Mao Tse-tung
Alcune questioni riguardanti i metodi di direzione

Rapporti Sociali n. 11 - novembre 1991  (versione Open Office / versione MSWord )

 

(1° giugno 1943)

 

1. Esistono due metodi che noi comunisti dobbiamo adottare in qualsiasi lavoro: l’uno consiste nel legare il generale al particolare, l’altro nel legare la direzione alle masse.

 

2. Senza lanciare un appello generale su vasta scala è impossibile mobilitare le larghe masse per portare a termine un qualunque compito. Ma se coloro che hanno una funzione direttiva si limitano a un appello generale, se non si occupano personalmente, in modo concreto e approfondito, in alcune organizzazioni, dell’esecuzione del lavoro per il quale hanno lanciato l’appello (in modo che, dopo aver ottenuto un primo successo, possano, grazie all’esperienza acquisita, orientare il lavoro negli altri settori che dirigono) non avranno la possibilità di verificare la giustezza del loro appello generale né di arricchire il contenuto; e allora questo appello generale rischierà di non approdare a nulla. Infatti, nel 1942, durante il movimento di rettifica, successi sono stati riportati là dove si e saputo legare l’appello generale a una direzione particolare e specifica; al contrario, dove non si e applicato questo metodo, i successi sono mancati. Nel 1943, nel corso dello stesso movimento, gli uffici regionali e sottoregionali del Comitato centrale, i comitati di partito di regione e di prefettura devono, per acquistare l’esperienza necessaria, procedere nel modo seguente: oltre a lanciare un appello generale (un piano di rettifica per tutto l’anno), essi devono scegliere al tempo stesso nel proprio organismo come anche negli organismi, le scuole e le forze armate vicine, due o tre unità (non è necessario prenderne molte) che sottoporranno a uno studio approfondito, per conoscere nei dettagli come si svolge il movimento di rettifica e per esaminare da vicino il caso di alcuni membri rappresentativi del personale (e anche qui non occorre sceglierne molti), e questo esame riguarderà il loro passato politico, le loro caratteristiche ideologiche, la loro applicazione nello studio e la qualità del loro lavoro; essi devono inoltre guidare personalmente i responsabili di queste unità nella ricerca di una soluzione concreta alle questioni pratiche che si pongono. I responsabili di ogni organismo, scuola o unità dell’esercito devono procedere nello stesso modo, dal momento che ognuna di esse si compone di un certo numero di unità più piccole. Questo è anche un metodo che permette ai dirigenti di dirigere e di apprendere nello stesso tempo. Nessuno, tra coloro che hanno una funzione dirigente, può assumere la direzione generale di tutte le unità che gli sono affidate, se non acquista una esperienza concreta di lavoro presso alcune di esse, al fianco di alcuni individui e su alcune questioni specifiche. Questo metodo va divulgato ovunque, affinché i quadri dirigenti ad ogni livello imparino ad applicarlo.(1)

 

NOTA REDAZIONALE

 

1. La tesi enunciata da Mao Tse-tung significa che ogni dirigente, dopo aver elaborato una linea generale sulla base dell’esperienza precedente, deve dirigere la sua applicazione in alcuni casi particolari fino a che non arriva a ricavare, da questa sua diretta esperienza nel particolare, leggi e metodi di lavoro. A questo punto egli è in grado di guidare altri a compiere lo stesso lavoro di direzione particolare, ossia è in grado di occuparsi della direzione generale.

Esempio: una volta lanciata la linea delle riunioni d’inchiesta, chi dirige deve tenere personalmente alcune riunioni d’inchiesta, ricavare da questa sua pratica le leggi che le riunioni d’inchiesta seguono nel loro svolgimento e i metodi da impiegare per dirigere questo movimento con successo e stendere il rapporto. A questo punto egli deve impegnarsi a dirigere altri a tenere riunioni d’inchiesta, anziché continuare a condurne personalmente.

