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Comunicato CC 03/2025 - 27 gennaio 2025 - Anniversario della liberazione di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa
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“Tutto questo coro di calunnie che il partito dell’ordine non finisce di sollevare contro le sue vittime, non fa che mostrare che il borghese di oggi si considera l’erede del barone di un tempo che trovava legittima per lui ogni arma che usava contro i plebei, mentre considerava di per se stessa un crimine qualsiasi arma in mano a un plebeo” (K. Marx, Secondo indirizzo del Consiglio generale dell’Associazione internazionale dei lavoratori, diffuso nel giugno 1871 a fronte dello sterminio dei comunardi iniziato dalla borghesia il 28 maggio 1871).
La tregua nella Striscia di Gaza è una vittoria politica della Resistenza palestinese e una sconfitta per i sionisti!
La tregua è iniziata il 19 gennaio senza che i sionisti d’Israele abbiano raggiunto gli obiettivi che hanno perseguito con 15 mesi di bombardamenti quotidiani, l’assedio e la distruzione della Striscia di Gaza, le decine di migliaia di morti e feriti.
Non sono riusciti a eliminare Hamas e le altre organizzazioni della Resistenza palestinese. Nonostante le gravi perdite, tra cui l’assassinio di Yahya Sinwar, esse non hanno vacillato, hanno ricostituito la propria gerarchia militare, hanno reclutato nuovi combattenti (quanti se non più di quelli uccisi dai sionisti) e ora stanno organizzando la rimozione delle macerie e la riparazione delle infrastrutture per ripristinare i servizi di base (acqua, luce, ecc.), stanno supervisionando la distribuzione degli aiuti umanitari e riorganizzando il sistema scolastico e sanitario.
Non sono riusciti a piegare la Resistenza palestinese né a spezzare il legame della popolazione con Hamas e le organizzazioni che la guidano né a risollevare le sorti di quelle organizzazioni ed esponenti palestinesi fautori dell’acquiescenza al regime razzista e teocratico dei sionisti e della segregazione del popolo palestinese in “riserve indiane”. Non sono riusciti a indurre i palestinesi ad abbandonare la Striscia di Gaza: l’occupazione stabile della Striscia di Gaza non è avvenuta, la Resistenza palestinese, nonostante la grande disparità di forze in campo, ha conteso ogni centimetro della Striscia all’esercito sionista.
I prigionieri di guerra nelle mani di Hamas (quelli che la stampa di regime chiama “ostaggi”) non sono stati liberati dall’esercito di occupazione sionista: molti di essi sono invece morti proprio a causa dei bombardamenti indiscriminati e martellanti da esso effettuati.
Il popolo palestinese non solo non è stato piegato, ma anzi continua a dare un grande contributo alla causa delle classi e dei popoli oppressi di tutto il mondo. La Resistenza palestinese dimostra ancora una volta che la borghesia imperialista, anche i suoi gruppi più criminali, possono essere tenuti a bada e anche colpiti: per quanto sfavorevole sia il rapporto di forze, è sempre possibile per le forze rivoluzionarie trovare punti deboli nel sistema di potere della borghesia imperialista, attaccare e così modificare un passo dopo l’altro il rapporto di forza. Fa crollare il mito di onnipotenza e di invulnerabilità che la borghesia imperialista cerca di costruire attorno a sé e ai suoi sgherri: gli imperialisti sono tigri di carta. Smaschera agli occhi di milioni di oppressi l’ipocrisia della borghesia imperialista che si dichiara democratica, paladina della libertà e dei diritti umani e mostra la barbarie del suo potere e della sua cultura.
Il suo esempio suscita slancio e solidarietà in ogni angolo della terra. La solidarietà con la Resistenza palestinese è cresciuta ovunque, mentre i sionisti di Israele sono oggetto di disprezzo e di odio crescenti, così come i governi dei paesi imperialisti che li armano, finanziano, appoggiano e gli agenti dell’Entità sionista. Lo confermano anche la rinuncia di Noemi Di Segni (presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane dal luglio 2016 ed ex membro delle forze armate sioniste) e altri esponenti dell’Entità sionista nel nostro paese a partecipare a iniziative in occasione del Giorno della Memoria: il “clima di antisemitismo” che adducono come motivazione alla loro rinuncia è in realtà il sentimento di solidarietà, vicinanza e fratellanza con il popolo palestinese, è la rabbia e il disprezzo per i sionisti e i loro crimini, è l’orientamento antisionista che si sono diffusi più ampiamente anche tra le masse e gli organismi popolari del nostro paese.
La tregua nella Striscia di Gaza non significa fine della pulizia etnica e dell’apartheid in Palestina: dare continuità, estendere e rafforzare le iniziative a sostegno della Resistenza e contro i sionisti, i loro agenti e complici!
Dare un nome e un volto agli eredi della Wehrmacht e delle SS naziste!
I crimini dei sionisti eguagliano quelli dei nazisti a Guernica nel 1937, a Stalingrado e a Leningrado durante la Seconda guerra mondiale e dei nazifascisti alle Fosse Ardeatine (1944): il sionismo è la versione ebrea del fascismo e del nazismo.
