Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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Saluto del compagno Ulisse, segretario generale del CC del (nuovo)PCI, alla Festa della Riscossa Popolare del presidio del P.CARC di Arezzo

30 novembre 2024


Cari compagni,

a nome del Comitato Centrale del (nuovo)Partito comunista italiano ringrazio il compagno Andrea Crescioli del presidio di Arezzo del P.CARC che ci ha invitato a partecipare a questo dibattito.

In tutto il mondo la lotta di classe avanza nel quadro dello scontro tra il percorso della Terza guerra mondiale e quello della rivoluzione proletaria (socialista e di nuova democrazia). Il governo Meloni è succube della Comunità Internazionale (CI) dei gruppi imperialisti USA, sionisti, UE e associati e opera in continuità con i governi delle Larghe Intese (PD e Berlusconi) che l’hanno preceduto. Da un lato, esso continua a imporre misure lacrime e sangue alle masse popolari a favore del complesso militare-industriale italiano e internazionale, delle multinazionali finanziarie che arraffano a prezzi di saldo quanto più riescono dell’apparato produttivo nazionale, delle operazioni criminali della NATO. Dall’altro lato, cerca di reprimere l’iniziativa popolare e le proteste suscitate dalla condotta stessa del governo, vietando mobilitazioni e scioperi. Il tentativo di approvare in via definitiva il disegno di legge 1660 va in questa direzione.

In questo contesto è essenziale avere una linea giusta contro la repressione e applicarla con determinazione. Noi comunisti della Carovana del (n)PCI applichiamo i seguenti criteri di condotta di fronte alla repressione, che cerchiamo di trasmettere e far praticare ai lavoratori avanzati e al resto delle masse popolari:

1. resistenza. Non cedere all’intimidazione e alla repressione. Dobbiamo educarci ed educare alla dignità. Per farlo dobbiamo imparare a combattere con tutte le armi a nostra disposizione, a tenere in mano l’iniziativa contro la borghesia e a costruire una società dove uomini e donne possano vivere grazie a un lavoro utile e dignitoso e accedere liberamente ad attività creative e ricreative che via via permettono alla società stessa di progredire.

2. lotta. Denunciare su larga scala operazioni repressive, mostrando che esse non sono il frutto della cattiveria di singoli (il funzionario prefettizio, l’agente di polizia, il capitalista, ecc.), ma espressione di un sistema sociale basato su sfruttamento e oppressione di classe, distruzione del tessuto sociale e della natura;

3. solidarietà. Chiamare con forza le masse popolari (a partire dai suoi elementi più avanzati) e gli organismi del movimento comunista cosciente e organizzato a ogni forma di solidarietà con organismi e individui colpiti dalla repressione. La solidarietà è un’arma che dobbiamo usare con un’ottica da guerra - quella che i comunisti promuovono e conducono contro la borghesia imperialista - ed è anche un deterrente contro la rassegnazione e la disperazione e, se sappiamo valorizzarla adeguatamente, alimenta il movimento generale per porre fine all’attuale sistema di relazioni sociali. Dobbiamo promuoverla come primo passo verso l’unità nella lotta, facendo di ogni operazione di resistenza una scuola di comunismo, cioè di autorganizzazione ed emancipazione dal dominio della borghesia;

La manifestazione del 5 ottobre scorso a Roma è stata una scuola di lotta alla repressione. Ha dimostrato che il movimento di solidarietà con la Resistenza palestinese - che in Italia, dal 7 ottobre 2023 ad oggi, ha promosso centinaia di mobilitazioni grandi e piccole in tutto il paese (occupazioni delle scuole medie e superiori e accampate nelle università, boicottaggio e sabotaggio della filiera bellica, presidi e cortei, iniziative culturali, ecc.) - se determinato a vincere ha la capacità 1. di disinnescare le misure repressive con cui il governo Meloni tenta di comprimere e rendere innocua la mobilitazione popolare in solidarietà con il popolo palestinese e 2. di portare lo scontro di classe a un livello sempre più elevato, contribuendo alla liberazione del nostro paese dagli agenti della CI e alla liberazione della Palestina dai sionisti.

Serve un salto qualitativo. La lotta di classe già spontaneamente (senza la direzione del partito comunista) spinge alla convergenza delle mobilitazioni. La necessità di uno sbocco politico alla crisi generale del capitalismo, alternativo e opposto a quello della borghesia, si manifesta in tutta la società. A dirigere tutto è la lotta per affermare la linea avanzata, cioè quella che sviluppa il protagonismo operaio e popolare contro ogni tipo di sottomissione alla classe dominante e che crea le condizioni affinché le masse popolari organizzate impongano ai vertici della Repubblica Pontificia il proprio governo di emergenza, quello che noi chiamiamo Governo di Blocco Popolare, un passo del percorso verso l’instaurazione del socialismo che il (n)PCI promuove. Questa è l’opera alla quale chiediamo a ognuno di voi di partecipare e, a quelli più generosi tra voi, chiediamo di arruolarsi nelle file del (nuovo)PCI.

La nostra opera è tortuosa, ma possibile, necessaria e luminosa. Le masse popolari ne hanno bisogno e si mobiliteranno con noi man mano che constateranno che la via per conquistare il potere indicata dai comunisti è giusta perché fattibile. Il terreno è fertile e ha solo bisogno di uomini e donne che coscientemente lo coltivano per costruire la nuova umanità.

compagno Ulisse, segretario generale del CC del (n)PCI