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Sollevazione popolare e colpo di Stato militare in Egitto

Sono le masse popolari che fanno la storia!

Comunicato CC - 24 giugno 2013

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Comunicato CC 29/2013 - 9 luglio 2013

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Prova d’appello per Beppe Grillo e il M5S

Cosa diventeranno Beppe Grillo e il M5S?

Il materialismo dialettico ci insegna che ogni cosa è quello che è e anche quello che non è ma ha in sé i presupposti per diventare e, in determinate condizioni, lo diventerà. Un uovo fecondato se covato diventerà un pulcino. Un sasso per quanto covato non diventerà un pulcino. Ma un uovo fecondato è tante altre cose ancora: ingrediente per frittata, oggetto da gettare in faccia a Letta, a Napolitano o a Berlusconi, modello per natura morta, ... e altro ancora. E questo vale ancora di più per un uomo e per un organismo.

Cosa è un fatto, la sua effettiva natura, è il contesto che lo decide. Una spinta è pur sempre una spinta, ma può essere il gesto con cui salvate una persona che sta per essere investita o il gesto con cui uccidete una persona che è sul ciglio di un burrone.

 

Dunque infine Grillo sarà ricevuto da Napolitano, dal regista del colpo di Stato di primavera che ha impedito il funzionamento del nuovo Parlamento dopo la vittoria elettorale di Grillo e del M5S in febbraio e in aprile ha partorito il già moribondo governo Letta-Napolitano-Berlusconi, che solo l’accanimento terapeutico dell’ala europeista dei vertici della Repubblica Pontificia e l’interesse di Berlusconi tengono ancora in vita, mentre “il pilota automatico” di Mario Draghi riduce ancora più il nostro paese a un cumulo di macerie.

Ovviamente noi non sappiamo cosa Grillo dirà a Napolitano. Ci è chiaro invece dove Napolitano cercherà di portare Grillo sulla scia del colpo di Stato che Grillo ha ingoiato il 20 aprile. Conosciamo bene la situazione. Napolitano farà a Grillo proposte allettanti a condizione che integri il M5S nel teatrino della politica della RP: che sarebbe da parte del M5S la rinuncia al ruolo storico che può svolgere e al suo impegno con i suoi elettori.

 

La situazione in cui si trova il nostro paese è semplice e chiari sono i termini dello scontro tra le masse popolari e i vertici della RP intrecciati con la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti di cui sono parte importante principalmente grazie al ruolo internazionale che svolge la Corte Pontificia.

Un individuo non ha la forza e neanche un partito ha la forza per far fronte da solo ai vertici della Repubblica Pontificia e alla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti, di cui i vertici della Repubblica Pontificia sono parte integrante e la Corte Pontificia una delle colonne portanti. È possibile far ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia il Governo di Blocco Popolare, è possibile far fronte alla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti, ma solo la marea montante di OO e OP può fare questa e l’altra cosa. Chi si propone questo obiettivo, deve far montare la marea delle OO e OP.

Bando alle illusioni che un governo (o un’opposizione) senza la mobilitazione delle masse popolari organizzate a cambiare la propria condizione (il sistema di relazioni sociali in cui svolgono la loro vita), abbia la capacità e la forza necessarie per cambiare una società ricca di relazioni e di risorse come l’attuale società dei paesi imperialisti.

Solo le masse popolari organizzate possono arrestare il corso disastroso delle cose che la borghesia e il clero hanno impresso al nostro paese, agli altri paesi imperialisti e ai paesi oppressi dal sistema imperialista mondiale, all’intera umanità. Le masse popolari organizzate sono in grado di far sorgere dalle macerie del mondo attuale un nuovo mondo  di progresso e di benessere instaurando il socialismo.

Il primo paese imperialista che romperà le catene del sistema imperialista mondiale aprirà la strada e mostrerà la via anche alle masse popolari degli altri paesi e si gioverà del loro appoggio e della loro rivolta.