I sionisti hanno preso esempio dalla Wehrmacht e dalle SS naziste quanto a crudeltà e barbarie: torture, abusi sessuali e negligenza medico-sanitaria ai danni dei prigionieri palestinesi; rapimento e carcerazione di medici e infermieri; rastrellamenti ed esecuzioni sommarie; stupri di donne e bambine; sfollamento forzato di massa senza possibilità di rifugiarsi in luoghi sicuri; uso dei civili come scudi umani contro la Resistenza e annesse operazioni di “falsa bandiera”; uccisione di civili inermi tra cui minori; bombardamenti a tappeto con bombe a grappolo e al fosforo bianco; deliberata devastazione e distruzione di case, tende da campo, ospedali, scuole e università, condotte idriche, impianti elettrici e siti culturali e religiosi; profanazione di tombe; uso della fame come arma di guerra tramite attacchi a centri di smistamento degli aiuti umanitari (quelli non trattenuti al valico di Rafah, al confine con l’Egitto) forniti dall’ONU e altre organizzazioni; omicidio di operatori umanitari e giornalisti. La rivista scientifica The Lancet ha recentemente stimato che le vittime dell’esercito sionista nella Striscia di Gaza sono oltre 70 mila, alle quali bisogna aggiungere più di 106 mila feriti.
Il governo Meloni - come e più dei governi delle Larghe Intese che lo hanno preceduto - permette che i sionisti facciano nel nostro paese quello che ritengono opportuno in completa impunità e cerca di nasconderne i crimini e di legittimare il regime di apartheid e la pulizia etnica in corso in Palestina da oltre 77 anni, diventate genocidio dopo il 7 ottobre 2023 (avvio dell’operazione “Tempesta di Al-Aqsa” della Resistenza).
L’anonimato favorisce l’impunità dei sionisti e dei loro agenti e collaboratori. Per questo un numero crescente di organizzazioni umanitarie e gruppi solidali si sono mobilitati per sostenere la Resistenza palestinese dando, politicamente e legalmente, la “caccia ai sionisti” che hanno partecipato alle operazioni criminali in Palestina, Libano e Siria dopo il 7 ottobre 2023. Tra questi gruppi ha un ruolo di primo piano la Hind Rajab Foundation (HRF), fondata a settembre 2024 in Belgio, tra i cui promotori vi sono Dyab Abou Jahjah e Karim Hassoun, entrambi cittadini libanesi residenti in Belgio, attivi nella promozione di iniziative di solidarietà con il popolo palestinese, in particolare di denuncia della pulizia etnica contro di esso, e per questo perseguitati dalle autorità dei paesi imperialisti tramite censura, violenza verbale e fisica e schedati dallo Stato sionista. La HRF si occupa di raccogliere informazioni e foto dei soldati sionisti responsabili dello sterminio dei palestinesi, in particolare a Gaza dopo il 7 ottobre 2023, dei massacri nel Libano meridionale e in Siria (in particolare nella province di Quneitra e Damasco che a poco poco le truppe sioniste stanno occupando) e rendere pubbliche e liberamente consultabili tali informazioni. Non solo. Una volta che la HRF viene a conoscenza, tramite organismi e/o individui solidali con la Palestina, della presenza di soldati sionisti in vacanza o di rientro nei paesi d’origine (riservisti con doppia cittadinanza), si attiva tramite studi legali per esercitare pressione sulla magistratura e sulle istituzioni politiche locali, affinché la prima supportata dalle seconde spicchi mandati di cattura e avvii processi per genocidio, crimini di guerra e crimini contro l’umanità: è quello che è avvenuto di recente nel caso di Saar Hirshoren in Cile e Argentina e di Yuval Vagdani in Brasile. La HRF ha inoltre fornito un’ampia documentazione (tra cui i nominativi di un migliaio di soldati) alla Corte Penale Internazionale che ha istruito un processo per genocidio - promosso nel dicembre 2023 dal Sudafrica, a cui si sono associati a oggi ufficialmente più di dieci paesi (tra questi Cuba, Nicaragua, Colombia, Messico, Cile, Bolivia, Spagna, Irlanda, Turchia, Maldive, Libia) - contro il capo del governo sionista Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della guerra Yoav Gallant.
Dare un nome e un volto ai criminali sionisti è una delle iniziative che servono per rendere loro la vita impossibile. Non è un caso che dal 5 gennaio 2025 i quotidiani e i siti di informazione attivi nello Stato sionista pubblicano vademecum firmati da giuristi che danno indicazioni ai soldati su come evitare l’arresto e spiegano il significato di “giurisdizione universale” (l’istituto giuridico che permette a paesi terzi di perseguire crimini di guerra e contro l’umanità compiuti da cittadini stranieri).
Spezzare l’anonimato e l’impunità dei riservisti italo-israeliani dell’esercito sionista
Prima del 7 ottobre 2023, gli italiani arruolati nelle forze d’occupazione sioniste erano circa 1.000, mentre dopo questa data altri 300 sono partiti dall’aeroporto Fiumicino (Roma) per partecipare alla pulizia etnica e al genocidio del popolo palestinese (che la stampa di regime chiama “autodifesa di Israele”).
