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(nuovo)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Comunicato CC 21/2021
16 agosto 2021

La GKN non si salva da sola!

I lavoratori italiani hanno la forza per vincere, dipende solo da loro. Quando i lavoratori si mobilitano, la borghesia imperialista non ha più la forza di resistere. Il sistema politico borghese è in sfacelo in Italia e in tutti i paesi del mondo.

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Comunicato CC 22/2021 - 27 agosto 2021

[Scaricate il testo del comunicato in Open Office / Word ]

Assemblee del Collettivo di Fabbrica GKN, lotta contro lo smantellamento dell’apparato produttivo ed elezioni amministrative di ottobre


Il (nuovo)PCI chiama tutti i comunisti, i lavoratori avanzati, i veri antifascisti e i sinceri democratici alla lotta per porre fine allo smantellamento in Italia dell’apparato produttivo di beni e di servizi.


Anche la campagna elettorale del prossimo settembre per le elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre, dobbiamo condurla mettendo al centro questo compito.


Il (nuovo)PCI appoggia e chiama tutti i comunisti, i lavoratori avanzati, i veri antifascisti e i sinceri democratici ad appoggiare risolutamente l’iniziativa presa dal Collettivo di Fabbrica e dai lavoratori GKN di Campi Bisenzio (FI) e illustrata nel suo Post FB del 23.08.2021:

Lo abbiamo detto dall'inizio: Gkn è una vertenza politica, Gkn è una vertenza generale. E oggi c'è una discussione politica sul tema delle delocalizzazioni.

Lo abbiamo detto dall'inizio: chi si concentra solo sulle modalità con cui siamo stati licenziati, si concentra sulla forma e non sulla sostanza. E oggi in troppi, a partire da Letta, si concentrano solo sulle modalità con cui siamo stati licenziati.

Lo abbiamo detto dall'inizio: chi parla di “caso specifico” Gkn si mette quasi sullo stesso piano di chi ci vuole chiudere. Ma soprattutto mette in pericolo tutti i lavoratori di questo paese. Perché nega implicitamente che siamo gli ultimi di una lunga serie e i primi di una ulteriore serie di chiusure e delocalizzazioni.

E oggi Bonomi, guarda caso, parla di Gkn come di un caso isolato e specifico.

Lo abbiamo detto sin dall'inizio: per vincere in Gkn bisogna cambiare i rapporti di forza nel paese. E se cambiano i rapporti di forza nel paese, non vince solo Gkn.

Per questo abbiamo dichiarato la necessità di insorgere.

E vi abbiamo chiamato a manifestare, a essere qua al presidio, a testimoniare un fatto: c'è un'azienda in assemblea permanente dove si potrebbe produrre in qualsiasi momento più e meglio di prima. E questa azienda vive oggi solo grazie alla mobilitazione delle lavoratrici, dei lavoratori e del territorio che è insorto in sua difesa. Perché di fronte alla delocalizzazione il Governo è impotente o complice. E l'impotenza alla lunga, comunque, è una forma di complicità.

Vi abbiamo chiamati e siete venuti. Ora iniziamo a muoverci noi. Non possiamo essere ovunque ma per un lasso di tempo molto ristretto possiamo provare a essere in alcune delle principali città del paese. Si parte con Napoli il 3 settembre.

Vi chiediamo di esserci, di convergere su queste assemblee. Ringraziamo gli spazi che ci ospitano e che ci ospiteranno con la massima inclusione. Verremo a raccontarvi di noi. Verremo ad ascoltare di voi. Verremo a discutere di quanto sia importante insorgere. E vi diciamo anche che allo stato attuale le lettere di licenziamento ci potrebbero arrivare dalla quarta settimana di settembre. Ragione per cui, sabato 18 settembre, tenetevi liberi.

#insorgiamo

I lavoratori della GKN hanno tre volte ragione!

- La GKN è una vertenza generale, non un caso isolato e specifico!

Lo confermano l’interruzione degli acquisti che Stellantis ha già annunciato ai fornitori italiani di pezzi per autoveicoli, la fine dei rapporti che sempre Stellantis ha già annunciato ai concessionari e i tagli in corso alle aziende che forniscono servizi (pulizia, mense, ecc.) agli stabilimenti. Lo confermano le vicende del settore siderurgico a partire da Taranto, Piombino e Terni. Lo confermano centinaia di aziende, da Alitalia a Whirlpool, Gianetti Ruote, Logista, ex Embraco, Elica, Timken, Rotork Gears, San Marco Industrial, Grafica Veneta, Monte dei Paschi di Siena e i tavoli di crisi già aperti al Ministero dello Sviluppo Economico (con il governo Draghi la denominazione è sempre più una presa in giro!). È ovvio che a ogni capitalista conviene andare a produrre nei paesi dove i salari sono più bassi e sono minori i diritti dei lavoratori e le misure di protezione dell’ambiente (questa è la reale green economy dei padroni!). Il governo Draghi continua con maggiore energia l’opera dei governi delle Larghe Intese del passato e favorisce questo corso delle cose quanto più gli riesce: è il compito che i Bonomi e soci gli hanno affidato. La scandalosa impunità garantita dalla “riforma Cartabia” e i benefici finanziari dei Benetton (a tre anni dal crollo del Ponte Morandi e con il dissesto della maggioranza delle autostrade in concessione) e degli Agnelli-Elkann testimoniano di cosa sono capaci i capitalisti.

