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(nuovo)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Leggi La Voce 57 del (nuovo)PCI

A quelli che si dichiarano comunisti
A quelli che vogliono cambiare il mondo
A quelli che vogliono porre fine al catastrofico corso delle cose che la borghesia imperialista impone all’umanità

Comunicato CC 12/2017 - 27 settembre 2017

1917, centenario della gloriosa Rivoluzione d’Ottobre, la svolta nella storia dell’umanità

XIII anniversario della fondazione del (nuovo) Partito comunista italiano (3 ottobre 2004)

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Comunicato CC 13/2017 - 12 dicembre 2017 (48° anniversario della Strage di Stato di p.zza Fontana)

1917, centenario della gloriosa Rivoluzione d’Ottobre, la svolta nella storia dell’umanità

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Usare la campagna elettorale per far avanzare la rivoluzione socialista!

Attuare direttamente dal basso le misure progressiste della Costituzione del 1948, confermata dal Referendum di un anno fa!

Studiare il nuovo numero di La Voce del (nuovo)Partito comunista italiano!

 

È probabile che infine i vertici della Repubblica Pontificia siano arrivati alla conclusione che le elezioni politiche devono pur tenerle, anche se non controllano completamente l’esito. Comunque la campagna elettorale è già iniziata e durerà alcuni mesi. Le liste non sono ancora definitive, i raggruppamenti possono ancora cambiare, ma le tendenze sono tutte già ben delineate. La campagna elettorale crea condizioni favorevoli per far avanzare la rivoluzione socialista, in particolare per rafforzare la lotta finalizzata alla costituzione di un governo d’emergenza popolare, il Governo di Blocco Popolare. Noi comunisti con tutti quelli che vogliono collaborare o che riusciamo a indurre a collaborare alla nostra grande, storica impresa dobbiamo approfittarne sulla scala più larga di cui siamo capaci. Essere materialisti dialettici consiste proprio in questo: affrontare il presente guidati dalla concezione comunista del mondo, la scienza delle attività con le quali gli uomini fanno la loro storia, per costruire il nostro futuro.

Proprio perché materialisti dialettici partiamo dalla realtà di oggi, non trasferiamo (da bigotti o da pigri, in entrambi i casi dogmaticamente) nel presente linee elaborate per situazioni diverse dall’attuale.

- Alcuni che pur si professano comunisti si credono ancora (anche solo istintivamente, per abitudine: si comportano come se fossimo ancora) nelle condizioni primitive in cui erano in Europa e negli USA i proletari e gli altri lavoratori nella seconda metà dell’Ottocento quando la II Internazionale svolse in Europa e negli USA il compito storico di portare in massa il proletariato a praticare, oltre alla lotta economica, la lotta politica partecipando alla lotta politica borghese sotto l’insegna di un proprio partito: il compito che Stalin (Principi del leninismo) riconosce che la II Internazionale ha svolto.

- Altri si credono ancora (anche solo istintivamente, per abitudine: si comportano come se fossimo ancora) nelle condizioni in cui nei paesi imperialisti eravamo nella prima parte del Novecento quando (per effetto della Rivoluzione d’Ottobre e delle guerre scatenate dalla borghesia, in sintesi per effetto della prima ondata della rivoluzione proletaria) l’avanguardia degli operai era conquistata al comunismo e si trattava di guidarla a mobilitare il grosso del proletariato e delle altre classi delle masse popolari fino a prendere il potere, instaurare il governo e tutte le altre istituzioni del proprio potere e imporli a recalcitranti e oppositori: le condizioni di cui parla Lenin il L’“estremismo”, malattia infantile del comunismo, quando spiega che, anche se il parlamentarismo era già allora storicamente superato, l’avanguardia doveva tener conto che non era anche di fatto superato per la parte decisiva del proletariato e delle masse popolari (ma quello citato è solo uno scritto tra tanti di Lenin e anche Stalin e Gramsci trattano in lungo e in largo di questo compito, perché quella era la situazione). Questa non è più la situazione attuale: oggi nei paesi imperialisti una gran parte delle masse popolari non va più neanche a votare e tra quelli che ancora votano, pochi votano per i partiti riformisti. La fiducia delle masse popolari nella via  parlamentare è morta con la morte del capitalismo dal volto umano. La falce e il martello è ancora nel cuore di molti, ma i partiti che cercano voti brandendo la falce e il martello ne raccolgono ben pochi.