 

Quindi sappiamo che cosa Beppe Grillo e il M5S devono fare in questi giorni. Non tra qualche mese, in autunno, per rispondere, allora sulla difensiva, all’iniziativa della banda Berlusconi o di altri. Ma in questi giorni, di loro iniziativa, partendo subito all’attacco contro i vertici della Repubblica Pontificia: per tener fede ai propositi con cui hanno vinto le elezioni di febbraio, per corrispondere ai motivi reali del loro successo elettorale, per rafforzare la compagine (eterogenea su molte cose ma unita dall’indignazione contro la putrefazione della RP e dalla protesta contro gli effetti della crisi del capitalismo) dei loro elettori e dei milioni di altri elettori delle masse popolari che non hanno votato per il M5S ma hanno espresso in altre forme la stessa indignazione e la stessa protesta, per fare diventare questa compagine eterogenea un fattore politico costruttivo del futuro del nostro paese.

 

Beppe Grillo e il M5S devono costituire subito un Governo di Salvezza Nazionale e dare subito il via a livello locale alla costituzione di Comitati di Salvezza Nazionale.

 

Il GSN non sarebbe il Governo di Blocco Popolare. Il GBP sarà il governo d’emergenza delle masse popolari organizzate (OO e OP). Nascerà per decisione delle OO e OP che lo faranno ingoiare ai vertici della RP come rimedio (provvisorio nella convinzione e speranza di questi) all’ingovernabilità del paese prodotta dalla disobbedienza e ribellione delle masse popolari organizzate a ogni governo emanazione dei vertici della RP. La forza del GBP starà principalmente nelle OO e OP che lo costituiranno, indirizzeranno la sua attività indicando caso per caso i provvedimenti appropriati, lo appoggeranno e lo difenderanno contro la reazione interna e internazionale.

Invece il GSN nasce oggi per decisione non delle OO e OP ma di quelli che lo compongono e ha il compito di dare vigore e slancio alla mobilitazione delle masse popolari contro la putrefazione della RP e gli effetti della crisi del capitalismo (quindi tener fede al mandato che a febbraio gli elettori hanno conferito a Grillo e al M5S, adempierlo nel modo che il colpo di Stato ha dimostrato essere l’unico praticabile), di moltiplicare il numero delle OO e OP, di estendere e rafforzare la loro iniziativa a prendere direttamente in mano la vita economica e sociale del paese che i vertici della RP hanno ridotto a un cumulo di macerie, di far emergere con forza nelle OO e OP la determinazione a costituire un proprio governo d’emergenza, il GBP e a farlo ingoiare ai vertici della RP.

Il GSN si distingue dal GBP perché si fonda principalmente sulla volontà delle organizzazioni e delle persone che lo costituiscono. Esse ripongono la sorte dell’impresa che esse decidono, nel prestigio e seguito di cui godono, nella bontà del loro obiettivo e nella corrispondenza di questo con le necessità oggettive impellenti delle masse popolari.

 

Dalla posizione che attualmente già occupano, Grillo e il M5S sono in condizione di costituire subito anche da soli un efficace Governo di Salvezza Nazionale e Comitati di Salvezza Nazionale a livello locale. Ma è insito nella natura dell’impresa in cui si gettano che devono fare appello anche alla parte più avanzata e responsabile dei dirigenti dei sindacati di base e alternativi e della sinistra dei sindacati di regime; agli esponenti democratici della società civile, delle professioni liberali, delle Università e della stessa Amministrazione Pubblica, delle Forze Armate, della stessa borghesia industriale e del clero; ai sindaci e consiglieri delle amministrazioni locali decisi a rompere con i vertici della Repubblica Pontificia; ai portavoce della sinistra borghese non accecati dall’anticomunismo e dal legalitarismo. La risposta che ognuno di questi darà oggi a un simile appello di Beppe Grillo e del M5S sarà anche la verifica della sua attitudine a far parte del GSN oggi e del GBP domani. La pratica delle settimane scorse ha mostrato sia l’inconcludenza dell’azione principalmente parlamentare sia la propensione di una parte degli altri parlamentari e di altri organismi fuori  dal Parlamento ad aderire alle iniziative del M5S. Se Grillo e M5S procederanno con decisione alla costituzione del GSN e dei CSN, molti altri si accoderanno e via via daranno il meglio di sé.

