A 50 anni dalla fondazione della Repubblica Popolare Cinese

Rapporti Sociali 23/24 - gennaio 2000 (versione Open Office / versione MSWord )

 

Il 1° ottobre del 1949 nella piazza Tienanmen di Pechino, Mao Tse-tung proclamò la costituzione della Repubblica Popolare Cinese. Fu, dopo la Rivoluzione d’Ottobre, il più grande dei molti successi conseguiti dal movimento comunista durante la prima crisi generale del capitalismo (1910-1945).

Stante la condizione attuale della Cina e le presenti difficoltà del movimento comunista è importante che noi comunisti comprendiamo e facciamo conoscere ai lavoratori avanzati e alle FSRS la ricorrenza e gli insegnamenti principali ai fini della lotta attuale.

1. La costituzione della RPC, a 30 anni dalla costituzione del PCC (1919) e dopo più di vent’anni di guerre, ha insegnato a tutti i popoli coloniali e semicoloniali, a tutti gli uomini e le donne di colore, per decenni oppressi, sfruttati, scherniti e disprezzati dalla borghesia alla pari di animali da lavoro, che essi potevano vincere gli imperialisti europei e americani. La rivoluzione cinese conquistò la vittoria lottando contro gli imperialisti USA: anche se la massa delle truppe controrivoluzionarie in Cina era costituita da cinesi, americani erano gli strateghi, i finanziatori e gli organizzatori della controrivoluzione. Era una guerra americana combattuta con soldati indigeni, come lo furono molte guerre condotte dagli imperialisti nelle colonie e nelle semicolonie. Non a caso dopo la vittoria delle rivoluzione cinese, negli USA infuriò tra i gruppi della classe dominante una furiosa lotta all’insegna della domanda: “Chi ha perso la Cina?”. La vittoria della rivoluzione cinese, le grandi conquiste raggiunte dalla nuova Cina nel periodo 1949-1976 che smentivano le profezie catastrofiche degli imperialisti (1) e ne vanificavano il sabotaggio e il blocco economico e, infine, il grande contributo dato dal PCC al movimento comunista mondiale hanno dato una dimostrazione pratica su grande scala che tutte le dottrine “scientifiche” sull’inferiorità razziale e culturale dei popoli di colore sono infami invenzioni per giustificare lo sfruttamento e l’oppressione. È una lezione di cui hanno fatto e faranno tesoro tutti i popoli di colore che costituiscono la maggioranza della popolazione mondiale (più di quattro miliardi su sei) e che subiscono attualmente la ricolonizzazione della borghesia imperialista. Il secolo che finisce si è aperto con la “spedizione umanitaria” (così si chiamerebbe oggi) di tutte le potenze imperialiste di allora in Cina (maggio-agosto 1900). Esso si chiude con l’inizio della “ingerenza umanitaria” dei più grandi predoni e genocidi della storia in un altro grande paese asiatico, l’Indonesia e con “spedizioni umanitarie” dirette dai predoni imperialisti in corso in vari altri paesi semicoloniali ed ex socialisti. I popoli coloniali e semicoloniali hanno ancora grande bisogno degli insegnamenti della rivoluzione cinese.

 

1. A questo proposito, consultare Perché è necessario discutere il libro bianco di Acheson, agosto ’49 e Il fallimento della concezione idealista della storia, settembre ’49, Opere di Mao Tse-tung, vol. 11.

 

2. In secondo luogo la costituzione della RPC ha insegnato che la vittoria dei popoli coloniali e semicoloniali contro l’imperialismo è possibile solo sotto la direzione della classe operaia tramite il suo partito comunista, nell’ambito della rivoluzione proletaria mondiale, come “rivoluzione di nuova democrazia” condotta in collaborazione fraterna con il proletariato e le masse popolari dei paesi imperialisti. La lezione è stata confermata, in positivo o in negativo, dalla storia degli altri popoli coloniali e semicoloniali. Le sconfitte delle rivoluzioni antimperialiste condotte senza legami col movimento comunista (come la grande rivolta dei Mau Mau condotta negli anni ’50 in Kenya), la trasformazione in  paesi semicoloniali di tutte le semicolonie dove la rivoluzione non fu diretta dalla classe operaia, il declino dell’insieme del movimento rivoluzionario antimperialista delle colonie e delle semicolonie a seguito del riflusso del movimento comunista hanno confermato questa lezione.(2) È una lezione importante perché anche tra le FSRS italiane è di moda la teoria interclassista e anticomunista che maschera le contraddizioni di classe con la contraddizione Nord/Sud del mondo (terzomondismo).