Oggi, dopo l’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria, il nostro compito è la rinascita del movimento comunista. Noi comunisti dobbiamo quindi approfittare anche dell’attuale campagna elettorale

1. per conquistare le persone più coscienti e avanzate alla teoria e alla pratica della concezione comunista del mondo o almeno alla lotta per la costituzione del GBP, mostrando loro caso per caso che la loro esperienza contrasta con le loro teorie e i loro programmi;

2. per mobilitare i lavoratori, a partire da quelli più attivi nella resistenza agli effetti della crisi generale del capitalismo, a organizzarsi e costituire nelle aziende e nelle zone d’abitazione organizzazioni operaie e popolari (OO e OP). Su questo secondo fronte non siamo soli: il P.CARC e altri organismi fanno già un lavoro eccellente, benché ancora del tutto sperimentale come del resto è anche il nostro lavoro.

Questi sono i due fronti decisivi per far avanzare la rivoluzione socialista nel nostro paese, ma ve ne è anche un terzo che, benché solo ausiliario, è indispensabile stante il seguito e il prestigio di cui la sinistra borghese ancora gode tra le masse popolari del nostro paese: portare gli esponenti dei “tre serbatoi” a svolgere compiutamente il ruolo, a cui in qualche modo e in qualche misura già tendono, di sostegno alla mobilitazione e organizzazione delle masse popolari: quello che abbiamo chiamato il ruolo di Comitato di Salvezza Nazionale. Anche su questo fronte già non siamo soli.

La via che noi comunisti dobbiamo praticare in questa campagna elettorale, non è semplice. Non diamo un’indicazione di voto né andiamo nelle assemblee e iniziative elettorali a ripetere le nostre verità, a fare i “grilli parlanti”. Si tratta invece di prendere caso per caso, in ogni situazione concreta, le iniziative più efficaci per conseguire in quella situazione concreta i nostri comuni tre obiettivi sopra indicati. Si tratta quindi di usare la concezione comunista del mondo (il materialismo dialettico) per individuare nel concreto, caso per caso, quale iniziativa prendere. Ovviamente la usiamo tanto più efficacemente quanto più l’abbiamo assimilata e il successo sarà la misura della nostra assimilazione.

In questo modo anche le elezioni servono a per far avanzare la rivoluzione socialista.

Ogni proposito di arrestare il catastrofico corso delle cose in altro modo è campato in aria: non a caso i fautori di altre vie non si chiedono e non spiegano come mai siamo arrivati al marasma attuale, chi ne è promotore, chi non ne può fare a meno. Dicono solo che vogliono un diverso corso delle cose e stendono bei programmi in cui indicano i rimedi che il buon senso suggerisce. Ma il mondo non si sviluppa secondo il buon senso.

La Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti impone al mondo un corso delle cose che, anche se varie sono le vie attraverso cui esso concretamente si può sviluppare, è comunque catastrofico per la specie umana. Lo impone perché è grazie a questo corso che la borghesia sopravvive nonostante la sovraccumulazione assoluta di capitale in cui è impantanata. La borghesia non è in grado di uscire da questo corso catastrofico perché uscirne implica costruire un sistema di rapporti sociali, il socialismo, che è incompatibile con la sua stessa esistenza e che comunque essa non è in grado di costruire.

Nel nostro paese la Comunità Internazionale è impersonata dai vertici della Repubblica Pontificia. I partiti, gruppi e personaggi delle Larghe Intese sono da anni i suoi portavoce nel sistema politico. La parte crescente delle masse popolari che via via ha rigettato il sistema delle Larghe Intese compone invece la vasta area dell’astensione e dei voti per il M5S.

Per quanto riguarda il campo della borghesia imperialista la novità delle prossime elezioni è costituita

 1. dal tentativo del M5S di prendere il posto e assumere il ruolo delle Larghe Intese di Renzi e Berlusconi che si difendono con ogni mezzo: la legge elettorale truffa e il sistema di intossicazione di massa non bastano e fanno ricorso anche alla strategia della tensione, ai gruppi scimmiottatori del fascismo del secolo scorso e all’antifascismo padronale;

2. dalla tentazione della Lega di Matteo Salvini di porsi alla testa della mobilitazione reazionaria delle masse popolari, di diventare il partito della mobilitazione reazionaria delle masse popolari. Questa però è il traguardo verso cui, consapevoli o no, vanno tutti i partiti, gruppi ed esponenti della borghesia imperialista.