Un GSN così costituito non è ancora il governo effettivo del paese in senso pieno, ma è quello di cui le masse popolari hanno oggi bisogno per arrivare a costituire in tempi ragionevoli il governo effettivo del paese in senso pieno, il GBP.

Per il solo fatto della sua costituzione, per la sua dichiarazione di guerra senza tregua e senza conciliazione possibile al governo illegittimo e illegale Letta-Napolitano-Berlusconi, con la sua esistenza, con la sua propaganda e le relazioni che svilupperà, per le adesioni che raccoglierà, per gli effetti che la sua costituzione, la sua esistenza e la sua attività provocheranno nel campo nemico, un simile Governo di Salvezza Nazionale darà un impulso potente alla moltiplicazione delle OO e OP, all’elevamento del loro orientamento politico e allo sviluppo della loro iniziativa: quindi alla costituzione del GBP.

La costituzione del GSN è la prova d’appello per Beppe Grillo e il M5S.

Per un’illustrazione più argomentata della situazione politica, riportiamo in appendice a questo Comunicato l’articolo La situazione politica e i nostri compiti pubblicato sul n. 44 di La Voce del (nuovo)Partito comunista italiano che è appena uscito.

Noi comunisti e ogni lavoratore cosciente dobbiamo favorire con vigore e iniziativa questo sviluppo delle cose.

Avanti con forza e coraggio!

Il potere dei vertici della Repubblica Pontificia è fragile, vacilla. Anche la loro capacità di reprimere è compromessa!

La Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti arranca. In nessun paese riesce a instaurare stabilmente un ordine compatibile con i suoi interessi. Ammassa insensatamente denaro e armi e moltiplica operazioni e strumenti di spionaggio e controllo che le scoppiano tra le mani.

Non è principalmente la loro forza che frena l’azione delle masse popolari. È principalmente la mancanza di organizzazione, di un orientamento e un obiettivo giusti, di una direzione autorevole. È quello che dobbiamo costruire! Lo possiamo fare! Dipende da noi! Ogni persona di buona volontà può dare il suo contributo a quest’opera!

 

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Appendice

dal n. 44 di La Voce del (nuovo)Partito comunista italiano (luglio 2013)

La situazione politica e i nostri compiti

Le elezioni politiche del 24 e 25 febbraio hanno creato una situazione più favorevole per l’attuazione del piano di lavoro del Partito, mirato alla costituzione del Governo di Blocco Popolare (GBP) e alla marcia verso l’instaurazione del socialismo.

Esse hanno confermato su grande scala che l’egemonia dei vertici della Repubblica Pontificia (RP) sulle masse popolari italiane è in caduta libera. Quindi essa può cadere ancora di più. Dobbiamo favorire questo processo e farlo servire alla nostra opera.

Tutti i gruppi che nel passato hanno collaborato con i governi Prodi, con i governi Berlusconi o con la giunta Monti-Napolitano alla realizzazione del “programma comune” della borghesia imperialista, hanno perso voti su grande scala. È un fatto molto importante perché l’opinione sbagliata che la borghesia e il clero nonostante crimini e crisi riescono ad abbindolare le masse popolari (“non c’è un vero movimento di lotta”, “le masse sono arretrate”, “il berlusconismo è il senso comune delle masse”, ecc.) non è solo proclamata da opportunisti incalliti a giustificazione della loro inerzia e  collaborazione, ma è diffusa anche tra compagni generosi ed onesti ed è un’opinione che ha nel campo delle masse popolari un effetto disfattista e paralizzante. Il freno all’azione delle masse popolari non è l’egemonia che la borghesia e il clero manterrebbero su di esse. È la mancanza di una direzione autorevole, di organizzazione e di un obiettivo giusto. È questo che frena, in alcuni casi e momenti fin quasi a paralizzare.