 

 

3. L’esperienza del movimento di rettifica del 1942 ha dimostrato fra l’altro che, per assicurare il successo del movimento di rettifica è necessario nel corso stesso del movimento formare in ogni unità un gruppo dirigente composto da un piccolo numero di elementi attivi riuniti intorno al massimo responsabile e mantenere uno stretto legame tra questo gruppo dirigente e le larghe masse che prendono parte al movimento. Per quanto attivo possa essere il gruppo dirigente, la sua attività si ridurrà a uno sforzo infecondo di un pugno di persone, se non e legata a quella delle larghe masse. D’altra parte, se solo le larghe masse sono attive senza che ci sia un forte gruppo dirigente capace di organizzare in  modo appropriato la loro attività, tale attività non potrà durare a lungo, né svilupparsi nella direzione giusta, né raggiungere un alto livello. Le masse, in qualunque posto, sono generalmente composte di tre categorie di elementi: i relativamente attivi, gli intermedi e i relativamente arretrati. I dirigenti devono perciò avere la capacità di unire il ristretto numero di elementi attivi intorno alla direzione e devono fare affidamento su di essi per elevare il livello degli elementi intermedi e conquistare gli arretrati. Un gruppo dirigente veramente unito e legato alle masse può formarsi solo gradualmente nel processo delle lotte di massa e non separatamente da esse. Nella maggior parte dei casi la composizione del gruppo dirigente non deve e non può rimanere del tutto invariata durante la fase iniziale, media e finale di una grande lotta; gli elementi attivi che si distinguono nel corso della lotta devono continuamente essere promossi e sostituire quei membri originali del gruppo dirigente che al confronto si sono rivelati inferiori o hanno degenerato. Una delle ragioni fondamentali per la quale, in diverse località e in numerosi organismi, non si riesce a portare avanti il lavoro è l’assenza di un gruppo dirigente, saldamente unito, legato alle masse e costantemente sano. Una scuola composta da un centinaio di persone non è certamente in grado di funzionare bene se non ha un gruppo dirigente di parecchie persone, una dozzina o più, costituito in funzione delle circostanze reali (e non messo insieme in modo artificioso) e composto dagli elementi più attivi, più onesti e più svegli tra gli insegnanti, gli impiegati e gli studenti. L’indicazione relativa alla creazione di un nucleo dirigente, data da Stalin nella nona delle dodici condizioni per la bolscevizzazione dei partiti comunisti(2) noi dobbiamo applicarla dappertutto, senza eccezione, negli organismi, nelle scuole, nelle unità dell’esercito, nelle fabbriche, nei villaggi, piccoli o grandi che siano. I criteri per la creazione di un tale gruppo dirigente devono essere le quattro condizioni formulate da Dimitrov a proposito della politica dei quadri: massima devozione, legame con le masse, capacità di orientarsi da soli in qualsiasi situazione, spirito di disciplina(3). Che si porti a termine un compito centrale (guerra, produzione, educazione ivi compreso movimento di rettifica) o altri compiti, come la verifica del lavoro, il controllo dei quadri, occorre, oltre a legare l’appello generale a una direzione particolare e specifica, mantenere il legame del gruppo dirigente con le larghe masse(4).

 

4. In tutto il lavoro pratico del nostro Partito, una direzione giusta è necessariamente basata sul seguente principio: dalle masse alle masse. Questo significa che bisogna raccogliere le idee delle masse (frammentarie, non sistematiche), sintetizzarle (attraverso lo studio trasformarle in idee generali e sistematiche), quindi portarle di nuovo alle masse, diffondere e spiegare queste idee finché le masse non le assimilano, vi aderiscono fermamente e le traducono in azione, e verificare in tale azione la giustezza di queste idee. Poi sintetizzare ancora una volta le idee delle masse e riportarle quindi alle masse perché queste idee siano applicate con fermezza e fino in fondo. E sempre cosi, ininterrottamente, come una spirale senza fine; le idee ogni volta saranno più giuste, più vitali e più ricche. Questa è la teoria marxista della conoscenza(5).

 

NOTE REDAZIONALI

 

2. Vedi J. V. Stalin: Sulle prospettive del Partito comunista tedesco e sulla bolscevizzazione.

 

3. Vedi G. Dimitrov: Per l’unita della classe operaia contro il fascismo conclusioni presentate al VII Congresso dell’Internazionale comunista, parte VII: “Sui quadri”.

 

4. Questa tesi nella situazione attualmente prevalente da noi e principalmente diretta contro la mancata assunzione di responsabilità da parte dei dirigenti e il metodo assembleare nel procedere. Molte energie vengono sprecate perché non si tiene conto che “le masse, in qualunque posto, sono generalmente composte di tre categorie di elementi: i relativamente attivi, gli intermedi e i relativamente arretrati” e che, per promuovere con successo un processo di mobilitazione delle masse, occorre prendere atto di questa divisione e partire da essa, non affogare i relativamente attivi nei relativamente arretrati, ma unire gli attivi come primo passo per mobilitare anche il resto. Per fare una politica di massa occorre iniziare dall’organizzare l’avanguardia. Esattamente il contrario di quello che fanno in questo periodo una serie di persone, che “portano il dibattito”, “si infiltrano” in tanti posti senza preoccuparsi anzitutto di organizzarsi come avanguardia e nel migliore dei casi sprecano le loro forze.

