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(nuovo)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Comunicato CC 03/2019
16 febbraio 2019

I comunisti e il Reddito di Cittadinanza

Valutazione del dispositivo governativo
È importante esaminare questa misura, il Reddito di Cittadinanza, da due punti di vista molto diversi:
- per gli effetti che avrà sulle condizioni d’esistenza dei proletari e dei lavoratori autonomi e i loro diritti, per la crescita dell’attività economica dell’Italia, per il cambiamento complessivo del paese (è il punto di vista al quale si fermano analisti, ammiratori o critici, osservatori e commentatori degli avvenimenti e delle attività altrui); - per gli appigli che l’istituzione e l’attuazione del Reddito di Cittadinanza offre a noi comunisti (...)

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Comunicato CC 4/2019 - 9 marzo 2019

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10, 100, 1000 mobilitazioni e proteste per costringere il M5S a mettere una pietra tombale sul TAV!

Seguire l’esempio del movimento NO TAV e dare battaglia fino in fondo e senza risparmio di mezzi ed energie!

Dalla Sardegna alla Puglia, da Pomigliano alla Val Susa sono le masse popolari che devono dettare l’agenda di governo e non le Larghe Intese PD - Berlusconi e i loro padrini!

  

Il Treno ad Alta Velocità Lione-Torino (TAV) non serve alla massa della popolazione italiana. È un’opera inutile e dannosa. Gli unici interessati alla sua realizzazione sono i gruppi d’affari che da quarant’anni si arricchiscono sulla pelle delle masse popolari italiane: i padrini e i “grandi elettori” delle Larghe Intese tra il PD e il partito di Berlusconi. Per loro il TAV è una delle tante galline dalle uova d’oro: già hanno fatto soldi nei trent’anni di progettazioni, prospezioni e verifiche della grande opera finanziate con soldi pubblici (come ne hanno fatto e ne fanno su altri grandi opere, tipo il Ponte sullo Stretto di Messina). E in nome dei soldi che hanno già succhiato ora minacciano penali se il governo M5S-Lega impedisce loro di continuare a farne. Proprio come la famiglia Benetton minaccia richiesta di danni se stante il crollo del Ponte Morandi a Genova il governo M5S-Lega le toglie la gallina dalle uova d’oro delle autostrade.

Non è “il paese” ad avere bisogno del TAV e delle altre grandi opere, ma i grandi gruppi capitalisti e la loro fame di accrescere (valorizzare) ognuno il proprio capitale, comunque e a ogni costo. Sono vampiri che succhiano il sangue e che, dopo aver preso quanto era possibile, si buttano su una nuova preda. L’Italia è piena delle loro distruzioni in nome dell’“interesse del paese”: il ponte Morandi, gli edifici e le strade che crollano a pezzi, l’ILVA che inquina Taranto, l’Alitalia in dissesto, le trivellazioni per combustibili che bisogna sostituire con energie rinnovabili, il TAP, il MUOS, le basi NATO e i poligoni di tiro con uranio impoverito, le grandi navi a Venezia, le speculazioni sulla ricostruzione delle città e dei paesi distrutti dai terremoti, la produzione e il traffico di rifiuti tossici, le migliaia di aziende chiuse, i milioni di disoccupati e precari, l’aumento del gioco d’azzardo, del traffico di droga e di esseri umani! Questi sono i “salvatori della patria”, gli illuminati statisti e responsabili uomini di affari che assicurano alle masse popolari che “il TAV serve al paese”!

Vediamo i principali argomenti utilizzati da questi “salvatori della patria”, dai loro complici e reggicoda (compresi i sindacati di regime) per raccogliere consenso al TAV tra le masse e ripresi dalla loro “quinta colonna” nel governo, cioè gli esponenti della Lega che provengono dalle Larghe Intese e sono ad esse legati a doppio filo: con loro fanno affari, amministrano molte regioni e partecipano alle competizioni elettorali.

- “I cantieri creano posti di lavoro”. Basta chiedersi perché i gruppi imperialisti e i vertici dell’UE, i distruttori dell’industria pubblica e i disindustrializzatori del Mezzogiorno, dall’Alfasud a Termini Imerese, sarebbero disposti a   investire in grandi opere come il TAV, ma non investono nelle mille opere di bonifica, manutenzione, eliminazione di prodotti tossici, uso delle risorse locali, sostituzione di petrolio e gas inquinanti e le altre mille opere delle quali c’è bisogno per risanare il paese e renderlo sicuro. Promettono lavoro per 100 (50.000 posti di lavoro promettono) per non creare lavoro per 10.000 (i 5 milioni di senza lavoro)! Nel nostro paese c’è un sacco di lavoro da fare, lavoro utile: per rimettere in sesto i territori devastati dall’inquinamento e dal dissesto idrogeologico, per ricostruire le zone terremotate, per mettere in sicurezza gli edifici pubblici (scuole, ospedali, ecc.) pericolanti quanto a stabilità e quanto a impianti (elettrici, idraulici, fognari, ecc.) o abbandonati al degrado, le strutture (strade, ferrovie, ponti, ecc.) in dissesto o con manutenzione insufficiente (il Ponte Morandi di Genova è un monito!) e le abitazioni private pericolanti quanto a stabilità e quanto a impianti obsoleti o trascurati, per migliorare i servizi pubblici (trasporti, sanità, istruzione, commercio, ecc.) carenti, obsoleti, lasciati al degrado.