 

Un fatto quasi altrettanto importante della conferma suddetta è che una parte delle masse popolari non solo ha rotto con l’egemonia dei vertici della RP, ma ha votato la lista M5S (la lista più votata) e ha mandato in Parlamento 163 senatori e deputati eletti sulla base dell’impegno a mandare a casa tutti i gruppi che negli anni passati hanno appoggiato e attuato il “programma comune” della borghesia imperialista. Il M5S e Beppe Grillo hanno avuto il ruolo positivo di dar voce all’indignazione delle masse popolari contro la putrefazione della Repubblica Pontificia e alla protesta crescente delle masse popolari contro la crisi del capitalismo. Tuttavia chi valuta il M5S per il programma che dichiara è fuori strada. Il suo programma è inconsistente: è un assemblaggio raffazzonato di misure di buon senso, al modo di tante piattaforme rivendicative e moraleggianti di cui la sinistra borghese ci ha inondato da molti anni in qua, da quando all’inizio degli anni ‘80 del secolo scorso Enrico Berlinguer ed Eugenio Scalfari misero al centro dell’attenzione la questione morale invece della lotta di classe e dell’instaurazione del socialismo.

Il M5S aveva e ancora ha davanti a sé due strade: o farsi macinare dai vertici della RP e diventare letame per le loro manovre, o promuovere l’organizzazione delle masse popolari, la costituzione di Organizzazioni Operaie e Popolari (OO e OP) e sostenere la loro iniziativa fino alla costituzione di un loro governo d’emergenza, il GBP. A questo fine essi devono costituirsi in Governo di Salvezza Nazionale (GSN) e promuovere la costituzione a livello locale di Comitati di Salvezza Nazionale (CSN). Finora i parlamentari del M5S hanno dedicato le loro energie principalmente a misure disperate per far funzionare il Parlamento della RP. Questa strada oltre che essere contraria a ogni analisi realistica della natura della RP, porta il M5S all’impotenza e alla disgregazione. Anche per questo, per istinto di sopravvivenza, è ancora possibile che il M5S cambi strada e giochi un ruolo positivo. Quindi fargli giocare un ruolo positivo resta uno dei nostri obiettivi.

 

L’esito delle elezioni ha scompaginato il progetto di chi le aveva promosse. Il risultato è stato il colpo di Stato di aprile con la costituzione del governo Letta-Napolitano-Berlusconi.

In autunno 2011 la banda Berlusconi era arrivata a un punto morto. Berlusconi, come le organizzazioni criminali (OC) di cui è il portavoce e come la Corte Pontificia, non ha un progetto di società da realizzare. Per loro natura né le OC né la Corte Pontificia lo possono avere. Sono per loro natura organizzazioni parassitarie: vivono sfruttando la società che c’è, purché sia compatibile. E qualunque società borghese lo è. La storia di alcune centinaia di anni lo mostra e conferma: chi non “vede” il fenomeno o non ne capisce le ragioni, deve studiare meglio la natura delle cose con il materialismo dialettico.

In autunno 2011 Berlusconi era arrivato a un punto morto perché aveva in mano direttamente il governo del paese. Il governo della banda Berlusconi applicava le direttive delle istituzioni UE (ricordare Sacconi, Tremonti, ecc.) e il paese gli diventava ingovernabile. Ancora oggi gli esponenti della sinistra borghese gridano “ci sono sì lotte qua e là, ma non c'è un movimento di lotta. CGIL CISL UIL e PD per ora riescono a controllare la situazione e ad evitare che le singole lotte si colleghino” (Ross@, il treno sta partendo di Federico Rucco - Contropiano 15 giugno 2013). Ma in realtà l’ostilità delle masse popolari era tale che Berlusconi riusciva sempre meno ad adempiere a uno dei compiti essenziali di ogni governo della Repubblica Pontificia: tener sotto controllo le masse popolari il più possibile con le buone (imbrogliando, dividendo, assoldando demagoghi, ecc. ecc.) ricorrendo alla forza solo in pochi e ben calcolati casi. L’esito del referendum di giugno 2011 e delle elezioni locali parlava in modo inequivocabile. Parallelamente erano  cresciuti i contrasti (in definitiva pro e contro l’UE) nei vertici della RP (nella primavera 2013 portarono alle dimissioni di Ratzinger e all’accesso diretto di un esponente della Compagnia di Gesù al Pontificato) e i contrasti tra la borghesia imperialista USA e la borghesia imperialista tedesca che capeggia l’UE. Berlusconi è un avventuriero, non è legato a nessuna parte e a nessun programma: il suo programma è il potere e i suoi interessi corporativi. Quindi saltò sul carro americano che gli permetteva di disfarsi degli obblighi UE e dell’ostilità delle masse popolari prodotta dalle angherie imposte fino allora dal suo governo in nome dell’UE.

