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(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Un Piano del lavoro per ogni nuova Amministrazione Locale!
Comunicato CC - 9 giugno 2011


Comunicato CC 23/11 - 15 giugno 2011

 [Scaricate il testo del comunicato in Open Office / Word / PDF] 

 

I lavoratori e le masse popolari della Grecia insegnano!

Ma non basta protestare contro la miseria imposta dai padroni, dal governo, dalle autorità e dalle istituzioni del sistema imperialista mondiale!

 

Bisogna costituire un governo d’emergenza deciso a prendere sistematicamente tutte le misure necessarie per far fronte alla situazione!

Oggi in Grecia le masse popolari sono scese nuovamente in piazza e protestano contro il governo e gli altri attori della politica borghese per le misure di miseria che vogliono imporre.

L’Unione Europea, il Fondo Monetario Internazionale, le altre istituzioni del sistema imperialista mondiale, le sue autorità, i suoi governi e le banche pretendono che i lavoratori e le masse popolari facciano nuovi sacrifici (riduzione di salari, pensioni, sussidi, ammortizzatori sociali, servizi, ecc.), accettino nuovi licenziamenti e un aumento della disoccupazione, la vendita di beni demaniali e di imprese pubbliche, la privatizzazione di servizi (trasporti, traghetti, poste e telefoni, sanità e istruzione pubblica, ecc. ecc.). Solo a questa condizione la UE, la Banca Centrale Europea, il FMI e altre istituzioni finanziarie pubbliche del sistema imperialista mondiale presteranno al governo greco alcuni miliardi di euro in modo che il governo abbia i soldi per pagare alle scadenze contrattuali interessi, rate di ammortamento e commissioni alle banche e alle istituzioni finanziarie private del sistema imperialista mondiale che detengono i titoli del Debito Pubblico greco. Il governo “socialista” greco, quindi non il governo di un qualche Berlusconi o Bossi greco, ma il governo di un Bersani o un Vendola greco, di un Prodi o di un D’Alema greco, appoggia l’Unione Europea e vuole imporre alle masse popolari greche di sottostare alle imposizioni dell’UE.

 

Contro questo le masse popolari greche sono scese già più volte in piazza!

Ad esse va tutta la nostra solidarietà!

Noi facciamo tesoro della loro esperienza!

La nostra lotta rafforzerà anche la loro lotta!

 

Perché in Grecia le proteste delle masse popolari si succedono finora senza risultati?

Perché non basta dire NO ai sacrifici. Bisogna anche dire cosa bisogna fare ed essere decisi a farlo. Bisogna annullare il Debito Pubblico, rifiutare di pagare interessi, rate e commissioni, indicare i provvedimenti da prendere per far fronte al sabotaggio, al boicottaggio, al blocco dei beni greci all’estero, al rifiuto delle normali operazioni bancarie legate al commercio e agli scambi internazionali e ad altre analoghe misure che i governi, le istituzioni finanziarie e commerciali, le banche e le altre autorità del sistema imperialista mondiale adotteranno.  Bisogna quindi soprattutto essere pronti (e dichiarare di essere pronti) a costituire un governo che adotti le misure indicate, che le imponga con l’aiuto delle masse popolari organizzate che lo appoggeranno a quella parte delle classi dominanti greche che sostengono le autorità del sistema imperialista mondiale, che stringa relazioni di solidarietà, di collaborazione e di scambio con i governi e le autorità dei paesi che anch’essi vogliono sfuggire alla morsa del sistema imperialista mondiale, che guidi l’azione delle masse popolari greche a rimettere in moto l’economia del paese e sviluppare il resto delle relazioni sociali e dei servizi.

Solo a queste condizioni la lotta delle masse popolari contro le imposizioni delle istituzioni del sistema imperialista mondiale può avere successo.

Bisogna cioè costituire un governo analogo al GBP che il nuovo Partito comunista italiano propaganda da mesi tra le masse popolari del nostro paese, incitando le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari a costituirlo.

Questa è una grande lezione anche per noi. Una lezione simile ci viene anche dalle masse popolari dell’Irlanda, del Portogallo, della Spagna che affrontano le stesse imposizioni della UE. È una grande lezione per noi che dovremo far fronte ad analoghe imposizioni della UE nei prossimi mesi.

