LA LOTTA DI CLASSE NELL’UNIONE SOVIETICA di Victor Ampilov

Rapporti Sociali n. 14-15,  inverno - primavera 1994 (versione Open Office / versione MSWord )

 

 

Il colpo di stato attuato da Eltsin all’inizio di ottobre, con l’appoggio di tutte le potenze imperialiste, segna un ulteriore passo dell’estensione della guerra civile in Russia e nelle altre repubbliche ex-sovietiche.

La restaurazione pacifica del capitalismo portata avanti da Kruscev, Breznev e Gorbaciov è fallita. La restaurazione graduale, pulita, colta, civile sognata da Kruscev e da Breznev e ancora più vistosamente da Gorbaciov è fallita perché non era realistica, perché con le buone maniere non si riesce a far marciare all’indietro la storia. Il favore di cui Gorbaciov ha goduto presso tutte le corti e tutti i circoli imperialisti ha ben indicato quanto gli imperialisti avrebbero preferito questa soluzione. Ma essi stessi non hanno potuto operare più che tanto a suo favore per le difficoltà in cui anche loro si dibattono e per le lotte in corso tra loro. Ma ogni aiuto sarebbe stato vano, perché la borghesia imperialista per indurre milioni di lavoratori, che con la loro resistenza, seppur in larga misura solo passiva, hanno fatto fallire i tentativi dei revisionisti moderni, a regredire alle barbarie della servitù capitalista, deve ridurli alla fame, ma riducendoli alla fame, ne deve fronteggiare l’opposizione e il processo di restaurazione cessa di essere pacifico, colto e civile. La restaurazione del capitalismo “a tutti i costi” è la guerra civile in corso. Essa si combina con la crisi generale del sistema capitalista mondiale e dei regimi dei singoli paesi.

In Russia, nelle altre repubbliche ex-sovietiche, nelle ex democrazie popolari dell’Europa orientale le forze comuniste si stanno riorganizzando e sono alimentate dalla resistenza delle masse popolari e della classe operaia alla restaurazione, alle inaudite sofferenze e alla depravazione che la restaurazione comporta.

È importante promuovere tra le forze soggettive della rivoluzione socialista del nostro paese la comprensione di quello che sta avvenendo in quei paesi, perché questo ha un influenza diretta sulla fiducia delle FSRS nel socialismo e perché la lotta di classe che si sviluppa in quei paesi avrà un’influenza molto grande sulla lotta di classe nel nostro paese e nel mondo.

Qui di seguito pubblichiamo parte della trascrizione della registrazione del discorso tenuto il 27 luglio 1993 a Pyongyang (Repubblica democratica di Corea) da Victor Ampilov, vicepresidente del Partito comunista operaio russo in occasione di una riunione internazionale.

 

Le origini del Partito Comunista operaio russo

Quando Gorbaciov è arrivato al potere io ho creduto in lui. Ma dopo qualche hanno ho visto che i privilegi non venivano aboliti. A partire dal 1988 ho incominciato a cercare compagni che la pensassero come me.

Nel 1988 ho incontrato gli uomini del Fronte unito dei lavoratori. Quell’anno iniziò la lotta politica, quando Gorbaciov scelse la politica del “libero mercato”. Il Fronte unito dei lavoratori fu la prima forza d’opposizione dichiarata. Questa organizzazione era già fuori dal partito. Da allora il processo di sviluppo del “pluralismo” e del “multipartitismo” si è accelerato, tutti i tipi di organizzazione borghesi si sono sviluppati. Nel 1989 abbiamo dato vita a Iniziativa comunista di Leningrado. Il 22 aprile, anniversario della nascita di Lenin, abbiamo tenuto il nostro primo congresso. Quello successivo si è svolto il 22 aprile 1991. Abbiamo dichiarato che un gruppo anticomunista, diretto da Yakovlev, stava operando all’interno del PCUS e che Gorbaciov era “un traditore che liquiderà l’Unione Sovietica e il socialismo”. Sempre nell’aprile del 1991, Gorbaciov aveva organizzato una riunione plenaria del Comitato centrale del PCUS. Noi abbiamo  organizzato picchetti e dato istruzione alla nostra gente di dire una sola cosa a tutti i membri del CC: “Gorbaciov è l’affossatore del socialismo, buttatelo giù!” Ma solo 6 membri su 215 appoggiarono la nostra proposta di sostituire Gorbaciov.

