Se un partito non applica una linea giusta, ne applica una sbagliata; se non applica una politica coscientemente, ne applica una alla cieca

Rapporti Sociali n. 20 - novembre 1998 (versione Open Office / versione MSWord )

 

Una risposta ad alcune critiche

 

Da alcune parti ci sono giunte critiche relative all’articolo La linea generale del futuro partito comunista comparso su Rapporti Sociali n. 19. La sostanza delle critiche era “ma chi mai e dove ha espresso la linea generale ‘radicare la rivoluzione nelle masse’”?

Ai nostri critici (benvenuti, perché la critica se non altro permette di rafforzare ciò che è giusto!) proponiamo questa riflessione a cui li invitiamo a rispondere.

Nel nostro paese operano alcuni organismi che si dichiarano rivoluzionari, alcuni addirittura si dichiarano comunisti: quelli che noi chiamiamo Forze Soggettive della Rivoluzione Socialista. Essi prendono delle iniziative per mobilitare altri lavoratori, per mobilitare le masse contro lo stato delle cose presente, per ricostruire il partito comunista. In queste loro iniziative essi si rivolgono alle masse e cercano di portare le masse su una strada diversa da quella su cui le masse sono attualmente. Quindi di fatto essi seguono una strada e cercano di portare su di essa le masse. Quale strada seguono? Da dove hanno tratto la strada che seguono?

Noi sosteniamo che i comunisti per scoprire quale strada seguire devono seguire un metodo consistente in 1. raccogliere le esperienze, i sentimenti, le idee sparse, confuse e contraddittorie delle masse (che sono il risultato dell’esperienza diretta delle masse e delle influenze delle due classi antagoniste), 2. elaborarle col metodo del materialismo dialettico e alla luce della concezione materialista dialettica del mondo e ricavare da esse un’analisi della situazione concreta, 3. tradurre l’analisi in una linea, cioè dare una risposta alla questione: “Quale strada seguire?”.

Tra gli organismi che non seguono questo metodo, ce ne sono alcuni che dichiarano la strada che seguono e cercano di portare le masse a percorrerla: questi “seguono coscientemente una politica”.

Ve ne sono altri che non dichiarano la strada che seguono, ma cercano egualmente di portare le masse a seguire una strada: questi “seguono una politica alla cieca”.

Ma ambedue seguono una strada e cercano di portare le masse su di essa.

Da dove viene loro la strada che seguono (se consapevolmente o alla cieca per ora non interessa)? Dato che non la elaborano col metodo che abbiamo indicato (che nella letteratura comunista è indicato con l’espressione “linea di massa”), essi seguono o una strada suggerita dalla cultura dominante (cioè dalla cultura della classe dominante), o una strada risultante da esperienze personali o di gruppo, o una strada desunta dalla letteratura del movimento comunista. 0 una strada derivante da qualche combinazione eclettica delle tre fonti.

In conclusione a chi ha sollevato la critica chiediamo: “Quale strada state seguendo? Quale analisi della situazione vi ha portato a seguire quella strada? Da quale fonte l’avete ricavata?”.

Quanto a noi, noi abbiamo dichiarato un’analisi della situazione generale (che ora è riassunta nel Progetto di Manifesto Programma del nuovo partito comunista) e alla luce di questa e col metodo del materialismo dialettico stiamo raccogliendo ed elaborando le esperienze, i sentimenti, le idee sparse, confuse e contraddittorie delle masse per ricavarne la definizione della strada che porteremo alle masse. Crediamo che questo sia oggi il compito principale di chi vuole costruire un vero partito comunista, che i tentativi di costruire un’organizzazione senza adempiere a questo compito sono  stati e saranno condannati al fallimento, che cercare di portare le masse su una strada derivante da altre fonti sia disperdere forze e alimentare confusione.

 

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