 

Il debito pubblico è il nodo che viene al pettine anche in Italia con il nuovo Patto di Stabilità approvato a marzo in sede UE e messo a punto nella riunione della Commissione Europea a Strasburgo il 7 giugno. Lo Stato italiano dovrebbe entro il 2014 annullare il deficit di bilancio e portare il Debito Pubblico sotto il 60% del PIL.

Lo Stato italiano attualmente ha un debito pubblico di 1.800 miliardi di € (120% del PIL che è di 1.500 miliardi). La UE quindi impone che lo Stato italiano restituisca alle banche e alle istituzioni finanziarie private del sistema imperialista mondiale e ai loro clienti circa 900 miliardi di euro entro il 2014. Dove li dovrebbe prendere?

Riduzione della spesa pubblica, aumento delle imposte, vendita alla elite del sistema imperialista mondiale di beni demaniali e di imprese pubbliche (quel poco che ancora resta) e privatizzazione di servizi pubblici: queste sono le misure a cui dovrebbe ricorrere. Analogamente il governo greco dovrebbe spremere le masse popolari greche, privatizzare i servizi pubblici e vendere e svendere alla elite del sistema imperialista mondiale le imprese ancora pubbliche e perfino isole e opere d’arte. Allo Stato italiano imporranno di vendere e svendere anche i musei, le opere d’arte oggi ancora statali, le spiagge e quanto altro i ricchi gradiranno comperare.

A fronte del Debito pubblico di 1.800 miliardi di €, attualmente ogni anno lo Stato italiano versa ai ricchi, al clero e alla Chiesa Cattolica, ai finanzieri, ai banchieri e ai clienti di questi circa 100 miliardi/anno di interessi e commissioni (ogni anno 1.700 € a testa per ogni italiano, bambini compresi), pari a circa il 20% della spesa pubblica (statale).

Grazie anche a questi 100 miliardi di interessi e commissioni, lo Stato italiano attualmente ha un deficit di bilancio pari a circa il 4% del PIL, 60 miliardi di €. Già solo per annullare entro il 2014 questo deficit, dovrebbe ridurre le spese e aumentare le entrate per circa 60 miliardi di €/anno.

 

Per soddisfare le imposizione della UE e le altre esigenze del “mercato finanziario” del sistema imperialista mondiale, la Repubblica Pontificia si propone quindi di affamare, impoverire, emarginare una parte importante delle masse popolari, svendere quello che ancora resta del patrimonio pubblico e cedere ai capitalisti la gestione di servizi da cui (con bollette e tariffe) spenneranno il pubblico.

 Contro questo evento il (n)PCI chiama le masse popolari alla mobilitazione. Le misure che le autorità della Repubblica Pontificia prenderanno per soddisfare le esigenze del mercato finanziario sono della stessa gravità, ma su scala più grande delle misure che Marchionne ha preso e vuole prendere contro gli operai FIAT e che i suoi soci della Confindustria si preparano a prendere con l’appoggio non solo del PdL e della Lega Nord, ma anche del PD e del resto del teatrino della politica borghese. Le autorità pubbliche possono graduare con ammortizzatori sociali gli effetti delle misure di Marchionne attingendo alla spesa statale. Ma alla riduzione della spesa statale, all’aumento delle tasse e all’aumento delle bollette e tariffe, a queste tre operazioni combinate tra loro, non possono ovviare. Esse ricadranno per intero e in un breve periodo sulle spalle delle masse popolari e in particolare su quelle dei lavoratori e aggraveranno ulteriormente la crisi economica (disoccupazione, emarginazione e tutto quello che segue).

 

Per far fronte alle imposizioni della UE e delle altre istituzioni del sistema imperialista mondiale bisogna abolire il Debito Pubblico, tutelando solo i risparmi delle masse popolari da convertire in titoli speciali e nuovi.

Ma solo con la costituzione del GBP l’abolizione del Debito Pubblico è un provvedimento realistico, perché è per sua natura una misura tale da sconvolgere le relazioni dell’Italia con il mercato finanziario e con il resto del sistema imperialista mondiale. Quindi è un provvedimento che può essere adottato con beneficio solo da un governo deciso e capace di far fronte all’intero processo che ne deriva sul commercio internazionale e sull’intera vita economica del paese.