In seguito abbiamo lanciato un appello a fondare un’organizzazione indipendente. Il compagno Sergheiev, un membro del CC, dottore in scienze economiche, sollevò pubblicamente la questione. Noi abbiamo iniziato col preparare un congresso straordinario di partito. Avevamo anche un giornale, chiamato Molnia (La luce) di cui io ero redattore capo. Molnia aveva un ampio sostegno popolare, ma eravamo oramai in ritardo: la televisione e i grandi quotidiani erano già nelle mani dei nostri nemici.

Nell’agosto del 1991 ci fu il colpo di stato di Yanaiev. Qualche giorno dopo Eltsin s’impadronì del potere. In ottobre venne creata l’Organizzazione dei comunisti dì Mosca. Alcuni dissero: “Non dovremmo usare l’espressione comunista”. Fu la nostra prima battaglia ideologica contro la tendenza social-democratica. Molti erano influenzati dalla forte propaganda anticomunista già prima del colpo di stato di agosto; la situazione peggiorò fortemente nei mesi successivi. Il 22 ottobre 1991 a Sverdlovsk (ridivenuta Ekaterinburg) fu fondato il Partito comunista operaio russo. Io ne sono il vicepresidente. In seguito migliaia di comunisti si sono uniti a noi. Tra di loro vi erano anche persone uscite dal vecchio PCUS. Ora abbiamo 80.000 aderenti e siamo l’asse portante di tutte le grandi manifestazioni. Per il 7 novembre 1991 abbiamo organizzato manifestazioni in cui sono sfilate 150.000 persone, molte di più di quante noi stessi ci aspettassimo. Ma questo ampio movimento non era ancora in grado di coinvolgere la classe lavoratrice. Non avevamo ancora accumulato abbastanza forze e quadri per organizzare la lotta politica finalizzata alla creazione dei soviet degli operai e dei contadini, nostro principale obiettivo. Il movimento crebbe molto in fretta e il 17 marzo 1992 400.000 persone sono scese a manifestare. Ci siamo accordati con altre organizzazioni, ma senza avere una base ideologica comune. A Mosca abbiamo avuto una grande manifestazione anche il 1°maggio 1992 e in giugno, con delle azioni nei pressi del palazzo della televisione. Il 9 maggio 1993, anniversario della vittoria della seconda guerra mondiale, sono sfilate nelle strade da 200 a 250 mila persone.

 

Differenti tipi di comunisti

Mentre noi accumulavamo esperienza nella lotta e nella direzione delle masse all’insegna della bandiera rossa, in grandi manifestazioni, tutti gli uomini dell’apparato, socialdemocratici e seguaci di Eltsin, incominciarono a parlare di… comunismo.

All’inizio del 1993 ebbe luogo una conferenza dei comunisti di Mosca; in essa si erano infiltrati molti seguaci di Eltsin. Essi ci hanno impedito di parlare nel corso della conferenza. Al congresso dei Partito comunista della Federazione russa, nel febbraio 1993, siamo invece riusciti ad intervenire. Questo partito è ancora largamente dominato dalla linea di Gorbaciov. Noi abbiamo detto che i comunisti dovevano riconoscere che ora il partito della classe operaia è il Partito comunista operaio russo, che ha elaborato un suo programma autonomo.

Noi abbiamo buoni rapporti con il Partito comunista dei bolscevichi di tutta l’Unione Sovietica, presieduto da Nina Andreeva. Al Congresso delle donne sovietiche organizzato da noi erano presenti 800 donne provenienti da varie città. Esse elessero Nina Andreeva nella direzione. Io penso che lei dovrebbe essere più attiva nelle organizzazioni di massa.

 

Le contraddizioni principali

Così, ora in Russia c’è una gran quantità di partiti e di organizzazioni che sostengono di essere comunisti. A nostro avviso ci sono alcuni punti importanti di disaccordo.

 1. Il partito comunista deve essere il partito della classe operaia. È una questione fondamentale, legata al modo in cui si guarda alla storia. Al XX Congresso del PCUS Kruscev ha incominciato a parlare di “partito di tutto il popolo”. Egli stesso ha così preso le distanze dai lavoratori. Nel nostro partito, un articolo dello Statuto stabilisce che il 51 % del membri del CC devono essere operai. La classe operaia deve avere il controllo dello Stato e del partito.