 

5. A proposito di questa tesi di Mao Tse-tung vedasi l’articolo Linea di massa e teoria marxista della conoscenza in questo numero di Rapporti Sociali.

  

 

5. Giusti rapporti devono essere stabiliti tra il gruppo dirigente e le larghe masse, sia in seno a un’organizzazione che nel corso di una lotta; la direzione può formulare idee giuste solo se raccoglie le idee delle masse e le sintetizza per poi riportarle di nuovo alle masse, perché queste possano applicarle con fermezza e fino in fondo; quando si mettono in pratica le idee dell’organismo dirigente, occorre legare l’appello generale a una direzione particolare e specifica. Nel corso del movimento attuale di rettifica, tutti questi concetti devono essere largamente propagati, affinché i nostri quadri possano correggere i loro punti di vista sbagliati riguardo a questi problemi. Molti compagni non capiscono l’importanza di unire intorno a sé gli elementi attivi per formare un nucleo dirigente o sono incapaci di farlo; essi non capiscono l’importanza di stabilire uno stretto legame fra questo nucleo dirigente e le larghe masse o non sono capaci di farlo; ne consegue che la loro opera di direzione diventa burocratica, staccata dalle masse. Molti compagni non capiscono l’importanza di compiere un bilancio dell’esperienza acquisita nella lotta dalle masse o non sono capaci di farlo; credendosi intelligenti, amano esporre in modo soggettivo un mucchio di opinioni, che poi in effetti si riducono a delle chiacchiere completamente avulse dalla realtà. Molti compagni si accontentano di lanciare un appello generale per portare a termine un compito e non capiscono l’importanza di passare immediatamente a un lavoro di direzione particolare e concreto o non sono capaci di farlo; ne consegue che i loro appelli rimangono appelli a parole, sulla calla o limitati alla sala delle riunioni e che la loro opera di direzione cade nel burocratismo. Durante l’attuale movimento di rettifica, noi dobbiamo correggere questi difetti e imparare a seguire, nello studio, nella verifica del lavoro e nel controllo dei quadri, i metodi seguenti: legare la direzione alle masse e legare il generale al particolare. Applicheremo questi metodi in tutto il lavoro che faremo.

 

6. Raccogliere le idee delle masse, sintetizzarle, quindi portarle di nuovo alle masse, perché queste idee siano applicate con fermezza e fino in fondo, in modo da elaborare giusti criteri di direzione: questo e il metodo fondamentale di direzione. Durante il processo di sintesi delle idee e della loro ferma applicazione, occorre legare l’appello generale a una direzione particolare e specifica; ciò fa parte integrante del metodo fondamentale. È necessario, partendo da un certo numero di casi di direzione particolare e specifica, formulare idee generali (appello generale), metterle alla prova in numerose unità (non Basta che lo facciamo noi ma dobbiamo invitare gli altri a farlo), per poi concentrare le nuove esperienze (fame il bilancio) ed elaborare le nuove direttive capaci di guidare su scala generale le masse. I nostri compagni devono procedere in questo modo nell’attuale movimento di rettifica, come anche in ogni altro lavoro. Una buona direzione deriva dalla capacità del dirigenti di procedere in base a questo metodo.

 

