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(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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La Voce n.52 del (n)PCI

Primo maggio 2016

Combattere con iniziativa e lungimiranza fino ad instaurare il socialismo!

Incitare le masse a organizzarsi e costituire un governo d’emergenza!

Comunicato CC - 29 aprile 2016

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Comunicato CC 7/2016 - 10 maggio 2016

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Scuotersi di dosso la rassegnazione! Rilanciare su scala più ampia l’offensiva degli operai avanzati!

I fatti oggetto dell’Assemblea Nazionale SAC (il Sindacato è un’Altra Cosa) del prossimo 12 maggio fanno parte del corso delle cose ben illustrato dal Comunicato diffuso lo scorso 7 maggio dal Partito dei CARC (Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo) che riportiamo in appendice a questo nostro Comunicato. Raccomandiamo a ogni membro e collaboratore del (n)PCI di studiarlo, diffonderlo, farlo studiare e promuovere attività coerenti con quanto in esso indicato. Non abbiamo niente da aggiungere quanto alla descrizione del corso delle cose fatta nel Comunicato del P.CARC e alle conclusioni politiche che indica:

“La via giusta è rilanciare su grande scala l'offensiva contro il progetto di Marchionne, di Renzi e di tutta la borghesia, farne una campagna per promuovere la mobilitazione degli operai e degli altri lavoratori a organizzarsi in tutto il paese. Questo non solo liquida la controffensiva di Landini e della destra FIOM e CGIL, ma impedisce l'accordo sciagurato della FIOM con Federmeccanica e crea le condizioni per costituire un governo d'emergenza delle masse popolari organizzate e per farlo ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia.

Il successo dell'offensiva lanciata dagli operai e delegati FCA insegna a tutti che non occorre essere in tanti per iniziare: il fattore decisivo è se la strada presa è nell'ordine delle cose, cioè sintetizza e dà prospettiva alle esigenze e alle aspirazioni che muovono gli operai, i lavoratori e in generale le masse popolari.

Raccogliere da subito con incontri locali e un convegno nazionale gli operai che si sono già schierati; creare dieci, cento, mille coordinamenti operai e popolari come quello dei lavoratori FCA del Centro-sud; rendere impossibile a Marchionne e Renzi continuare a governare; costituire un governo d'emergenza delle masse popolari organizzate: questa deve essere la linea indicata e perseguita da tutta la sinistra del movimento sindacale, dei sindacati di regime e dei sindacati conflittuali, la linea di tutti gli operai avanzati. Questa è la linea di salvezza per il nostro paese e di solidarietà con le masse popolari del resto del mondo.”

 

Riteniamo invece utile richiamare l’attenzione su tre altre questioni.

1. Il corso delle cose innescato dalla lotta promossa dalla FIOM di Maurizio Landini, subito dopo l’elezione di questi a segretario generale nel Congresso 2010 (vedasi in proposito il Comunicato CC 8/2010 - 1° maggio), contro le misure prese da Marchionne contro gli operai FIAT, mostra come potrebbe realizzarsi nel nostro paese la costituzione del Governo di Blocco Popolare.

A quelli che ci chiedono: “Come è possibile costituire il GBP?”, noi diciamo di riflettere su cosa sarebbe successo se la FIOM non avesse fatto (non avesse potuto fare) marcia indietro nella primavera del 2011. Siamo d’altra parte certi che se nel paese fosse già esistita una rete di organismi operai non diciamo decisi, ma anche solo orientati a prendere la direzione del paese convinti che è l’unica alternativa realistica al corso catastrofico delle cose che la Repubblica Pontificia (RP) impone alle masse popolari italiane, il neosegretario della FIOM, che incautamente aveva messo in moto la mobilitazione, o avrebbe marciato o sarebbe stato scavalcato. Per questo insistiamo nel promuovere la costituzione di organismi operai e di organismi popolari (OO e OP) e nel curarne l’orientamento. Il corso delle cose è catastrofico e la borghesia imperialista non è in grado di fare che questo o peggio. I contrasti nei vertici della RP sono acuti e diventeranno ancora più acuti (gli anni che sono seguiti all’iniziativa di Landini & C, dal 2010 a oggi, lo confermano). I centri sia sindacali sia della sinistra borghese (quell’insieme che nella letteratura del (n)PCI chiamiamo “seconda gamba”) che a livello nazionale hanno ancora prestigio, seguito e influenza tra le masse popolari (è una eredità della storia, fa parte della situazione concreta e da essa, finché non l’ha cambiata, nessun marxista, nessun materialista dialettico prescinde nel decidere la sua attività), non possono che oscillare scompostamente e sempre più  furiosamente e disperatamente tra destra e sinistra, quindi certo da sinistra a destra ma anche da destra a sinistra (solo gli opportunisti vedono sempre e solo nero!). Quindi situazioni del genere di quella che si è presentata tra il 2010 e il 2011 si presenteranno ancora. Ci possiamo e quindi dobbiamo contare: è nel metterci in condizioni di sfruttarle a vantaggio della costituzione del GBP che promuoviamo la rinascita del movimento comunista.