Nei confronti dello spostamento del M5S facciamo interamente nostre le considerazioni della Lettera aperta agli operai, ai dipendenti pubblici, ai lavoratori autonomi, ai pensionati e agli studenti del M5S diffusa dalla Direzione Nazionale del P.CARC il 15 novembre 2017. Se il tentativo del M5S impersonato da Luigi Di Maio avrà successo elettorale, il M5S farà la traiettoria dell’Ulivo di Prodi, ma la percorrerà in un tempo molto più breve di quello impiegato dal Circo Prodi. Se avrà un mezzo successo, costringerà Renzi e Berlusconi a coalizzarsi apertamente per dar vita al nuovo governo delle vecchie Larghe Intese.

Quanto alla Lega di Matteo Salvini, il ruolo che essa avrà dipende dalla misura in cui le Larghe Intese di Renzi e Berlusconi assumeranno in proprio la mobilitazione reazionaria delle masse popolari.

Ai margini delle manovre elettorali in corso nel campo della borghesia imperialista vi è l’agitazione elettorale di quelli, personaggi, gruppi e partiti, che, non importa se sinceramente o per calcolo, si dichiarano contro il catastrofico corso della cose e promotori di un nuovo corso ma senza porsi come promotori dell’instaurazione del socialismo, con varie gradazioni di rottura e contrapposizione con le Larghe Intese.

1. Di fronte agli ex esponenti e alleati del PD convenuti domenica 3 dicembre a Roma alla proclamazione di Liberi e Uguali viene da pensare alla coazione a ripetere. Il convegno di Roma ha riunito una folta schiera di quelli che a livello nazionale o locale, nel Parlamento e nei Consigli regionali e comunali, hanno lastricato la via di Renzi e hanno attivamente collaborato a costruire il PD attuale, capofila delle Larghe Intese, cioè della coalizione di fatto di partiti e gruppi impegnati ad attuare da posizioni governative il “programma comune” della borghesia imperialista. Con l’espressione coazione a ripetere gli psicologi indicano la tendenza morbosa a porsi attivamente in situazioni penose ripetendo esperienze passate finite miseramente. È la malattia della sinistra borghese. Non perché i suoi singoli esponenti ne sono personalmente affetti, ma essi vi sono condannati dalla posizione che la sinistra borghese occupa nel sistema dei rapporti sociali del nostro paese in questi anni. Essi sono, per inclinazione personale o per interesse clientelare o elettorale, “amici del popolo”: eredi del sistema di relazioni e di ruoli formatisi all’ombra della “via parlamentare al socialismo” che Palmiro Togliatti e la sua cricca riuscirono a imporre al PCI dopo il 1945, via via emancipatisi anche dal dovere di fare riferimento rituale o accademico al socialismo e alla rivoluzione socialista grazie alla “questione morale sotto l’ombrello della NATO” che Enrico Berlinguer pose al posto del socialismo in concomitanza con la degenerazione dell’Unione Sovietica diretta prima da Krusciov e poi da Breznev. In questo consiste il loro essere “di sinistra”. Il loro essere borghesi, cioè succubi della borghesia, chiusi nell’orizzonte del capitalismo, incapaci o comunque abituati a non vedere oltre l’orizzonte del capitalismo, li costringe a seguire e servire la borghesia e questa, da quando è iniziata la seconda crisi generale per sovraccumulazione assoluta di capitale va a destra, cioè, in particolare, elimina una dopo l’altra, un pezzo dopo l’altro le conquiste di civiltà e di benessere che le masse popolari le avevano strappato durante i trent’anni di “capitalismo dal volto umano” (1945-1975). Per sua natura la sinistra borghese è incapace di formulare un progetto di società benché i suoi esponenti lo invochino senza tregua e, in mancanza di un movimento comunista abbastanza forte da essere un polo che la egemonizza, segue e asseconda l’impulso della borghesia a spostarsi a destra. Ma una volta compiuto lo spostamento a destra, quando vede la mostruosità dell’opera a cui ha collaborato, si ritrae inorridita (e questo è il suo lato positivo su cui dobbiamo far leva) e ritorna daccapo da dove era partita, riformula promesse e buoni propositi e riparte: non si chiede il perché delle cose,  non ha scienza del corso delle cose, nella sua attività culturale è empirista (chiama “rifiuto delle ideologie” il suo nichilismo), vede gli alberi ma non la foresta, vede uno a uno gli effetti ma non la causa comune.