La risposta fu che la coalizione dei gruppi pro UE dei vertici della RP licenziarono Berlusconi e al suo posto tramite Bagnasco e la CEI (convegno di Todi 17 ottobre 2011) costituirono e insediarono la Giunta Monti-Napolitano. Bersani non venne neanche preso in considerazione perché, come hanno confermato gli eventi successivi alle elezioni di febbraio 2013, non può, non è abilitato a diventare capo del governo (forse non ha neanche il Nulla Osta NATO necessario per questo posto). Berlusconi era dato per morto, ma in realtà passo dopo passo ricompose le proprie forze approfittando dell’impopolarità crescente della Giunta Monti-Napolitano e dei contrasti crescenti tra i gruppi imperialisti americani e i gruppi imperialisti europei e in generale dell’acuirsi dei contrasti nei vertici della Repubblica Pontificia e nella Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. Quando ritenne giunto il suo momento, diede scacco matto alla Giunta Monti-Napolitano e convinse Napolitano (la collaborazione tra i due risale agli anni ’80, quando Berlusconi manovrava e foraggiava Craxi e Napolitano era il capofila della corrente dei miglioristi del PCI) a indire le elezioni di febbraio, senza neanche un dibattito parlamentare e un voto di sfiducia. Napolitano e i fautori della Giunta Monti-Napolitano accettarono di buon grado, convinti di rafforzare con le elezioni la Giunta. Successe invece un fatto probabilmente imprevisto (non solo la sinistra borghese, ma anche la borghesia imperialista valuta male lo stato delle masse popolari): sia il PD che la banda Berlusconi, per non parlare di Monti & C che incautamente si erano presentati in proprio, perdettero alla grande le elezioni che vennero vinte da Beppe Grillo e dal suo M5S. I vertici della Repubblica Pontificia dovettero ricorrere a un colpo di Stato palese: non diedero al partito che aveva vinto le elezioni l’incarico di formare il governo, bloccarono il funzionamento del nuovo Parlamento, combinarono la rielezione di Napolitano a Presidente della Repubblica e costituirono il governo Letta-Napolitano-Berlusconi sostenuto dall’intesa dei partiti che hanno perso le elezioni di febbraio e diretto nella sostanza da Berlusconi che però non ci mette la faccia: è al governo e fa anche opposizione.

 

Il colpo di Stato ha messo prematuramente alla prova il M5S e Beppe Grillo. Di fronte al colpo di Stato in un primo momento Beppe Grillo chiamò alla mobilitazione di piazza. Da notare che nessuno dei vecchi gruppi di autorevoli “oppositori” - Rete28Aprile, FIOM, USB, Federazione Cobas, CUB, ALBA, Giulietto Chiesa, il Fatto Quotidiano, Stefano Rodotà, Tonino Di Pietro, Paolo Ferrero, Luigi De Magistris, Antonio Ingroia, ecc. ecc. - quegli stessi che gridano che le masse non lottano, che le masse sono arretrate, che le masse sono berlusconiane, ecc. si associò a Grillo. Difficilmente i golpisti avrebbero retto a una grande e prolungata mobilitazione di piazza, anche perché posizioni contrarie al colpo di Stato esistevano già negli stessi vertici della Repubblica Pontificia e la mobilitazione di piazza le avrebbe rafforzate.