- Di fronte alle delocalizzazioni il governo Draghi è impotente perché complice!

Il decreto antidelocalizzazioni che il governo Draghi sta mettendo a punto è una presa in giro: regolamenta le delocalizzazioni anziché impedirle! Per mettere fine alle delocalizzazioni occorre

1. vietare la vendita di aziende sia ai gruppi industriali esteri che per loro natura sfuggono all’autorità dello Stato italiano, sia ai fondi di investimento che usano le aziende come carte nel gioco d’azzardo della speculazione finanziaria,

2. impedire lo smembramento delle aziende, la riduzione del personale, la chiusura e la delocalizzazione,

3. imporre a ogni azienda che opera in territorio italiano di sottoporre a un vero Ministero dello Sviluppo Economico i propri piani industriali per ottenere il benestare dal punto di vista della qualità dei prodotti, dell’occupazione e dell’impatto ambientale.

La mobilitazione di massa da un capo all’altro del nostro paese e l’organizzazione dei lavoratori e della parte più avanzata delle masse popolari può portare alla formazione di un governo che attua queste tre misure, cioè che ha come compito prioritario la salvaguardia dell’apparato produttivo e la sua riorganizzazione.

Occorre un governo che adotti i provvedimenti elementari, urgenti e necessari per impedire che le masse popolari continuino a subire gli effetti della crisi generale in cui la borghesia imperialista ha portato anche il nostro paese come il resto del mondo.

- Per vincere in GKN bisogna cambiare i rapporti di forza nel paese, e se cambiano i rapporti di forza nel paese, non vince solo GKN!

Green economy, salvaguardia della Terra dalla devastazione, dall’alterazione climatica e dai disastri “naturali”, lotta contro le discriminazioni di genere, razza e nazione ereditate dalla storia, la fine della distruzione dei sistemi sanitario, dell’istruzione e della ricerca pubblici, la difesa delle pensioni e degli altri diritti che i lavoratori hanno strappato alla borghesia quando il movimento comunista era forte nel mondo, ... tutte queste cose restano parole campate in aria se non poniamo fine allo smantellamento dell’apparato produttivo di beni e servizi in corso da quarant’anni a questa parte, se non teniamo in funzione le aziende per produrre i beni e i servizi necessari alla popolazione italiana, alla difesa dalle aggressioni e sanzioni dei gruppi imperialisti italiani ed esteri e allo sviluppo di relazioni di scambio, collaborazione e solidarietà con tutti i paesi disposti a svilupparle.


Usare anche le elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre per sviluppare la lotta contro lo smantellamento dell’apparato produttivo del nostro paese!

In ogni città e provincia dove vi sono elezioni, vi sono aziende in via di smantellamento. Whirlpool a Napoli, Alitalia a Roma, Logista a Bologna, Gianetti Ruote a Milano, Embraco a Torino sono solo alcuni dei casi più noti. Non c’è zona in cui non ci sono aziende minacciate. Al centro di ogni campagna elettorale vi devono essere la difesa delle aziende da riduzioni, smembramenti e delocalizzazioni e la confluenza della difesa di ogni singola azienda minacciata nella campagna nazionale per mettere fine allo smantellamento dell’apparato produttivo promossa dal Collettivo di Fabbrica e dai lavoratori della GKN.

Condurre la campagna elettorale di settembre mettendo al centro la lotta per impedire lo smantellamento dell’apparato produttivo e per assegnare compiti produttivi a ogni azienda e un lavoro utile e dignitoso a ogni persona in grado di lavorare.

Promuovere la mobilitazione di ogni lista e di ogni candidato su questo compito!

Verificare ogni lista e ogni candidato su quello che fa qui e ora per assolvere a questo compito: fatti non promesse!

Appoggiare i candidati che da subito si mobilitano e contribuiscono alla campagna per mettere fine allo smantellamento dell’apparato produttivo di beni e servizi lanciata dai lavoratori e dal Collettivo di Fabbrica GKN.

