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Comitati di Partito

Comunicato CC 04/10 - 13 marzo 2010

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 Avanzare nella guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata!

 

Attaccare con metodo la banda Berlusconi e i suoi mandanti! Non farsi né impressionare né imbrogliare dalle loro sporche manovre!

 

La Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari devono lottare per un governo d’emergenza! La costituzione del Governo di Blocco Popolare è del tutto possibile!

 

Usare le elezioni regionali e il congresso della CGIL per creare condizioni più favorevoli alla costituzione di un Governo di Blocco Popolare!

 

Gli operai che resistono e protestano hanno messo la politica con i piedi per terra, hanno messo il posto di lavoro al centro della lotta politica.

Gli immigrati che si organizzano e lottano, hanno fatto delle loro condizioni di vita e di lavoro un problema di ordine pubblico.

Sono questi i due movimenti principali che, se si sviluppano ulteriormente e su scala maggiore, scuoteranno definitivamente la Repubblica Pontificia e manderanno a casa il governo della banda Berlusconi. Questo governo è il risultato dell’accordo del Vaticano con le Organizzazioni Criminali, ma ora è intrinsecamente debole perché non può far fronte alla crisi. Quindi noi comunisti dobbiamo promuovere e appoggiare quei due movimenti in ogni modo e con ogni mezzo, con la propaganda e organizzando i loro animatori.

Questi due movimenti, combinati con tutte le altre forme di resistenza delle masse popolari alla crisi economica, alle “prove di fascismo” e alla crisi ambientale, renderanno il paese definitivamente ingovernabile dalla combinazione del Vaticano con le Organizzazioni Criminali e  apriranno la strada alla costituzione di un governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare.

Dobbiamo approfittare su larga scala delle elezioni regionali e del congresso della CGIL. Sono due avvenimenti che permettono a noi comunisti di illustrare alle Organizzazioni Operaie e alle Organizzazioni Popolari e in generale agli operai avanzati e agli altri elementi avanzati delle masse popolari che per uscire dal marasma e dalla crisi in cui la Repubblica Pontificia ci ha portato, una via c’è, ma è una sola: un governo d’emergenza costituito da elementi che godono della fiducia delle OO e delle OP e che opera grazie al loro appoggio!

Contemporaneamente sono due avvenimenti che ci permettono di far emergere, influenzare e stabilire rapporti con i personaggi che oggi più godono di appoggio e seguito tra le masse popolari e che, per qualche motivo loro, devono legarsi più strettamente ai lavoratori che resistono e protestano, alle masse popolari che lottano, agli immigrati che si organizzano: essi sono i futuri esponenti del Governo di Blocco popolare.

Sono queste le due gambe necessarie per far avanzare la costituzione di un governo popolare d’emergenza. Esso è l’unica alternativa immediatamente possibile alla mobilitazione reazionaria che la banda Berlusconi promuove con le “prove di fascismo”.

Le manovre e i giochini messi in campo dalla banda Berlusconi in occasione delle elezioni regionali non sono errori: sono manovre studiate a tavolino e attuate con cura e destrezza per fomentare il caos e la confusione, buttare ulteriormente alle ortiche ogni forma di legalità e di spartizione del potere tra gli organi previsti dalla Costituzione e screditarli ancora di più, rafforzare la mobilitazione reazionaria con le prove di fascismo, far avanzare un colpo di Stato strisciante che a sua volta, se non fosse stroncato dal precipitare dell’emergenza, aprirebbe più largamente la strada alla mobilitazione reazionaria.

Bisogna rovesciare contro la banda Berlusconi questo suo losco e criminale progetto. Bisogna volgere a nostro favore, a favore della costituzione del Governo di Blocco Popolare, l’ostilità che con questo progetto la banda Berlusconi suscita anche in una parte della classe dominante e dei poteri costituzionali che sono minacciati dal suo progetto.

In ogni occasione, in particolare nelle occasioni offerte dalla campagna elettorale e dal congresso della CGIL, dobbiamo spiegare sia agli elementi avanzati delle masse popolari sia ai personaggi che a ragione o a torto godono oggi della loro fiducia, che la soluzione della crisi è una sola: essi devono e possono costituire un governo d’emergenza che traduca in provvedimenti particolari le sei misure generali.

