Perquisizioni, provocazioni, controrivoluzione preventiva non fermeranno il lavoro dei comunisti!

Rapporti Sociali 31-32 - dicembre 2002  (versione Open Office / versione MSWord)

 

Sostenere la nuova Resistenza, ricostruire il Partito comunista!

 

“ Prima di tutti vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendermi e non c’era rimasto nessuno a protestare...”

Bertold Brecht, “Sentieri di Verità”

 

All’alba del 8/10/02 agenti della DIGOS di Massa e Parma, hanno eseguito perquisizioni domiciliari nelle case di due compagni dei CARC. Le perquisizioni si sono tenute nelle residenze di Massa dei compagni e al domicilio di Parma di uno di essi. Sono stati sequestrati i computer, giornali, riviste, volantini, agende e manoscritti. L’indagine, partita dalla procura di Genova, contesta ai compagni l’articolo 270/bis (associazione sovversiva con finalità di terrorismo) senza far tuttavia riferimento a nessun fatto specifico. Il reato contestato è un reato d’opinione, cioè mette sotto accusa ciò che si pensa, si dice e si propaganda. Gli articoli 270 e 270/bis furono introdotti dal regime fascista (codice Rocco) appositamente per incriminare comunisti e anarchici nel momento in cui si organizzavano. Questa fu la base su cui si sviluppò lo smantellamento dell’apparato legale del PCI e con cui furono incarcerati centinaia di comunisti e antifascisti. Dopo anni in cui l’articolo 270 non fu utilizzato, Cossiga lo rispolverò per le leggi di emergenza negli anni ‘70. Questi articoli sono stati poi riutilizzati dal centro sinistra con le operazioni del 19 ottobre ‘99 nei confronti dei CARC e con l’operazione ai danni di Iniziativa Comunista, con le stesse finalità con cui sono stati concepiti e sono lo strumento principale con cui il centro sinistra, prima, e il governo Berlusconi, adesso, colpiscono le avanguardie rivoluzionarie e i lavoratori organizzati. Qualunque sia lo sviluppo di questa indagine è necessario precisare che questo procedimento rimane e rimarrà ciò che è: un attacco frontale alla libertà di espressione, all’associazione politica, all’agibilità pratica dei comunisti.

La tendenza portata avanti dalla borghesia nella sua lotta contro le avanguardie del rinascente movimento comunista è quella della controrivoluzione preventiva: criminalizzare i comunisti e isolarli dalle masse. Al crescere della crisi generale del modello capitalista, che vede i padroni lanciarsi contro le conquiste ottenute dai lavoratori e dalle masse popolari con la resistenza e le lotte degli anni ‘60-‘70; al crescere della resistenza della classe operaia e delle masse a questi attacchi e alla rinascita di un movimento comunista organizzato, la borghesia imperialista si prepara a uno scontro di classe di lunga durata e tenta oggi di colpire preventivamente le avanguardie.

Questa è la dinamica che impegna tutta la borghesia come classe al potere, non solo in Italia, ma in tutta Europa, in tutto il mondo. Le manovre di Aznar contro le avanguardie del movimento autonomista basco (messa al bando di Batasuna), la lista delle organizzazioni politiche da mettere fuori legge, l’accanimento della magistratura contro chi lavora alla ricostruzione del PCI, i provvedimenti di eliminazione delle libertà politiche individuali e collettive che partono dagli USA e attraversano tutta Europa, con la scusante del “terrorismo internazionale”, sono aspetti di una sola grande guerra presente in ogni luogo in cui la borghesia è al potere: lo scontro di classe. Questo è ciò che la borghesia intende per sicurezza interna, difesa della democrazia e dello stato.

In Italia il movimento popolare, le lotte dei lavoratori, sono tornati a svilupparsi, le grosse mobilitazioni dei mesi scorsi ne sono un esempio, sono il segnale che le masse popolari si mobilitano contro le politiche di rapina dalla borghesia, contro lo sfruttamento e l’impoverimento delle condizioni di vita. I comunisti hanno il compito di dirigere questo movimento popolare, ricostruire il PCI, guidare i lavoratori e le masse popolari nella lotta contro il capitalismo, fino al socialismo. Soltanto così è possibile liberarsi dal regime politico della borghesia. Le masse popolari riescono a vincere soltanto con la direzione della classe operaia unita nel proprio partito comunista, i comunisti si difendono dalla  controrivoluzione preventiva soltanto con il sostegno delle masse.