In questo consiste il risultato del convegno di Roma e della fondazione di Liberi e Uguali con alla testa Pietro Grasso, il procuratore nazionale antimafia (2005-2012) sotto la cui ala, in questo contesto è secondario se per complicità o per impotenza, la Criminalità Organizzata si è rafforzata, ramificata ed estesa. Visto che ora si tratta di elezioni, con la costituzione della lista Liberi e Uguali questa sinistra borghese di vecchio tipo spera di evitare che un’altra parte del tradizionale elettorato del PD e del Centro-Sinistra (SEL e SI) si astenga dal voto o voti M5S e di recuperare forse una parte della diaspora già passata al M5S o all’astensione. Probabilmente l’operazione Grasso è il vertice delle molte operazioni analoghe di pentiti e dissidenti delle Larghe Intese in cui si è dispersa e ancora si disperde la sinistra borghese di vecchio tipo in vista delle elezioni che in primavera non è escluso si terranno effettivamente.

2. Ci sono poi, già ben definite, liste anch’esse della sinistra borghese ma d’altro genere.

La Lista del Popolo di Antonio Ingroia e Giulietto Chiesa incarna il tentativo di notabili del regime di chiamare a raccolta le masse popolari contro il catastrofico corso delle cose. È l’espressione di personaggi altolocati ma indignati (e questo è il loro lato positivo su cui dobbiamo far leva) del corso delle cose che essi considerano frutto della stupidità o della malvagità dei colleghi con i quali condividono la posizione sociale. Per loro le masse popolari sono solo o principalmente una massa di elettori, incapaci di altro ruolo politico. Le disprezzano, non riconoscono che sono le masse popolari che faranno la storia, non si preoccupano di capire il percorso che esse hanno fatto e stanno facendo e tanto meno di scoprire le leggi di questo percorso. Le considerano come una massa di esseri umani degni di un trattamento migliore di quello che subiscono e loro, i notabili, lo promettono senza limiti e vincoli. Questi notabili, per posizione sociale e per scelta estranei alle lotte delle masse popolari, chiamano queste a votarli come se fosse il voto a conferire il potere e promettono un diverso corso delle cose. Sottovalutano l’esperienza e il realismo delle masse popolari. Dopodomani troveranno nella scarsità dei voti raccolti motivazione per confermarsi nel loro disprezzo per le masse popolari.

Potere al Popolo è invece la combinazione di personaggi e gruppi della sinistra borghese che cercano di far leva sulle mille lotte delle masse popolari in corso, alle quali in vari modi e in varia misura partecipano (questo è il loro lato positivo su cui dobbiamo far leva). I più a sinistra di essi vedono addirittura nelle lotte e nelle masse popolari che vi partecipano una forza politica, capace di cambiare il corso delle cose, di trasformare il mondo, di fare la storia: un’attività di cui però non conoscono le leggi e alcuni negano addirittura che questa attività si svolga secondo leggi che si tratta di scoprire e usare In alcune zone sono promotori di iniziative di organizzazione delle masse popolari in autonomia dai partiti e dalle istituzioni del regime (ambulatori popolari, centri sociali, circoli culturali, organismi sindacali di base). Essi aspirano a dare a queste lotte una “sponda politica”, una voce e un avvocato nelle istituzioni della Repubblica Pontificia. La loro azione alimenta la speranza elettorale nella base rossa e negli altri elementi avanzati delle masse popolari di poter ricreare una “sponda politica” nelle istituzioni per rafforzare le lotte e l’organizzazione delle masse popolari (questo è il lato negativo del loro lavoro che apre ampio spazio di manovra ai carrieristi).

