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(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Comunicato CC 38/2013 - 7 ottobre 2013

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Che le mobilitazioni di questo autunno contribuiscano alla costituzione di un governo d’emergenza delle masse popolari organizzate, il Governo di Blocco Popolare!
No alla parola d’ordine lanciata dal CAU di Napoli: mettere le questioni del lavoro e dei diritti al centro dell’agenda dei governi emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia!

 

Nel mese di ottobre se non tutto gran parte di quello che nelle masse popolari del nostro paese (cioè in quella parte della popolazione che per aver di che vivere deve lavorare) vi è di già attivo sul terreno politico o sindacale, di già cosciente e almeno in qualche misura organizzato, sarà in movimento. I sindacati di base e alternativi, la sinistra dei sindacati di regime in particolare la FIOM, gli esponenti della sinistra borghese (cioè degli intellettuali e degli uomini politici che denunciano il corso attuale delle cose benché con i loro progetti e le loro proposte non escano dagli orizzonti del capitalismo), gran parte degli organismi che promuovono lotte, proteste e rivendicazioni per il lavoro, la casa, la difesa del territorio e dell’ambiente, l’acqua, i beni comuni, la salute, l’istruzione, i diritti, la democrazia, la dignità e il reddito, la solidarietà con i popoli oppressi dall’imperialismo, hanno chiamato alla mobilitazione per cambiare il corso delle cose. Non vogliamo continuare come ora, il cammino su cui le classi dominanti ci hanno spinto porta a una catastrofe più grande. Se continuiamo su questa strada l’ecatombe di centinaia di uomini, donne e bambini del 3 ottobre nel mare di Lampedusa diventerà un episodio tra tanti: chi ancora si ricorda del Kater i Rades carico di migranti affondato nel Canale d’Otranto dalla Marina Militare Italiana il 28 marzo 1997 su ordine di Giorgio Napolitano, allora Ministro degli Interni del governo Prodi?

Cambiare il corso delle cose è del tutto possibile. Le masse popolari organizzate lo possono fare. Ci sono nel nostro paese le condizioni e i mezzi per far fronte alle imposizioni dei vertici della Repubblica Pontificia (RP) e della Comunità Internazionale (CI) dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti e del governo Letta-Napolitano-Berlusconi loro espressione. L’unica cosa che manca è una direzione autorevole che unifichi secondo una linea giusta gli sforzi delle masse popolari organizzate.

Il successo delle mobilitazioni di ottobre sarà la misura dell’autorità, del prestigio e del seguito che i loro promotori hanno tra le masse popolari. Ma quanto maggiore sarà il successo delle mobilitazioni d’ottobre, tanto maggiore la responsabilità dei loro promotori. Non vengano a dirci che la masse popolari non si mobilitano. Certo la demoralizzazione e l’indignazione verso i promotori se alle mobilitazioni d’ottobre non seguirà un cambiamento di rotta nella vita del nostro paese, saranno tanto maggiori quanto maggiore sarà stato il successo della mobilitazione. Proprio per questo tutti i gruppi promotori devono riflettere bene sulla linea che propongono, sulla linea che seguono.

Noi abbiamo letto con costernazione l’appello con cui il CAU ha convocato l’Assemblea Pubblica di mercoledì 9 ottobre al Palazzo Giusso di Napoli in preparazione della Manifestazione Nazionale del 19 ottobre a Roma. L’appello inizia in modo chiaro: “Perché scenderemo in piazza il 19 ottobre? Per iniziare un percorso faticoso e lungo, ma necessario. Per provare a rimettere al centro le questioni del lavoro e dei diritti ad esso connessi, ormai depennate dall’agenda politica dei governi, della maggior parte delle organizzazioni politiche e – paradossalmente – anche sindacali, in nome dei sacrifici “necessari a salvare il nostro Paese” e dell’unità nazionale.” Tradotto in chiaro, questo  significa che l’obiettivo della mobilitazione dovrebbe essere mettere (provare a mettere!) le questioni del lavoro e dei diritti ad esso connessi al centro dell’agenda del governo Letta-Napolitano-Berlusconi e quindi dei sui mandanti, i vertici della RP e la CI e dei loro fiancheggiatori: i partiti e gruppi del teatrino politico della RP e i sindacati di regime (CISL, UIL, CGIL).