Lanciamo l’appello alle masse popolari, ai lavoratori, alle Forze soggettive della rivoluzione socialista, ai comunisti, agli antifascisti di mobilitarsi contro questo regime liberticida, sostenere i compagni colpiti dalla repressione, denunciare i metodi della controrivoluzione preventiva.

 

CARC Massa

Associazione Solidarietà Proletaria - sezione di Massa

aderenti al Fronte Popolare per la ricostruzione del partito comunista

 

*****Manchette

La controrivoluzione preventiva

Nel periodo successivo alla seconda guerra mondiale la borghesia imperialista ha instaurato in tutti i paesi regimi detti della “controrivoluzione preventiva”, dove operano strutture e pratiche extralegali volte a eliminare di fatto libertà e autonomia delle organizzazioni politiche di opposizione. Operano in questo senso strutture gestite direttamente dagli Stati, milizie private, malavita organizzata, in connessione tra di loro. Le operazioni vanno dalla schedatura, allo spionaggio, all’intossicazione dell’opinione pubblica attraverso campagne di stampa, all’eliminazione di singoli e alle stragi. Ogni Stato sviluppa un’attività in questo senso, o direttamente, se ne ha la capacità, o delegandola ad altri Stati.

Gli strumenti della controrivoluzione preventiva sono rivolti contro le masse popolari. Con l’avanzare della crisi aumenta non solo il conflitto tra borghesia imperialista e masse popolari, ma anche quello tra le frazioni della borghesia stessa, che quindi prendono a combattersi reciprocamente usando gli strumenti della controrivoluzione preventiva. Sono operazioni di questo tipo le cosiddette “guerre di mafia”, la “lotta alla criminalità organizzata”, le operazioni del tipo “mani pulite”, ecc.

Nel nostro paese la controrivoluzione preventiva si sviluppa attraverso la mafia, Gladio, le associazioni d’arma dei reduci della Repubblica Sociale Italiana, gli uffici schedatura e i sistemi di discriminazione rispetto al lavoro organizzati dalle grandi aziende (FIAT in testa), i corpi di polizia privata, i servizi d’ordine e le guardie del corpo, le stragi di Stato, gli omicidi di Stato, ecc.

“Conoscere questo retroterra è importante per tutti gli esponenti delle masse popolari che scendono nella lotta politica, in particolare per tutti coloro che in qualche modo si assumono il compito di ricostruire il partito comunista. Infatti è essenziale che questi esponenti si liberino dalle illusioni e dai pregiudizi “democratici” propagandati e imposti dalla borghesia imperialista e dalla sua appendice costituita dai revisionisti moderni. La concezione di un “partito rivoluzionario nei limiti della legge” è la teoria politica che la borghesia imperialista e i revisionisti moderni (da Togliatti in poi per ciò che riguarda il nostro paese) hanno imposto al movimento operaio e popolare. Simili pregiudizi, che impregnano ancora Rifondazione Comunista e vari altri gruppi economicisti, contribuiscono a paralizzare ogni lotta. Infatti perfino le lotte difensive, le lotte con cui le masse popolari difendono le conquiste (diritto al lavoro, diritti sul posto di lavoro, salario, pensioni, diritto all’assistenza sanitaria, all’istruzione, alla casa, alla parità sessuale, religiosa, razziale, linguistica, ecc.) per vincere devono sempre più spesso travalicare i limiti legali che la classe dominante restringe in continuazione.” (da Federico Engels, 10, 100, 100 CARC per la ricostruzione del partito comunista, pag. 42). Lo ha dimostrato a suo tempo la lotta degli operai all’Enichem di Crotone, lo dimostra oggi la lotta degli operai della FIAT.

Dove non basta la controrivoluzione preventiva la borghesia ricorre direttamente ai colpi di Stato, alle eliminazioni di massa, all’intervento militare straniero, come è accaduto in Brasile nel 1964, in Indonesia nel 1966 e in Grecia nel ‘67, in America Latina soprattutto negli anni Settanta, con particolare evidenza in Cile e in Argentina.

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