7. Ogni qual volta un organismo dirigente superiore e le sue diverse sezioni affidano ai livelli inferiori un compito qualsiasi (che riguardi la guerra rivoluzionaria, la produzione o l’educazione; il movimento di rettifica, la verifica del lavoro o il controllo dei quadri; il lavoro di propaganda, il lavoro di organizzazione o il lavoro per la eliminazione degli elementi ostili, ecc.), essi devono intervenire attraverso i principali responsabili dell’organismo inferiore interessato, affinché questi si assumano le proprie responsabilità; si giungerà cosi a una divisione del lavoro e al tempo stesso a una direzione unica centralizzata. Non basta che una sezione di un organismo superiore prenda contatto con la sezione corrispondente del livello inferiore (ad esempio, che un ufficio del livello superiore, incaricato dell’organizzazione, della propaganda o della eliminazione degli elementi ostili, prenda contatto con l’ufficio corrispondente del livello inferiore), motivo per il quale il principale responsabile dell’organismo inferiore (ad esempio, il segretario, il presidente, il capo di un dipartimento o il direttore di una scuola) rimane all’oscuro di tutto e non può assumersi le proprie responsabilità. Occorre che il principale responsabile e gli elementi responsabili che dipendono direttamente da lui siano tutti informati del compito assegnato e rispondano del suo adempimento. Questo metodo centralizzato, che abbina la divisione del la voro alla direzione unica, permette, attraverso il principale responsabile, di mobilitare per un determinato compito un gran numero di quadri, talvolta anche tutto il personale di un organismo; ciò consente di rimediare alla scarsità di quadri in questa o quella sezione, e fa si che un gran numero di persone diventino a loro volta quadri attivi nell’attuazione di quel determinato compito. Anche questa è una delle maniere di legare la direzione alle masse. Prendiamo, ad esempio, il controllo dei quadri. Se il lavoro viene fatto in modo isolato, se viene affidato soltanto a un ristretto numero di persone dell’organismo dirigente, come la sezione di organizzazione, non v’è dubbio che il lavoro non sarà compiuto in maniera adeguata; se invece, per procedere a questo controllo, il responsabile di un organismo o il direttore di una scuola mobilita una gran parte del personale nel suo organismo o di studenti nel suo istituto), a volte persino tutto il personale o tutti gli studenti e se il dirigente della sezione di organizzazione del livello superiore orienta come si deve questo lavoro e applica il principio di legare la direzione alle masse, di sicuro il controllo dei quadri verrà compiuto in maniera soddisfacente.

 

8. In una zona non possono esserci contemporaneamente più compiti centrali; in un dato periodo, può esserci un solo compito centrale, completato da altri che, per importanza, occupano il secondo o terzo posto. Di conseguenza, la persona che nella zona occupa la posizione di maggiore responsabilità deve tener conto della storia e delle circostanze della lotta in quella zona e dare a ogni compito il posto che gli spetta e non agire senza alcun piano limitandosi a seguire, l’una dopo l’altra, le istruzioni che le vengono dall’alto, perché ciò porta al sorgere di una infinità di “compiti centrali” e di uno stato di confusione e di disordine. Gli organismi superiori, da parte loro, non devono assegnare contemporaneamente agli organismi inferiori più compiti senza indicare il loro grado di importanza e di urgenza o senza specificare qual è quello centrale, perché ciò crea confusione negli organismi inferiori riguardo alle misure da prendere per portare avanti il lavoro e non permette loro di raggiungere i risultati previsti. Fa parte dell’arte della direzione elaborare piani tenendo conto della situazione nel suo insieme alla luce delle condizioni storiche e delle circostanze esistenti in ogni zona, prendere una decisione corretta riguardo al centro di gravità e alla disposizione del lavoro per ogni periodo, poi mettere in pratica con fermezza la decisione presa in modo che vengano raggiunti sicuri risultati. Si tratta anche qui di una questione di metodi di direzione, che bisogna cercare di risolvere quando si applicano questi due principi: legare la direzione alle masse e legare il generale al particolare.

 

9. Non abbiamo qui esaurito in tutti i suoi particolari la questione relativa ai metodi di direzione, ma noi speriamo che sulla base dei principi ora formulati, i compagni delle diverse zone riflettano attentamente e facciano appello a tutta la loro capacità creativa. Più la lotta è dura, più diventa necessario per i comunisti legare strettamente il loro lavoro di direzione alle esigenze delle larghe masse, il loro appello generale a una direzione particolare e specifica, in modo da porre fine, una volta per tutte, ai metodi soggettivi e burocratici di direzione. Tutti i compagni del partito che hanno una funzione dirigente devono, in ogni momento, contrapporre ai metodi soggettivi e burocratici di direzione i metodi scientifici, marxisti e servirsi di questi per eliminare quelli. I soggettivisti e i burocrati non conoscono il principio di legare la direzione alle masse e il generale al particolare e ciò ostacola notevolmente il lavoro del partito. Per combattere questi metodi soggettivi e burocratici di direzione, noi dobbiamo diffondere largamente e in profondità i metodi scientifici marxisti di direzione.