Indice dei comunicati, indice del La Voce n. 10

Commissione Preparatoria

del congresso di fondazione del

(nuovo)Partito comunista italiano

 

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Partecipare all’attuazione del piano in due punti per costituire il partito comunista proposto dalla CP:

1. elaborare il Manifesto Programma del partito a partire dal Progetto pubblicato dalla Segreteria Nazionale dei CARC nel 1998;

2. costituire Comitati di Partito clandestini provvisori che invieranno i loro delegati al congresso di fondazione che approverà il Manifesto Programma e lo Statuto del partito ed eleggerà il Comitato Centrale che a sua volta ristrutturerà dall’alto in basso i Comitati di Partito.

21 marzo 02

Comunicato

 

Battere la sporca manovra imbastita dal governo e dai sindacati di regime sull’attentato di Bologna.

Continuare ed estendere la campagna di mobilitazioni e di agitazioni nelle aziende e nelle piazze.

Unire tutte le classi delle masse popolari contro il governo della rapina e della guerra, del razzismo e della mafia, del clericalismo e del fascismo.

Difendere ed estendere la giusta causa a tutti i lavoratori.

Difendere le liquidazioni e le pensioni.

Aumentare le tasse ai ricchi e ridurre le imposte dirette e indirette a carico dei lavoratori.

Difendere e migliorare i servizi pubblici per le masse popolari.

 

Chiunque siano gli autori dell’attentato che il 19 marzo ha impedito al professor Marco Biagi di continuare lo sporco e ben remunerato lavoro che svolgeva per i capitalisti contro i lavoratori italiani, è un fatto sicuro che la borghesia imperialista di destra e di sinistra, il polo della libertà (per i padroni) e il centro-sinistra, il governo Berlusconi e i sindacalisti del regime (la parte più potente dell’aristocrazia operaia) cercano di sfruttare su grande scala l’attentato di Bologna per gettare le basi di una nuova intesa contro i lavoratori. In nome della solidarietà nazionale e della comune “lotta contro il terrorismo” cercano di soffocare la protesta che monta in tutte le classi delle masse popolari contro l’opera della banda di mafiosi, razzisti, fascisti, clericali, speculatori e avventurieri che Berlusconi ha riunito attorno alla sua persona e a cui la borghesia imperialista ha affidato il governo del paese. Essi cercano di tirarsi fuori dalla trappola dello scontro in cui si sono cacciati: Berlusconi per dare alla borghesia imperialista la libertà di sfruttamento che essa reclama contro i lavoratori e i sindacalisti di regime per mantenere il seguito e il consenso che ancora riscuotono tra i lavoratori e che è il “patrimonio” in nome del quale reclamano la loro parte del bottino estorto ai lavoratori. Essi cercano di usare l’attentato di Bologna per liquidare lo scontro a cui sono arrivati sulle misure antipopolari del governo, come hanno usato gli attentati di settembre a New York e Washington per accantonare lo scontro a cui erano stati costretti dalla resistenza opposta dalle masse nelle Giornate di Genova. Dopo settembre, grazie all’indignazione che insieme hanno promosso per gli attentati di New York e Washington e alla comune “lotta contro il terrorismo”, sia il governo Berlusconi che l’opposizione di centro-sinistra hanno archiviato di comune accordo lo scontro sul colpo che Berlusconi aveva tentato al G8 di Genova: l’opposizione borghese si è sentita autorizzata a non occuparsi più dei massacri e degli intrighi di Genova e il governo Berlusconi ha incassato una mezza vittoria dopo che la decisa risposta di piazza aveva fatto fallire il colpo di mano che aveva tentato a Genova. Ora cercano di rifare una manovra analoga. Far passare sotto silenzio, dietro il paravento della “indignazione contro il terrorismo”, l’attacco portato dal governo Berlusconi allo Statuto dei lavoratori (art. 18), il furto delle liquidazioni (TFR), la riduzione dei contributi previdenziali delle aziende premessa per la riduzione delle pensioni, la riforma fiscale che regala altri soldi ai ricchi e li toglie ai lavoratori. Bisogna fare il massimo sforzo perché i lavoratori battano questa manovra del governo Berlusconi e dell’aristocrazia operaia, della borghesia di destra e della borghesia di sinistra, dei partiti del Polo della libertà (per i padroni) e dei partiti del centro-sinistra. Bisogna mantenere le agitazioni previste, bisogna estendere le agitazioni e le mobilitazioni nelle aziende e nelle piazze, unendo in un vasto schieramento tutte le classi delle masse popolari: gli operai attaccati frontalmente dal governo, i dipendenti pubblici colpiti in vari modi, i lavoratori autonomi spremuti da interessi, tariffe, prezzi di monopolio, interessi e assicurazioni, le donne e i giovani delle masse popolari, i lavoratori immigrati. Solo così è possibile battere la nuova sporca manovra costruita dal governo e dall’aristocrazia operaia sull’attentato al prof. Marco Biagi e vincere la campagna già in corso contro il governo.

I lavoratori possono battere il governo Berlusconi e dare una lezione a tutta la borghesia imperialista con una campagna diffusa di mobilitazioni e di agitazioni nelle aziende e nelle piazze. Mantenendo e intensificando, nonostante l’attentato a Biagi, la campagna già iniziata, possono sventare la manovra cui governo e sindacati di regime sono ricorsi per soffocarla.

Berlusconi sta cercando di instaurare un regime di potere personale, bonapartistico. Egli sta collocando suoi uomini in tutti i posti di potere di nomina governativa: dalla RAI-TV alle fondazioni bancarie. Con la legge di riforma della dirigenza metterà persone di sua fiducia nei 3.500 posti più alti della burocrazia statale. Alla borghesia in cambio del sacrificio della libertà politica offre una maggiore libertà di sfruttamento sui lavoratori italiani e immigrati e promette una parte maggiore nella rapina a danno dei popoli dei paesi coloniali e semicoloniali. Ma questo scambio non è ancora concluso. Molti grandi borghesi non si fidano di Berlusconi. Hanno paura che, dopo aver usato il patrimonio (accumulato grazie ai governi del CAF e di centro-sinistra) e le sue relazioni personali per conquistare il potere, usi il potere per incrementare i suoi affari a loro spese. Berlusconi è infeudato alla cupola dei gruppi imperialisti americani che lo hanno salvato da Mani Pulite: egli è impegnato a impedire che i gruppi imperialisti europei concorrano ad armi pari con i gruppi imperialisti americani. Infine molti grandi borghesi hanno paura che con i suoi metodi briganteschi e truffaldini la banda Berlusconi susciti quella resistenza dei lavoratori che i governi del centro-sinistra riuscivano a smorzare e diluire procedendo a piccoli passi e dando spazio all’aristocrazia operaia. Queste contraddizioni in campo borghese rendono possibile ai lavoratori abbattere il governo Berlusconi.

Quale che sia il governo a cui la borghesia imperialista affiderà il potere una volta caduto Berlusconi, se i lavoratori la costringeranno a lasciar cadere il governo Berlusconi i rapporti di forza saranno migliori per i lavoratori e si sarà creato un terreno più favorevole alla ricostruzione di un vero partito comunista che è la condizione indispensabile e principale perché i lavoratori riguadagnino le posizioni perdute e espandano le loro conquiste fino all’instaurazione del socialismo.

 

Abbasso il governo Berlusconi!

Viva il (nuovo)Partito comunista italiano!