2. Stalin era un comunista, rappresenta un intero periodo storico, aveva dei lati positivi e dei lati negativi, ma gli aspetti positivi sono largamente predominanti. Noi non possiamo essere d’accordo con quelli che sostengono che Stalin ha instaurato il “dispotismo” e il “totalitarismo”. Negli anni ’30 Stalin ha diretto l’industrializzazione del paese con un tasso di crescita del 16% all’anno. Questo dovete spiegarlo. Né il totalitarismo né il lavoro da schiavi avrebbero mai potuto produrre un tale miracolo. È nel periodo di Stalin che sono state poste tutte le basi dell’Unione Sovietica. Kruscev ha annunciato al mondo che l’Unione Sovietica aveva lanciato uno Sputnik, il primo satellite, ma bisogna sottolineare che il grosso del lavoro era stato fatto al tempo di Stalin. Più tardi, durante il periodo di Breznev, venne introdotto l’“indicatore del profitto”. Nel periodo di Stalin invece la produzione non era finalizzata al profitto, il suo obiettivo era fornire cose utili al popolo, soddisfare i bisogni del popolo. Breznev ha utilizzato metodi capitalisti per “risolvere” i problemi dei socialismo. Questo è impossibile. A seguito di ciò nell’Unione Sovietica è comparsa un’economia capitalista clandestina.

 

Potere ai lavoratori in una nuova URSS

Ci sono differenze importanti tra il nostro partito e gli altri anche su alcuni problemi di tattica.

Noi riteniamo che è essenziale combattere per la restaurazione dell’Unione Sovietica e che questo deve avvenire sulla base del socialismo, del potere dei lavoratori. Il partito comunista deve essere ricostituito a partire dalle masse. Alcuni gruppi invece sperano di poter ricostituire il partito a partire dal vecchio CC. Ma questa gente ha distrutto un paese e sotto la sua direzione sono incominciate le guerre intestine. Questa gente accetta anche di trattare con il governo e con Eltsin. Noi sottolineiamo il nostro debito nei confronti del movimento comunista internazionale. Dobbiamo arrestare l’imperialismo sulla nostra stessa terra. Non c’è tempo da perdere, la lotta è molto aspra, nel nostro paese è apparso il fascismo. Io stesso sono stato rapito nel 1993. Sono stato legato mani e piedi e gettato a terra con gli occhi bendati. La grande manifestazione del 9 maggio mi ha salvato la vita. 250 mila persone sono sfilate per le vie di Mosca e hanno chiesto la mia liberazione. I miei rapitori alle tre del mattino mi hanno messo su un letto, alle sette mi hanno caricato su un minibus e mi hanno liberato in un bosco vicino a Mosca. Noi abbiamo degli amici a contatto con gente della cerchia di Eltsin. Abbiamo saputo che, alcuni giorni prima del mio rapimento, Eltsin si era intrattenuto con il Ministro della sicurezza e con il Ministro degli interni. Aveva detto: “Perché non riuscite a neutralizzare questo ribelle? Si tratta di una sola persona!”. Essi risposero: “Perché sta sempre in mezzo alla gente”. Eltsin allora disse: “Ma voi avete tanti uomini e tanti mezzi tecnici”.

 

Organizzare le larghe masse

Il nostro partito lavora per organizzare le masse. Abbiamo creato il Congresso delle donne sovietiche. Natalia Belokopitova ne è stata eletta presidente. Il Congresso è stato un grande successo. Io stesso ho proposto di affrontare i problemi economici del tipo “medicine per i bambini”, “prezzi più bassi per il pane e per la carne”. Ma le donne hanno insistito perché la restaurazione dell’Unione Sovietica e del socialismo fosse il punto principale. Certamente noi le abbiano sostenute.

Ora nelle grandi città organizziamo soviet di lavoratori, contadini e specialisti, includendo tra questi ultimi anche spe cialisti militari. Così prepariamo un nuovo potere politico, il nuovo potere sovietico dei lavoratori. Organizziamo anche Unioni di veterani.

Durante gli ultimi mesi ho fatto il giro delle città della Russia centrale. Migliaia di persone sono venute ad ascoltarmi. Queste conferenze erano organizzate a nome di “Russia del lavoro”. Vi hanno partecipato molti partiti politici. A Belgorod abbiamo avuto 800 persone, a Voronez abbiamo avuto 1.200 persone nel Palazzo dei sindacati. Mi hanno portato dei fiori. Dopo la riunione siamo andati al più vicino monumento a Lenin. In occasione del trecentesimo anniversario della città, i reazionari volevano demolire le statue di Lenin e sostituirle con quelle di Pietro il Grande. Io ho tenuto un breve comizio e abbiamo deposto fiori davanti alla statua di Lenin. Nel mio discorso ho detto: “Ora la gente comune deve difendere non solo Lenin ma anche Stalin” Ci sono stati applausi vibranti. Tre settimane fa, con lo stesso pretesto di una commemorazione storica hanno tolto la statua di Lenin dalla Stazione Mosca di Leningrado. La nostra organizzazione aveva presidiato la statua di Lenin per un mese. Alla fine sono venuti a portarla via alle tre del mattino.