 

2. A questo proposito consultare Sulla nuova democrazia, gennaio 1940, Opere di Mao Tse-tung, vol. 7. Di fronte al riflusso del movimento comunista, il Partito Comunista Cinese elaborò la linea basata sullo spostamento del centro della rivoluzione proletaria nei paesi coloniali e semicoloniali. La linea dell’accerchiamento delle città del mondo (le metropoli imperialiste) da parte delle campagne del mondo (i paesi coloniali e semicoloniali) fu enunciata nello scritto Viva la vittoria della guerra popolare, settembre 1965, Opere di Mao Tse-tung, vol. 22. Lo sviluppo successivo ha mostrato che questa linea era sbagliata.

 

3. La classe operaia e le masse popolari cinesi hanno dato un altro grande contributo alla rivoluzione proletaria mondiale: la Rivoluzione Culturale Proletaria (1966-1976). Con un movimento su grande scala e protrattosi con alti e bassi per un decennio esse hanno cercato di portare la transizione dal capitalismo al comunismo oltre il punto in cui era arrivata in URSS.(3) La situazione internazionale del movimento comunista era diventata troppo difficile a causa dell’avvento del revisionismo moderno alla direzione dell’URSS e del PCUS e la RPC era economicamente e culturalmente troppo arretrata perché la RCP potesse avere successo. Essa in definitiva fu sconfitta e nel 1976 i revisionisti moderni, capeggiati da Teng Hsiao-ping, hanno preso il sopravvento nella direzione del PCC. Ma essa nella storia del movimento comunista sarà importante non meno della Comune di Parigi (1871): nella prossima ondata della rivoluzione proletaria tutto il movimento comunista attingerà ai suoi insegnamenti per portare avanti la trasformazione socialista.

 

3. Note di lettura a Problemi economici del socialismo nell’URSS di Stalin, (1958), Opere di Mao Tse-tung, vol. 16 e vol. 17.

Note di lettura del Manuale di economia politica dell’URSS, (1960), Opere di Mao Tse-tung, vol. 18.

 

4. Oggi la RPC è dilaniata da grandi contraddizioni. La destra che dirige il PCC non può procedere oltre nella collaborazione con l’imperialismo mantenendo l’indipendenza nazionale e le masse popolari cinesi si trovano di fronte all’alternativa o riprendere la strada del socialismo o ritornare a subire un’oppressione e uno sfruttamento paragonabili a quelli subiti quando la Cina era una semicolonia della borghesia imperialista. Vi sono quindi tutte le premesse perché le masse popolari cinesi abbiano un ruolo importante nella prossima nuova ondata della rivoluzione proletaria che si svilupperà nel nuovo secolo.

5. Infine la Cina ha dato a tutto il movimento comunista il maoismo, la terza e superiore tappa del pensiero comunista, dopo il marxismo e il leninismo. Esso ha sintetizzato l’esperienza finora raggiunta nella conquista del potere da parte della classe operaia, nelle prime rivoluzioni socialiste vittoriose e nella lotta tra le classi nel socialismo e ha portato a un più alto livello la concezione del mondo e il metodo di conoscenza e di attività dei comunisti. “Il maoismo ha sviluppato a un livello superiore le questioni principali del marxismo

- nel campo della filosofia: teoria della contraddizione e teoria della conoscenza,

- nel campo dell’economia politica: capitalismo burocratico, paesi semicoloniali e semifeudali, economia politica del socialismo,

- nel campo del socialismo: analisi delle classi, situazione rivoluzionaria in sviluppo, rivoluzione di nuova democrazia,  fronte unito delle classi rivoluzionarie sotto la direzione della classe operaia, contraddizione tra noi e il nemico e contraddizioni in seno al popolo (antagoniste e non antagoniste), la guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata come forma suprema e universale della rivoluzione proletaria e la teoria militare del proletariato, la lotta tra le due linee come legge dello sviluppo del partito comunista, la linea di massa come principale metodo di lavoro e di direzione del partito comunista, la teoria organica della lotta tra le classi nel socialismo, le fonti del revisionismo moderno e la rivoluzione culturale proletaria”.(4)

Il marxismo-leninismo-maoismo è la nuova teoria da cui partiranno tutti i partiti comunisti che svolgeranno un ruolo dirigente nella nuova ondata della rivoluzione proletaria.

 

P. A.

 

4. CARC, sul maoismo, terza tappa del pensiero comunista, 1994, Edizioni Rapporti Sociali.

 

Rapporti Sociali 1985-2008 - Indice di tutti gli articoli