2. Dopo il “licenziamento” di Bellavita da parte della segreteria FIOM, Marco Rizzo, un ex dirigente del PRC, uno di quelli che dopo il 2008 (e va a suo onore!) ha gettato apertamente alle ortiche la bandiera di Bertinotti (“prima ondata della rivoluzione proletaria = errori e orrori”), ha fatto una dichiarazione molto istruttiva. Rizzo ha preso la direzione di uno dei frammenti del PRC in nome della ricostituzione di un partito (che ha chiamato Partito Comunista) simile per i principi che proclama e per i legami storici che professa alla sinistra del vecchio PCI (quanto alla realtà, essa invece è quella di oggi e neanche con tutta la sua buona volontà Rizzo può farla essere quella in cui si trovava la sinistra del vecchio PCI negli anni successivi alla vittoria della Resistenza). Riportiamo da il manifestino 12 aprile 2016:

Marco Rizzo, Segretario del Partito Comunista: Si chiude oggi, con una pagina vergognosa, la storia gloriosa della FIOM. Con un atto dispotico, arrogante ed inaccettabile da ogni punto di vista la Segreteria nazionale della FIOM ha licenziato il compagno Sergio Bellavita, autorevole dirigente del movimento operaio italiano che sta conducendo una forte e coerente battaglia di opposizione alla FIOM e alla CGIL. Evidentemente gli viene imputato (da parte di un gruppo screditato di sindacalisti che non servono più ai lavoratori ma solo a se stessi) l’essere stato e continuare ad essere a fianco delle lotte più significative e dei conflitti ai più alti livelli espressi in questi anni dagli operai metalmeccanici.

Diventa oggi assolutamente incompatibile per i comunisti la militanza in un’organizzazione che fa accordi con Marchionne e con gli altri sindacati concertativi e caccia i dirigenti operai. Ogni altro atto di semplice e ipocrita solidarietà appare oggi non solo insufficiente, ma assolutamente deleterio. Si tratta infatti di avviare da subito e finalmente la costruzione del Sindacato di Classe in Italia, ribadendo il no assoluto all’accordo del 10 Gennaio ed alle piattaforme subalterne e catastrofiche portate avanti dai sindacati concertativi e filo-padronali.

 

Se prendiamo sul serio queste parole di Rizzo, questa dichiarazione significa che a parere di Rizzo finora i comunisti sono stati nella FIOM per la linea che la FIOM ha seguito e ora dovrebbero uscirne stante la linea che ora segue. Noi invece riteniamo che i comunisti che sono stati nella FIOM vi sono stati, nonostante la linea che la FIOM seguiva, perché i comunisti stanno dove stanno le masse per guidarle a trasformarsi fino a prendere il potere. Per questo oggi in Italia vi sono comunisti in vari sindacati, nonostante la linea che il singolo sindacato segue. Chiediamo a Rizzo e ai compagni dello stesso orientamento: perché la linea che la FIOM ha seguito fino al “licenziamento” di Bellavita meritava la vostra militanza in FIOM?