- “Al paese servono vie di trasporto moderne”. Proprio perché al paese servono vie di trasporto moderne bisogna mettere una pietra tombale sul TAV e le altre opere speculative e usare invece mezzi e risorse per la manutenzione di ponti, strade e ferrovie, per trasformare in treni i “carri bestiame” su cui viaggiano i pendolari, per rinnovare bus e tram e potenziare il trasporto pubblico urbano in modo da ridurre il traffico automobilistico, per mettere fine a vergogne come la “Salerno-Reggio Calabria”, ecc. La retorica del TAV e simili che sarebbero “vie di trasporto moderne” serve a imbellettare l’uso speculativo del territorio, il suo uso non in funzione di chi ci vive, ma come supporto per i traffici dei capitalisti “globali”: quelli che, ad esempio, prendono il legname in Indonesia, lo mandano in Brasile per i primi trattamenti, poi lo trasportano in Italia per la lavorazione finale e la marchiatura “made in Italy” e lo vendono negli USA o in Cina!

- “Abbiamo preso degli impegni che vanno rispettati”. Se gli impegni presi hanno portato il paese alla situazione disastrosa in cui versa, è un punto d’onore non rispettarli! Ci sono impegni e impegni: gli impegni che servono a rimettere in sesto il nostro paese e migliorare le condizioni delle masse, certo che vanno rispettati; quelli che servono a ingrassare le tasche di un pugno di affaristi sulla pelle e alle spalle delle masse, no! Rompere con il sistema delle Larghe Intese è rompere con le leggi, gli accordi, i contratti e gli impegni presi dai governi delle Larghe Intese!

- “Se non facciamo il TAV, dobbiamo pagare delle penali”. Se il governo M5S-Lega rispetta leggi, regolamenti, contratti, codici e leggi fatte dai governi delle Larghe Intese nell’interesse dei “poteri forti”, si troverà immancabilmente ad ogni passo di fronte al dilemma delle penali. Come ha ben detto qualche mese fa Luigi Di Maio, non è rispettando codicilli e commi da azzeccagarbugli che faremo rispettare il diritto degli italiani alla vita. L’annullamento del TAV è un’occasione per passare dalle parole ai fatti. Mai in nessun paese si è cambiato lo stato delle cose rispettando i diritti dei suoi oppressori e dei profittatori del regime! Le penali basta non pagarle: in fin dei conti sono più i soldi che il governo italiano dà ogni anno alla Commissione Europea che le penali che dovrebbe pagare!

- “Se non facciamo il TAV, perdiamo i fondi europei”… quelli che vanno in tasca ai grandi gruppi capitalisti, ai finanzieri, agli alti funzionari della Pubblica Amministrazione e compagnia! È come per gli indici delle Borse, l’andamento del PIL o dello spread, i giudizi delle Agenzie di rating e simili: se sono positivi, per le masse popolari significa forse che migliorano le loro condizioni di vita e di lavoro, che la vita è più sicura e serena?

 

O il benessere e i diritti delle masse popolari o la valorizzazione del capitale di questi gruppi di affari: non esistono terze vie. Le due cose sono incompatibili. Il M5S deve mettere una pietra tombale sopra il TAV, senza se e senza ma: è un impegno che ha preso con le masse popolari e in nome del quale ha raccolto i loro voti. Il M5S deve schierarsi o da una parte o dall’altra: o con le Larghe Intese e i loro padrini e “grandi elettori” o con le masse popolari. Gli elettori e attivisti del M5S devono mobilitarsi, protestare e far pressione in tutti i modi sui loro eletti per costringere Di Maio, Toninelli e gli altri ministri a chiudere una volta per tutte il capitolo TAV! La loro mobilitazione rafforzerà, incoraggerà e spingerà in avanti anche quella componente di eletti (Fico, Paragone, ecc.) che sono contro il TAV, estendendo così l’opposizione alla realizzazione della “grande opera di interesse nazionale” e l’azione di contrasto alle Larghe Intese e ai loro mandanti.

