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(nuovo)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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La realtà e il sogno, il vecchio e il nuovo

Nel 96° anniversario della fondazione del primo Partito comunista italiano, del glorioso PCI della Resistenza

Comunicato CC - 18 gennaio 2017

2017, centenario della
Rivoluzione d’Ottobre

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Comunicato CC 3/2017 - 27 gennaio 2017

1917, centenario della gloriosa Rivoluzione d’Ottobre, la svolta nella storia dell’umanità

[Scaricate il testo del comunicato in Open Office / PDF / Word ]

Lo Stato impotente contro la distruzione del paese e i disastri naturali, i terremoti e il maltempo, incapace di prevenire gli effetti della devastazione del paese di cui è anzi promotore, incapace di far pagare le tasse ai ricchi, al clero e al Vaticano, asservito alla NATO e all’UE contro gli emigranti e i popoli oppressi, ha dimostrato che è forte contro i lavoratori: pretende di costringerli senza lavoro e senza reddito.

 

La pace sociale secondo i lavoratori non è la pace sociale della Repubblica Pontificia e della sua Polizia di Stato

Solidarietà senza riserve al SI COBAS!
Libertà immediata per Aldo Milani!

Solidarietà con tutti i sindacalisti che fanno il loro dovere!

Vergogna ai sindacalisti che tramano con i padroni contro i lavoratori e hanno appena imposto ai lavoratori l’infame CCNL dei metalmeccanici!

 

Giovedì 26 gennaio a Modena la Polizia di Stato è intervenuta a proteggere i padroni che avevano licenziato decine di lavoratori e ha arrestato i sindacalisti che esigevano che i padroni almeno pagassero gli alimenti ai licenziati in attesa di riassumerli a lavorare. Questa è la sostanza dei fatti avvenuti a Modena giovedì 26 gennaio.

L’arresto di Aldo Milani pone apertamente in luce che in Italia esistono due società, due mondi: il contrario dell’unità nazionale che Renzi, Gentiloni e Mattarella predicano sotto l’ala protettrice di Bergoglio il Misericordioso e di Napolitano il rinnegato. La loro pace sociale nell’unità nazionale comporta che decine di lavoratori sono licenziati e gettati sulla strada a beneficio dei capitalisti e che i ricchi non pagano neanche le tasse e si arricchiscono frodando le banche che lo Stato poi salva con i soldi che estorce ai lavoratori con le tasse. La nostra pace sociale comporterà un lavoro utile e dignitoso per tutti quelli che sono disposti a lavorare e che a ogni lavoratore siano assicurate le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per partecipare alla gestione della società.

Noi comunisti chiamiamo tutti i lavoratori e i cittadini onesti che con loro vorranno associarsi a imporre in tutto il paese un’unica società: quella dei lavoratori. Questo è il risultato a cui arriverà la rivoluzione socialista che stiamo conducendo: la guerra popolare rivoluzionaria contro la Repubblica Pontificia dei ricchi e dei parassiti, degli speculatori e dei loro padrini dell’UE, della BCE e della NATO.

Il vecchio mondo muore sotto il peso della sua crisi e il nuovo sta nascendo grazie alla coalizione crescente delle masse popolari attorno ai comunisti promotori e dirigenti della guerra popolare rivoluzionaria che instaurerà il socialismo nel nostro paese e darà un potente contributo ai lavoratori che in tutto il mondo lottano per lo stesso obiettivo.

 

A maggiore spiegazione e commento delle operazioni vergognose compiute giovedì scorso a Modena dalla Polizia di Stato contro i lavoratori riproduciamo integralmente il Comunicato diffuso dal Partito dei CARC e facciamo nostre le indicazioni di lotta che esso contiene.

 

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Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)

Via Tanaro, 7 - 20128 Milano - Tel/Fax 02.26306454

e-mail: carc@riseup.net – sito: www.carc.it

 

Solidarietà al SI COBAS, libertà immediata per Aldo Milani!

Il P.CARC invita le organizzazioni operaie e popolari, i singoli lavoratori, le organizzazioni sindacali di base e tutti i sinceri democratici a prendere una posizione pubblica di solidarietà al SI COBAS e per la liberazione del suo dirigente, Aldo Milani

 

 Il 26 gennaio è stato arrestato a Modena, nel corso di una trattativa sindacale, Aldo Milani, dirigente del SI COBAS. L’accusa (secondo i giornali e la Questura) è di aver intascato tangenti per allentare le mobilitazioni di cui gli operai sono protagonisti da mesi nel settore della macellazione.

