Combattere gli attacchi della borghesia!

Rapporti Sociali n. 26/27 - gennaio 2001 (versione Open Office / versione MSWord )

 

Sviluppare la lotta per la ricostruzione del partito comunista!

 

È trascorso un anno dall'avvio (19 ottobre 1999) dell'inchiesta della Magistratura romana per associazione sovversiva denominata "(Nuovo) Partito Comunista". Un’inchiesta che coinvolge 88 compagni e compagne dei CARC e loro collaboratori, simpatizzanti e familiari, compagni di altre forze soggettive della rivoluzione socialista (FSRS) e alcuni lavoratori. Un'inchiesta che si inquadra nella necessità per la borghesia imperialista (sa che è in gioco la sua sopravvivenza come classe dominante!) di impedire la ricostruzione del partito comunista nel nostro paese e che, nello specifico, mira a stroncare il progetto sostenuto e portato avanti dalla Commissione Preparatoria del congresso di fondazione del (nuovo)Partito comunista italiano (CP) ed esposto nella sua rivista La Voce: ricostruire il partito comunista a partire dalla clandestinità.

In questo anno ci sono stati gli interrogatori degli inquisiti (gennaio-marzo 2000), le pressioni, i controlli e le intimidazioni contro alcuni compagni, le continue dichiarazioni di esponenti degli organismi dello Stato (funzionari degli apparati repressivi, magistrati, esponenti della Commissione Stragi) sulla pericolosità degli inquisiti e invocanti “azioni di repressione più efficaci”, le periodiche campagne stampa contro i CARC, contro il compagno Giuseppe Maj ex segretario dei CARC e attuale membro della CP, sul ritorno del “pericolo terrorismo”, ecc. Campagne secondo le quali i CARC minacciano sindacalisti ed esponenti dei DS, sono i collettori del “terrorismo internazionale” e vengono indicati come dei “pericolosi terroristi” da colpire, da "torchiare"; campagne che insinuano oscuri legami tra il compagno Giuseppe Maj e il KGB, tra i CARC e la camorra, ecc.

L’azione della borghesia contro la CP e contro i CARC quindi in questo anno è proseguita, come avevamo denunciato fin da subito, secondo due linee: l'intimidazione, con lo scopo di seminare paura tra i compagni, isolare i CARC dalle altre FSRS e dalle masse popolari, isolare i compagni della CP e la confusione (tra CARC e CP, tra CP e nuove BR-PCC, e tra CARC e nuove BR-PCC) per impedire la reale conoscenza di analisi, progetti, linee e strutture e la reale natura del lavoro in corso per la ricostruzione del partito comunista.

In particolare l’azione della borghesia si è concentrata sul rapporto tra le FSRS legali e quelle clandestine. Con l’Operazione 19 ottobre e con le altre inchieste aperte successivamente un po’ in tutta Italia, ha posto a tutte le FSRS legali il problema se accettare o meno che siano la borghesia e la polizia a decidere cosa leggere, conoscere e far conoscere, con chi avere relazioni e rapporti, ha posto il problema dell’autocensura sui loro discorsi e pubblicazioni e dell’autoregolamentazione dei loro contatti.

Questo attacco della borghesia e l’avervi fatto fronte ha suscitato, in una parte dei lavoratori e delle masse popolari, svariate forme di solidarietà nei nostri confronti, un maggior interesse verso il nostro lavoro, la richiesta di capirne di più e di collaborare.

Non essendo riusciti a far desistere i CARC dalla loro attività e dal loro sostegno alla ricostruzione del partito, dopo un anno di indagini la magistratura romana ha chiesto una proroga per le indagini e ha dovuto fornire l'elenco degli inquisiti. Si è così scoperto che gli inquisiti non sono solo i 50 perquisiti nell'ottobre '99, ma quasi 90, tra cui collaboratori, simpatizzanti o familiari di compagni dei CARC. Questo a quanto risulta a tutt'oggi, dato che parti dell'inchiesta sono sottoposte a secretazione: alla faccia di chi semina ancora tra le masse l'illusione che viviamo fondamentalmente in uno Stato democratico, al più da difendere da deviazioni di singole sue parti.

Questa "novità" conferma che l'inchiesta non ha l'obiettivo di accertare qualcosa che, secondo le leggi borghesi vigenti, costituisca reato, ma di spaventare tutti quelli che hanno rapporti politici, collaborano, stanno intorno o possono essere  interessati ad avvicinarsi ai CARC o alla CP, nel tentativo di isolarli, farli sbandare o arretrare dal loro impegno per la ricostruzione del partito.

In questo anno abbiamo notato da parte delle altre FSRS, pur essendovi state alcune importanti e concrete espressioni di solidarietà, che l'atteggiamento verso l'inchiesta è stato nel complesso incerto e oscillante.

Indubbiamente il campo delle FSRS è attraversato da divergenze e divisioni su linee, metodi, analisi della situazione, obiettivi. È il risultato della storia, ricca e difficile, che abbiamo alle spalle, è inutile lamentarsi, bisogna lavorare per superare questa situazione. Ma qui si tratta di qualcosa di diverso, si tratta di difendere le basi, le condizioni stesse (detto in altri termini, difendere quanto resta degli spazi di agibilità politica conquistati con la Resistenza) che permettono ai comunisti e a ogni FSRS che lotta per la ricostruzione del partito comunista, quale che sia la sua posizione, di sviluppare la propria iniziativa e attività politica. Di difenderle non solo in via di principio, come diritto astratto, ma usandole, praticandole, allo stesso modo in cui ogni gruppo di lavoratori, scioperando, difende anche il diritto di sciopero per loro e per tutti gli altri.

Si tratta di costruire, di dare veste cosciente, anche per questa via, al fronte comune delle FSRS che lottano contro la repressione e per la ricostruzione del partito comunista come primo, indispensabile passo sulla strada della costruzione del socialismo. Sarà sicuramente una strada dura e difficile, ma è l’unica che può portare a una alternativa concreta e positiva per le masse popolari rispetto a quello che la borghesia imperialista ha in serbo per loro.

 

Solidarietà incondizionata con tutti i compagni colpiti dalla repressione!

Difendere, praticandola, l’agibilità politica conquistata con la Resistenza!

Sostenere ogni passo avanti compiuto sulla strada della ricostruzione del partito comunista!

 

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