1.       Assegnare a ogni azienda compiti produttivi (di beni o servizi) utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere chiusa).

2.       Distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi.

3.       Assegnare ad ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato).

4.       Eliminare attività e produzioni inutili e dannose per l’uomo o per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti.

5.       Avviare la riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva e al nuovo sistema di distribuzione.

6.       Stabilire relazioni di collaborazione o di scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi.

Questo governo d’emergenza costituito dagli organismi e dai personaggi che già godono di una qualche autorità presso gli operai e le masse popolari, è il Governo di Blocco Popolare (GBP).

Non è il nostro governo, ma noi comunisti dobbiamo promuovere con tutte le forze la costituzione di un simile governo. Solo chi non è convinto delle sue idee non osa fare compromessi con correnti, gruppi e individui con cui non è d’accordo al cento per cento, con cui può fare solo un pezzo di strada. Noi comunisti siamo sicuri delle nostre ragioni e delle nostre concezioni e siamo certi di poter portare la rivoluzione socialista fino in fondo. Siamo certi che l’esperienza pratica e su larga scala messa in moto dal GBP dimostrerà alle larghe masse popolari le ragioni che per ora sono patrimonio solo nostro e di piccoli gruppi, comunque non ancora sufficienti perché instaurare il socialismo sia un obiettivo immediato. Farà progredire rapidamente la rinascita del movimento comunista. Porterà alla seconda fase della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata che stiamo conducendo e che è l’unica strategia per instaurare il socialismo.

 

Nelle elezioni regionali delle prossime settimane noi comunisti e tutti gli organismi che in qualche modo seguono la strategia della guerra popolare rivoluzionaria, tutti gli organismi che lottano per instaurare il socialismo, tutti i gruppi e le persone che sono favorevoli alla instaurazione del socialismo e tutti quelli che sono favorevoli alla costituzione di un Governo di Blocco Popolare come prima forma immediata di avvicinamento all’instaurazione del socialismo, devono in ogni comune, provincia e regione associarsi alle liste più ostili alle “prove di fascismo” presenti, partecipare attivamente alla costituzione delle liste e alla campagna elettorale, dare, nella misura più capillare di cui sono capaci, indicazioni di voto per quei candidati che, per il ruolo che hanno svolto e svolgono già oggi nella resistenza e nella protesta e per le caratteristiche del seguito che hanno, costituiscono i candidati più plausibili oggi sulla piazza per costituire un Governo di Blocco Popolare, anche se ancora non si sono pronunciati a favore della costituzione di un governo d’emergenza o addirittura ancora la rifiutano. Devono partecipare attivamente ai comitati elettorali, portando però in ogni sede e in ogni circostanza la parola d’ordine della costituzione del Governo di Blocco Popolare, illustrando le sei misure necessarie per far fronte immediatamente alle conseguenze più gravi della crisi economica e ambientale, indicando l’instaurazione del socialismo come unica via d’uscita definitiva e completa dal marasma in cui la Repubblica Pontificia, la borghesia e il clero ci hanno condotto. Non devono lasciarsi fermare da nessuna obiezione dei promotori e dei candidati delle liste a cui partecipano o a cui comunque danno il loro attivo appoggio propagandistico ed elettorale.

Noi comunisti non appoggiamo i promotori, i padrini e i candidati di quelle liste perché loro lo vogliono o perché ci hanno concesso o promesso favori e posti. Li appoggiamo di nostra iniziativa, per nostra decisione autonoma, perché così conviene a noi fautori, promotori e costruttori della rivoluzione socialista, così conviene alla rivoluzione socialista che stiamo costruendo. Così facendo smaschereremo la destra e mobiliteremo ed educheremo la sinistra. Useremo le campagne elettorali per la causa della rivoluzione socialista. Faremo fare un passo avanti alla guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata con sui instaureremo il socialismo.