3. Alla sinistra dei sindacati di regime e alternativi (conflittuali, di base, ecc.) noi diciamo:

La situazione che la Repubblica Pontificia impone alle masse popolari peggiora senza tregua: disoccupazione, precarietà, guerra, persecuzione criminale degli immigrati, eliminazione di diritti e conquiste, disastri provocati dall’incuria e dalla ricerca del profitto, devastazione delle città e del territorio, abbrutimento in ogni campo. Questo corso delle cose ha due aspetti: sofferenze maggiori sono inflitte alle masse popolari, ma si diffonde tra esse l’insofferenza per il corso delle cose. Questa insofferenza diventerà rivolta e rivolta efficace e vittoriosa tanto più rapidamente quanto più giusti sono l’orientamento e la direzione su cui possono contare. Il problema che voi dovete risolvere non è trasformare la destra che dirige i sindacati di regime, ma dare una direzione e un orientamento giusti al malcontento e alla rivolta che si sviluppano tra i lavoratori. Smettete di fare da contorno alla destra, di fare, per dirla con l’espressione di un tempo, “l’opposizione di Sua Maestà”, di abbellire le istituzioni che la destra dirige. Avete paura che la destra vi espella? Se voi siete alla testa delle masse popolari, la destra che dirige i sindacati ha bisogno di voi perché senza le masse popolari non è nulla. Il problema che dovete risolvere è dare un orientamento e una direzione all’insofferenza delle masse popolari, infondere fiducia, promuovere organizzazione, elevare l’insofferenza a rivolta, la rivolta a conquista della direzione del paese. A questo servono l’autorità, il seguito e l’influenza che ancora avete presso le masse popolari. Se non seguite questa strada, restate e sempre più sarete lo zimbello della destra!

 

Osare sognare, osare pensare, osare vedere oltre l’orizzonte della società borghese!

Impadronirsi della scienza delle attività con cui gli uomini fanno la loro storia, svilupparla e usarla per instaurare il socialismo!

 


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Appendice

 

Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)

Via Tanaro, 7 - 20128 Milano - Tel/Fax 02.26306454

e-mail: carc@riseup.net – sito: www.carc.it

 

Ai partecipanti all'Assemblea del Sindacato è un'Altra Cosa del 12 maggio a Roma

A quanti hanno preso posizione a sostegno dei delegati "incompatibili" e contro il "licenziamento" di Bellavita

A quanti si oppongono alla piega presa dalla FIOM nella trattativa per il rinnovo del CCNL

 

Dieci, cento, mille coordinamenti operai e popolari come quello dei lavoratori FCA Centro-sud!

Respingere la controffensiva della destra sindacale, rilanciare su scala più ampia l'offensiva degli operai avanzati e dei delegati combattivi!

 

La prossima assemblea nazionale del Sindacato è un'Altra Cosa - SAC trae spunto dalla dichiarazione (Collegio Statutario Nazionale della CGIL, 2 marzo) di "incompatibilità" della partecipazione al Coordinamento dei lavoratori FCA del Centro-sud con l'appartenenza alla FIOM-CGIL e dal "licenziamento" (Segreteria Nazionale FIOM, 7 aprile) da funzionario della FIOM-CGIL di Sergio Bellavita, portavoce nazionale del SAC. Ma da dove vengono la dichiarazione di "incompatibilità" e il "licenziamento"? Per affrontare con successo la lotta contro questi due provvedimenti della destra FIOM e CGIL, dobbiamo anzitutto capire la loro causa e il loro significato, il contesto in cui la destra sindacale ha preso queste due misure.

Ricostruiamo la storia, gli antecedenti delle due misure.

Il 2 marzo il CSN della CGIL ha deliberato l'incompatibilità, ma solo a maggioranza e la sua decisione è diventata un altro terreno di scontro. Fabrizio Burattini, membro della presidenza del CSN ed esponente del SAC, il 3 marzo ha preso pubblicamente posizione contro la decisione con un comunicato pubblico./p>

Le ostilità aperte contro i "delegati incompatibili" hanno accresciuto la notorietà del Coordinamento e dei suoi esponenti./p>

Da numerose fabbriche in tutto il paese si sono levate prese di posizione in solidarietà con gli esponenti del Coordinamento FCA e all'insegna della parola d'ordine "siamo tutti incompatibili".

Il direttivo FIOM della Basilicata, riunitosi per rendere operativa la decisione del CSN, si è concluso con un nulla di fatto (tra i delegati minacciati dalla decisione vi sono anche alcuni di quelli licenziati dalla FIAT nel 2010) e a quel punto è stata annullata la convocazione dei direttivi del Molise e dell'Abruzzo.

Gli appelli lanciati dal SAC in solidarietà con i delegati sanzionati sono stati firmati da numerosi iscritti e dirigenti CGIL, da ex dirigenti sindacali (Giorgio Cremaschi, Dino Greco, Fulvio Perini), da esponenti politici (Franco Turigliatto, Marco Ferrando, Eleonora Forenza, Nicoletta Dosio, Franco Russo, ecc.), da docenti universitari (Rivera, Vertova, Sacchetto, Bellofiore, ecc.) e giornalisti (Checchino Antonini, Carlo Formenti, Fausto Pellegrini, Fabio Sebastiani, ecc.).

