmente ha votato PD (la paura della vittoria di Berlusconi dovrebbe aver avuto il suo ruolo), 1 milione è passato probabilmente alla vecchia destra (Lega Nord), 1.9 milioni si sono dispersi in astenuti, schede bianche e nulle e circa 0.4 milioni hanno votato PCL, SC e PdAC.

Consideriamo nel suo insieme la sinistra borghese (sostanzialmente il circo Prodi). La sua scissione in PD e SA non ha seguito la legge che nel passato regolava questo tipo di scissioni. Di regola quando in un partito della sinistra borghese vi era una scissione, la destra raccoglieva in alto (tra i dirigenti, i parlamentari e gli uomini politici) un seguito percentualmente più alto di quello che raccoglieva in basso (tra gli elettori). Viceversa la sinistra raccoglieva in basso (tra gli elettori) un seguito percentualmente più alto di quello che raccoglieva in alto (tra i dirigenti, i parlamentari e gli uomini politici). Questo è comprensibile: in un partito o movimento borghese, le masse sono manovalanza, massa di manovra, elettori; i dirigenti sono “politici responsabili”, membri della classe dominante capaci di “parlare alle masse” o candidati a diventarlo. In questo caso invece la nuova destra ha sostanzialmente mantenuto il numero di voti che aveva nel 2006 (i voti guadagnati da Italia dei Valori di Di Pietro sono all’incirca tanti quanti i voti persi dal PD rispetto all’Ulivo e alla Rosa nel pugno sommati insieme), mentre partiti e personaggi rimasti a comporre la sinistra borghese (SA) hanno perso gran parte del loro elettorato. Erano il 30% dei parlamentari del circo Prodi (grossomodo 100 su 340). Nel 2008 hanno raccolto il 5.8% dei voti raccolti dal circo Prodi nel 2006, pari al 7% dei 15.7 milioni di voti rimasti nel 2008 alle 3 componenti in cui si è scissa la vecchia coalizione di Prodi (PD + IdV con 13.6 milioni di voti, liste minori che complessivamente hanno avuto 1 milione di voti in più del 2006, SA che ha raccolto 1.1 milione di voti).

Quindi una parte di quelle masse che più risentono dell’eredità della prima ondata della rivoluzione proletaria si è emancipata elettoralmente dalla sinistra borghese e ha bisogno di emanciparsi del tutto politicamente e ideologicamente. Dipende da noi comunisti mobilitarla su larga scala nella rinascita del movimento comunista.

La borghesia si è spostata a destra e ha rafforzato il suo seguito tra le masse popolari, mentre è cresciuto il distacco tra le masse popolari e le forze politiche borghesi nel loro complesso. Non è vero che la vecchia destra ha conquistato tra le masse popolari un seguito e un consenso sostanzialmente più largo di quello che aveva. Ma è vero che ha trascinato con sé la nuova destra con il suo elettorato (aspetto negativo) e che la vecchia sinistra borghese ha perso terreno tra le masse popolari (aspetto positivo). La borghesia si è spostata a destra ma tra le masse popolari non si è ancora formato un polo capace di coalizzare le masse popolari (il Blocco Popolare) per irrompere nella politica borghese e scompaginarla. Quindi i gruppi più reazionari (fascisti, razzisti e clericali) delle forze borghesi si sono rafforzati, sono diventati più arroganti, osano fare quello che prima non osavano, fanno sentire con più tracotanza il loro peso, dispiegano più liberamente la loro azione. Le azioni squadristiche contro immigrati, omosessuali, donne, emarginati sono aumentate. I padroni e il governo minacciano su ogni terreno operai, dipendenti pubblici, pensionati e lavoratori autonomi.

Il numero di voti raccolti dalle liste che si sono dichiarate comuniste e antigovernative (PCL, SC e PdAC) è enorme visto che la raccolta è avvenuta nonostante la loro affinità ideologica e politica con la vecchia sinistra borghese: come essa non presentano programmi per l’instaurazione del socialismo, ma solo piattaforme rivendicative. Il rapporto voti/militanti è altissimo. Un segnale confermato anche dai risultati delle Liste Comuniste per il Blocco Popolare nei pochi casi in cui hanno partecipato alle elezioni amministrative. Ciò conferma il rifiuto popolare rispetto alle forze politiche borghesi di destra e di sinistra, in una fase in cui però resta sostanzialmente ancora da costruire il tessuto di organizzazioni di massa e di Partito che solo può costituire le fondamenta di un potere popolare alternativo al potere della borghesia e quindi anche di una irruzione efficace nella politica borghese (Blocco Popolare).

Costruire il Nuovo Potere in tutte le sue componenti e manifestazioni è il compito che ci attende e che chiamiamo rinascita del movimento comunista.

Tonia N.