Anche gli elettori e attivisti di base della Lega hanno buoni motivi per protestare e fare pressione sui loro eletti favorevoli al TAV. In primo luogo la popolazione della Val Susa è chiaramente e tenacemente contraria al TAV: che ne è delle autonomie locali di cui la Lega si è presentata fin dai suoi inizi come paladina? In secondo luogo, anche solo il crollo del Ponte Morandi nell’agosto del 2018 (in Liguria, regione amministrata da Forza Italia) dopo decenni di governo PD o Berlusconi (con Bossi o Maroni “a tavola”) e il disastro provocato dal maltempo nei boschi del bellunese nel novembre 2018 (in Veneto, regione amministrata dalla Lega) dice chiaramente quali sono le opere che servono alla popolazione e al territorio. In terzo luogo, la “politica del fatto compiuto” nei confronti delle istituzioni dell’UE: vale solo quando si tratta di vessare di più gli immigrati, cioè per essere forti con i deboli e deboli con i forti? E quando si tratta di far valere gli interessi degli allevatori e coltivatori italiani o della nazionalizzazione di Alitalia o della ristrutturazione dell’ILVA e dell’industria siderurgica (da Piombino a Terni)?

Quella parte degli attivisti e dei circoli di base del PD che alle primarie hanno votato Zingaretti per chiudere con l’era Renzi e nella speranza che PD faccia qualcosa di sinistra, possono e devono farsi sentire dichiarando pubblicamente il loro sostegno al movimento NO TAV, aderendo pubblicamente alla manifestazione del 23 marzo e scendendo in piazza.

 

Mettere una pietra tombale sopra il TAV alimenta la breccia aperta dalle masse popolari nel sistema delle Larghe Intese il 4 marzo del 2018. Approfondisce infatti il solco che già separa le masse popolari dalle Larghe Intese PD - Berlusconi (anche le elezioni regionali lo hanno confermato) e, soprattutto, rafforza tutti i movimenti popolari che lottano per la difesa dell’ambiente, per il diritto al lavoro, per le opere antisismiche, per il diritto alla casa, alla salute, all’istruzione, contro il razzismo, la povertà e l’insicurezza: mostrerà che si può vincere, che è giusto mobilitarsi, organizzarsi e lottare! Sarà un colpo al disfattismo, alla rassegnazione, alla sfiducia (che favoriscono la mobilitazione reazionaria delle masse popolari, la guerra tra poveri, la guerra contro gli immigrati promossa dai gruppi più reazionari e criminali della borghesia imperialista appositamente per deviare dai reali responsabili l’indignazione e l’insofferenza popolare per il corso catastrofico delle cose) e alimenterà, incrementerà la spinta a organizzarsi e lottare per cambiare le cose, a rafforzare e a moltiplicare le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari, centri del nuovo sistema di potere del quale le masse popolari hanno bisogno.

Per questo il (nuovo)Partito comunista italiano

- chiama tutti i comunisti, i sinceri democratici, gli elettori e attivisti del MS5 a mobilitarsi affinché il M5S metta una pietra tombale sul TAV,

- sostiene il movimento NO TAV e tutti i sinceri democratici, tutti gli ambientalisti, tutti i movimenti che grazie alla lotta e all’esempio del movimento NO TAV si battono da un capo all’altro del paese contro le opere inutili e dannose, di speculazione e devastazione del territorio,

- fa appello ad aderire, partecipare e far partecipare alla manifestazione del prossimo 23 marzo, organizzata dai Comitati contro le grandi opere speculative e dai movimenti per la salvaguardia dell’ambiente - NO TAV, NO TAP, NO Grandi Navi, ecc.!

Grazie alla lotta tenace e all’azione multiforme condotta dal movimento NO TAV e alla breccia aperta dalle masse popolari con il voto del 4 marzo 2018, le condizioni per vincere questa battaglia sono migliori: osare lottare e osare vincere quindi!

  

E se il M5S non mettesse una pietra tombale sul TAV? Quanto al M5S, nel giro di qualche tempo farebbe la fine dell’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro (perderà il seguito e i voti che ha raccolto tra le masse popolari) e il governo che ha costituito sarebbe tolto di mezzo: un “governo di continuità” con quelli delle Larghe Intese non serve alle masse popolari e “i grandi elettori” delle Larghe Intese hanno personale per loro più affidabile dei ministri e parlamentari del M5S.

Quanto alla lotta per il Governo di Blocco Popolare, la sottomissione del M5S ai vertici della Repubblica Pontificia e dell’UE sarebbe una dimostrazione pratica e su larga scala che per cambiare il corso delle cose non serve affidarsi né alla sinistra borghese di vecchio tipo (PRC e affini: hanno dato prova di sé con il governo Prodi 2006-2008) né alla sinistra borghese di nuovo tipo (M5S e affini), che l’unica forza in grado di cambiare il corso catastrofico delle cose sono le masse popolari organizzate (a partire dalle aziende capitaliste e pubbliche) con un loro governo d’emergenza.

  

Gli interessi degli speculatori e dei padroni sono incompatibili con quelli delle masse popolari!

NO al TAV e a tutte le grandi opere speculative! SÌ alle tante opere che servono al paese e alle masse popolari!

  

Allarghiamo la breccia aperta nel sistema delle Larghe Intese!

Osare lottare, osare vincere!