A questo punto Landini ha aperto il fronte contro il SAC con la revoca del distacco sindacale a Bellavita, con il risultato che le proteste contro la persecuzione degli operai e delegati FCA "incompatibili" e contro il "licenziamento" di Bellavita si sono moltiplicate.

In sintesi: di fronte all'offensiva lanciata dagli operai e delegati FCA di Melfi, Termoli, Val di Sangro-Chieti e Cassino, la destra FIOM ha accusato il colpo, ha provato a rimuovere il problema rappresentato dai "delegati incompatibili" lanciando una controffensiva, ma si è trovata impotente a svilupparla perché ha incontrato una resistenza di cui non è riuscita a venire a capo. Al contrario la sua controffensiva ha accresciuto a livello nazionale la notorietà e il prestigio del Coordinamento e dei suoi esponenti e ha coagulato intorno al SAC quanti si oppongono alla linea filopadronale con cui la direzione della FIOM sta conducendo la trattativa per il rinnovo del CCNL. Anche il successo dello sciopero del 20 aprile è un'arma a doppio taglio: la destra FIOM non può addebitare "al soporifero paese" il suo cedimento a Federmeccanica e a Marchionne.

 

Come sfruttare le condizioni nuove e più favorevoli per rafforzare ed estendere l'offensiva degli operai avanzati e dei delegati combattivi: questo deve essere l'oggetto dell'Assemblea del SAC.

Il sostegno più efficace agli operai e delegati FCA "incompatibili" e al "licenziato" Bellavita non è invocare pietà o giustizia, democrazia e Costituzione, contrattare con Camusso o Landini, cambiare sindacato o fondarne un altro, restare nella CGIL o andarsene: tutti i sindacati, sia quelli di regime sia quelli conflittuali, sono in crisi e lo saranno sempre di più finché non andranno oltre il terreno rivendicativo e si impegneranno nella trasformazione dell'ordinamento politico ed economico del paese. Anche i sindacati conflittuali se si ostinano a restare sul terreno rivendicativo, finiscono per accettare le condizioni imposte dai padroni e omologate dai sindacati gialli (vedi la firma apposta da Confederazione Cobas e da USB al Testo Unico sulla Rappresentanza del 10 gennaio 2011). E la sinistra dei sindacati di regime che non si mette alla testa della rivolta delle masse popolari e non la promuove, che si limita a  denunciare le malefatte della Camusso e dei suoi soci, in definitiva fa un servizio alla destra perché rende meno repellenti alle masse popolari le organizzazioni sindacali che la destra dirige.

La via giusta è rilanciare su grande scala l'offensiva contro il progetto di Marchionne, di Renzi e di tutta la borghesia, farne una campagna per promuovere la mobilitazione degli operai e degli altri lavoratori a organizzarsi in tutto il paese. Questo non solo liquida la controffensiva di Landini e della destra FIOM e CGIL, ma impedisce l'accordo sciagurato della FIOM con Federmeccanica e crea le condizioni per costituire un governo d'emergenza delle masse popolari organizzate e per farlo ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia.

Il successo dell'offensiva lanciata dagli operai e delegati FCA insegna a tutti che non occorre essere in tanti per iniziare: il fattore decisivo è se la strada presa è nell'ordine delle cose, cioè sintetizza e dà prospettiva alle esigenze e alle aspirazioni che muovono gli operai, i lavoratori e in generale le masse popolari.

Raccogliere da subito con incontri locali e un convegno nazionale gli operai che si sono già schierati; creare dieci, cento, mille coordinamenti operai e popolari come quello dei lavoratori FCA del Centro-sud; rendere impossibile a Marchionne e Renzi continuare a governare; costituire un governo d'emergenza delle masse popolari organizzate: questa deve essere la linea indicata e perseguita da tutta la sinistra del movimento sindacale, dei sindacati di regime e dei sindacati conflittuali, la linea di tutti gli operai avanzati. Questa è la linea di salvezza per il nostro paese e di solidarietà con le masse popolari del resto del mondo. Questa è la linea che noi comunisti del Partito dei CARC proponiamo all'Assemblea nazionale del SAC, che promuoveremo e appoggeremo con tutte le forze nostre e di chi continuerà la lotta. Siamo sicuri che non saremo soli!

 

 

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Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste nell’usare TOR [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html].

 

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