I programmi elettorali dei promotori di ambedue i tipi di liste sono eccellenti. Tra il programma elettorale di Lista del Popolo, quello di Potere al Popolo e le Sei Misure Generali del Governo di Blocco Popolare vi è piena compatibilità se non sovrapposizione. La differenza fondamentale non sta nei programmi, sta nel realismo delle vie indicate per realizzarli. La linea del GBP è realistica: indica come arrivare ad attuare il programma che propone, come arrivare a costituire un governo che abbia la forza di realizzarlo, dove sta la forza che consentirà di far fronte alla borghesia che con ogni mezzo si opporrà alla realizzazione del programma del GBP. I promotori di Lista del Popolo apertamente e i promotori di Potere al Popolo più ambiguamente (quindi con maggiore sensibilità ai reali rapporti di forza) propongono di percorrere una strada che in Grecia il governo di Syriza ha ancora una volta recentemente mostrato e mostra dove  porterebbe se avesse successo elettorale. Come diceva già nel 1947 De Gasperi a Togliatti, in ogni paese capitalista c’è un partito che anche se raccoglie meno voti di altri ha però il denaro e la forza economica per dettare legge. Chi vuole realizzare un programma diverso da quello della borghesia imperialista, deve fare i conti con la forza nazionale e internazionale di questo partito.

Le elezioni non decidono da sole quale sarà il corso delle cose nei mesi e anni futuri. Il corso catastrofico delle cose non nasce da una libera scelta dei gruppi borghesi, da un errore intellettuale, da una dottrina sbagliata (il neoliberismo, l’ordoliberalismo, ecc.) o dalla cattiveria della borghesia. Varie sono le vie attraverso le quali il corso può snodarsi, ma in tutte le sue varianti è il corso al quale la borghesia è costretta dalla crisi per sovraccumulazione assoluta di capitale. La borghesia italiana e con essa la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti difenderanno i loro interessi e il loro sistema con ogni mezzo. Il governo che impersona un corso diverso deve avere la forza per imporlo alla borghesia, ai suoi accoliti, agenti e servi. Il GBP se arriva a costituirsi questa forza ce l’ha. Un governo costituito dalla vittoria elettorale di Lista del Popolo o di Potere al Popolo non ce l’ha. Ovviamente se si dovesse costituire, noi comunisti lo appoggeremo con tutte le nostre forze e con più determinazione di chiunque altro finché attuerà il programma che i promotori delle liste oggi proclamano e combatteremo contro ogni rinuncia ad esso.

Noi partecipiamo alla campagna elettorale e chiamiamo, già a partire da oggi e in vista anche di domani, i promotori e gli attivisti di Lista del Popolo e di Potere al Popolo a dedicare le loro energie a mobilitare operai e masse popolari perché costituiscano OO e OP che agiscano da nuove autorità pubbliche, rendano il paese ingovernabile per i vertici della RP, si coordinino fino a costituire il GBP con esponenti dei “tre serbatoi”.

Noi parteciperemo alla campagna elettorale e chiameremo, per oggi e per domani, anche gli attivisti di Liberi e Uguali e del M5S, facendo leva sul fatto che soggettivamente sono contro il catastrofico corso delle cose, a dedicare le loro energie a questo stesso compito.

Far avanzare la rivoluzione socialista oggi in Italia significa

- rafforzare il Partito, portando i singoli (e, tramite loro, gli organismi di cui fanno parte) soggettivamente più vicini ad assumersi il nostro compito, a operare nella situazione in cui agiscono in conformità alla concezione comunista del mondo, al bilancio del movimento comunista, alla lotta di classe e all’analisi del corso delle cose (in un certo senso sul modello di quello che fa attualmente il Partito dei CARC) e arruolando tutti e solo quelli che sono all’altezza o disposti a mettersi all’altezza del ruolo di Stato Maggiore della guerra popolare rivoluzionaria che sfocerà nell’instaurazione del socialismo;

- mobilitare gli operai e le altre classi delle masse popolari a organizzarsi: costituire organizzazioni operaie e popolari, agire ovunque da nuove autorità pubbliche in modo da far fronte al meglio da subito in ogni campo agli effetti della crisi generale del capitalismo, coordinarsi fino a rendere il paese ingovernabile ai vertici della Repubblica Pontificia e avanzare verso la costituzione di un proprio governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare.

Dobbiamo quindi combattere ogni illusione che una soluzione o attenuazione della crisi generale possa venire dalla classe dominante, dalle istituzioni della Repubblica Pontificia, dai sui vertici, dai partiti ed esponenti delle Larghe Intese (in concreto dal PD e gruppi e partiti alleati e dai tre gruppi della destra guidata da Berlusconi), dall’Unione Europea, dalla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. Questo campo è già lacerato da contraddizioni irrisolvibili e dalla crisi del suo sistema politico. Il M5S certamente aumenterà la sua crisi, tanto più quanto maggiore sarà il suo successo elettorale. Il massimo che possiamo ottenere da questo campo, manovrando dall’esterno (ingovernabilità dal basso) e dall’interno (ingovernabilità dall’alto) è portare i vertici della Repubblica Pontificia a ingoiare, ovviamente come soluzione provvisoria e d’emergenza, la costituzione del Governo di Blocco Popolare.