Ma ancora non è chiaro che questi sono quelli che impongono l’attuale corso della cose, i responsabili e autori del massacro sociale, i titolari dell’occupazione militare della Val di Susa e della repressione, i complici degli imperialisti USA che hanno coperto il nostro paese di basi militari, dal MUOS di Niscemi a Vicenza, quelli che hanno già cosparso il nostro paese di fabbriche abbandonate: dall’Irisbus di Flumeri alla FIAT di Termini Imerese, alle mille fabbriche del Nord? Non è dell’agenda dei nemici del popolo italiano che dobbiamo occuparci, ma di cacciarli, di rendere impossibile a loro di governare il paese. Essi né vogliono, né possono occuparsi della rinascita del nostro paese. Dobbiamo solo cacciarli. Essi sono i servi della CI e gli esecutori dei suoi ordini, incaricati di spremere denaro al nostro paese per pagare gli interessi e le rate dei crediti che le istituzioni e i caporioni della CI vantano nei confronti del nostro paese.

Cosa fare per cacciarli? Mobilitare tutte le Organizzazioni Operaie (OO) e Popolari (OP) per rendere ingovernabile il paese da quei vertici, moltiplicare il numero delle OO e OP, rafforzarle perché prendano in mano da subito capillarmente la situazione e prendano le iniziative necessarie per mantenere aperte le aziende che i padroni vogliono chiudere, riaprire quelle che hanno già chiuso, costituire gruppi di lavoratori che compiano i lavori necessari alle masse popolari (manutenzione degli edifici e delle infrastrutture, salvaguardia del territorio, messa in sicurezza delle scuole, assistenza agli anziani, ecc.), costringere le banche a fare tutti i crediti necessari per pagare i lavori fatti. Ma soprattutto coordinarsi tra loro a livello locale e nazionale per costituire, con persone che godono della fiducia delle masse popolari organizzate, un governo d’emergenza e costringere i vertici della RP a riconoscerlo come unico vero governo del paese rifiutando obbedienza, imposte e tasse a ogni altro governo.

Un governo sostenuto dalle OO e OP che indicheranno caso per caso i provvedimenti a cui il governo deve dare forza e forma di legge, avrà una forza enorme. Potrà far fronte con successo alle manovre e aggressioni della CI e ai boicottaggi e sabotaggi dei vertici della RP, i complici italiani della CI.

Non dobbiamo presentare rivendicazioni ai vertici della RP e al suo governo, non dobbiamo mettere i nostri diritti al centro della loro agenda, compagni! Questo è il vecchio vizio che ci trasciniamo dietro da decenni, il vizio dell’economicismo contro cui il movimento comunista ha combattuto lungo tutta la sua storia: sono nei periodi e nei paesi in cui è venuto a capo di questo vizio è riuscito a vincere o almeno ad avanzare.

Quanto ai personaggi e organismi che promuovono le mobilitazioni di ottobre, sia quella del 12 che quelle del 18 e 19 ottobre e le altre, essi hanno una grande responsabilità. Quanto maggiore sarà il seguito che le masse popolari daranno al loro appello, tanto più saranno giudicati per il seguito che sapranno dare al successo delle mobilitazioni che hanno promosso. Noi comunisti contribuiremo con tutte le nostre forze al successo delle mobilitazioni, ma contribuiremo con tutte le nostre forze anche alla valutazione dei risultati, al bilancio di quello che ne seguirà.

Noi riconosciamo che oggi il seguito e il prestigio del nostro Partito non è sufficiente perché esso chiami direttamente gli operai e le masse popolari a organizzarsi e a mobilitarsi su grande scala. Noi riconosciamo il prestigio e il seguito che la storia sciagurata che abbiamo alle spalle ha conferito a personaggi e organismi della sinistra borghese. Ma siamo anche consapevoli che le masse popolari li giudicheranno per i risultati della loro opera.

Mobilitare tutte le forze per il successo delle mobilitazioni d’ottobre!
Portare e spiegare in ogni iniziativa la parola d’ordine: Governo di Blocco Popolare!
Moltiplicare il numero delle Organizzazioni Operaie e Popolari!
Costituire ovunque Comitati di Partito clandestini!

  


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