La lotta contro le misure di impoverimento chieste dalla UE e dalle altre istituzioni del sistema imperialista mondiale, la lotte contro la vendita e svendita dei beni pubblici e le lotte contro la dittatura BM-FMI-BCE ed Unione Europea sui rispettivi paesi, può essere efficace e vittoriosa, ma deve essere inquadrata in una lotta unica e generale per costituire un governo popolare d’emergenza, indicando le relative misure programmatiche e tessendo le relative alleanze internazionali con i governi e le organizzazioni che lottano per sottrarsi o non essere fagocitate dal sistema imperialista mondiale.

Le sei misure generali che abbiamo indicato come programma del GBP, gli obiettivi, i principi e i criteri a cui devono corrispondere i provvedimenti particolari che il GBP prenderà, su indicazione delle OO e OP e che applicherà con l’aiuto e l’intervento delle OO e OP, creano il contesto necessario per abolire il Debito Pubblico.

L’abolizione del Debito Pubblico è uno dei provvedimenti di ordine generale che il GBP dovrà necessariamente prendere. Voler soddisfare alle richieste ed esigenze del mercato finanziario, rispettando gli impegni previsti dalle regole e procedure relative al Debito Pubblico, impedirebbe ogni libertà di manovra e di azione al GBP.

Ma sarebbe sbagliato isolare la campagna per l’abolizione del Debito Pubblico dalle presmesse, dalle misure collaterali e dalle misure conseguenti, senza delle quali la campagna si riduce a nulla, come senza la costituzione del GBP a nulla si riducono le piattaforme rivendicative sindacali e affini (le politiche economiche auspicate da Landini, dalla Camusso e da altri: ognuno ci mette la sua).

Bisogna inquadrare la campagna per l’abolizione del Debito Pubblico come misura particolare del movimento perché le OO e OP costituiscano il GBP, quindi come esempio di traduzione del generale nel particolare. Il debito pubblico si può realmente abolire (e non solo usare la rivendicazione per attirare voti e deviare l’attenzione) solo con un governo d’emergenza che sappia, voglia e abbia un adeguato sostegno popolare in Italia e il sostegno a livello internazionale dei governi progressisti per gestire gli effetti dell’abolizione del Debito  Pubblico e prendere le misure collaterali che l’abolizione del Debito Pubblico richiede per dare nel complesso un risultato positivo per le masse popolari.

 

La crisi generale del capitalismo si aggrava. La borghesia e il clero cercano di salvarsi scaricandola sulle spalle delle masse popolari e lanciandosi in criminali avventure come l’aggressione alla Libia.

A tutto questo le masse popolari e in particolare la classe operaia possono porre fine, rovesciando il corso delle cose, anzitutto costituendo il Governo di Blocco Popolare.

 

In solidarietà con le masse popolari della Grecia, della Spagna, del Portogallo e dell’Irlanda, prepararsi a lanciare la campagna per l’abolizione del Debito Pubblico!

 

La costituzione del GBP rende possibile e fruttuosa l’abolizione del Debito Pubblico!

La costituzione del GBP è indispensabile per abolire il Debito Pubblico!

 

Sfruttiamo i risultati dei referendum, delle elezioni amministrative, delle lotte operaie per attuare la parola d’ordine “un lavoro utile e dignitoso per tutti”!

Dobbiamo usare la vittoria strappata in una lotta per lanciare una lotta di livello superiore!

 

Il metodo della vittoria è il metodo degli operai Fincantieri e dei resistenti anti-TAV della Val di Susa, non il metodo della ex-Bertone che i vertici della FIOM hanno imposto agli operai con la propria defezione dalla lotta che avevano lanciato appoggiando la resistenza degli operai di Pomigliano e di Mirafiori!

 

Di lotta in lotta verifichiamo se i dirigenti sono capaci di restare alla testa delle mobilitazione popolare e se meritano la fiducia delle OO e OP: formiamo, rafforziamo e selezioniamo i più generosi e capaci!

 

Un Piano del lavoro per ogni nuova Amministrazione Locale! Tradurre in misure e provvedimenti particolari e in mobilitazioni concrete la parola d’ordine “un lavoro utile e dignitoso per tutti”!

 

Non avere paura di entrare nel concreto delle cose!

Essere disposti a osare, a imparare, a correggere gli errori, a cambiare!

 

Raccogliere i risultati della campagna elettorale: promuovere la moltiplicazione e il rafforzamento delle Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari, sviluppare il lavoro operaio del Partito, costituire ovunque Comitati di Partito clandestini!