Nel congresso della CGIL bisogna appoggiare i sindacalisti che, anche solo per non essere travolti dalla mobilitazione reazionaria, sono indotti a legarsi più strettamente agli operai che resistono e protestano: devono diventare fautori di un governo d’emergenza, del Governo di Blocco Popolare. Perché non hanno altra alternativa. La sinistra sindacale (Rinaldini & C) ha ragione: “Ci vogliono più lotte”, perché né la borghesia né il clero fanno regali, la loro rapacità non ha limiti. La destra sindacale (Epifani & C) ha ragione: “Le lotte senza risultati non reggono”. La soluzione comune è una sola: chi di loro non accetta di fare la fine di Bertinotti e peggio, deve imboccare la strada della soluzione politica della crisi, la strada del Governo di Blocco Popolare. Messi alle strette, acquisteranno il coraggio della disperazione!

Anche una parte dei mandanti della banda Berlusconi si rassegnerà per il momento alla costituzione del Governo di Blocco popolare: ingoierà la pillola amara perché al momento non può fare altro che mettersi a preparare la rivincita.

Nessuno può governare un paese pienamente capitalista come il nostro, contro l’opposizione attiva degli operai delle aziende borghesi. È una legge universale che gli esponenti della classe dominante, dal Vaticano, alle Organizzazioni Criminali, alla Confindustria, conoscono bene. Noi dobbiamo convincere anche gli operai avanzati di questo potere di cui essi dispongono, ma che non conoscono e non usano.

Per costituire un governo d’emergenza, un Governo di Blocco Popolare, non occorrono neanche nuove elezioni, non occorre vincere nuove elezioni. Se la situazione diventerà ingovernabile per il governo della banda Berlusconi, l’attuale Parlamento voterà la fiducia a qualunque governo che dia speranza di essere capace di padroneggiare la situazione. In un paese borghese, quando la situazione diventa ingovernabile e non vi sono le condizioni per “ristabilire l’ordine” con le Forze Armate, i veri centri del potere passano la mano e si preparano a giocare e vincere la mano successiva. È già successo decine di volte nella storia dei paesi a “democrazia rappresentativa”, nei paesi borghesi, anche nel nostro. Se la resistenza e la protesta degli operai, se la lotta degli immigrati, se le mille forme di resistenza delle masse popolari renderanno ingovernabile il paese che precipita nella crisi economica, i mandanti della banda Berlusconi, dal Vaticano alle Organizzazioni Criminali, dagli imperialisti USA, ai gruppi sionisti, alla Confindustria, si rassegneranno e si prepareranno a riprendere in mano la situazione quando le cose si saranno un po’ assestate. Starà a noi allora fare in modo che le cose non vadano secondo i loro desideri e le loro previsioni: entreremo appunto in una fase più avanzata della guerra popolare rivoluzionaria. Così si svolge la guerra popolare di lunga durata in un paese come il nostro.

 

Ovunque inalberiamo le nostre parole d’ordine:

 

Nessuna azienda deve essere chiusa!

Nessun lavoratore deve essere licenziato!

Ad ogni azienda quanto occorre per funzionare!

Convertire tutte le aziende che inquinano!

A ogni adulto un lavoro dignitoso!

A ogni individuo condizioni di vita dignitose!

Basta con le guerre di aggressione!

 

Un governo di emergenza costituito e appoggiato dalle Organizzazioni Operaie e dalle Organizzazioni Popolari, formato dai personaggi che godono già della loro fiducia e ne sono in qualche misura espressione, il Governo di Blocco Popolare può assumere questi impegni.

Con queste parole d’ordine promuoviamo la costituzione del Governo di Blocco Popolare: nella campagna elettorale, nelle riunioni congressuali CGIL, in ogni lotta, iniziativa e manifestazione popolare.

 

Promuoviamo la costituzione, la moltiplicazione, il rafforzamento di Organizzazioni Operaie e di Organizzazioni Popolari e il loro coordinamento: la costituzione di Reti!

 

Reclutiamo nei Comitati di Partito clandestini i più avanzati tra gli animatori di Organizzazioni Operaie e di Organizzazioni Popolari!

 

Costituiamo clandestinamente in ogni azienda, in ogni zona e in ogni organizzazione di massa un Comitato di Partito!