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Gli obiettivi immediati del nostro movimento
(Lenin, Iskra n. 1, dicembre 1900)
 
La socialdemocrazia russa ha dichiarato più volte che l’obiettivo politico immediato degli operai russi deve essere il rovesciamento dell’autocrazia e la conquista della libertà politica. Questa dichiarazione è stata fatta più di quindici anni fa dai portavoce della socialdemocrazia russa, i membri del gruppo “Emancipazione del lavoro” e ripetuta due anni e mezzo fa dai delegati delle organizzazioni socialdemocratiche russe che, nella primavera del 1898, hanno costituito il partito operaio socialdemocratico russo. ...
“Organizzatevi!”, dicono su tutti i toni la Rabotciaja Mysl e tutti gli economicisti. Ovviamente anche noi lanciamo questo appello, ma non manchiamo di aggiungere: organizzatevi non solo in società di mutuo soccorso, in casse di resistenza e in circoli culturali operai, ma anche in partito politico. Organizzatevi per una lotta risoluta contro il governo autocratico e contro tutta la società capitalista. Senza questa organizzazione, il proletariato non riesce a elevarsi a una lotta di classe cosciente. Senza questa organizzazione il movimento operaio è condannato all’impotenza. Solo con società di mutuo soccorso, casse di resistenza e circoli culturali, la classe operaia non può svolgere il grande compito storico che gli compete e che consiste nel liberare se stessa e tutto il popolo russo dalla schiavitù politica ed economica. Nel corso di tutta la storia umana, non c’è esempio di una classe che sia arrivata a dirigere senza aver trovato in se stessa dei capi politici, degli esponenti d’avanguardia capaci di organizzare il suo movimento e di dirigerlo. La classe operaia russa ha già dimostrato di saper produrre simili uomini: l’ampiezza assunta dalla sua lotta negli ultimi cinque o sei anni ha mostrato quante forze rivoluzionarie essa nasconde nel suo seno. Ha mostrato che la repressione statale più feroce non solo non fa diminuire, ma anzi fa crescere il numero di operai che aspirano al socialismo, alla coscienza politica e alla lotta politica. Il congresso dei nostri compagni, nel 1898, ha posto giustamente il problema, non ha ripetuto frasi prese a prestito da altri, non ha espresso una semplice infatuazione da intellettuali. Noi dobbiamo impegnarci risolutamente nello svolgimento di quei compiti mettendo all’ordine del giorno la questione del programma, dell’organizzazione e della tattica del partito.