Polizia e fascisti alleati al servizio della banda Berlusconi contro il movimento delle masse popolari!

Rapporti Sociali 33 - aprile 2003   (versione Open Office / versione MSWord)

 

Comunicato del 31 marzo 2003 della Segreteria Nazionale dei CARC

 

Il 29 marzo a Torino, polizia e carabinieri hanno brutalmente caricato la manifestazione contro la guerra organizzata da Social Forum, sindacati, PRC e altre organizzazioni, hanno manganellato decine di persone, compresi donne e bambini, accanendosi in modo particolare contro gli immigrati, sparato lacrimogeni ad altezza d’uomo, scatenato una feroce caccia all’uomo e fermato vari manifestanti. La banda Berlusconi scatena i suoi sgherri per stroncare con il terrore e la repressione il movimento di protesta e di opposizione delle masse popolari alla sua politica antipopolare e guerrafondaia. Non potendo ancora permettersi di impedire per legge le mobilitazioni e non ritenendo sufficiente la collaborazione dei partiti del Centro-sinistra per contenerle, segue la linea che aveva varato il governo di Centro-sinistra a Napoli nel marzo 2001 e che essa aveva sviluppato in grande stile con il massacro di Genova durante il G8.

Ma, cosa non nuova per la classe dominante del nostro paese, ora la banda Berlusconi ha arruolato in forze i fascisti al suo servizio. Dopo che destra e sinistra borghese hanno rivalutato gli “eroi” e il “glorioso passato” dei fascisti, dopo che hanno legittimato gli eredi del movimento fascista, dopo aver lasciato libertà di manovra e di organizzazione ai gruppi e gruppetti fascisti, ora la banda Berlusconi li lancia in modo pianificato e aperto contro il movimento delle masse popolari, in collaborazione e con la protezione e il supporto delle forze dell’ordine.

A Torino non solo i fascisti, relegati in periferia dalle masse popolari, hanno potuto manifestare tranquillamente (contro la guerra, sic!) mentre la polizia ha caricato il corteo popolare, ma un gruppo di loro ha collaborato attivamente con la polizia per preparare e condurre le cariche. Qualche giorno prima a Milano i fascisti hanno ucciso un compagno del centro sociale ORSO, Davide Cesare, e ferito altri due e la polizia ha insultato e pestato i compagni che erano accorsi all’ospedale per informarsi sulle loro condizioni, portare solidarietà, esprimere rabbia per l’accaduto. L’omicidio del compagno Davide è il fatto che più di tutti ha suscitato dolore, rabbia, preoccupazione, ma la violenza fascista e squadrista ha ripreso forza e vigore da tempo.

Sempre a Torino giorni fa, in seguito a ripetute provocazioni contrastate in modo “molto paterno” da alcuni agenti della DIGOS, i fascisti hanno aggredito brutalmente una giovane compagna aderente ai Giovani Comunisti incidendole con un taglierino la svastica su una mano.

Da Trento a Palermo aggressioni, raid, spedizioni punitive si sono susseguiti senza sosta, sempre più incalzanti. Dagli assalti ai centri sociali e ai militanti e simpatizzanti di sinistra, passando per le aggressioni agli immigrati, alla squadraccia di Verona che punisce Adel Smith in diretta televisiva, dai saluti romani ostentati in ogni occasione, dal clima di alcuni quartieri e città.

La sinistra borghese, dal PRC alla CGIL, agli illuminati del movimento pacifista e tutti quelli che spacciano queste azioni come episodi isolati, passano sotto silenzio la protezione che la polizia fornisce ai fascisti o al massimo chiede che siano individuati e puniti i singoli responsabili degli eccessi. Si richiamano alla Costituzione e poi condannano e concorrono a perseguitare chi si organizza per respingere le azioni, gli spazi di agibilità politica e l’organizzazione dei neofascisti. Non indicano chiaramente che i mandanti dei pestaggi e degli omicidi stanno comodamente seduti nel governo Berlusconi e anziché chiamare alla lotta per abbatterlo, continuano a collaborare con esso come legittimo governo del paese. Tutti costoro sono complici e responsabili delle aggressioni e degli omicidi dei fascisti e dei loro mandanti, riuniti nel governo Berlusconi. Il movimento operaio, le masse popolari e la classe operaia hanno le radici piantate nella storia della Resistenza. Siamo i figli e i nipoti di coloro che hanno liberato l’Italia dal fascismo, che hanno subito i peggiori patimenti e le più abbiette torture e nonostante questo hanno schiacciato gli oppressori.

 Siamo i figli e i nipoti di chi ha imbracciato con coraggio la lotta contro il fascismo.

Sotto la direzione del PCI clandestino i lavoratori e le masse popolari sono divenuti esercito di liberazione e hanno già vinto il fascismo una volta. E allora, come dicono le madri di Plaza de Mayo, “non un passo indietro”.

 

Sosteniamo e organizziamo la nuova Resistenza, ricostruiamo il partito comunista!

I comunisti difenderanno la libertà!

 

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