 

Alleanza contro Eltsin e contro gli USA

Col nostro partito come asse centrale, abbiamo fatto delle alleanze con altre forze. È questo il significato di Russia del lavoro, un movimento costituito da partiti e da organizzazioni di massa. Io sono il presidente del suo comitato esecutivo. Questo fronte poggia su due basi: la restaurazione dell’Unione Sovietica e il socialismo. Ma in alcuni casi accettiamo anche organizzazioni di massa che non sono in modo dichiarato a favore del socialismo. Per esempio, in Siberia, c’è un ampio movimento ispirato da Stanislav Rerich, un pittore che viveva sull’Himalaya. Era un seguace del Dalai Lama e aveva creato una sua personale religione mistica. Questo movimento ha aderito a Russia del lavoro, il cui simbolo è la bandiera rossa! Così noi cerchiamo di entrare in tutte le organizzazioni di massa. Dovete considerare che attualmente, tra la gente, c’è non poca confusione.

Negli ultimi anni è emerso un movimento patriottico nazionale. È a favore di uno Stato forte della Russia. Ma la Russia in sé è già uno Stato multinazionale, prefigurazione dell’Unione Sovietica. Questa gente ora è contro Eltsin. Noi possiamo fare un’ alleanza con essa. Persino i monarchici agitano le loro bandiere nelle nostre manifestazioni. Ci sono aspre lotte per conquistare influenza in questo movimento di massa. Recentemente i fascisti hanno tentato di infiltrarsi nelle nostre manifestazioni. Noi li abbiamo cacciati. I fascisti sono nostri nemici mortali. Sappiamo che nell’Europa dell’Ovest i reazionari fanno propaganda sul problema della pretesa alleanza “rosso-bruna”. Ma i gruppuscoli fascisti, le organizzazioni zariste e la mafia sono proprio le basi politiche di Eltsin nel paese.

 

Verso uno sciopero generale

Noi incominciamo attualmente la mobilitazione per una grande manifestazione a Mosca in autunno. In settembre faremo appello ad uno sciopero per sostenere le rivendicazioni economiche dei lavoratori di Mosca. Il tema principale sarà il salario. Chiederemo che abbia lo stesso potere d’acquisto di quello del 1985. All’epoca con un mese di salario si potevano acquistare due vestiti, oggi nemmeno uno. Ora i lavoratori non confrontano il loro salario con quello del 1985, ma con la crudele miseria dell’80% della popolazione. Nel 1985 gli alloggi erano molto a buon mercato, le cure mediche erano gratuite, i lavoratori avevano delle vacanze, potevano andare a riposarsi. Tutto ciò è finito. Nel corso della manifestazione d’autunno cercheremo di raccogliere da 500 mila a un milione di persone. Anche militari della flotta del Mar Nero. Se riusciamo a mobilitare più di 500 mila persone, sarà il primo passo verso lo sciopero generale.

 

Abbiamo bisogno della vostra solidarietà

 Abbiamo bisogno della solidarietà internazionale. Il problema della restaurazione dell’Unione Sovietica è di importanza fondamentale per il mondo intero, il 29 giugno 1993 a Kharkov c’è stata un’assemblea di 40 mila lavoratori. È iniziata con rivendicazioni salariali, ma alla fine è stata adottata una mozione che affermava: “Il nostro obiettivo è la restaurazione dell’Unione Sovietica”. Ci appelliamo ai comunisti delle altre repubbliche perché ci aiutino a restaurare l’Unione Sovietica. Speriamo che essi mandino mille, cinquemila persone alla manifestazione centrale di Mosca. Leviamo alta la bandiera rossa e il nostro slogan principale è “W l’Unione Sovietica”. Ora tutti possono vedere che la dissoluzione dell’Unione Sovietica significa la guerra: scorrono fiumi di sangue dappertutto, i reazionari nazionalisti provocano la guerra. Noi leviamo alta la nostra bandiera contro la guerra. Noi diciamo: “Fermate la guerra adesso” Questo si può fare solo con la restaurazione dell’URSS. Il mondo intero può vedere che la fine dell’Unione Sovietica significa l’inizio della guerra nel mondo: in Iraq, in Somalia.