Nessuna azienda deve essere chiusa, delocalizzata, smembrata, ridotta di dimensioni, venduta a gruppi stranieri! Nazionalizzare senza indennizzo le aziende che i capitalisti vogliono vendere, smembrare, ridurre, delocalizzare!

Assegnare compiti produttivi a ogni azienda e un lavoro a ogni persona in grado di lavorare!

Organizzarsi e tenere aperte le aziende!


Continuare la produzione, estenderla ad attività diverse da quelle abituali, trasformare ogni azienda in un centro di attività politica, di iniziative sociali, di manutenzione del territorio e delle infrastrutture, di formazione culturale e morale della zona. Niente sfratti, uso pubblico delle proprietà delle società immobiliari e del clero, manutenzione pubblica del patrimonio immobiliare e delle infrastrutture! Basta con la devastazione del territorio!

Queste misure costituiscono la base e la condizione dell’ordine pubblico e della sicurezza per le masse popolari.

Non c’è sovranità nazionale né benessere popolare, né sicurezza personale, né lotta alla criminalità e alla delinquenza, né riduzione della povertà e delle disuguaglianze senza direzione delle autorità italiane e dei lavoratori sulle attività economiche che si svolgono in Italia.


I lavoratori italiani hanno la forza per vincere: sono la maggioranza della popolazione, sono loro che fanno funzionare il paese, sono loro che hanno finora impedito che i capitalisti e le loro autorità facessero peggio di quello che hanno fatto, sono loro che hanno interesse a cambiare la situazione. La borghesia imperialista non ha più la forza di resistere quando i lavoratori si mobilitano. Il sistema politico borghese è in sfacelo in Italia come in tutti gli altri paesi imperialisti del mondo. La fuga dall’Afghanistan del governo USA, della NATO e dei governi complici (compreso quello della borghesia italiana e del Vaticano) è una chiara conferma della debolezza della borghesia imperialista.

L’unica forza di cui la borghesia imperialista e i suoi servi e complici dispongono è la mancanza di fiducia dei lavoratori in se stessi e la loro debole mobilitazione e organizzazione.

I lavoratori e il Collettivo di Fabbrica GKN sono in grado di promuovere in tutta l’Italia tra i lavoratori e le masse popolari un livello di mobilitazione e di organizzazione superiore all’attuale. Il bisogno di una svolta è universalmente sentito: universali sono il malcontento, l’insofferenza, l’indignazione, la disobbedienza e la rivolta contro il catastrofico corso delle cose che la borghesia impone nelle relazioni economiche e nel resto delle relazioni sociali, contro la devastazione della Terra che la persistenza del modo di produzione capitalista costringe capillarmente ognuno di noi a compiere, contro la persistenza delle discriminazioni di genere (anzitutto tra uomo e donna), di razza e di nazionalità che ereditiamo dal passato.


Il (nuovo)PCI sostiene senza riserve e con tutte le sue forze promuove la lotta per porre fine allo smantellamento dell’apparato produttivo di beni e servizi nel nostro paese. Fare dell’Italia un nuovo paese socialista è l’obiettivo per cui il (nuovo)PCI si è costituito, consapevole che il primo paese imperialista che romperà le catene del sistema imperialista mondiale sarà di esempio e aprirà la strada anche alle masse popolari degli altri paesi, perché le masse popolari di ogni paese hanno sempre più bisogno di questa svolta.

Sta a noi comunisti mobilitare le masse popolari contro ognuna delle malefatte dei capitalisti e organizzarle perché si uniscano e costruiscano un proprio sistema di potere fino a instaurare il proprio governo. Ai comunisti il compito di elevare il livello della mobilitazione e organizzazione delle masse popolari, di far avanzare la rivoluzione che farà dell’Italia un nuovo paese socialista e contribuirà alla rinascita del movimento comunista in tutto il mondo!

Arruolatevi nel (nuovo)PCI!

Formate gruppi di studio del suo Manifesto Programma e di lettura del n. 68 di La Voce.


Riprodurre e affiggere ovunque, con le dovute cautele, la locandina di pag. 88 di La Voce 68 è un’operazione di guerra: vedere che il (n)PCI clandestino è presente infonde fiducia nei lavoratori e smorza l’arroganza dei padroni!

Inviare alla Delegazione delegazione.npci@riseup.net l’indirizzo email di ogni conoscente e di ogni organismo a cui può essere utile ricevere i Comunicati del Partito!


Mettersi in contatto con il Centro del Partito (usando il programma di criptazione PGP e il programma per la navigazione anonima TOR) e cimentarsi sotto la sua guida nella costruzione di un Comitato di Partito clandestino nella propria azienda, scuola o zona d’abitazione!


Indirizzo della pagina Facebook per mettersi in contatto con il Collettivo di Fabbrica - Lavoratori GKN Firenze:

https://www.facebook.com/coordinamentogknfirenze