Per prima cosa, esprimiamo ai lavoratori, agli operai, ai compagni e alle compagne del SI COBAS la solidarietà per questo attacco repressivo e ci uniamo a loro nel pretendere l’immediata liberazione di Aldo Milani.

Inviare e fare inviare lettere di protesta alla Questura di Modena, via Giovanni Palatucci, 15 - 41122 Modena- tel.: 059/410411,  email: gab.quest.mo@pecps.poliziadistato.it

Inviare e far inviare lettere di solidarietà e per la liberazione di Aldo Milani c/o Casa circondariale, strada Sant'Anna n. 370 41122 Modena-tel.: 059450800, mail: cc.modena@giustizia.it

 

Secondariamente, è giusto fare alcune considerazioni.

Aldo Milani è stato arrestato con l’accusa di aver intascato tangenti per fermare la mobilitazione generosa dei lavoratori che nel settore della macellazione di Modena, come nella logistica in tutta Italia, stanno promuovendo una lotta per affermare i diritti sindacali che spicca per combattività, efficacia, solidarietà di classe. L’accusa rivolta ad Aldo Milani, indipendentemente dal fatto che Questura e Magistratura riescano a dimostrare “il reato”, è evidente dimostrazione di cos’è e come funziona la legalità borghese. Il governo ha appena stanziato 20 miliardi di euro, che di certo sarebbero stati necessari, a vedere dal numero di persone colpite, morti e sfollati, a fronteggiare le emergenze del terremoto e del maltempo, per salvare invece le banche, fra cui il MPS. Salvarle per un buco creato da “mancati rientri” di prestiti. Fatti a chi? Eccoli: De Benedetti, Zunino, Marcegaglia, Punzo e chissà quali e quanti altri fra i nomi noti e meno noti dei capitalisti italiani. Quei soldi che i ricchi hanno preso dalle banche e non hanno restituito, di cui MPS è solo un caso fra i tanti (Popolare di Vicenza, Popolare di Bari, Veneto Banca, Banca delle Marche, Unicredit…) sono un reato di gran lunga più grave di quello per cui è accusato Aldo Milani, eppure ognuno di coloro che li hanno rubati sta tranquillo, non è stato arrestato, non ha pagato, come sono tranquilli e non hanno pagato i criminali della Eternit o della Thyssenkrupp.

L’accusa rivolta ad Aldo Milani ha l’obiettivo reale di fare un danno ben più grave rispetto a quello legale: intimorire i lavoratori che si organizzano e lottano, attaccare i sindacati e i sindacalisti non asserviti ai padroni, sgretolare la fiducia dei lavoratori nella loro organizzazione e nel suo gruppo dirigente, facendolo apparire come un erede di quei criminali che hanno approfittato della fiducia di lavoratori e masse popolari per “sistemare” se stessi e la propria cerchia: ne è piena la storia del movimento operaio, sindacale e rivoluzionario di personaggi simili e la loro esistenza è uno dei motivi, non l’unico, per cui fra gli operai, i lavoratori e le masse popolari c’è tanta sfiducia nelle organizzazioni politiche e sindacali. Questura, Magistratura e padroni riusciranno, in tutto o in parte, nel loro intento? La risposta immediata all’arresto di Aldo Milani dimostra prima di tutto un’altra cosa: che i lavoratori sono e vogliono stare uniti, che non credono alle veline della Questura e non cedono al senso comune: in tutta Italia, a partire dalla sera del 26 gennaio e ancora per tutta la giornata, i compagni e le compagne del SI COBAS sono scesi in sciopero, bloccando tutte le aziende in cui sono presenti.

Per quanto riguarda le insinuazioni di Questura, Magistratura e padroni, abbiamo sufficiente esperienza di lotta alla repressione, alla criminalizzazione, alla denigrazione da sapere che quando il nemico colpisce duro, è perché ha il bisogno di farlo, ha paura, è in una situazione di debolezza e gioca sporco. Ma rimane un fatto, da chiarire anche questo per iniziare a trattare apertamente questioni che in genere “non si dicono”.