Di seguito pubblichiamo i nominativi e le foto di alcuni riservisti italo-israeliani (soggetti aventi doppia cittadinanza) che hanno operato nelle file dell’esercito sionista nella Palestina occupata dal 7 ottobre 2023 ad oggi, tratti dal canale Telegram di Israel Genocide Tracker - un’organizzazione che collabora con la HRF - e da informazioni liberamente accessibili su Internet.
Leonardo
Aseni: nato
nel 1988, originario di Milano, è entrato nell’esercito sionista
nel 2013 e si è specializzato come tiratore scelto della brigata
Golani (unità d’élite dell’esercito), emigrato nello Stato
sionista d’Israele senza la sua famiglia, ha combattuto nel nord
della Palestina occupata contro Hezbollah e nella Striscia di Gaza.
Noa Rakel Perugia: soldatessa riservista dell'esercito israeliano, ha frequentato il liceo scientifico presso la scuola ebraica Renzo Levi di Roma, nel giugno 2023 ha terminato il servizio di leva nell'unità di portavoce dell'esercito. https://substack.com/@noarakelperugia
Susanna
Camerini: fiorentina,
26 anni, ha frequentato il liceo classico Scolopi, ha iniziato
l’università a Firenze, ma poi a 20 anni ha deciso di trasferirsi
nello Stato sionista d’Israele. Studia criminologia all’università,
ha terminato la leva militare nel mese di dicembre 2020, è sposata
dal 2023 con Shomi Hay e risiede nella colonia di Be’er Sheva,
principale centro sito nel deserto del Naqab (Negev in ebraico).
Rafael
Caggia: cecchino
della brigata “Refraim” attiva nella Striscia di Gaza.
Tamir Camisa: sergente attivo a Gaza almeno fino a novembre 2024.
Giulio Supino: specializzato in medicina, ha servito nell’invasione del campo di rifugiati di Jabalia (nord della Striscia di Gaza) come membro del 94° battaglione “Duchifat” della brigata di fanteria “Kfir”.
Peleg Bar: attivo nell’area di Khan Yunis almeno per i primi mesi del 2024. Nella foto, a sinistra.
Gil
Shavit:
membro del 605° battaglione di genio da combattimento “HaMahatz”,
“specializzato” nella detonazione delle case palestinesi a Gaza.
Nella foto, il terzo da sinistra.
Itay
Peretz:
membro del 435° battaglione di fanteria “Rotem” della brigata
Givati a Gaza.
Facciamo appello a tutti i sinceri democratici, alle comunità arabo-palestinesi, agli ebrei antisionisti residenti in Italia, a tutti coloro che vogliono porre fine alla pulizia etnica in corso in Palestina a mettersi in contatto con il (nuovo)Partito Comunista Italiano, segnalando nominativi, foto e altre informazioni dei riservisti italo-israeliani dell’esercito sionista e in generale di agenti dell’Entità sionista attivi nel nostro paese all’indirizzo delegazione.npci@riseup.net oppure attraverso il modulo di contatto criptato e sicuro presente sul nostro sito.
Il (nuovo)PCI può pubblicare e far circolare tali informazioni, al pari di come ha già fatto il 22 agosto 2024 con la lista degli agenti dell’Entità sionista operanti nel nostro paese, di cui è disponibile una versione aggiornata.
Allo stesso tempo, invitiamo i nostri simpatizzanti e lettori a trasmettere alla HRF (attraverso il sito https://www.hindrajabfoundation.org/) le informazioni su riservisti e membri regolari dell’esercito sionista di cui sono a conoscenza per arricchire la documentazione pubblica sui responsabili e sugli autori dei crimini sionisti in Palestina.
La lotta contro organismi e agenti sionisti operanti in Italia è lotta sia per sostenere la Resistenza del popolo palestinese sia per liberare il nostro paese dai gruppi imperialisti italiani e stranieri e in particolare dal protettorato USA-NATO.
Fare della solidarietà con l’eroico popolo palestinese e la sua resistenza uno dei campi di
organizzazione e mobilitazione delle masse popolari per cacciare il governo Meloni, complice dei sionisti e servo dei gruppi imperialisti USA-NATO, e imporre un governo d’emergenza popolare!
Un salto di livello della rivoluzione socialista come la costituzione del Governo di Blocco Popolare è il contributo principale che i comunisti italiani possono dare per spezzare la spirale della Terza guerra mondiale e della devastazione del pianeta in cui il dominio della borghesia imperialista trascina le masse popolari del mondo intero ed è anche il maggior aiuto alla lotta del popolo palestinese e degli altri popoli oppressi e alla rivoluzione delle masse popolari dei paesi imperialisti!
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Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere individuati e messi sotto controllo dalle Forze dell’Ordine borghesi, una via consiste nell’usare TOR [vedere https://www.nuovopci.it/contatti/infocont.html], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere https://www.nuovopci.it/contatti/infocont.html].
Per difendersi dalla repressione e controllo dello Stato è necessario attrezzarsi! |