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(nuovo)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Comunicato CC 25/2019
10 novembre 2019

L’ILVA è la dimostrazione su grande scala che la gestione privata delle aziende è una cosa rovinosa per gli operai e per le masse popolari. All’ILVA come alla FIAT, alla Whirlpool come all’Alitalia, la gestione privata crea un terreno dove corruzione, malavita e... si intrecciano con il disastro ambientale...

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Comunicato CC 26/2019 - 13 novembre 2019

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Bolivia - W la resistenza delle masse popolari al colpo di Stato!

In tutto il mondo le masse popolari dei paesi dominati dalla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti protestano e si rivoltano contro i regimi che essi impongono!
In ogni paese partiti e dirigenti della masse popolari sono messi alla prova e costretti a dare alla rivoluzione la forma che per vincere deve assumere!


Il colpo di Stato promosso dai gruppi imperialisti USA in Bolivia ha indotto il presidente Evo Morales e alcuni esponenti del suo governo a dimettersi e a cercare rifugio all’estero o nelle ambasciate. Ma le masse popolari della Bolivia si rivoltano contro fascisti e militari artefici del colpo di Stato con cui i gruppi imperialisti degli USA, dell’UE e sionisti mirano a rovesciare anche in Bolivia il corso della storia. Le masse popolari della Bolivia si uniscono alle masse popolari che in Cile, in Ecuador e in altri paesi dell’America Latina sono in rivolta contro i regimi sottomessi all’imperialismo. Si uniscono alle masse popolari che in Argentina hanno determinato la sconfitta elettorale di Mauricio Macrì, alle masse popolari che in Brasile esultano per la liberazione di Lula. Cuba socialista, il Nicaragua sandinista e la Repubblica Bolivariana del Venezuela fondata da Chavez e diretta dal presidente Maduro appoggiano le masse popolari in lotta. In ogni paese dell’America Latina l’orientamento e la linea dei partiti, degli esponenti e dei seguaci del “socialismo del XXI secolo” sono messi alla prova della lotta tra le classi: è possibile avanzare nella riduzione delle differenze sociali senza eliminare la proprietà privata dei capitalisti nell’apparato produttivo e togliere a loro gli istituti e i centri di potere (Forze Armate, Forze dell’Ordine, magistratura, amministrazione pubblica, ecc.) che ereditano dal passato?

Dalla Palestina all’Iraq, al Libano, all’Egitto, le masse si ribellano anche nei paesi occupati dai sionisti di Israele e dove questi ultimi e gli imperialisti USA con i loro complici europei hanno installato governi fantoccio o manovrano direttamente con loro gruppi armati, consiglieri e agenzie.

Il malcontento per il corso delle cose è grande anche tra le masse popolari degli USA e in ognuno dei paesi dell’Unione Europea. Anche in Italia la crisi politica, economica, ambientale, culturale e dell’insieme delle relazioni sociale si acutizza. Lo confermano le crisi dell’ILVA, dell’Alitalia, dell’impero FIAT da Mirafiori a Termini Imerese, della Whirlpool e del settore elettrodomestici, delle aziende dei 160 “tavoli di crisi” aperti presso il Ministero per ironia della storia denominato dello Sviluppo Economico. Giuseppe Conte brancola nel buio con ai fianchi Di Maio e Zingaretti e tutto il suo governo. Matteo Renzi cerca di approfittarne e fa la fronda nell’attuale maggioranza governativa per far dimenticare la prova che ha dato del suo orientamento quando dirigeva il PD e quando dal 2014 è stato a capo del governo prima direttamente fino al 2016 e poi fino al 2018 per l’interposta persona di Paolo Gentiloni. Matteo Salvini e la sua Lega cercano di approfittare del fatto che tre mesi fa sono provvidenzialmente andati all’opposizione liquidando il governo Conte 1: agitano lo spauracchio degli immigrati, fomentano la mobilitazione reazionaria e cercano di far dimenticare la rinuncia a creare una moneta nazionale (i minibot) e la sottomissione all’Unione Europea, alla Banca Centrale Europea, al sistema finanziario internazionale manovratore del Debito Pubblico e alla NATO della serie di “guerre umanitarie” che si allunga ogni giorno e del riarmo: la sottomissione che prima hanno praticato con Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni e le loro combriccole di malavitosi, banchieri e speculatori e poi nel governo Conte 1.

Sta a noi comunisti imparare dall’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale (1917-1976) e dall’analisi materialista dialettica del corso delle cose e dare al malcontento, all’insofferenza e alla rivolta delle masse popolari uno sviluppo che moltiplichi e rafforzi la parte di esse che si organizza attorno al partito comunista fino a farla diventare una forza che instaura il proprio governo, il Governo di Blocco Popolare, si libera dalle catene della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti fino a prendere il potere e instaurare il socialismo (1. potere delle masse popolari organizzate attorno al partito comunista, 2. gestione pubblica pianificata dell’attività economica del paese per soddisfare i bisogni della popolazione e delle relazioni con gli altri paesi, 3. crescente partecipazione di tutte le masse popolari alle attività specificamente umane e alla gestione della vita sociale). Come ha ben detto Jorge Arreaza, il Ministro degli esteri della Repubblica Bolivariana del Venezuela, di fronte al colpo di Stato in Bolivia: “mobilitarsi per evitare la guerra imperialista, denunciando fermamente i suoi meccanismi, ma soprattutto è importante che le persone si organizzino per cambiare le cose nei loro paesi, perché solo con il potere popolare è possibile prevenire la guerra e porre fine al dominio dei gruppi imperialisti”.

La rivolta delle masse popolari in Bolivia e negli altri paesi oppressi dal sistema imperialista mondiale e in particolare dai gruppi imperialisti USA, europei e sionisti, rafforza anche noi.
Ogni manifestazione di solidarietà con le masse popolari della Bolivia le rafforza nella loro lotta e accresce nei manifestanti la coscienza che la comune lotta per porre fine al sistema imperialista è in corso in ogni paese.
La più alta forma di solidarietà con le masse popolari in rivolta negli altri paesi è far avanzare la rivoluzione socialista nel nostro paese, fino a
costituire un governo deciso e in grado di far valere la sovranità nazionale iscritta nella Costituzione del 1948 contro la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti, le sue istituzioni (UE, BCE, FMI) e il suo braccio armato (la NATO)!

Il futuro del paese poggia sugli organismi operai nelle aziende capitaliste e gli organismi popolari nelle aziende pubbliche e nelle zone d’abitazione. Bisogna moltiplicarli, rafforzarli e portarli a coordinarsi e diventare le nuove autorità pubbliche che costituiscono un proprio governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare!

Osare lottare, osare vincere! Il futuro è nostro!

 

Riprodurre e affiggere ovunque, con le dovute cautele, la locandina di pag. 72 di La Voce 62: vedere che il (n)PCI clandestino è presente infonde fiducia nei lavoratori e smorza l’arroganza dei padroni!