Estorcere ai padroni denaro, condizioni migliori, tutele, garanzie è diventata la frontiera delle lotte rivendicative (ma più in generale violare le leggi ingiuste è diventata la frontiera di tutto il movimento delle masse popolari in ogni ambito). Padroni, autorità e istituzioni vogliono costringere i lavoratori a “rispettare la legalità”, una legalità al servizio del loro profitto e dei loro affari e traffici, una legalità che serve a ostacolare, disarmare e colpire chi si organizza e  lotta. Vorrebbero costringere i lavoratori, con le buone e con le cattive, ad accettare un sindacato che è ufficio risoluzione problemi dei padroni, che ratifica decisioni, che si accorda al ribasso, che collabora nel peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, che si limita a compilare la dichiarazione dei redditi. Ma la lotta di classe non contempla la sottomissione degli interessi dei lavoratori alla legalità, alle prassi e ai costumi della classe dominante. Pertanto è bene ribadire un principio: è legittimo tutto quello che è conforme agli interessi dei lavoratori e delle masse popolari, anche se è considerato illegale dalle autorità e dalle istituzioni borghesi.

 

Per questi motivi, gli operai, i lavoratori, gli elementi più generosi delle masse popolari e tutti i sinceri democratici devono sostenere la mobilitazione per la liberazione di Aldo Milani e respingere la provocazione contro il SI COBAS.

In ballo non ci sono “i fatti delle singole persone”, “la condotta delle singole persone”, “gli affari di un singolo sindacato”, ma gli interessi di tutti i lavoratori e delle masse popolari.

 

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Il Comunicato del P.CARC indica chiaramente come trasformare l’operazione vergognosa della Polizia di Stato e dei suoi mandanti in scuola di comunismo per le masse popolari.

Chiamiamo tutti i membri e simpatizzanti della Carovana del (n)PCI a seguire le sue indicazioni. 

 

Il vecchio mondo muore e sta a noi comunisti guidare già da oggi la classe operaia e le masse popolari a costruire il nuovo mondo!

Avanti quindi!

Per diventare comunisti bisogna innanzitutto impadronirsi della scienza delle attività con le quali gli uomini fanno la loro storia, svilupparla e usarla per instaurare il socialismo: il Partito è la scuola per ogni individuo deciso a diventare comunista! Costituire clandestinamente in ogni azienda capitalista, in ogni azienda pubblica, in ogni istituzione e in ogni centro abitato un Comitato di Partito per assimilare la concezione comunista del mondo e imparare ad applicarla concretamente ognuno nella sua situazione particolare!

Studiare il Manifesto Programma del Partito è la prima attività di chi si organizza per diventare comunista. Stabilire un contatto clandestino con il Centro del Partito è la seconda. Promuovere la costituzione di organizzazioni operaie in ogni azienda capitalista e di organizzazioni popolari in ogni azienda pubblica, in ogni istituzione addetta a fornire servizi pubblici, in ogni zona d’abitazione è la terza.

Osare sognare, osare pensare,
osare vedere oltre l’orizzonte della società borghese!

La gloriosa Rivoluzione d’Ottobre ha segnato una svolta del tutto nuova nella storia dell’umanità. Sono gli uomini che fanno la loro storia, non gli uomini di genio e tanto meno gli dei; ma per millenni la storia si era fatta, per così dire, alle spalle degli uomini che ne erano gli attori inconsapevoli. La rivoluzione socialista ha inaugurato un’epoca in cui gli uomini faranno la loro storia consapevolmente. La rivoluzione socialista richiede la partecipazione di masse via via più consapevoli dell’impresa che stanno compiendo. Per questo è più difficile a farsi di tutte le rivoluzioni precedenti, nei paesi imperialisti più che nei paesi oppressi. Per questo i disfattisti fanno coro alla borghesia e al clero e dicono che non è possibile farla e gli attendisti rimandano all’attesa che essa scoppi. La rivoluzione socialista non sostituisce una classe dominante a un’altra. Con essa le masse popolari imparano a dirigere e a dirigersi e “dove tutti sanno leggere e scrivere, non occorrono più scrivani, anche se ogni testo qualcuno lo deve redigere”.

 

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Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste nell’usare TOR [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html].

 

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