Presentazione

Rapporti Sociali n. 19 - agosto 1998 (versione Open Office / versione MSWord )

 

Questo numero 19 di Rapporti Sociali esce a quasi 2 anni di distanza dal numero 17/18, che a sua volta era uscito a un anno e mezzo dal numero 16. Nella presentazione del n. 17/18 avevamo indicato i motivi che avevano ritardato l’uscita della rivista e avevamo assicurato che il ritardo non si sarebbe più ripetuto.

La rivista era uscita in coincidenza con l’assemblea nazionale dei CARC (29 settembre ’96) ed eravamo convinti che l’assemblea segnasse il superamento della fase più acuta della lotta contro l’economicismo nelle nostre fila. La realtà è andata per una strada opposta a quella che noi credevamo.

Perché nell’aprile del ’96 la borghesia imperialista è riuscita finalmente a instaurare un governo di centro-sinistra: il governo Prodi. Esso poggia in maniera determinante sui partiti borghesi di sinistra, PDS e PRC e sui grandi sindacati di regime (CGIL-CISL-UIL) e nello stesso tempo prosegue la linea seguita dai precedenti governi (“eliminazione rapida delle conquiste strappate dalle masse popolari”).

I gruppi economicisti hanno trovato in questa situazione la loro occasione storica: ora che PDS, PRC e CGIL-CISL-UIL sono impegnati a sostenere il governo che elimina le conquiste, quale occasione migliore per metterci noi alla testa delle lotte a difesa delle conquiste? Il consenso e il seguito ottenuti inalberando rivendicazioni economiche come proprie parole d’ordine hanno dato forza a tutti gli economicisti. Ciò ha alimentato la nascita di gruppi dediti alle rivendicazioni economiche come loro politica e ha rafforzato in tutte le Forze Soggettive della Rivoluzione Socialista le tendenze economiciste. È accaduto anche nelle nostre fila. Abbiamo quindi dovuto dedicare gran parte del nostro lavoro nel ’97 a combattere la tendenza a portare i CARC fuori strada.

Una parte di questo numero della rivista illustra la campagna di lotta ideologica attiva condotta nel ’97 per organizzare e rafforzare la sinistra e contenere la destra nelle nostre fila epurandole dagli irriducibili.

Abbiamo ora buoni motivi per ritenere che quella fase sia superata. Un governo più a sinistra di quello di Prodi la borghesia imperialista non può metterlo in piedi; l’inconcludenza dei propositi di scatenare senza partito comunista grandi lotte rivendicative o di ricomporre senza partito comunista il proletariato attorno a rivendicazioni è stata provata da tutti quelli che nei mesi passati vi si sono dedicati.

Tutti quelli che erano convinti di non avere nel cuore delle masse lo spazio che erano convinti di meritare, perché il PRC si presentava come partito di sinistra, partito che difendeva le conquiste, ecc., hanno visto che la loro parte nel cuore delle masse non è sostanzialmente cresciuta neanche quando il PRC e diventato puntello determinante del governo di Agnelli e del Vaticano.

Forti della lezione che la realtà ci ha dato e delle lotte che abbiamo dovuto condurre per venirne fuori, riprendiamo quindi la pubblicazione della rivista.

Riprendiamo, però, da posizioni più avanzate e con forze maggiori.

Il lavoro che abbiamo condotto nel periodo trascorso ci ha dato sia strumenti organizzativi per utilizzare meglio le nostre forze e raccogliere meglio quelle che la resistenza delle masse genera, sia portato a definire il ruolo di Rapporti Sociali con maggiore chiarezza e maggiore aderenza al compito dei CARC in questa fase: creare le condizioni necessarie per la ricostruzione del nuovo partito comunista italiano.

 

La redazione

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