 Dobbiamo combattere ogni tendenza a disperdere energie e tempo per andare a fare la sponda delle rivendicazioni delle masse popolari nelle istituzioni della Repubblica Pontificia (la linea della “sponda politica”). Non importa che i singoli individui siano onestamente guidati dalle loro illusioni o siano invece carrieristi in cerca di onori e ricchezza. Tutto quanto vi è di intellettualmente attivo e di moralmente sano dobbiamo con energia, con scienza e con arte, indirizzarlo a impegnarsi nella mobilitazione e organizzazione delle masse popolari seguendo le leggi del percorso che esse devono compiere. Solo le masse popolari organizzate sono in grado non solo di rendere il paese ingovernabile ai vertici della Repubblica Pontificia, ma anche di costituire un governo che rompa con la UE, con la Banca Centrale Europea e con la NATO e di far fronte con successo alla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti.

La campagna elettorale crea condizioni favorevoli per noi comunisti, per orientare tutti quelli che sostengono le lotte in corso. Chi tra loro assimilerà la concezione comunista del mondo, quanto più l’assimilerà tanto più sarà in grado di vedere i passi che ogni embrione di OO e OP può e deve fare, di indicarli alla sinistra di ogni OO e OP, di indicare ad essa cosa fare per portare l’intera OO e OP a compierli e in questo modo rafforzarsi, acquistare autorità e avanzare verso la costituzione del GBP. Quale che sia il risultato elettorale, questo sarà comunque il compito che dovranno e dovremo assolvere a elezioni concluse: le elezioni concorrono a definire il percorso concreto, non cambiano il corso generale delle cose. L’operato delle Amministrazioni M5S (Roma, Torino, Livorno, ecc.) e delle Amministrazioni Arancione (De Magistris a Napoli e Accorinti a Messina per fare esempi) lo hanno chiaramente mostrato e lo mostrano.

Quindi nel corso della campagna elettorale dobbiamo condurre anche una battaglia per conquistare alla concezione comunista del mondo o almeno alla linea del GBP quanto vi è di intellettualmente attivo e moralmente sano tra gli illusi promotori e attivisti di un governo che dovrebbe conciliare istituzioni della RP e nuovo corso, tra gli illusi della sponda politica che nelle istituzioni della RP dovrebbe sostenere le lotte popolari e strappare vittorie: in breve dovrebbe far girare all’indietro la storia, far ritornare al capitalismo dal volto umano come se questo fosse stato il risultato del concorso di buone volontà. Dobbiamo mostrare loro il contrasto della loro esperienza con le idee che professano e le aspirazioni che li muovono: questo è non fare i grilli parlanti ma usare la concezione comunista del mondo che abbiamo assimilato.

Noi siamo a un anno dalla vittoria del Referendum della Costituzione (4 dicembre 2016): l’attuazione delle parti progressiste della Costituzione (eluse, violate, aggirate) doveva essere l’effetto della vittoria. Chi lo ha promesso non aveva fatto i conti con chi non ha voluto e non vuole l’attuazione perché è in contrasto con i suoi interessi. Aver chiamato a votare e non a costituire una forza praticamente capace di far fronte ad essi è stato il limite della campagna referendaria. Lo stesso limite della campagna anch’essa elettoralmente vittoriosa del Referendum del 2011 sull’acqua pubblica! Anche questa è una lezione da applicare nella campagna elettorale che è iniziata.

La nostra lotta è difficile e lunga, ma la vittoria è possibile.

Avanti quindi, compagni! La nostra vittoria dipende interamente da noi!

Applichiamo gli insegnamenti della Rivoluzione d’Ottobre!

Osare sognare, osare pensare, osare vedere oltre l’orizzonte della società borghese!

Osare vincere!

Per tutti quelli che vogliono contribuire alla rinascita del movimento comunista, è disponibile sul sito Internet del partito il numero 57, novembre 2017, di La Voce!

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Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere individuati e messi sotto controllo dalle Forze dell’Ordine borghese, una via consiste nell’usare TOR [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html ], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html ].