La polizia e i carabinieri presero invece posizione: “consigliarono” a Grillo di lasciar perdere. Certamente minacciarono di arrestarlo, forse anche di ucciderlo: cosa quest’ultima che difficilmente avrebbero attuato perché troppi erano negli stessi vertici della Repubblica Pontificia i contrari ad una esecuzione sia pure mascherata. Lo avrebbero arrestato? Forse sì, ma l’arresto avrebbe fatto la fortuna di Grillo che sarebbe ancora più diventato il portavoce dell’indignazione e della protesta popolare. La storia delle persecuzione della Carovana del (n)PCI mostra bene che gli arresti intimidatori rafforzano quelli che non si lasciano intimidire. Cosa che nei vertici della Repubblica Pontificia certamente molti sanno, per cui probabilmente l’arresto non avrebbe avuto neanche luogo. Ma Grillo ha ceduto al bluff e il 20 aprile ha fatto  marcia indietro. A quel punto i fautori del colpo di Stato hanno avuto via libera: sapevano di non aver nulla da temere dalla piazza. Anche le posizioni contrarie al colpo di Stato nei vertici della Repubblica Pontificia sono risultate indebolite dalla retromarcia di Grillo.

M5S e Beppe Grillo hanno perso la prima occasione e non hanno superato la prima prova. Ora sono all’esame di riparazione. Margini per recuperare ci sono, a livello nazionale e a livello delle Amministrazioni Locali. Ma occorre che Beppe Grillo e il M5S la finiscano con il legalitarismo e il moralismo e si decidano a giocare la partita reale, sul terreno della lotta di classe. Almeno con la stessa spregiudicatezza con cui la giocano Berlusconi e la sua banda. Stante la crisi del capitalismo la lotta di classe diventa sempre più acuta e “il vento soffia anche quando l’albero vorrebbe un po’ di quiete”.

 

Il governo Letta-Napolitano-Berlusconi è il pilota automatico UE preconizzato da Mario Draghi. È alle prese con gli stessi compiti che spettavano alla Giunta Monti-Napolitano, ma la spina è nelle mani di Berlusconi che ogni giorno assicura che non la staccherà. Questo è lo stato delle cose ai vertici della Repubblica Pontificia, nel campo della borghesia imperialista.

Quali sono i nostri compiti? Essi sono gli stessi che avevamo identificato e fissato prima delle elezioni e del colpo di Stato, con il grande vantaggio che ora però possiamo e dobbiamo giocare anche la carta Beppe Grillo e il M5S. Ai tre vivai (o serbatoi) della “seconda gamba” su cui contavamo per accelerare il movimento della costituzione del GBP, si è aggiunto il M5S. Esso ha sue proprie caratteristiche che lo distinguono dai tre vivai (serbatoi). Più le comprendiamo, più efficace sarà il nostro lavoro.

Quanto alla “prima gamba” il nostro lavoro continua ad essere quello di creare le tre più una condizioni per la costituzione del GBP. In particolare moltiplicare il numero, elevare il livello e rafforzare le OO e OP. A proposito di queste, è importante distinguere le OO e OP costituite nelle aziende capitaliste e nella Pubblica Amministrazione, dalle OO e OP costituite sul territorio, dai lavoratori precari, dai disoccupati, dalle masse popolari non aggregate in aziende. Il Comunicato CC 26 - 16 giugno 2013 diffuso in occasione dell’Assemblea di Firenze del 22 giugno (promossa come continuazione dell’Assemblea di Grottaminarda (AV) del 6 aprile e ad esecuzione dei compiti da questa decisi) illustra i compiti delle prime e delle seconde. Alle “mille iniziative di base” per creare nuovi posti di lavoro, riaprire le fabbriche chiuse, difendere e ampliare le Aziende Partecipate delle Amministrazioni Locali, costruire ACE (ALE), far valere l’imponibile di manodopera nella Pubblica Amministrazione e nelle aziende capitaliste, ecc. dedichiamo un apposito articolo in questo numero della rivista.

La chiave del successo di tutto questo nostro lavoro è la costituzione di Comitati di Partito clandestini e la maggiore assimilazione del materialismo dialettico da parte di tutto il Partito. L’opera dei CdP fecondata dal legame con tutto il partito e dall’iniziativa dispiegata da ciascuno grazie all’assimilazione del materialismo dialettico per capire e trasformare la sua realtà particolare, è garanzia del vittorioso cammino della GPR fino all’instaurazione del socialismo.